Politica
Europarlamentare definisce la Von der Leyen «frau genocidio»
L’eurodeputata irlandese Clare Daly ha definito la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen «frau genocidio» per la posizione dell’UE sull’operazione militare israeliana a Gaza.
L’europarlamentare ha continuato affermando che, contrariamente alla sua dichiarata adesione alla democrazia, Bruxelles calpesta la volontà del popolo quando va contro la sua stessa agenda.
Daly, una politica di sinistra che rappresenta il partito politico irlandese Independents 4 Change, ha detto domenica dal podio del Parlamento Europeo che la Von der Leyen è stata «elevata al potere senza un solo voto da parte dei cittadini». Al lettore, ricordiamo, che i voti glieli diede, più che il popolo europeo, il Movimento 5 Stelle.
La Daly accusa il presidente della Commissione Europea di «aver invaso e scavalcato le politiche estere dei governi eletti» negli ultimi mesi, mentre incoraggiava un «brutale regime di apartheid che lei definisce una “vibrante democrazia”».
«Con così difensori della democrazia, penso di parlare a nome di tanti, tanti cittadini europei, quando dico: “Nein, danke! No, grazie, Frau Genocidio!”»
In precedenza, il ministro spagnuolo per i diritti sociali Ione Belarra aveva accusato Bruxelles di inerzia di fronte a quello che lei chiamava «genocidio» in atto a Gaza.
Secondo quanto riportato, quantità di membri dello staff dell’UE hanno criticato von der Leyen per aver sostenuto incondizionatamente Israele.
In un discorso in occasione del 75° anniversario della fondazione di Israele alla fine di aprile, von der Leyen aveva elogiato il Paese come una «vibrante democrazia nel cuore del Medio Oriente».
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Subito dopo lo scoppio delle ostilità seguite al massacro del 7 ottobre, La Von der Leyen ha fatto proiettare la bandiera israeliana sul palazzo della Commissione Europea a Bruxelles come gesto di solidarietà, ribadendo il suo sostegno durante l’incontro con il primo ministro Beniamino Netanyahu.
Sempre in ottobre, l’Irish Times ha riferito che almeno 842 membri dello staff dell’UE avevano firmato una lettera in cui denunciavano la posizione della commissione nei confronti di Israele. Secondo quanto riferito, il documento accusava von der Leyen di dare «mano libera all’accelerazione e alla legittimità di un crimine di guerra nella Striscia di Gaza».
La presidenza Von der Leyen ha una storia carica di scandali, alcuni dei quali sembrano ripetere altre controversie che le erano capitate quando era in forze al governo della Repubblica Federale Tedesca.
Come riportato da Renovatio 21, la Von der Leyen, quando era ministro della Difesa tedesco, era incappata in accuse dopo aver «ripulito» il suo cellulare che doveva divenire prova importante all’interno di uno scandalo di appalti militari. Una cosa non dissimile è capitata con i messaggini che si sarebbe scambiata con Albert Bourla, CEO di Pfizer, spariti nel nulla proprio quando le si chiede conto dei contratti per l’iniezione massiva di mRNA nei corpi di centinaia di milioni di europei. (Bourla ha riconosciuto la preparazione del presidente della Commissione sui sieri genici, ma non ha poi avuto il coraggio di presentarsi davanti ai deputati europei, mandando una sua sottoposta a fare l’ammissione sulla mancanza di test di trasmissibilità del COVID dopo il vaccino Pfizer).
L’Ursula è inoltre incappata in ulteriore scandalo famigliare basato riguardo proprio l’mRNA, quando è emerso un conflitto di interessi con il marito, che lavora presso un’azienda di terapia genica, partecipante ad una cordata di aziende-università che dovrebbe intercettare fondi europei.
La sua posizione di falco nella questione Ucraina ha visto, oltre ai continui inutili e dannosi round di sanzioni antirusse, con il programma di sequestro di 300 miliardi russi presenti su banche straniere nonché con l’esortazione al governo tedesco di «dare a Kiev tutte le armi di cui hanno bisogno».
