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Bioetica

Ha dovuto levare il cartello sui vaccini con i feti abortiti alla Marcia per la Vita. Lo abbiamo intervistato

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Il signor A., un attivista pro-life di lungo corso, lo scorso sabato ha fatto un lungo viaggio in auto per andare a Roma alla Marcia per la Vita. Portava con sé un cartello: «NO AI VACCINI CON FETI ABORTITI, SÌ ALLA VITA SENZA COMPROMESSI». Una volta arrivato dentro il recinto della manifestazione, gli hanno detto che quel cartello non lo volevano. Il messaggio, tuttavia, lo hanno visto tutti, e in rete ne circolano varie foto. Renovatio 21 lo ha intervistato.

 

 

Signor A., quanta strada ha fatto per andare alla manifestazione?

Tra andata e ritorno, diciamo intorno ai 500 chilometri.

 

«Uccidere le persone prima che possano parlare è un delitto, ma è anche una vigliaccheria. Siccome non lo vediamo, siccome non può parlare, abbiamo il diritto di uccidere qualcuno?»

A quante edizioni della Marcia per la Vita ha partecipato?

Questa penso sia stata la quarta.

 

Da quanto è un attivista prolife?

Per attivista non so esattamente cosa intende, ma il problema della Vita mi coinvolge da sempre. Anzi, è forse la cosa che mi ha avvicinato alla Chiesa Cattolica, che sull’argomento è in prima linea – questo mi ha dato una conferma della Fede. Uccidere le persone prima che possano parlare è un delitto, ma è anche una vigliaccheria. Siccome non lo vediamo, siccome non può parlare, abbiamo il diritto di uccidere qualcuno?

 

Ha seguito i recenti sviluppi sui vaccini ottenuti con linee cellulari di feto abortito? 

Sì, ho visto diversi articoli in rete. La persona che ha spiegato meglio l’argomento, mi pare, sia stato il dottor Stefano Montanari. È disumano il fatto che venga usata una vita umana per guarire altre vite umane. Questa cosa sa di cannibalismo.

«È disumano il fatto che venga usata una vita umana per guarire altre vite umane. Questa cosa sa di cannibalismo»

 

È anche un attivista contro i vaccini?

I miei figli sono vaccinati. Poi ho cominciato ad avere dubbi sugli ultimi vaccini, quelli del COVID, soprattutto quando ho visto che chiedendo più informazioni si veniva bollati come complottisti. A questo punto, se è così, mi vanto di essere un no-vax.

 

Come ha confezionato il suo cartello?

In maniera molto rudimentale. Ho preso del cartone, un bastone, e mi sono fatto fare la scritta da un amico che ha un po’ di attrezzatura. L’ho portato con me in macchina da casa.

 

«Quando mi hanno fatto notare che non potevo esporre il mio cartello mi sono sorpreso, perché si tratta sempre di difesa della vita. Sono comunque aborti, anzi peggio: aborti commissionati»

 

Lei aveva visto che nel sito della Marcia era apparsa la direttiva per cui gli unici cartelli con slogan ammessi sarebbero stati quelli distribuiti dall’organizzazione?

Sì, lo avevo visto. Non gli avevo dato molto peso, mi sembrava qualcosa di poco democratico. Ho pensato che fosse una di quelle precauzioni che si prendono in queste circostanze, un po’ come si fa per i bugiardini dei medicinali, che aggravano gli effetti collaterali per avere le spalle coperte. Non pensavo che il mio cartello potesse dare tanto fastidio. Non è nemmeno interpretabile come un cartello no-vax: non era un no ai vaccini in generale, ma a quelli fatti con i feti abortiti. Era solo una richiesta di cambiare il metodo di produzione dei vaccini stessi.

 

Era l’unico con un cartello del genere?

Io non ne ho visti altri. Però dentro la manifestazione ci sono stato poco, perché, diciamo, son dovuto uscire…

 

Quel cartello hanno visto tutti… Vi sono tante foto, e perfino nei video in diretta si intravede. Del resto era l’unico cartello che avesse un messaggio preciso, il resto erano bandiere di associazioni, loghi e i vecchi cartelli della Marcia…

Gli altri cartelli che ho visto erano molto in linea, condivisibili. Quando mi hanno fatto notare che non potevo esporre il mio mi sono sorpreso, perché si tratta sempre di difesa della vita. Sono comunque aborti, anzi peggio: aborti commissionati. 

