Spirito
Mons. Viganò, la donna «epocale nemica» di Satana. Omelia nella festa dell’Immacolata Concezione

Renovatio 21 pubblica l’omelia di monsignor Carlo Maria Viganò per la solennità dell’Immacolata Concezione
Tu gloria Jerusalem, tu lætitia Israël,
tu honorificentia populi nostri.
Jud 15, 10
Carissimi figli,
la festa odierna rappresenta un luminoso raggio di luce divina che anticipa il Santo Natale, nel quale quella Luce si mostra in tutto il suo splendore al mondo per rischiararlo.
Et tenebræ eam non comprehenderunt (Gv 1, 5): la luce risplende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta. Non stupiamoci dunque se questo raggio che ci illumina nella festa dell’Immacolata è ancor meno compreso del Sole divino di cui è riflesso; nel contemplare le meraviglie che la Santissima Trinità si è degnata di compiere nella Vergine Madre preservandoLa dal peccato originale è infatti indispensabile avere gli occhi limpidi di chi non appartiene alle tenebre del peccato, o meglio: di chi pur peccatore ha l’umiltà di elevare lo sguardo verso Colei che proprio perché Immacolata è così cara al Signore, e grazie a quell’umile consapevolezza del proprio nulla vede in Lei l’Avvocata e la Mediatrice presso il trono di Dio.
La purezza virginale di Maria Santissima è purezza del corpo e dell’anima, una purezza che è prerogativa di una creatura che non conosce colpa ereditaria né personale, come uno specchio limpido e lucido nel quale nessuna appannatura impedisce alla Grazia del Signore di riflettersi e riverberarsi inalterata: speculum justitiæ; come un prato sul quale si è posata una candida coltre di neve immacolata che nessuno ha osato calpestare.
E se rimaniamo ammirati dal Suo singolare privilegio di essere esente dalla colpa dei nostri Progenitori, la nostra ammirazione è ancor maggiore nel comprendere che il miracolo dell’Immacolata Concezione della Beatissima Vergine Maria è stato voluto dalla sapiente onnipotenza di Dio perché Ella potesse essere il Tabernacolo vivente dell’Altissimo, Domus aurea, reggia imperiale, sicché ogni fibra, ogni tessuto, ogni cellula che ha formato il corpo di Nostro Signore in quel seno benedetto provenisse da una creatura purissima e dall’azione dello Spirito Santo. Benedicta tu in mulieribus, et benedictus fructus ventris tui, Jesus.
È infatti in vista dell’Incarnazione, della Passione e della Morte di Nostro Signore propter nos homines et propter nostram salutem, per noi uomini e per la nostra salvezza, che la Vergine Madre è Immacolata.
Quel dono soprannaturale e unico, che ha reso Maria Santissima l’unica creatura preservata dal peccato originale, è un miracolo ordinato alla nostra Redenzione: ex morte ejusdem Filii tui, come abbiamo appena cantato nell’orazione. Comprendiamo così il motivo per il quale la Chiesa ha scelto come Epistola di questa festa il passo del libro della Sapienza: Ab æterno ordinata sum, et ex antiquis, antequam terra fieret (Prov 8, 23).
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La promessa del Protoevangelo, dopo la caduta di Adamo ed Eva, si compie nella Donna dell’Apocalisse, e l’inimicizia tra la stirpe di Lei e la stirpe del Serpente – che nella visione escatologica vede affrontarsi Cristo e l’Anticristo – è motivata anzitutto dalla inconciliabilità ontologica tra l’umiltà e la purezza di Nostra Signora e l’orgoglio e il peccato di Satana. Umiltà e purezza sono le gemme più preziose che ornano la corona regale di Colei che gli Angeli e i Santi riconocono come loro Regina, che Nostro Signore ama come propria Madre – la Παναγία Θεοτόκος – e che lo Spirito Santo ha scelto come castissima Sposa.
L’inimicizia tra la Donna con il capo coronato di stelle e il Serpente infernale si mostra in tutta la sua realtà quanto più si avvicina il giorno e l’ora della definitiva sconfitta di Satana, il cui capo sarà schiacciato dal piede virginale di Lei e – come vediamo in alcune raffigurazioni sacre – dal piccolo piede del Bambino Gesù.
Questa inconciliabilità emerge evidente nel tentativo di stravolgere e pervertire la figura femminile, che nell’ordine divino è sposa e madre, per strappare da ogni donna la verginità che la prepara al matrimonio, la fedeltà allo sposo, la santimonia coniugale, la maternità feconda nella famiglia. Troviamo così la donna avvilita e abbruttita a oggetto di piacere, a strumento ribelle di vizio e dannazione, a sterile propagatrice di morte.
