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Catastrofi

Sciame di terremoti in Venezuela: le immagini

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Almeno dieci forti terremoti hanno colpito il Venezuela nordoccidentale tra mercoledì e giovedì mattina, causando scosse avvertite in tutto il paese sudamericano, fino alla capitale Caracas.

 

Secondo lo United States Geological Survey (USGS) e la Venezuelan Foundation for Seismological Research (Funvisis), diverse scosse hanno superato la magnitudo 5,8, incluse due con magnitudo superiore a 6.

 

L’epicentro è stato localizzato vicino a Mene Grande, nello stato di Zulia, ricco di giacimenti petroliferi, a circa 600 km a ovest di Caracas. Il sisma più intenso, di magnitudo 6,3, si è verificato alle 17:21 ora locale.

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Nelle ultime sette ore sono state registrate almeno 21 scosse di assestamento. I sismologi locali stanno monitorando l’attività sismica in corso nella regione.

 

Non sono state segnalate vittime, ma foto e video condivisi online mostrano crepe nei muri dei grattacieli e danni alle strade.

 

Le scosse sono state percepite con maggiore intensità negli stati occidentali, in particolare a Maracaibo, dove i residenti hanno evacuato gli edifici a causa della comparsa di crepe.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Il governatore dello Zulia, Luis Caldera, ha riferito che alcuni ospedali e la storica chiesa di Santa Barbara hanno subito danni, con immagini online che mostrano una croce caduta da una delle sue cupole. Valera ha segnalato crepe strutturali e scosse avvertite nelle città andine di San Cristobal e Merida.

 

Il terremoto è stato percepito anche a Caracas, dove gli edifici hanno tremato e molti residenti hanno lasciato i loro appartamenti, secondo quanto riportato dai media locali. «Non sono state registrate perdite umane e il presidente Nicolas Maduro ha dispiegato un sistema di gestione dei rischi in tutto il Paese dal posto di comando», ha dichiarato mercoledì sera.

 

La vicepresidente Delcy Rodriguez ha annunciato che la Protezione civile e le forze militari sono state mobilitate in tutto il Paese per supportare le evacuazioni e gestire i danni. L’Unità nazionale per la gestione del rischio di catastrofi ha confermato che non esiste alcun rischio di tsunami.

 

Il Venezuela si trova su diverse faglie tra le placche tettoniche caraibiche e sudamericane. Circa l’80% della sua popolazione vive in aree sismiche. Nel secolo scorso, il paese è stato colpito da cinque forti terremoti, tra cui uno di magnitudo 7,2 al largo della costa settentrionale nel 2018. L’ultimo terremoto mortale si è verificato a Cariaco nel 1997, causando 73 vittime.

 

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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia

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Catastrofi

Voragine si apre per strada a Bangkok: le immagini

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Mercoledì, un tratto di strada è crollato nella capitale thailandese Bangkok, formando una voragine di grandi dimensioni che ha interrotto i servizi pubblici e costretto a evacuazioni, secondo quanto riferito dalle autorità thailandesi.   La cavità, profonda 50 metri, copre circa 900 metri quadrati davanti all’ospedale di Vajira e vicino a una stazione di polizia, causando il blocco del traffico nell’area.I video diffusi sui social media mostrano la strada che cede progressivamente, trascinando con sé i pali della luce mentre l’acqua fuoriesce da un tubo di drenaggio.   Le autorità hanno chiarito che l’edificio dell’ospedale non ha subito danni, anche se i servizi ambulatoriali sono rimasti sospesi per due giorni. La stazione di polizia nelle vicinanze e altri edifici sono stati evacuati per precauzione.Le autorità ritengono che il crollo possa essere stato provocato dai lavori in corso per una linea ferroviaria sotterranea.      

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«La terra proveniente dai lavori di costruzione della metropolitana stava scivolando dentro», ha detto il premier tailandese Anutin Charnvirakul a Reuters, aggiungendo che non sono stati segnalati morti o feriti. Tre veicoli sono rimasti danneggiati.   L’incidente rappresenta l’ultimo di una serie di problemi infrastrutturali in Thailandia. A marzo, una trave di cemento di un progetto di autostrada sopraelevata è crollata su una strada, causando la morte di almeno cinque persone.  

