Eventi
Renovatio 21 alla Tabarrata Nazionale 2023
Renovatio 21 parteciperà alla Tabarrata Nazionale 2023 che si terrà sabato 4 febbraio a Bassano del Grappa.
Si tratta del più potente raduno in Italia – quindi, nel mondo – degli amanti del miglior soprabito dell’universo. Se non sapete cos’è un tabarro, ci dispiace per voi. Potete rimediare, tuttavia, venendo a vederne diecine e diecine indossati da un esercito di personaggi che si troverà alle 16:00 sul Ponte Vecchio, detto Ponte degli Alpini, a Bassano.
Il tabarro è un oggetto le cui radici si perdono nei secoli. Secondo il libro Tabarro. Storia di cavalieri, dame e sognatori, sarebbe un derivato delle tuniche degli antichi. La realtà è che un tabarro lo aveva probabilmente il nonno, il bisnonno, del lettore. Anzi: non è improbabile che un tabarro sia a casa vostra, nascosto, dimenticato in un armadio o in una soffitta da decadi e decadi. Se è così, sappiate che c’è caso che sia anche perfettamente conservato. Ad una conferenza emiliana di Renovatio 21 del tardo 2019, capitò al tavolo un signore che aveva un tabarro che diceva essere in famiglia da sempre. Guardammo l’etichetta: c’era scritto «1907».
Bisogna quindi dire il fondatore di Renovatio 21 Roberto Dal Bosco è presidente della Civiltà del Tabarro: ecco spiegato questo articolo, e certi riferimenti che potreste aver letto qui e là in questi anni.
In realtà, tra l’universo del tabarro e quello di Renovatio 21 pare esserci non solo un’identità cosmica di fondo (la tradizione, la distinzione, il primato della realtà sul conformismo) ma anche una comunanza nel destino.
Alcuni di voi sanno che chiusero la pagina Facebook di Renovatio 21, e la cosa finì in tribunale. Poco dopo, cosa di cui pochi sono al corrente, chiusero anche la pagina della Civiltà del Tabarro. Ambedue, come potete vedere, grazie alla giustizia sono state riaperte.
Tuttavia, qualcosa ancora non torna.
Lo scrittore Camillo Langone è il vate del tabarro, nonché il creatore delle prime Tabarrate a Parma (2016) e Casalmaggiore (2017). Camillo quest’anno non potrà esserci. Tuttavia, a favore dei suoi tanti follower tabarristi e filotabarristi, aveva pubblicato su Facebook la locandina dell’evento di quest’anno. La piattaforma la ha censurata.
Proprio così. «Il tuo post viola i nostri Standard della community, pertanto è visibile solo a te».
I social mi hanno censurato molti quadri ma coi tabarri si sono sempre mostrati tolleranti. Fino a oggi. Ah, le liberaldemocrazie… pic.twitter.com/PXvG69G5AJ
— Camillo Langone (@CamilloLangone) January 30, 2023
Sarebbe da non credere, se non conoscessimo bene la tragedia dell’ora presente.
Non è una barzelletta l’idea che anche l’uomo in tabarro può essere ritenuto passibile di essere rimosso dal discorso pubblico. Il tabarrismo come sovversione: in un mondo che ci vuole completamente sottomessi, in un mondo in cui conta solo la massa vaccina, non si tratta più di uno scherzo. Può metterti le braghe strappate, puoi indossare gli orrori gender degli stilisti infelici, puoi vestirti in modo indecente: il conformismo della degradazione, che ti è imposto dal potere, te lo consente.
Non ti è consentito, invece, avvolgerti di un’eleganza millenaria. Non ti è consentito essere l’uomo che era tuo nonno. Non ti è consentito agire concretamente ciò che ti è stato tramandato. Non ti è consentito il bello, il buono, il giusto. Vabbè. Sapete come stan le cose. Non tediamoci.
Torniamo alla Tabarrata Nazionale, dove tutti questi brutti pensieri non avranno cittadinanza – perché si tratta di un ritrovo di amici e personaggioni, dove si sorride e si ride, dove lo stare in compagnia è tutto, dove non si parla di politica o di altre disgrazie, ma si vive felici avvolti da strati di bellezza e spensieratezza.
Dopo il ritrovo alle 16 sul Ponte degli Alpini, seguirà, nella Sala Tolio (via Jacopo da Ponte, 37) la conferenza «Lineamenti di Civiltà del Tabarro», dove interverranno, oltre al presidente Roberto Dal Bosco, anche il tesoriere Corrado Beldì, nonché il vero re-iniziatore di questa tradizione, l’infinitamente signorile Sandro Albano Zara, unico, grande maestro del tabarro moderno – cioè, del tabarro eterno.
Alla cena non sappiamo se ci sarà posto, ma vale la pena di trovare. Non è impossibile, infine, che il manipolo più irriducibile dei tabarristi non vada avanti sino a notte fonde a conquistare le strade della cittadina veneta. Alle altre Tabarrate, di solito, va così.
Aspettiamo tutti, in ispecie i simpatizzanti e i curiosi: vi sarà la possibilità, anche per i non-ancora-tabarristi, di provare dei tabarri, e di farsi ritrarre dal M° Silvano Pupella, che per l’occasione allestirà un set fotografico.
Fra i tabarristi vi è un detto: «se ha le maniche, non scalda il cuore».
Venite a scaldare il vostro.
