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Klaus Schwab ammette in una telefonata scherzo che l’Ucraina potrebbe essere dietro alla distruzione del Nord Stream

Il fondatore e presidente esecutivo del World Economic Forum (WEF) di Davos, Klaus Schwab, ha ammesso durante una telefonata-burla con i comici russi Vovan e Lexus, che l’Ucraina potrebbe essere dietro le esplosioni nei gasdotti Nord Stream mentre potrebbe aver avuto l’obiettivo di tagliare fuori la Germania dal gas russo.
Il duo russo ha finto di essere l’economista e sociologo francese Jacques Attali, per parlare con lo Schwab; la registrazione della conversazione è stata pubblicata mercoledì sul canale Telegram dei due.
Non ci sono prove che l’Ucraina sia dietro le esplosioni del Nord Stream 2, ma potrebbe essere una spiegazione praticabile, ha detto Schwab credendo di parlare con l’oscuro futurologo transalpino, aggiungendo che in questo scenario l’Ucraina, non fidandosi della Germania, voleva inscenare una situazione in cui quest’ultima sarebbe stata fisicamente indipendente dalla fornitura di gas russo.
L’adesione dell’Ucraina all’Unione Europea e alla NATO è ovviamente impossibile per il momento, ma è necessario mantenere la prospettiva, ha affermato il fondatore del WEF alla domanda sull’adesione dell’Ucraina ai blocchi.
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Il guru di Davos ha quindi affermato che l’adesione del presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj ai valori democratici dovrebbe essere una condizione per i trasferimenti di armi al Paese, anche se l’UE dovesse fare pressioni su di lui per questo.
I burloni russi hanno ammesso di avere la forte impressione che Schwab non abbia una grande stima delle capacità cognitive di Zelens’kyj e inviti l’Occidente a utilizzare la prospettiva di adesione come una carota per il regime di Kiev.
Lo Schwab ha anche menzionato che nel 2019 il presidente russo Vladimir Putin gli aveva detto che la Russia non faceva parte dell’Europa poiché aveva una propria identità, anima e storia separate.
Come riportato da Renovatio 21, lo Schwab si è recentemente dimesso dal suo ruolo di capo del gruppo estremista di Davos, lasciando molto potere, all’interno dell’organizzazione, ai figli.
Negli scorsi mesi sono stati vittima di Vovan e Lexus, oltre il premier italiano Giorgia Meloni, anche altre alte figure di peso della scena internazionale, tra cui il presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, che credendo di parlare con Zelens’kyj ha ammesso che l’euro digitale verrà utilizzato per la sorveglianza dei cittadini.
È stata oltremodo interessante anche la telefonata, sempre fingendo di essere il presidente ucraino, fatta al finanziere erede del casato di banchieri ebraici Alexandre de Rothschild, che ha vantato di aver una «relazione fantastica» con i membri del governo ucraino.
Il duo ha messo nel sacco quantità di notabili internazionali, dall’ex presidente USA George W. Bush al ministro della Difesa di Londra Ben Wallace. Hanno fatto elogiare allo scrittore goscista Stephen King il collaboratore del nazismo Stepan Bandera, hanno messo nel sacco il cineasta David Lynch e le sue prospettive sulla pace mondiale, e sono arrivati far confessare Kissinger, gli hanno fatto ammettere come credesse che dietro all’attacco al Nord Stream ci fosse Kiev. Notevole pure quando hanno conversato con un parlamentare transessuale britannico che ha dichiarato di voler spedire preservativi e lubrificanti intimi in Ucraina.
Vovan e Lexus avevano già strappato delle ammissioni sui sabotaggi ucraini ai danno dei russi: fingendo di essere l’ex ambasciatore degli Stati Uniti in Russia Michael McFaul, hanno strappato una sorta di ammissione del ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba il coinvolgimento di Kiev nelle esplosioni di sabotaggio all’interno della Russia.
