Geopolitica
Zelen’skyj ha chiesto ancora armi a Trump durante la conversazione a San Pietro. Macron mandato via

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha affermato che il presidente ucraino Volodymyr Zelens’ky si è mostrato «più calmo» durante il loro incontro in Vaticano nel fine settimana e sembrava più disposto a raggiungere un accordo con Mosca rispetto al famigerato incontro nello Studio Ovale.
Parlando con i giornalisti prima di salire a bordo dell’Air Force One domenica, Trump ha affermato che il tono della sua ultima discussione con Zelens’kyj era notevolmente diverso dalla loro «piccola disputa» di febbraio, in cui la delegazione ucraina è stata cacciata dalla Casa Bianca.
«Lo vedo più calmo. Credo che abbia capito la situazione. E credo che voglia raggiungere un accordo. Non so se volesse raggiungere un accordo [prima]. Credo che voglia raggiungere un accordo», ha detto Trump.
All’inizio di questa settimana, Trump ha dichiarato alla rivista TIME che «la Crimea rimarrà alla Russia» in base a qualsiasi accordo di pace, osservando che persino Zelens’kyj «capisce» la realtà, nonostante le dichiarazioni pubbliche contrarie. Alla domanda se credesse che Zelensky fosse ora pronto a «rinunciare» alla penisola, Trump ha risposto: «Oh, credo di sì».
Zelens’kyj ha ripetutamente e pubblicamente insistito sul fatto che Kiev non riconoscerà mai formalmente la Crimea come territorio russo, una posizione che Trump ha precedentemente criticato come «molto dannosa per i negoziati di pace».
Nonostante abbia descritto Zelens’kyj come qualcuno che vuole fare «qualcosa di buono per il Paese», Trump ha rivelato che il leader ucraino ha nuovamente chiesto a Washington maggiore sostegno militare.
«Mi ha detto che ha bisogno di più armi, ma lo ripete da tre anni», ha dichiarato Trump. Il presidente degli Stati Uniti ha osservato che Kiev si trovava in una «situazione molto difficile», combattendo «una forza molto più grande» – e ha sottolineato che «li abbiamo aiutati quando abbiamo fornito loro 350 miliardi di dollari in armi o denaro contante».
«Ha bisogno di più armi e vedremo cosa succederà con la Russia», ha aggiunto Trump, sottolineando di essere «deluso» dai nuovi attacchi di Mosca in Ucraina.
Dopo una breve pausa nei combattimenti durante il cessate il fuoco pasquale annunciato dal presidente Vladimir Putin lo scorso fine settimana, l’esercito russo ha effettuato numerosi attacchi a lungo raggio contro obiettivi militari e industriali ucraini nel corso della scorsa settimana. Mosca ha sostenuto di colpire solo installazioni militari e strutture utilizzate dalle forze di Kiev, respingendo le accuse di aver colpito deliberatamente siti civili.
Mosca ha anche ribadito la sua disponibilità a colloqui con Kiev senza precondizioni. Il portavoce del Cremlino Demetrio Peskov ha confermato che la questione è stata sollevata durante un incontro tra il presidente Putin e l’inviato speciale di Trump, Steve Witkoff, avvenuto venerdì.
I funzionari russi hanno sottolineato che qualsiasi soluzione praticabile a lungo termine deve riflettere le realtà territoriali sul campo e affrontare le cause profonde del conflitto. Secondo diverse fonti, la proposta di Washington mira a congelare il conflitto lungo le attuali linee del fronte e a riconoscere la Crimea come parte della Russia. Tuttavia, il Ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov ha affermato che, a differenza di Zelens’kij, Mosca non intende discutere i dettagli riservati dei colloqui con gli Stati Uniti fino al completamento del processo.
In queste ora sono emerse ulteriori analisi dell’incontro a San Pietro tra Trump e lo Zelens’kyj.
Secondo un lettore labiale professionista citato dalla stampa britannica, il presidente Trump avrebbe chiesto al suo omologo francese, Emmanuel Macron, di farsi da parte prima di poter parlare a tu per tu con l’ucraino.
