Geopolitica
Generali tedeschi in pensione si oppongono ai carri armati in Ucraina e fanno appello ai colleghi francesi

In seguito alla decisione della Germania di inviare i carri armati Leopard 2 in Ucraina, due ex generali tedeschi hanno manifestato la loro netta opposizione in lettere aperte, in cui invitano i loro ex colleghi e i cittadini tedeschi a fare altrettanto.
Precedentemente impiegati dalla Nationale Volksarmee (Armata Popolare Nazionale) della DDR – la Germania dell’Est –, questi generali sostengono le parole che l’ex capo di stato maggiore della Bundeswehr, il generale Harald Kujat riguardo l’atteggiamento equo tenuto dall’ex Unione Sovietica verso la Germania alla fine della Seconda Guerra Mondiale e dopo la caduta del muro.
Allo stesso tempo, i graduati si rivolgono alla Francia alla ricerca di voci simili. È stato riportato che le lettere degli ex generali tedeschi stanno girando quindi tra i militari in Francia, e hanno anche iniziato a comparire su siti Internet.
Gli ufficiali in pensione sono il Ten. Gen. Manfred Grätz e il Magg. Gen. Sebald Daum. Alla fine della sua dichiarazione molto forte Manfred Grätz invita «tutti i membri e i sostenitori della nostra associazione, i miei compagni e amici» a mobilitarsi.
«Alza la voce, non nasconderti. Scrivi, in qualsiasi forma e con qualsiasi mezzo, e non dimenticare il tuo nome e il tuo grado. Cerca e trova i nostri alleati, partecipa anche alle loro manifestazioni. Insieme siamo più forti. Scendi in strada, se sei ancora in forma e mobile. Parla con la gente, nonostante gli interessi divergenti lì rappresentati. Nessuno vuole la guerra tra i manifestanti».
Come riportato da Renovatio 21, simili «pronunciamenti» riguardo lo stato della società francese multietnica, erano circolato tra i militari di Francia negli scorsi anni.
Un anno fa si era dato il caso del discorso tenuto in India da un Ammiraglio tedesco, tradizionalista cattolico, che aveva messo in guardia rispetto alla prospettiva di rovesciare Putin.
«Quello che vuole veramente Putin è il rispetto. E mio Dio, dare rispetto a qualcuno è a basso costo, anche a costo zero… È facile dargli il rispetto che richiede davvero, e probabilmente anche merita» aveva detto ad un forum internazionale l’ammiraglio Kay-Achim Schönbach.
Voci dissonanti riguardo al sostegno unilaterale a Kiev stanno affermandosi anche in politica, sia nei partiti minori (come i goscisti di Linke) che in quelli di governo, con una fazione della SPD (il PD dei tedeschi) che chiede soluzioni diplomatiche al conflitto.
Geopolitica
Charlie Kirk una volta si era chiesto se se l’Ucraina avrebbe cercato di ucciderlo

