Connettiti con Renovato 21

Militaria

La Russia ha impiegato per la prima volta un missile ipersonico

Pubblicato

il

 

 

Secondo quanto riferito, la Russia ha schierato il suo missile ipersonico Kh-47M2 «Kinzhal» («pugnale») durante la sua operazione militare contro l’Ucraina, segnando la prima volta che tale tecnologia è stata utilizzata sul campo di battaglia e un chiaro segnale di avvertimento contro la NATO, che in teoria non dispone di questa tecnologia balistica.

 

 

«Il sistema missilistico dell’aviazione Kinzhal con missili aerobalistici ipersonici ha distrutto un grande magazzino sotterraneo contenente missili e munizioni aeronautiche nel villaggio di Deliatyn nella regione di Ivano-Frankivsk»: ha dichiarato il ministero della Difesa russo.

 

Il portavoce militare generale Igor Konashenkov ha affermato che quest’arma «inarrestabile» è stata dispiegata lo scorso venerdì.

 

Secondo quanto riferito, si tratterebbe della la prima volta che si sa che il nuovo Kinzhal è stato utilizzato nel conflitto, tuttavia esso è stato precedentemente «testato» in Siria in condizioni di guerra.

 

Il video che circola ora in rete, condito di volgari e sconvolte esclamazioni in lingua russa, non è verificato.

 

 

Come noto, il presidente Putin in precedenza aveva più volte accennato o parlato concretamente riguardo alla tecnologia ipersonica, definendo questo tipo di missile come «un’arma ideale» che vola a una velocità 10 volte superiore a quella del suono e non può essere abbattuto dai tradizionali sistemi di difesa aerea.

 

Ci siamo chiesti, infatti, se il missile che ha distrutto la base di Yavarov qualche giorno fa, facendo una strage immane di foreign fighter venuti da tutto il mondo a combattere contro la Russia, non fosse appunto un missile ipersonico, il che spiegherebbe come sia stato possibile che centinaia di soldati non abbiano avuto il tempo di fuggire o proteggersi.

 

Siamo entrati in una nuova fase della guerra, in cui gli USA non possono non sentirsi in difficoltà, in quanto manchevoli di questa tecnologia di consegna.

 

Come riportato da Renovatio 21, la Russia tre mesi fa ha fatto sapere di aver concluso i test del missile Tsirkon, in grado di essere lanciato anche da sommergibili – e quindi pronto per essere impiegato dalla triade strategica della distruzione nucleare, missili intercontinentali-bombardieri-sottomarini. Ciò significa che esso mette in pericolo la costa di qualsiasi Paese, con in più la caratteristica unica di non poter essere (ancora) intercettabile.

 

È saltato l’equilibrio della Guerra Fredda, definitivamente. Il confronto civile che URSS e USA avevano per gli armamenti (con grandi trattati di disarmo) è un lontano ricordo.

 

Come ha scritto Renovatio 21, si sta andando decisamente verso la normalizzazione delle armi ipersoniche – e delle armi atomiche.

 

Questo potrebbe essere l’incipit guerra peggiore di tutti i tempi.

 

 

Continua a leggere

Militaria

Ex comandante NATO afferma che l’Irlanda unita potrebbe aiutare Russia e Cina

Pubblicato

il

Da

Un ex comandante della NATO ha messo in guardia sul fatto che l’eventuale unificazione dell’Irlanda potrebbe rappresentare un grave colpo alla sicurezza occidentale, aprendo la strada a un’espansione dell’influenza di Russia e Cina nell’Atlantico settentrionale.

 

Parlando mercoledì durante un briefing per membri del Parlamento e della Camera dei Lord, il contrammiraglio britannico in pensione Chris Parry ha sostenuto che la perdita della posizione del Regno Unito nell’Irlanda del Nord offrirebbe un’importante opportunità strategica a Mosca e Pechino.

 

Il Parry ha evidenziato l’importanza delle acque tra l’Irlanda del Nord e la Scozia per i sottomarini nucleari britannici, definendole «essenziali per il nostro deterrente strategico».

 

«Con un’Irlanda unita, non vi è alcuna garanzia che potremmo schierare i nostri missili balistici», ha dichiarato il contrammiraglio, suggerendo che l’unificazione irlandese potrebbe consentire agli avversari della NATO di minacciare i cavi sottomarini cruciali.

 

«Il Regno Unito deve valutare la minaccia che una Repubblica d’Irlanda neutrale rappresenta per sé stesso. Credo che il modo migliore per sostenere l’Irlanda ora sia incrementare l’attività della NATO e degli Alleati nelle acque della sua zona economica esclusiva», ha affermato l’ex militare.

Sostieni Renovatio 21

Il Parry ha persino proposto che la NATO conduca esercitazioni nelle acque sotto il controllo irlandese «indipendentemente dall’approvazione di Dublino», sottolineando che il blocco deve essere pronto a «contrastare i nostri potenziali avversari nelle acque irlandesi». Ha aggiunto che la Repubblica dovrebbe avvicinarsi a una cooperazione militare più stretta con la NATO e abbandonare la sua neutralità.

 

«Se qualcuno attacca la Gran Bretagna, attaccherà anche l’Irlanda… La neutralità non può più essere vista come un’obiezione di coscienza. Se fai parte del mondo libero, devi essere pronto a difenderlo. La Repubblica deve ridurre le sue vulnerabilità», ha dichiarato.

 

L’Irlanda mantiene una neutralità militare dall’indipendenza nel 1921 e non è membro della NATO, pur collaborando con l’alleanza.

