Geopolitica
Zelens’kyj sfida il piano di pace di Trump e si lamenta sui social media

Dopo che il presidente Donald Trump ha annunciato un incontro di persona con il presidente russo Vladimir Putin, il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj si è arrabbiato e si è messo sulla difensiva. Sabato, il vertice di Kiev si è rivolto ai suoi follower sui social media per lamentarsi.
«Il percorso verso la pace per l’Ucraina deve essere definito insieme – e solo insieme – con l’Ucraina. Questo è fondamentale», ha affermato lo Zelens’kyj dopo aver discusso degli eventi precedenti in cui è stato accolto. «Ed è importante che i nostri approcci comuni e la nostra visione condivisa conducano a una pace autentica. Una posizione consolidata. Un cessate il fuoco. La fine dell’occupazione».
Lo Zelens’kyj ha anche mentito sul suo rispetto dei cessate il fuoco sostenuti da Trump, tentando poi di elogiare Trump, probabilmente nel tentativo di ottenere il permesso di partecipare all’incontro.
I have not heard any partners express doubts about America’s ability to ensure that the war ends. The President of the United States has the levers and the determination. Ukraine has supported all of President Trump’s proposals, starting back in February. Ceasefire, all formats… pic.twitter.com/klG8tMqpIq
— Volodymyr Zelenskyy / Володимир Зеленський (@ZelenskyyUa) August 9, 2025
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Il presidente ucraino ha assunto un atteggiamento provocatorio nei confronti dell’idea di cessioni territoriali, cosa che Trump ha affermato potrebbe essere necessaria.
«Ora Putin vuole essere perdonato per aver conquistato il sud della nostra regione di Kherson, Zaporiggia, l’intero territorio della regione di Lugansk, la regione di Donetsk e la Crimea. Non permetteremo alla Russia di fare questo secondo tentativo di dividere l’Ucraina», ha affermato l’ex attore di sketch comici.
In particolare, le cessioni territoriali sono state valutate per mesi come un passo necessario per porre fine alla guerra. La stampa russa ha descritto le dichiarazioni dello Zelens’kyj come «una smentita delle condizioni di pace di Trump».
Zelens’kyj non è stato invitato all’incontro previsto per venerdì in Alaska.
Come riportato da Renovatio 21, il rapporto tra Trump e Zelens’kyj è in realtà molto teso da lungo tempo. L’ucraino ha più volte espresso irritazione, ai limiti dell’insulto, riguardo l’idea di Trump di risolvere il conflitto in 24 ore; poi aveva attaccato il vicepresidente eletto JD Vance per il suo scetticismo riguardo l’Ucraina. Tre mesi fa, prima del risultato elettorale, lo Zelens’kyj aveva dichiarato che le promesse di Trump sulla fine del conflitto «non sono reali», spingendosi perfino a insultare l’allora candidato alla Casa Bianca come «presidente perdente».
Di suo Trump ha definito Zelens’kyj «il più grande venditore della storia» per la quantità di miliardi di dollari che si porta a casa ogni volta che arriva a Washington. In altre occasioni Trump ha detto che l’Ucraina è «andata» e Zelens’kyj «ha perso». L’incontro tra i due a Nuova York di due mesi fa è stato visibilmente teso, con la rigidità di The Donald più che visibile.
Contro l’ex comico divenuto presidente a Kiev si è scagliato spesse volte, e con sempre maggiore veemenza, il primogenito del presidente eletto, Don jr, che ha lamentato la persecuzione della Chiesa Ortodossa ucraina, definita «vergognosa» l’immagine di Zelens’kyj che autografa bombe in produzione in uno stabilimento americano. Don jr. aveva poi trollato Zelens’kyj dicendo che i tempi della «paghetta» sono finiti.
La tensione nel rapporto è divenuta patente con l’umiliazione subita da Zelens’kyj nello Studio Ovale cinque mesi fa, quando Donald cacciò l’ucraino dalla Casa Bianca. Trump in seguito ha dichiarato di non essere «un grande fan» del presidente ucraino, già doppiatore dell’orso Paddington. Sei mesi fa, commentando una serie di «insulti» ritenuti «inaccettabili» da parte di Zelens’kyj, Trump aveva parlato di ucraini «maleducati».
A febbraio Trump aveva definito lo Zelens’kyj come un «dittatore senza elezioni», un «comico di modesto successo», ricordandogli che «mai avrebbe dovuto iniziare» questa guerra.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
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Geopolitica
Mosca: l’invito di Putin a Trump è ancora valido

Il presidente russo Vladimir Putin è ancora disponibile a ospitare il presidente statunitense Donald Trump a Mosca, ha dichiarato il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov. Trump ha condotto un’intensa attività diplomatica con Mosca sul conflitto ucraino, ma recentemente ha adottato una retorica più dura.
Da gennaio, quando ha assunto la presidenza, la Casa Bianca ha avviato diversi round di negoziati con funzionari russi, culminati in un incontro con Putin in Alaska a metà agosto. Durante il vertice, Putin ha invitato Trump nella capitale russa, e entrambi hanno descritto l’incontro positivamente: Putin lo ha definito «franco» e «sostanziale», mentre Trump lo ha giudicato «produttivo».
«L’invito rimane valido», ha dichiarato Peskov domenica all’agenzia di stampa statale russa TASS, rispondendo a una domanda su eventuali cambiamenti nella posizione di Mosca. «Putin è pronto e sarebbe felice di incontrare il presidente Trump. La decisione spetta a Trump».
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Per mesi, Washington ha sostenuto che Kiev dovesse cedere su alcune rivendicazioni territoriali per favorire un accordo di pace mediato dagli Stati Uniti. Tuttavia, questa settimana Trump ha cambiato posizione, affermando che l’Ucraina potrebbe sconfiggere la Russia e definendo Mosca una «tigre di carta».
Peskov aveva già replicato alle parole di Trump, sottolineando che la Russia è tradizionalmente vista come un orso e che «non esiste un orso di carta». Ha inoltre smentito le affermazioni di Trump sull’economia russa, sostenendo che si è adattata al conflitto e alle sanzioni occidentali senza precedenti, pur affrontando alcune «difficoltà».
Tuttavia, Peskov ha ribadito che Putin «apprezza molto» gli sforzi di mediazione di Trump, descrivendo il loro rapporto come «cordiale».
All’inizio di questa settimana, parlando dalla Casa Bianca, Trump ha dichiarato che non userà più l’espressione «tigre di carta» per descrivere la Russia e che non intende utilizzarla contro «nessuno».
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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)
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