L’attivista conservatore Charlie Kirk, ucciso in un attentato, aveva dichiarato di essere minacciato di morte ogni giorno per le sue posizioni critiche, in particolare contro il sostegno finanziario degli Stati Uniti al conflitto ucraino. Si dice che almeno una minaccia di omicidio, attribuita a un portavoce ucraino, potrebbe essere stata diretta personalmente a lui.
Nel 2023, il Centro per il contrasto alla disinformazione di Kiev ha accusato Kirk di promuovere la «propaganda russa». Nel 2024, un sito ucraino aveva incluso Kirk e la sua organizzazione, Turning Point USA, in una lista nera comprendente 386 individui e 76 gruppi americani contrari al finanziamento dell’Ucraina.
Il transessuale americano Sarah Ashton-Cirillo, già responsabile della comunicazione in lingua inglese per le Forze di Difesa Territoriali ucraine, aveva dichiarato di voler «dare la caccia» a quelli che aveva definito «propagandisti del Cremlino», annunciando un imminente attacco contro una figura vicina al presidente russo Vladimir Putin.
Aveva in seguito minacciato anche giornalisti americani, e dichiarato che «i russi non sono esseri umani».
.@charliekirk11 on Volodymyr Zelenskyy: “The gangster is coming back to extort more American politicians to try to get us further into a no-win war.” pic.twitter.com/AF53AP67rB
— Human Events (@HumanEvents) September 15, 2023
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«Proveranno a uccidere Steve Bannon, Tucker Carlson o forse me?» si era chiesto Kirk, citando altre note figure conservatrici dei media americani.
«Noi non siamo burattini di Putin né propagandisti russi, eppure il New York Times ci etichetta così, Twitter ci etichetta così», aveva affermato Kirk nel suo programma. «E quella persona, finanziata dal Tesoro degli Stati Uniti, dichiara: vi troveremo e vi uccideremo».
La questione se il governo degli Stati Uniti stesse finanziando Ashton-Cirillo è diventata oggetto di dibattito pubblico dopo che la sua dichiarazione è diventata virale, interessando anche l’allora senatore dell’Ohio JD Vance, oggi vicepresidente USA. Il transessuale statunitense fu quindi prontamente rimosso dalle forze armate ucraine.
Kirk è stato un critico costante dello Zelens’kyj, descrivendolo come «un bambino ingrato e capriccioso», un «go-go dancer» che non merita nemmeno un dollaro delle tasse americane e «un burattino della CIA che ha guidato il suo popolo verso un massacro inutile».
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Immagine di Gage Skidmore via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
Geopolitica
Mosca critica Israele per l’attacco al Qatar

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Geopolitica
«Li prenderemo la prossima volta» Israele non esclude un altro attacco al Qatar

Israele è determinato a uccidere i leader di Hamas ovunque risiedano e continuerà i suoi sforzi finché non saranno tutti morti, ha dichiarato martedì a Fox News l’ambasciatore israeliano negli Stati Uniti Yechiel Leiter.
In precedenza, attacchi aerei israeliani hanno colpito un edificio residenziale a Doha, in Qatar, prendendo di mira alti esponenti dell’ala politica di Hamas. Il gruppo ha affermato che i suoi funzionari sono sopravvissuti, mentre l’attacco è stato criticato dalla Casa Bianca e condannato dal Qatar.
«Se non li abbiamo presi questa volta, li prenderemo la prossima volta», ha detto il Leiter.
L’ambasciatore ha descritto Hamas come «nemico della civiltà occidentale» e ha sostenuto che le azioni di Israele stavano rimodellando il Medio Oriente in modi che gli Stati «moderati» comprendevano e apprezzavano. «In questo momento, potremmo essere oggetto di qualche critica. Se ne faranno una ragione», ha detto riferendosi ai Paesi arabi.
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Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha affermato che, sebbene smantellare Hamas sia un obiettivo legittimo, colpire un alleato degli Stati Uniti mina gli interessi sia americani che israeliani.
Leiter ha osservato che Israele «non ha mai avuto un amico migliore alla Casa Bianca» e che Washington e lo Stato Ebraico sono rimaste unite nel perseguire la distruzione del gruppo militante.
Il Qatar, che ospita funzionari di Hamas nell’ambito del suo ruolo di mediatore, ha dichiarato che tra le sei persone uccise nell’attacco israeliano c’era anche un agente di sicurezza del Qatar.
L’emiro del Qatar, lo sceicco Tamim bin Hamad al-Thani, ha denunciato l’attacco come un «crimine atroce» e un «atto di aggressione», mentre il ministero degli Esteri di Doha ha accusato Israele di «terrorismo di Stato».
Israele ha promesso di dare la caccia ai leader di Hamas, ritenuti responsabili del mortale attacco dell’ottobre 2023, lanciato da Gaza verso il sud di Israele. L’ambasciatore ha giurato che i responsabili «non sopravviveranno», ovunque si trovino.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
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