Le immagini mostrano che mentre il presidente francese si avvicinava, lo Zelens’kyj lo ha salutato calorosamente con un sorriso e un gesto della mano. Tuttavia, pochi istanti dopo, un membro dello staff ha rimosso con discrezione la terza sedia. Le immagini mostravano Trump che gesticolava con fermezza, a indicare che la conversazione sarebbe proseguita esclusivamente tra lui e Zelens’kyj, mentre Macron alla fine si faceva da parte.
Intervistata dal quotidiano The Sun di domenica, Nicola Hickling, imprenditrice britannica specializzata in lettura labiale e perizie, ha descritto lo scambio di battute.
«Donald porge le mani a entrambi e li porta verso di sé», ha detto. Trump avrebbe poi detto a Macron: «Non sei nel giusto qui, ho bisogno che tu mi faccia un favore, non dovresti essere qui».
Secondo Hickling, Zelensky quindi «annuisce in segno di assenso e il vicario che si trova davanti alla telecamera gira la testa di lato, con aria preoccupata per ciò che ha sentito tra loro».
Fonti diplomatiche francesi hanno minimizzato il gelido scambio, insistendo sul fatto che Macron non avesse alcuna intenzione di partecipare alla discussione. «La gente è in subbuglio per la terza sedia. Doveva essere per l’interprete, ma alla fine si è trasformato in un tête-à-tête», ha detto una fonte anonima al quotidiano britannico Telegraph.
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Geopolitica
Trump, storico discorso in Arabia Saudita contro i neocon

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Non si tratta della prima volta che Trump si scaglia contro i neocon: nel febbraio 2023 accusò i neoconservatori e in particolare l’allora vicesegretario di Stato Victoria Nuland di aver portato il mondo ad un passo dalla Terza Guerra Mondiale. I neocon sono una banda di allievi, per lo più ebrei, del filosofo Leo Strauss, che sopravvive in ogni partito e in ogni amministrazione, e che chiede la guerra sempre e comunque contro la Russia ed altri Paesi non controllati completamente dal globalismo americano. Partiti come trotskisti — e si specula sui motivi di questa affiliazione –gli straussiani, ribattezzatisi neocon, sono poi divenuti integrabili sia con la destra che con la sinistra. Molto significativamente, erano neocon tutti coloro che trascinarono Washington nella guerra contro l’Iraq. È neocon Robert Kagan, il marito Victoria Nuland, considerata l’architetto di questo decennio di catastrofe ucraina che ha portato alla guerra. Il Kagan è autore, oltre che dei documenti del PNAC, il Progetto per il Nuovo Secolo Americano (il cui concetto del bisogno di una «nuova Pearl Harbor» sembrava anticipare di qualche anno il mega-attentato contro le Torri Gemelle a nuova York), anche di scritti di opposizione veemente contro Trump. Come riportato da Renovatio 21, la follia neocon stava consapevolmente portando il mondo alla guerra termonucleare. La stessa Nuland ha dichiarato di aver aiutato l’Ucraina a preparare la controffensiva antirussa, e di considerare la Crimea come «obiettivo legittimo». La Nuland – nota anche per l’intercettazione telefonica del 2014 in cui dice «Fuck the EU» («Fanculo la UE») – va ricordata anche per il video in cui annunziava in conferenza stampa che il Nord Stream 2 sarebbe stato terminato nel caso la Russia avesse invaso l’Ucraina. Più tardi, a conflitto scoppiato ed a mega-attentato Nord Stream avvenuto, avrebbe detto in audizione al Senato USA di essere felice che il gasdotto fosse stato distrutto. È da notare come quasi tutti i neocon provengano da famiglie ebraiche scappate per lo più dalla Russia dello Zar, conservando un odio viscerale per Mosca, sia essa zarista, sovietica o putiniana. La Nuland, ad esempio, ha un conto aperto con la Russia a livello transgenerazionale, in quanto il nonno sarto ebreo fuggì dai Pogrom in Bessarabia a inizio Novecento, ma a rimanerne segnato fu essenzialmente il padre, il quale, pure cresciuto in America, fu segnato dalla malattia mentale che lo spinse all’elettroshock e persino