 

«È arrivato un signore dal piglio deciso che indossava una pettorina e una mascherina verde in cui credo fosse stampato il logo della marcia. Questi mi ha detto di abbassare il cartello. Io ho chiesto perché, una risposta vera e chiara non credo di averla ricevuta. Era venuto un po’ avanti con il viso. Il tono a tratti diventava forte»

Poi, cosa è successo?

Poi è successo che è arrivato un signore dal piglio deciso che indossava una pettorina e una mascherina verde in cui credo fosse stampato il logo della marcia. Questi mi ha detto di abbassare il cartello. Io ho chiesto perché, una risposta vera e chiara non credo di averla ricevuta. Era venuto un po’ avanti con il viso. Il tono a tratti diventava forte.

 

E le altre persone presenti, cosa hanno fatto?

Alcune delle persone intorno chiedevano le motivazioni e non capivano. Lui diceva che non stava cacciando nessuno, ma il cartello non andava bene.

 

Cosa ha deciso di fare allora?

Io non ho lasciato il cartello. Se me lo togli è come se togli una parte di me. Non posso tollerarlo. Posso solo andare via. Ho accettato quindi di uscire dal recinto in cui venivano raggruppati i partecipanti alla Marcia. 

 

E fuori cosa è successo?

Mi avevano detto che mi avrebbero chiamato un poliziotto. Dopo un po’ di attesa, ho chiesto dove fosse…  Si è quindi girato un signore in borghese che mi ha detto «sono il poliziotto». Gli ho chiesto quindi se potevo rimanere fuori dal recinto della manifestazione con il cartello. Lui mi ha detto che non potevo, perché si sarebbe trattata di una manifestazione non autorizzata e in più il bastone del cartello poteva rappresentare un’arma contundente.

«Io non ho lasciato il cartello. Se me lo togli è come se togli una parte di me. Non posso tollerarlo. Posso solo andare via. Ho accettato quindi di uscire dal recinto in cui venivano raggruppati i partecipanti alla Marcia»

 

Quindi cosa ha fatto?

Ho appoggiato il cartello da una parte. L’ho messo vicino ad un passaggio pedonale. Passando di lì, lo hanno comunque visto in tanti. 

 

 

È vero che esiste un video dell’accaduto?

Sì, di una parte. Si vede quel signore che con una certa decisione mi dice di abbassare il cartello. Non è tutto l’accaduto, è solo quel pezzo. 

 

Ha parlato con dei politici presenti alla Marcia?

Più che parlato ho fatto un’osservazione in riferimento all’obbligo vaccinale, che ritengo al di fuori di ogni logica, specialmente con qualcosa che non è stato sufficientemente sperimentato. C’erano due senatori, il primo, il senatore Pillon, mi ha detto di aver votato contro. Mentre il senatore Gasparri mi ha detto che lui era a favore. Io ho esclamato «ma come a favore!?!». Lui ha ripetuto, con voce bassa, di essere a favore. Poi se ne è andato. Ero stupito perché pensavo che a favore dei vaccini potessero essere personaggi politici come la Lorenzin, mentre a destra pensavo che le cose stessero diversamente.

 

«Che motivo c’è di nascondere questa cosa? Nessuno mi ha detto con esattezza perché di questo argomento non si poteva discutere»

Cosa ha pensato, tornando a casa?

Un po’ di delusione c’è stata. Che motivo c’è di nascondere questa cosa? Nessuno mi ha detto con esattezza perché di questo argomento non si poteva discutere. Ho sentito tanti discorsi, come quello di un signore, sempre con la pettorina verde, che forse voleva farmi capire che forse i prolife hanno paura di essere classificati come no-vax. Almeno questo mi è sembrato di capire. Secondo me non è giusto lo stesso, perché ci sono di mezzo persone che vengono ammazzate.

 

Cosa pensa della situazione attuale?

Tra COVID e governi che si cambiano a piacimento fregandosene altamente della volontà popolare, è un periodo in cui c’è una delusione dopo l’altra. Non so se sarà possibile fare il callo anche su questa.

 

Grazie, signor A., per il suo esempio.