E cos’altro potremmo attenderci da Satana, che nella donna vede la sua epocale Nemica, la custode del focolare domestico, la compagna amorevole dell’uomo, l’educatrice alla santità di tante giovani anime? Non diversamente ha agito contro l’uomo, corrompendone la virtù e l’onestà, svirilizzandone la forza e il coraggio, rendendolo schiavo delle passioni più abbiette e pavido dinanzi a chi minaccia la Chiesa, la società e la famiglia.
Quest’opera infernale di distruzione dell’ordine naturale e di sovversione dell’ordine soprannaturale non si limita alla donna sposa e madre, ma si allarga anche alla giovane vergine, perché nella corruzione dei costumi e nella folle rivendicazione di una impossibile indipendenza dall’uomo essa perda quella castità dell’anima che è necessaria premessa della santità, dell’amore di Dio sopra ogni cosa.
I conventi e i monasteri femminili sono vuoti perché in una visione priva di slancio soprannaturale è impossibile comprendere l’immolazione della propria femminità – e quindi della vocazione al matrimonio e alla maternità – nell’unione sponsale della vergine consacrata allo Sposo divino.
C’è da rabbrividire, quando le deliranti istanze del femminismo – la cui matrice è intrinsecamente satanica e anticristica – sono fatte proprie dalla stessa Gerarchia, i cui membri dimostrano di non aver compreso né la complementarietà di uomo e donna nel piano della Creazione, né tantomeno la sua intrinseca coerenza con l’economia della Redenzione.
Mezzi uomini, corrotti nell’intelletto dall’eresia e nella volontà dalla fornicazione, pretendono di manomettere l’opera di Dio imponendo alla donna un ruolo che il Signore ha stabilito per l’uomo, come ci insegna San Paolo: Mogli, siate sottomesse ai vostri mariti, come al Signore, perché il marito è capo della moglie, come Cristo è capo della Chiesa, che è il suo corpo (Ef 5, 22-23).
Se la Rivoluzione è riuscita a demolire la società civile scardinando l’ordine gerarchico tra uomo e donna proprio perché congruente con la superiorità di Nostro Signore rispetto al Corpo Mistico, essa spera di ottenere altrettanto introducendo la stessa sovversione anche nella Chiesa, ben sapendo che il Sacerdozio separato dal sacerdote uomo a immagine di Cristo non può esistere, come non può esistere un Ministero femminile che la Provvidenza non ha voluto riconoscere a Maria Santissima, che per la Sua purezza e la Sua umiltà l’avrebbe meritato ben più di tanti uomini pur santi. E così l’uomo ribelle – laico o chierico che sia – osa violare l’ordine divino usurpando un ruolo che non ha, mentre abdica a quello che Dio gli ha dato per cederlo indebitamente alla donna.
Maria Santissima, novella Eva, ripristina nell’umiltà e nella intemerata Verginità l’ordine infranto dalla Progenitrice, così come Gesù Cristo, nuovo Adamo, ripristina nell’obbedienza al Padre e nell’Incarnazione la disobbedienza orgogliosa del Progenitore, tentato dal Serpente per essere come Dio. Eritis sicut dii: l’inganno di Satana voleva illudere le creature di poter diventare creatori, mentre il Figlio di Dio assume la natura umana e ci rende veramente partecipi della Sua natura divina mediante la Grazia santificante.
In Maria Semprevergine si compie qualcosa di simile, perché proprio nella Sua umiltà Ella è divenuta onnipotente per Grazia. Non dimentichiamo che la vittoria di Cristo, per decreto divino, avverrà per mezzo della Madre di Dio, perché sia una creatura docile alla Sua volontà – e umile, e castissima – a vendicare la ribellione di una creatura orgogliosa e ribelle.
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Dum medium silentium tenerent omnia, et nox in suo cursu medium iter haberet, omnipotens sermo tuus, Domine, de cælis a regalibus sedibus venit. Nel silenzio si è compiuto il Mistero dell’Incarnazione. Nel silenzio della grotta di Betlemme nasce il Re Bambino. Nel silenzio. Un silenzio divino, un’armonia semplicissima e ineffabile che rifugge lo strepito e la confusione. Un silenzio che ritroviamo nel momento della Resurrezione e quando lo Spirito Santo scende sugli Apostoli e su Maria Santissima nel cenacolo. È lo stesso silenzio che accompagna i Santi Misteri e in particolare il sacro momento della Consacrazione, quando tutto ciò che è umano tace intorno all’altare e nemmeno le parole del sacerdote possono essere udite dai fedeli e tantomeno dai profani.