 

L’idea della riunificazione irlandese – l’unione della Repubblica d’Irlanda con l’Irlanda del Nord, parte del Regno Unito – è contemplata dall’Accordo del Venerdì Santo del 1998. Questo accordo ha posto fine a tre decenni di conflitto tra nazionalisti irlandesi e unionisti filo-britannici, istituendo un governo di condivisione del potere a Belfast e stabilendo che lo status dell’Irlanda del Nord può essere modificato solo con il consenso della maggioranza tramite un voto.

 

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine di Mike Weston ABIPP/MOD via Wikimedia pubblicata su licenza Open Government Licence version 1.0

Continua a leggere

Militaria

Zelens’kyj elogia il successo del test del «Flamingo», missile da crociera che può colpire Mosca

Pubblicato

il

Da

Il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj ha proclamato il successo del test del Flamingo, un missile-drone con una portata di circa 3.000 km.   Secondo la stampa ucraina il missile da crociera Flamingo FP-5 sarebbe in grado di trasportare una testata nucleare e una carica esplosiva quasi tre volte superiore a quella del Tomahawk statunitense, sebbene con una precisione inferiore.   Le prime versioni di prova del missile sono già state impiegate in combattimento. Secondo fonti ufficiali di Kiev, la produzione di massa inizierà presto, ed entro la metà del 2026 l’Ucraina dovrebbe disporre di un arsenale capace di colpire qualsiasi obiettivo entro 3.000 km in Russia con una testata convenzionale da mezza tonnellata.   Immagini del razzo erano apparse sui social ancora un mese fa.

Aiuta Renovatio 21

Il Flamingo rappresenta il sostituto dei missili da crociera Kh-55, abbandonati dall’Ucraina negli anni ’90 (alcuni dei quali usati dalla Russia contro l’Ucraina nel 2022). Durante lo sviluppo, una copia di prova del missile è stata accidentalmente dipinta di rosa, un problema risolto, ma il soprannome è rimasto, come riferito da Zelens’kyj e dal suo staff.   Con una portata che include facilmente Mosca, un eventuale attacco alla capitale russa con questi missili potrebbe spingere Putin a ordinare rappresaglie più dure su Kiev. Nonostante oltre tre anni di guerra, l’esercito russo non ha ancora colpito direttamente gli edifici governativi di alto livello o i quartieri generali militari e di intelligence a Kiev, ma la situazione potrebbe presto cambiare.   La Casa Bianca auspica un accordo di pace per evitare un’escalation, ma il processo è in stallo, soprattutto dopo le nuove sanzioni di Trump contro il petrolio russo questa settimana. Nessuna delle due parti sembra disposta a compromessi, e con la Russia in vantaggio sul campo di battaglia, Mosca ha pochi incentivi a rinunciare alle condizioni massimaliste di Putin e agli obiettivi della sua «operazione militare speciale».  

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
Immagine screenshot da Twitter
Continua a leggere

Militaria

Due bombardieri statunitensi sorvolano di nuovo il Venezuela, scatenando speculazioni su un attacco imminente

Pubblicato

il

Da

Per la seconda volta in meno di una settimana, l’aeronautica militare statunitense sembra aver condotto un volo di bombardieri vicino alla costa del Venezuela, in una chiara dimostrazione di forza.

 

La notizia segue la conferma, giorni fa, da parte del Comando Sud degli Stati Uniti di una «missione dimostrativa di attacco con bombardieri» nei cieli dei Caraibi meridionali. Secondo i dati di tracciamento dei voli open source, un episodio simile si è verificato nuovamente giovedì.

 

Il Wall Street Journal ha confermato giovedì pomeriggio: «Due B-1 Lancer sono decollati dalla base aerea di Dyess in Texas e hanno volato vicino al Venezuela, rimanendo però nello spazio aereo internazionale», come riferito da un funzionario statunitense e dai dati di tracciamento dei voli.

 

Il Pentagono ha ribadito che, secondo i tracciatori di volo, gli aerei sono rimasti sempre nello spazio aereo internazionale prima di invertire la rotta.

 

In un contesto di crescente presenza militare nei Caraibi, questi nuovi voli di bombardieri hanno alimentato speculazioni, riportate dal WSJ, su una possibile azione militare imminente del presidente Trump contro il governo Maduro.

 

Negli ultimi decenni, gli Stati Uniti hanno raramente impiegato bombardieri vicino al Sud America, limitandosi di solito a una missione di addestramento annuale programmata. Tuttavia, secondo due funzionari della Difesa, ulteriori missioni con bombardieri potrebbero essere condotte a breve.

 

I voli di giovedì rappresentano un segnale di «serietà e determinazione», ha dichiarato David Deptula, generale in pensione dell’Aeronautica Militare e preside del Mitchell Institute for Aerospace Studies, un think tank aerospaziale. «Si sta mostrando un’impressionante combinazione di capacità: resistenza, carico utile, autonomia e precisione», ha aggiunto.

 

Diversi osservatori dei tracciati di volo hanno rilevato che il sorvolo sembrava configurare una «simulazione di attacco», probabilmente supportata da aerei cisterna per il rifornimento in volo.

 

Riguardo alla possibilità di un’azione militare statunitense contro il Venezuela questa notte, o nelle prossime 24-48 ore, appare altamente improbabile, a causa della presenza nella regione della tempesta tropicale Melissa, che sembra evolvere in un uragano e sta colpendo i Caraibi.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia


 

 

Continua a leggere

Più popolari