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Immagine di World Economic Forum via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-ShareAlike 2.0 Generic
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Il principe Andrea rinuncia ai titoli a causa dello scandalo Epstein

Il principe britannico Andrea ha rinunciato ai suoi ultimi titoli reali in seguito alle nuove rivelazioni contenute nelle memorie postume di Virginia Giuffre, la donna che lo accusò di abusi sessuali legati al defunto finanziere statunitense Jeffrey Epstein. La decisione, annunciata venerdì, rappresenta l’ultima ripercussione di uno scandalo che da anni getta un’ombra sulla monarchia britannica. Oltre al titolo di duca eboraceno, Andrea perde vari titoli, escluso quello di principe.
Epstein fu arrestato nel 2019 con l’accusa di traffico sessuale di minori, imputato di gestire una rete che coinvolgeva potenti personalità e sfruttava ragazze minorenni. Morì in carcere nello stesso anno, in un caso ufficialmente classificato come suicidio.
Nel 2021, Virginia Giuffre, sopravvissuta alla rete di traffico di Epstein, denunciò il principe Andrea per abusi sessuali, sostenendo di essere stata costretta a rapporti sessuali con i suoi associati, incluso il principe, quando aveva 17 anni.
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Sebbene Andrea abbia sempre negato le accuse – e nel 2022 abbia raggiunto con Giuffre un accordo extragiudiziale confidenziale – questa settimana la stampa britannica hanno pubblicato estratti delle memorie postume di Giuffre, Nobody’s Girl, riaccendendo la controversia. Giuffre, deceduta ufficialmente per suicidio ad aprile, aveva scritto che il principe riteneva di avere «il diritto» di avere rapporti con lei, considerandolo «un privilegio di nascita».
La ragazza era stata denunciata dal principe del foro Alan Dershowitz ritirando le accuse nei confronti del popolare avvocato ebreo harvardiano che fu vicino ad Epstein. Alcuni famigliari della Giuffre non credono si sia suicidata.
Andrea aveva cercato di difendersi anni fa con un’intervista alla BBC che si rivelò disastrosa, dove negò il racconto della ragazza dicendo, nonostante le fotografie che li ritraggono assieme, di non ricordare di averla mai vista e che le sue parole sono inverosimili in quanto lui non suda più dopo un’overdose di adrenalina avuta durante uno scontro militare nel conflitto delle Falklands.
In una dichiarazione rilasciata venerdì da Buckingham Palace, il principe Andrea ha spiegato che la sua decisione è stata motivata dalle rinnovate pressioni legate allo scandalo, che «distoglie l’attenzione dal lavoro di Sua Maestà e della famiglia reale».
«Ho deciso, come sempre, di mettere al primo posto il mio dovere verso la mia famiglia e il mio Paese», ha dichiarato Andrea. «Pertanto, non utilizzerò più il mio titolo né gli onori conferitimi». Ha ribadito di negare «con forza» le accuse.
Andrea si era già ritirato dai suoi doveri reali dopo che sua madre, la defunta Regina Elisabetta II, lo aveva privato dei suoi titoli militari e patronati allo scoppio dello scandalo. Ora rinuncerà al titolo di Duca di York, al cavalierato e al ruolo di Cavaliere Reale Compagno dell’Ordine della Giarrettiera. Tuttavia, conserverà il titolo di principe come figlio di Elisabetta II (della quale si dice fosse il preferito), e le sue figlie, le principesse Beatrice ed Eugenia, manterranno i loro titoli.
Intervistato da BBC Newsnight dopo l’annuncio, Sky Roberts, fratello di Giuffre, ha dichiarato che la notizia ha suscitato emozioni contrastanti, ma che sua sorella defunta «sarebbe molto orgogliosa», poiché la decisione «la giustifica» e porta i suoi sforzi per denunciare i crimini di Epstein e Andrea «a una forma di giustizia».
Sul caso di Andrea ed Epstein la TV britannica ha già prodotto due serie, uno forse leggermente più simpatetica dell’altra.
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Immagine di Thorne1983 via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0 Generic (CC BY-SA 2.0)
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