Questo silenzio fu l’unico testimone, nell’eternità del tempo, della Santissima Trinità, quando decretò che a riparazione delle nostre colpe il Figlio eterno del Padre si sarebbe incarnato nel seno della Vergine Maria, e che questa Vergine, di stirpe regale, fosse preservata dalla colpa originale per essere dignum habitaculum dell’Uomo-Dio. Basterebbe guardare al caos di questo mondo per comprendere quanto esso sia lontano dal silenzio di Dio. Ed è sufficiente ritrovare quel sacro silenzio in una piccola chiesa, un una comunità religiosa, in una famiglia cristiana per capire dove il Signore si degna di abitare.
Noi dimentichiamo troppo spesso, pur essendo Cattolici, una realtà fondamentale, e cioè che il Signore è onnipotente, che può fare tutto. Tutto. E questo tutto, coerente con l’essenza di Dio, può essere solo sommo Bene mosso da assoluta Verità. È per l’onnipotenza di Dio che la colpa di Adamo si è mutata in felix culpa, meritandoci l’Incarnazione e la Redenzione della Seconda Persona della Santissima Trinità.
È per l’onnipotenza di Dio che la Vergine Madre è insignita dei più ineffabili privilegi, tali da fare di Lei la benedetta fra le donne, la nostra Corredentrice e la Mediatrice di tutte le Grazie. È per l’onnipotenza di Dio che la Grazia riesce a vincere la nostra inclinazione al male e a guidare la nostra anima immortale verso l’eternità beata del Cielo. E sarà per l’onnipotenza di Dio che il pusillus grex, il piccolo gregge, sarà preservato nel momento della tribolazione e che i Suoi e nostri nemici saranno dispersi al soffio delle Sue labbra (Is 11, 4).
Non smettiamo mai, cari figli, di onorare l’augusta Regina del Cielo, la Vergine Immacolata, con la nostra vita: una vita casta, umile, santa sul modello che Ella ci ha dato.
AscoltiamoLa nel monito della Sapienza: Ora, figli, ascoltatemi: beati quelli che seguono le mie vie! Ascoltate l’esortazione e siate saggi, non trascuratela! Beato l’uomo che mi ascolta, vegliando ogni giorno alle mie porte, per custodire gli stipiti della mia soglia. Infatti, chi trova me trova la vita e ottiene il favore del Signore; ma chi pecca contro di me fa male a se stesso; quanti mi odiano amano la morte. (Prov 8, 32-36).
E così sia.
+ Carlo Maria Viganò
Arcivescovo
8 Dicembre 2023
In Conceptione Immaculata B.M.V.
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Diego Velázquez, Immacolata concezione (1618), National Gallery, Londra
Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
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Papa Leone ribadisce la condanna della Chiesa contro l’usura: «corruzione del cuore umano»

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Spirito
La sinodalità come sovversione. Mons. Viganò con i Figli del Santissimo Redentore

Renovatio 21 pubblica questa dichiarazione dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò. La lettera di ripudio della chiesa sinodale da parte della comunità dei Figli del Santissimo Rendentore è stata pubblicata pochi giorni fa.
«Tolle Missam, tolle Ecclesiam»
Dichiarazione dell’Arcivescovo Carlo Maria Viganò a proposito della Comunità religiosa dei Figli del Santissimo Redentore
Verrà il giorno,
in cui non si sopporterà più la sana dottrina,
ma, per il prurito di udire qualcosa di nuovo,
gli uomini si circonderanno di maestri
secondo le proprie voglie,
rifiutando di dare ascolto alla verità.
2 Tim 4, 3
Pochi giorni or sono, dopo diciassette anni di tensioni con il Vaticano e con il vescovo di Christchurch in Nuova Zelanda, culminate con un ordine di espulsione dalla Diocesi confermato con un decreto dalla Santa Sede, la Comunità dei Redentoristi Transalpini ha diramato una Lettera Aperta nella quale denuncia i principali errori della chiesa conciliare-sinodale, la sua aperta ostilità nei riguardi della Messa Apostolica e le malversazioni di cui i Figli del Santissimo Redentore sono stati oggetto. Nella Lettera Aperta i padri Redentoristi affermano che «si è spezzata la catena di comando» all’interno della Gerarchia: «Quando un superiore si allontana dalla propria obbedienza a Cristo Re, il suo comando non è più il braccio di Cristo, ma il gesto di un uomo. (IIa IIæ, q. 104, a. 5)».