Secondo alcune indiscrezioni, il presidente americano Joe Biden vorrebbe la Von der Leyen a capo della NATO – altra istituzione transnazionale che, guarda caso, sempre sta a Bruxelles…
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Immagine di European Union 2019 – Source: EP via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International
Politica
L’Ucraina vuole che l’Occidente paghi le elezioni
President Zelenskyy confirms Ukraine’s readiness for elections and calls on Parliament to prepare changes to the Constitution and laws. However, three basic questions must be solved first.
No missiles or drones can fly during the vote. The only realistic path is a ceasefire.… — Михайло Подоляк (@Podolyak_M) December 12, 2025
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Politica
Brigitta Macron contro le femministe: «stupide stronze»
La moglie del presidente francese Emmanuel Macron, Brigitte, ha provocato un’ondata di indignazione dopo aver definito le manifestanti femministe «salles connes», cioè «stupide stronze».
All’inizio di questa settimana è emerso un video (poi cancellato) in cui la first lady francese, domenica scorsa, chiacchierava in privato nel backstage con l’attore e comico ebreo sefardita Ary Abittan, in passato accusato di stupro. L’artista 51enne era in tournée per la prima volta dopo che i giudici istruttori avevano archiviato il caso per mancanza di prove.
La sera precedente, il collettivo femminista Nous Toutes («Tutte noi») aveva fatto irruzione nel suo spettacolo di cabaret: alcune attiviste, con maschere raffiguranti il volto dell’attore e la scritta «stupratore», si erano alzate in mezzo al pubblico gridando «Abittan stupratore» prima di essere accompagnate fuori.
Nel video trapelato, Abittan scherza sul fatto di sentirsi ancora nervoso, probabilmente temendo il ritorno delle manifestanti. Si sente chiaramente Brigitte Macron rispondere in tono scherzoso: «Se ci sono delle stupide stronze, le cacceremo via».
Martedì un portavoce dell’Eliseo ha spiegato che la first lady stava solo cercando di tranquillizzare l’attore e che il suo commento era diretto unicamente ai metodi radicali usati per interrompere lo spettacolo.
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Nonostante la precisazione, le reazioni sono state immediate e trasversali: politici di tutti gli schieramenti, attivisti e personalità del mondo del cinema hanno condannato le parole.
La segretaria nazionale dei Verdi, Marine Tondelier, le ha definite «estremamente gravi»; la senatrice LR Agnès Evren le ha giudicate «profondamente sessiste». Persino l’ex presidente François Hollande ha criticato la scelta lessicale della first lady. L’attrice Judith Godrèche, divenuta simbolo della lotta contro le violenze sessuali nel cinema francese dopo aver denunciato abusi subiti da minorenne, ha chiesto la fine di questi comportamenti nel settore culturale e ha pubblicato un breve messaggio su Instagram contro le dichiarazioni di Brigitte Macron. Il collettivo Nous Toutes ha poi trasformato la frase in un hashtag virale sui social.
Brigitta Macron era già finita al centro dell’attenzione nei mesi scorsi per una lunga vicenda giudiziaria legata alle teorie complottiste che la descrivono come transgender. Una sentenza di quest’anno ha condannato e multato le due donne che avevano diffuso la falsa notizia, riaccendendo il dibattito sulle molestie online contro le figure pubbliche.
Il caso aveva avuto risonanza internazionale dopo che la commentatrice americana Candace Owens ne aveva ripreso le accuse, per poi dichiarare che i Macron avessero ordinato il suo assassinio.
Come riportato da Renovatio 21, Macron aveva chiesto personalmente a Trump di intercedere con la Owens per farla smettere di parlare dell’incredibile teoria per cui la Brigitta sarebbe nata uomo.
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Immagine di Mélanie Praquin via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
Politica
Trump: Zelens’kyj deve indire le elezioni
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