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Nell’ottobre 2024, una buca profonda tre metri si è formata in un trafficato incrocio di Bangkok, probabilmente causata dalla rottura di una conduttura dell’acqua. All’inizio dello stesso anno, un motociclista e un bambino sono precipitati in una voragine a Nonthaburi, mentre nel novembre 2023, una strada a Bangkok ha ceduto sotto il peso di un camion pesante, ferendo due motociclisti.   Anche diversi crolli di minore entità verificatisi negli ultimi anni sono stati collegati a problemi di drenaggio e guasti ai servizi sotterranei.

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Catastrofi

Confine Afghanistan-Pakistan, devastante terremoto con oltre 800 morti

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Un violento terremoto di magnitudo 6.0 ha scosso nella notte le regioni montuose al confine tra Afghanistan e Pakistan, lasciando dietro di sé una tragica scia di distruzione. Secondo fonti ufficiali afghane citate dal New York Times, il sisma ha causato almeno 800 morti e oltre 2.500 feriti, ma il bilancio delle vittime potrebbe aggravarsi nelle prossime ore, con molte persone ancora intrappolate sotto le macerie.

 

L’epicentro è stato localizzato vicino a Jalalabad, città afghana di 200.000 abitanti, con i danni più gravi registrati nella provincia di Kunar, a nord. Qui, frane e il crollo di abitazioni in fango e mattoni hanno amplificato la devastazione, secondo quanto riportato dal Wall Street Journal. Tra le vittime, molte sono donne e bambini, sorpresi nel sonno al momento del sisma.

 

Le operazioni di soccorso sono ostacolate dall’isolamento delle aree colpite e dalle strade distrutte dalle frane. L’ospedale provinciale di Kunar, con soli 200 posti letto, è al collasso, con feriti costretti a ricevere cure all’aperto. Il portavoce dei talebani, Zabiullah Mujahid, ha confermato l’alto numero di feriti, sottolineando la gravità della situazione.

 

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Il governo talebano ha mobilitato squadre di soccorso e organizzato voli speciali per trasportare le vittime. Le Nazioni Unite e l’Organizzazione Mondiale della Sanità stanno fornendo aiuti di emergenza, mentre centinaia di giovani afghani si sono radunati per donare sangue all’ospedale regionale di Nangarhar. India e Pakistan hanno offerto condoglianze e assistenza, sebbene il Pakistan non abbia riportato danni significativi o vittime sul proprio territorio.

 

L’Afghanistan, situato su una faglia tra le placche tettoniche araba, euroasiatica e indiana, non è nuovo a eventi sismici di questa portata. Nell’ottobre 2023, due terremoti avevano causato 2.400 morti, mettendo a dura prova le capacità di risposta del Paese.

 

Anche questa volta, i talebani affrontano un test cruciale, con risorse limitate che potrebbero spingerli a utilizzare gli elicotteri abbandonati dagli Stati Uniti nell’ignominiosa, allucinante, sanguinaria fuga orchestrata dall’amministrazione Biden.

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Catastrofi

Ucraino arrestato in Italia per sabotaggio del Nord Stream: ecco lo scontro tra le narrative sugli autori del disastro

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La polizia italiana ha arrestato un uomo ucraino sospettato di essere coinvolto nell’attentato ai gasdotti Nord Stream, hanno riferito giovedì i procuratori tedeschi.   L’uomo, identificato solo come Sergey Kuznetsov, è stato arrestato nei pressi di Rimini sulla base di un mandato di arresto europeo. Gli inquirenti tedeschi ritengono che fosse a capo di un’unità che ha fatto saltare in aria alcune sezioni degli oleodotti nel settembre 2022.   Gli attacchi, che hanno causato la rottura dei gasdotti Nord Stream 1 e 2 nel Mar Baltico, sono stati inizialmente attribuiti, in modo improbabile, ad agenti russi. Ma in seguito i procuratori tedeschi avrebbero rintracciato uno yacht a vela noleggiato e lo hanno collegato a cittadini ucraini. Come riportato da Renovatio 21, un primo mandato di arresto della procura germanica era stato emesso ancora un anno fa – con l’aggiunta che la Polonia avrebbe coperto la squadra di guastatori, una narrativa lontana da quella secondo cui sarebbero stati invece americani con il supporto di norvegesi.