La crisi dell’Autorità nella Chiesa Cattolica è ormai palese. Nel piano degli eversori, essa deve condurre alla dissoluzione del corpo ecclesiale, per sostituire la Chiesa Cattolica Apostolica Romana con un surrogato di origine umana e di ispirazione massonica. Strumento principale di questo sovvertimento è la sinodalità, ossia l’applicazione dei principi rivoluzionari della democrazia e della rappresentatività popolare ad una istituzione di origine divina che il suo Fondatore Gesù Cristo ha voluto monarchica e gerarchica. In questo modo, spezzato il vincolo di obbedienza a Dio, l’Autorità diventa assoluta e tirannica, non dovendo rispondere delle proprie decisioni né a Nostro Signore Gesù Cristo né al popolo cristiano.
«Tolle Missam, tolle Ecclesiam»
Take away the Mass,
you destroy the Church!A few days ago, after seventeen years of tensions with the Vatican and with the Bishop of Christchurch in New Zealand, culminating in an order of expulsion from the Diocese confirmed by a decree from… pic.twitter.com/EEOX5GdHsP
— Arcivescovo Carlo Maria Viganò (@CarloMVigano) October 18, 2025
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Questa rivoluzione permette di manipolare i fedeli e far loro credere che le innovazioni e le eresie introdotte dalla Gerarchia siano richieste dalla base, mentre in realtà sono imposte da una lobby di deviati nella Fede e nella Morale.
Non posso che lodare il coraggio di questi Redentoristi, la cui denuncia si aggiunge alle altre che con sempre maggiore frequenza mostrano lo scandalo e il grande malessere del Clero e del popolo di Dio nei riguardi di una Gerarchia ribelle e apostata. Non siamo più all’ecumenismo conciliare verso le sette acattoliche (pur condannato dai Pontefici fino a Pio XII), ma all’accettazione e alla legittimazione di tutte le false religioni e idolatrie, e dei punti programmatici dell’Agenda globalista (pansessualismo LGBTQ+, immigrazionismo, ecologismo), ai quali la «chiesa sinodale» è totalmente allineata.
Questa crisi ha è di natura teologica e non canonica. Essa riguarda lo smantellamento sistematico della perenne Tradizione della Chiesa Cattolica Apostolica Romana e la dissoluzione del Depositum Fidei: è dunque con argomenti teologici che può essere affrontata. Giudicare i singoli casi individualmente alla luce del Diritto Canonico, senza correlarli tra loro nel contesto più vasto di un’azione eversiva pianificata da decenni e attuata con la cooperazione attiva e consapevole di gran parte dell’Episcopato, non fa che dare riconoscimento ufficiale ad un’Autorità deviata e deviante, a usurpatori che si avvalgono del potere di cui si sono impadroniti contro la volontà di Nostro Signore Gesù Cristo, Capo del Corpo Mistico, ai danni dei Fedeli, per scopi opposti a quelli che Nostro Signore ha stabilito per la Sua Chiesa.
Esorto i Figli del Santissimo Redentore e i loro fedeli con le parole di San Pietro: Resistete forti nella fede, sapendo che le medesime sofferenze affliggono i vostri fratelli sparsi nel mondo (Pt 5, 9). La Fondazione Exsurge Domine – con la quale i Redentoristi Transalpini hanno già relazioni di fraterna amicizia – io stesso come arcivescovo e successore degli Apostoli; insieme ai Chierici della Fraternità della Familia Christi, anch’essi perseguitati e «cancellati» dalla «chiesa bergogliana»; insieme ai tanti Sacerdoti e Religiosi sparsi nel mondo che seguo stabilmente, assicuriamo loro il nostro pieno sostegno, nella latitanza e nel silenzio complice dei Pastori pavidi e codardi.
Poiché sta scritto: Se questi taceranno, grideranno le pietre (Lc 19, 40).
+ Carlo Maria Viganò
Arcivescovo
17 Ottobre MMXXV
S.ctæ Margaritæ Mariæ Virg.
NOTE
1) Togliete la Messa, distruggete la Chiesa. È una citazione di Martin Lutero tratta dal suo libello De abroganda missa privata Martini Lutheri sententia del 1522.
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