 

 

 

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Bioetica

Medico argentino incarcerato per essersi rifiutato di praticare un aborto

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Il medico argentino Leandro Rodriguez ha trascorso un anno e due mesi in prigione, pena inflittagli per essersi rifiutato di praticare un aborto. È nuovamente autorizzato a esercitare la professione di medico, sebbene gli fosse stata anche interdetta per due anni e quattro mesi, periodo terminato il 30 gennaio.

 

Il dottor Rodriguez è stato intervistato da EWTN News e ha spiegato le origini della sua condanna: «iel 2017 ho lavorato presso l’ospedale pubblico nella città di Cipolletti, in Patagonia; ho ricevuto una paziente in cattive condizioni generali a causa di una gravidanza avanzata; era in corso un processo di parto prematuro, che ho deciso di interrompere, e migliorare lo stato di salute della paziente».

 

«Questa decisione è stata interpretata dai tribunali, o dal potere giudiziario della provincia di Río Negro, come un ostacolo al desiderio della paziente di interrompere la gravidanza, e per questo sono stato condannato nel 2019, e questa sentenza è appena stata scontata», ha spiegato.

 

Il medico ha descritto questa esperienza come «molto significativa». Secondo lui si tratta di «una sorta di esempio di ciò che può accadere se non ci si sottomette alle decisioni arbitrarie dei poteri in carica».

 

Spiega inoltre che questo lo ha portato ad «una situazione di maggiore impegno per la cura della vita, la tutela della vita del nascituro, la tutela della donna». A questo proposito ha evidenziato la situazione della paziente che in questo caso è stata considerata dal sistema giudiziario come la persona lesa.

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Poiché era stata vittima di stupro, la sua storia è stata ampiamente pubblicizzata dalla stampa locale, dove è stata presentata come la principale vittima di questa situazione. Tuttavia, una volta terminato il processo ed emessa la sentenza, questa donna è stata dimenticata e nessuno si è preoccupata del suo benessere. Ed è stata costretta a cercare aiuto da sola per sopravvivere.

 

Tali eventi dimostrano chiaramente «che gli argomenti avanzati all’epoca, secondo i quali si trattava di proteggere le donne, erano assolutamente falsi».

 

«L’unica cosa che hanno cercato di fare – prosegue il medico – è distruggere la vita di un bambino che tra poco avrà 7 anni, che è felice, che ha una famiglia adottiva che si prende cura di lui e che gli offre la possibilità di futuro che ognuno di noi merita, e non hanno potuto lottare contro questo», dice.

 

E prosegue: «Il bambino è vivo, la donna che è stata vittima di tutto questo sta bene, gode di buona salute, quindi sotto questo aspetto sono felice perché ha trionfato la vita, ha trionfato la verità, al di là delle ingiustizie subite».

 

Per quanto riguarda il suo futuro e la sua carriera, il dottor Rodriguez conferma che continuerà a lavorare nel settore privato, perché «è difficile per me tornare negli ospedali pubblici». Ha riaffermato la sua posizione pro-vita, assicurando che se si fosse trovato in una situazione come quella che ha portato al processo, avrebbe agito di nuovo allo stesso modo.

 

«Quando sono stato condannato, e anche prima che lo fossi, la gente si aspettava da me una sorta di pentimento o un altro messaggio», ricorda. «Ma il messaggio è lo stesso, e con sempre più convinzione: la vita va difesa, non è in discussione», dice ai medici: «È il momento di affermare le nostre convinzioni, le nostre convinzioni morali, non è una cosa negoziabile».

 

(…)

 

Articolo previamente apparso su FSSPX.news.

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Immagine di Arcibel via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
 

 

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Bioetica

Azienda americana pubblicizza kit per il furto di sperma

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Renovatio 21 traduce questo articolo di Bioedge.   Un’azienda del Texas che commercializza il suo «kit per l’inseminazione domestica» sui social media incoraggia le donne a utilizzare lo sperma del preservativo usato dal partner per rimanere incinta senza il suo permesso.   Secondo un articolo del New York Post, la società MakeAMom avrebbe pubblicizzato il suo kit da 250 dollari per il «furto dello sperma» come un modo per aggirare le leggi negli Stati Uniti che rendono illegale fare buchi nei preservativi all’insaputa di entrambi i partecipanti.   Uno dei suoi annunci su X sottolinea che mentre fare dei buchi nei preservativi all’insaputa di entrambi i partner sessuali è illegale nella maggior parte degli Stati, «rubare il preservativo a sua insaputa» «non è illegale in nessuno stato».   La pubblicità del prodotto su X rasenta l’oscenità.   «Una donna ruba silenziosamente un preservativo dalla spazzatura per eseguire l’inseminazione domestica mentre il suo partner dorme nell’altra stanza. Cosa ne pensi di questo? È legale? Dovrà ancora il mantenimento dei figli?» dice un post su X. Un altro dice: «Devo dirgli che è suo figlio?» e «Non hai bisogno del suo permesso per rimanere incinta».