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Gli inquirenti affermano che Sergey Kuznetsov faceva parte di un gruppo che ha piazzato esplosivi sulle condutture vicino all’isola di Bornholm nel settembre 2022. L’imputato sarebbe stato uno dei coordinatori dell’operazione. Si dice che lui e i suoi complici abbiano utilizzato uno yacht a vela partito dalla città tedesca di Rostock. L’imbarcazione era stata precedentemente noleggiata da una società tedesca tramite intermediari che utilizzavano documenti d’identità falsi.   Secondo quanto riferito, la Procura Generale Federale tedesca sta indagando sulle esplosioni da oltre due anni, con l’accusa di sabotaggio e detonazione di esplosivi. Le esplosioni furono considerate all’epoca un attacco a infrastrutture energetiche critiche e un esempio lampante delle crescenti ricadute economiche del conflitto in Ucraina.   Nel 2023, il veterano giornalista investigativo Seymour Hersh pubblicò un reportaggio in cui affermava che l’allora presidente degli Stati Uniti Joe Biden aveva dato l’ordine di distruggere il Nord Stream. Secondo una fonte informata che parlò con il giornalista premio Pulitzer, gli esplosivi erano stati piazzati dai sommozzatori della Marina statunitense qualche mese prima, sotto la copertura di un’esercitazione NATO. La Casa Bianca all’epoca negò il rapporto, definendolo «completa finzione».   Come riportato da Renovatio 21, la negazione della tesi di Hersh – che ha in seguito ripetuto che il vero obbiettivo della devastante operazione non era solo la Russia, ma soprattutto la Germania e di conseguenza l’intera Europa – trovò grandi sostenitori al Bundestag, dove parlamentari democristiani della CDU accusarono il partito AfD, che aveva chiesto una commissione di inchiesta sul Nord Stream, di collusione con la Russia, dicendo pure oscuramente che a Hersh nessuno crede più. La mozione per la commissione di inchiesta al Bundestaggo fu quindi bloccata, e l’allora cancelliere Scholzo andò nello Studio Ovale di Biden scodinzolando con la coda fra le gambe.   La stampa italiana ieri ha diffuso maggiori informazioni sul caso. Le testate Open.Online (che ha collaborato con Facebook, il social che aveva etichettato la versione di Hersh come «falsa informazione»; rammentiamo inoltre l’articolo dell’ineffabile fact-checker David Puente che, seduto sulla sua sedia, definiva il reportage di Hersh come «infondato» e «teoria del complotto») e Il Fatto Quotidiano hanno riferito che il presunto ideatore dell’attacco sarebbe tale Sergey Kuznetsov, 49 anni, un veterano dei Servizi di sicurezza ucraini (SBU), citando gli investigatori tedeschi.   Secondo quanto riferito, il piano di bombardamento, presumibilmente denominato Operazione Diametro, abbia coinvolto Kuznetsov alla guida di un’unità di sette persone, tra cui due ex colleghi e quattro sommozzatori civili. Per l’attacco, il gruppo avrebbe noleggiato un piccolo yacht, l’Andromeda, a Rostock, in Germania, utilizzando documenti falsi, per poi riempirlo di esplosivi e attrezzature subacquee commerciali standard.   L’8 settembre 2022, il gruppo sarebbe partito da Wiek, sull’isola di Rügen, e avrebbe raggiunto la zona al largo di Bornholm. Lì, durante immersioni notturne, avrebbero piazzato almeno quattro cariche, ciascuna del peso di 14-27 kg, con spolette temporizzate, direttamente sui connettori del gas.   Kuznetsov è stato arrestato giovedì vicino a Rimini, in Italia, in base a un mandato di cattura internazionale emesso dalla procura tedesca. Rischia fino a 15 anni di carcere con accuse, tra cui sabotaggio anticostituzionale, e attende l’estradizione in Germania. Il ministro federale della Giustizia tedesco, Stefanie Hubig, ha definito l’arresto «un successo investigativo davvero impressionante», affermando che una delle «sospette menti» è stata catturata.   Dopo l’arresto, i carabinieri hanno perquisito l’alloggio affittato da Sergey Kuznetsov, il 49enne accusato dell’attentato ai gasdotti Nord Stream. Mercoledì sera, i militari del comando provinciale di Rimini hanno atteso nascosti che l’uomo tornasse nel bungalow di San Clemente, affittato con la famiglia, prima di intervenire.   