alla tentazione della lobotomia. I commenti di Trump possono essere compresi solo nel contesto più ampio delle crescenti tensioni tra lui e il primo ministro israeliano Beniamino Netanyahu, con il quale ha scelto di non incontrare. Trump incontrerà invece i leader del Qatar e degli Emirati Arabi Uniti. L’affronto a Netanyahu è visto come un ulteriore segnale del significativo deterioramento delle relazioni tra i due leader. Un punto di rottura tra Trump e Netanyahu è stata l’insistenza di Trump nel raggiungere un accordo unilaterale con l’Iran. Una mossa del genere ha irritato Netanyahu e i sionisti negli Stati Uniti. Trump ha parlato oggi dell’Iran. «Sono qui oggi non solo per condannare il caos passato dei leader iraniani, ma per offrire loro una nuova strada, una strada molto migliore verso un futuro molto più roseo e promettente», ha detto Trump. «Come ho dimostrato ripetutamente, sono disposto a porre fine ai conflitti passati e a creare nuove partnership per un mondo migliore e più stabile, anche se le nostre divergenze possono essere molto profonde… Non ho mai creduto di avere nemici permanenti».Donald Trump’s comments about “nation builders, neocons, and Western interventionists” in Saudi Arabia:
“Before our eyes, a new generation of leaders is transcending the ancient conflicts of tired divisions of the past and forging a future where the Middle East is defined by… pic.twitter.com/jDEKlNMFk4 — Liam McCollum (@MLiamMcCollum) May 13, 2025
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Geopolitica
Pakistan e India estendono il cessate il fuoco

Pakistan e India hanno concordato di estendere il cessate il fuoco fino al 18 maggio, ha dichiarato giovedì il ministro degli Esteri pakistano Ishaq Dar. In una dichiarazione al parlamento pakistano, Dar ha affermato che si è svolto un colloquio militare tra i due Paesi, in cui hanno deciso di estendere il cessate il fuoco, secondo quanto riportato da Dawn News.
Il Dar ha affermato che il Pakistan non ha chiesto un cessate il fuoco con l’India, ma ha aggiunto che Islamabad ha cercato un «dialogo composito» con Nuova Delhi per mettere a tacere tutte le questioni controverse.
Sebbene non vi sia stata alcuna dichiarazione ufficiale da parte indiana in merito all’estensione del cessate il fuoco, l’organo di stampa indiano News18 ha citato fonti che confermano che continuerà fino al 18 maggio. Il Direttore Generale delle Operazioni Militari (DGMO) di entrambi i Paesi terrà presto dei colloqui, hanno riferito le fonti all’organo di stampa.
«In seguito all’intesa tra i due DGMO del 10 maggio 2025, è stato deciso di continuare le misure di rafforzamento della fiducia al fine di ridurre il livello di allerta», ha affermato l’esercito indiano in una dichiarazione di giovedì.
Il cessate il fuoco è stato raggiunto il 10 maggio, dopo quattro giorni di intensi attacchi transfrontalieri avvenuti in seguito a un mortale attacco terroristico nel territorio dell’Unione indiana di Jammu e Kashmir, la cui responsabilità è stata attribuita dall’India al Pakistan.
«L’attuale cessate il fuoco significa che l’India ha tenuto il Pakistan in libertà vigilata sulla base del suo comportamento», ha dichiarato venerdì il ministro della Difesa indiano Rajnath Singh. «Se il comportamento migliora, va bene; ma se ci saranno disordini, saranno inflitte punizioni più severe», ha aggiunto.
Il giorno prima, Singh aveva affermato che le armi nucleari del Pakistan avrebbero dovuto essere poste sotto la sorveglianza dell’AIEA. «Le armi nucleari sono al sicuro nelle mani di una nazione così irresponsabile e canaglia?», aveva chiesto.
Come riportato da Renovatio 21, la settimana scorsa il presidente americano Donaldo Trump si era preso il merito della stipula di un «cessate il fuoco immediato» tra le due superpotenze atomiche sudasiatiche.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Geopolitica
Trump: «miliardi di dollari sprecati» per gli aiuti all’Ucraina

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