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Gli annunci sono stati ripresi dalla giornalista investigativa Samantha Cole, della cooperativa giornalistica di notizie tecnologiche 404Media. Ha scoperto che le credenziali di MakeAMom erano altamente sospette. Interrogato sulla sua etica, l’apparente CEO dell’azienda ha risposto:    «Sembra che ci sia stato un grave malinteso riguardo ai nostri contenuti di marketing e all’etica della nostra azienda. Ci assumiamo la piena responsabilità per questo e stiamo attualmente rivedendo le nostre strategie pubblicitarie per garantire che riflettano il nostro impegno verso pratiche etiche».   «La nostra intenzione è sempre stata quella di dare potere alle persone nel loro viaggio verso la genitorialità, ma non a scapito del consenso e dell’integrità morale».   La FDA ha approvato un paio di altri kit per l’inseminazione domestica, ma non quello di MakeAMom.    Michael Cook   Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

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Bioetica

Biden fa il segno della croce durante una manifestazione a sostegno dell’aborto

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Il presidente americano Joe Biden, ad un evento politico in Florida, si è fatto il segno della croce quando la signora con lui sul palco, la presidente del Partito Democratico della Florida, si è espressa a favore dell’aborto. Lo riporta Modernity News.

 

La vicenda ha generato sconvolto tra la comunità cristiana internazionale.

 

La candidata governativa fallita Nikki Fried stava sollecitando la rielezione di Biden quando ha fatto commenti su Ron DeSantis e Donald Trump che spingevano per maggiori restrizioni sull’aborto.

 

La prossima settimana in Florida entrerà in vigore un divieto di aborto di sei settimane, e questo sarebbe uno dei motivi per cui Biden si è fermato nello Stato. La Fried aveva dichiarato la scorsa settimana che Biden sa che deve trascorrere del tempo in Florida per dimostrare quanto le cose siano diventate «estreme» sotto DeSantis. «Capisci che se dobbiamo combattere contro l’estremismo dei repubblicani MAGA, devi venire al ventre della bestia».

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Mentre Biden era al suo fianco, la Fried ha dichiarato che «Ron DeSantis sentiva di dover candidarsi alla presidenza, quindi quindici settimane non erano sufficienti, dovevamo arrivare a sei settimane», sottolineando la sua opposizione alla legge sull’aborto.

 

È a questo punto che Biden, sulla carta secondo presidente «cattolico» della storia USA (e forse l’unico, che nonostante gli acciacchi, porterà al termine mandato: il primo è stato JFK e sappiamo come è andata a finire) si è fatto il segno della croce.

 


La reazione della rete è stata immediata, con commenti che davano del «vile» al vegliardo del Delaware. «Biden, l’autodefinito “cattolico devoto”, fa il segno della croce a sostegno del desiderio di questa donna di uccidere i bambini fino ai 3 mesi di gravidanza» scrive Buck Sexton. «Totalmente malvagio e sacrilego» ha twittato LifeNews. «Davvero da vomitare. Disgustoso. Insulto. Blasfemo» hanno scritto ancora su Twitter. Ancora: «Joe Biden si fa il segno della croce mentre promuove l’aborto! Questo è il male!».

 

Il fatto è avvenuto a pochi giorni dalla sostituzione della Pasqua della Casa Bianca con la giornata mondiale di visibilità trans.

 

La Fried, già Commissario per l’Agricoltura della Florida, grande sostenitrice dell’aborto, è anche esplicita riguardo alla sua pratica del giudaismo. Mentre era al liceo, partecipava al B’nai B’rith, la famigerata organizzazione ebraica. La donna ha preso anche attivamente in considerazione l’idea di fare aliya – cioè di andare a vivere in Israele –e di unirsi alle forze di difesa israeliane.

 

Dopo la sua elezione a commissario per l’agricoltura, Fried ha prestato giuramento utilizzando la prima Bibbia ebraica pubblicata negli Stati Uniti.

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