Capelli corti, maglietta nera attillata e pantaloni marroni, il 49enne, scendendo dal veicolo della Polizia penitenziaria di Rimini e dirigendosi verso l’ingresso della Corte d’appello, ha alzato tre dita, gesto che richiama il tridente ucraino. L’udienza a porte chiuse, presieduta dalla giudice con la sostituta PG per la Procura generale, è iniziata poco dopo mezzogiorno ma è stata subito sospesa fino al primo pomeriggio per trovare un interprete dall’ucraino, come richiesto da Kuznetsov. Alla ripresa, secondo quanto riferito, l’uomo si sarebbe opposto alla consegna alla Germania e avrebbe negato le accuse, riporta il TGR Emilia Romagna.   Ieri la Corte d’Appello di Bologna ha confermato la detenzione in carcere per Kuznetsov. La prossima udienza, fissata per il 3 settembre, deciderà sulla sua estradizione in Germania, che ne ha fatto richiesta. Kuznetsov rischia una condanna fino a 15 anni. La procura di Genova sta inoltre indagando su di lui per un presunto coinvolgimento in un attentato a una petroliera maltese nel porto di Savona, sostiene sempre il TGR.   Non ci sono informazioni se si ritiene che Kuznetsov abbia agito di sua spontanea volontà o su ordine di Kiev. Un precedente articolo del Wall Street Journal affermava che il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj aveva approvato la missione, per poi tentare di annullarla in seguito a un avvertimento della CIA. Kiev ha negato il suo coinvolgimento.   I gasdotti Nord Stream, sebbene gravemente danneggiati, sono considerati riparabili. Il loro bombardamento fu visto all’epoca come un attacco a infrastrutture energetiche critiche e un esempio lampante delle crescenti ricadute economiche del conflitto in Ucraina.   In un discorso del febbraio 2022, l’allora presidente degli Stati Uniti Joe Biden dichiarò che, in caso di un conflitto militare totale tra Russia e Ucraina, «non ci sarà più un Nord Stream. Gli porremo fine».   Un anno dopo, il Pulitzer Hersh pubblicò il suo reportage estremamente dettagliato in cui sosteneva che Biden avesse dato l’ordine di distruggere gli oleodotti, citando una fonte informata. La fonte sosteneva che i sommozzatori della Marina statunitense avessero piazzato gli esplosivi, che avrebbero causato esplosioni di magnitudo 2,3 e 2,1 sulla scala Richter, sotto la copertura di esercitazioni NATO. Come riportato da  Renovatio 21, un’isola danese vicina al Nord Stream ha registrato il fenomeno di misteriose onde acustiche.   L’ingegnere svedese Erik Andersson, che ha guidato la prima e unica indagine forense indipendente sui luoghi dell’esplosione, aveva precedentemente dichiarato a un giornalista italiano che l’intera storia dei subacquei sulla barca era «una chiara missione per insabbiare gli Stati Uniti e altre nazioni occidentali» per il loro possibile ruolo nel sabotaggio. «Più approfondisco la questione, più ho la sensazione che l’attacco al Nord Stream sia solo parte di un piano più ampio per isolare la Russia dall’Europa».

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Mosca ha respinto nettamente la teoria dei subacquei ucraini dapprima diffusa dalla stampa tedesca. Renovatio 21 all’epoca, di fronte alla notizia che dai media germanici rimbalzava sul New York Times, aveva definito la questione come «l’ultima barzelletta». La storia fu rimpolpata anche dal Washington Post, che disse che un alto ufficiale ucraino aveva coordinato le esplosioni. La possibile colpevolezza degli USA nel frattempo aveva scaldato anche la diplomazia cinese. Putin parlava di «terrorismo di Stato».   Ora, con la glasnost trumpiana in corso, non escludiamo che il Cremlino – che aveva chiesto un’indagine ONU – possa attenuare il suo scetticismo nei confronti della versione dei fatti che appariva creata apposta per scagionare Washington. La pace… val ben una narrativa alternativa?   Ricordiamo un significativo commento analitico di Hersh successivo allo scoop: il disastro del Nord Stream potrebbe costituire la fine della NATO.   Il Nord Stream, come l’avevamo definito su Renovatio 21, è l’incredibile concrezione del Mulino di Amleto, gorgo cosmico-marittimo che, nella mitologia nordica, ingoia tutto quanto. Lo stesso Patto Atlantico, quindi, potrebbe finirci dentro.

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