Arte
Renovatio 21 a Chioggia per la Tabarrata Nazionale 2024
Renovatio 21 promuove ed aderisce alla Tabarrata Nazionale 2024 indetta per sabato 10 febbraio a Chioggia.
La Tabarrata Nazione è l’adunanza tabarrista par excellence. Si tratta del raduno più significativo in Italia, e di conseguenza del mondo, per gli appassionati del miglior soprabito esistente: il Tabarro.
Sapete di cosa parliamo: il Tabarro è il mantello a ruota che ha lontanissime origini ed è legato in modo indissolubile alla tradizione del nostro territorio e non solo di quello. La parola tabard, mutuata dal latino tabardus, è riscontrabile anche in lingua anglica. Testimonianze di tabarri giungono da ogni regione d’Italia, Sicilia e Puglia comprese. Fuori dall’equivoco per cui si tratterebbe di una tradizione padana o veneziana, ricordiamo l’uso del Tabarro presso i «Briganti» che insorsero contro l’Italia unita dalle orde dei Savoia.
L’evento, che gode del patrocinio del comune della Città di Chioggia, è organizzato dall’associazione Civiltà del Tabarro, impegnata nella diffusione della cultura del Tabarro e del suo retroterra umano, storico, culturale, spirituale.
Siamo arrivati alla settima Tabarrata Nazionale. Prima ci sono state: Parma, Casalmaggiore, Vicenza, Oleggio, Cittadella, Bassano del Grappa. C’è stato, purtroppo, uno iato dovuto al biennio pandemico… tuttavia, la Tabarrata Nazionale di Cittadella riuscì ad essere eseguita nel primo 2020 a poche settimane dal patatrac globale.
Il programma della Tabarrata Nazionale 2024 prevede il ritrovo dei tabarristi alle 14:30 presso Corso del Popolo, dinanzi al Comune di Chioggia.
Quindi, dalle 15:30 una visita all’Orologio della Torre di Sant’Andrea – l’orologio funzionante più antico del mondo, in contesa, dicono, con il Big Ben – guidata da esperti locali.
Segue alle ore 17:00 la conferenza «Argomenti della Civiltà del Tabarro» presso Palazzo Grassi, in Canal Vena. Interverranno: Sandro Zara, imprenditore e maestro del Tabarro; Roberto Dal Bosco, presidente dell’associazione Civiltà del Tabarro; Corrado Beldì, segretario della Civiltà del Tabarro.
Nel contesto di Palazzo Grassi, il maestro fotografo Silvano Pupella realizzerà ritratti dei tabarristi presenti.
A seguire, sempre nella stupenda cornice del Canal Vena, un aperitivo presso il bacaro Nino Fisolo. Più tardi, per chi ha prenotato, la grande, usuale cena tabarrista, un evento nel quale l’aggettivo «felliniano» può pure essere dimenticato del tutto perché non rende la questione.
La scelta della incantevole «piccola Venezia» è dovuta alla vox populi al termine della conferenza «Lineamenti di Civiltà del Tabarro» alla Tabarrata Nazionale 2023 a Bassano del Grappa un gruppo di tabarristi ha demandato a gran voce un ritrovo per l’anno successivo a Chioggia. Sono stati accontentati.
La partecipazione massiva dei lavoratori di Renovatio 21 alla Tabarrata potrebbe precludere, per una volta, gli usuali ritmi di upload di articoli sul sito nei prossimi due giorni. Il lettore porti pazienza, le missioni da portare avanti nella vita sono spesso più di una.
Attediamo chiunque voglia venire, anche qualora dotato di soprabito con le braccia: la possibilità di provare ad ammantarsi con la dolcezza, la bellezza di secoli e millenni di tradizione di certo non mancherà. E, statene sicuri, ciò non potrà che far bene all’animo e al corpo.
Perché, come dice il presidente della Civiltà del Tabarro Roberto Dal Bosco, «se ha le maniche non scalda il cuore».
Per ogni ulteriore informazione, senza esitare, contattateci.
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Eventi
Video della processione di riparazione di Reggio Emilia
Eventi
Immagini dalla processione di riparazione di Reggio Emilia
La Processione in riparazione del gay Pride a Reggio Emilia si è compiuta con un enorme afflusso di fedeli.
La Processione si è snodata per la città in preghiera, occupando uno spazio tale che non era possibile dalla testa vedere la fine, e viceversa.
Un totale stimato di 400 persone, in un pomeriggio rovente a Reggio Emilia, hanno pregato per riparare agli scandali e alle blasfemie dei cosiddetti «gay pride». I fedeli sono accorsi da tutta Italia: da Milano, dall’Umbria, dalla Toscana, da Roma, da Como, oltre che dalle vicine Modena e Bologna. Dal Veneto è arrivato un intero pullman.
Quattro i sacerdoti della cerimonia : oltre ad un sacerdote reggiano, uno da Rimini, uno dal Veneto e uno dal Lazio.
Gli stendardi, la recita del Santo Rosario è il canto delle Litanie dei Santi in latino, hanno riportato la religione cattolica laddove deve stare: nelle strade, nei vicoli, davanti alle chiese, ovvero in tutti i luoghi in cui la nuova religione mondialista non vuole che stia Gesù Cristo.
La Processione si è conclusa davanti al Duomo della città con la recita dell’atto di riparazione. Al termine di tutto, circa 200 fedeli si sono recati all’interno del Duomo per omaggiare la patrona del Comitato, la Beata Giovanna Scopelli le cui spoglie riposano dentro alla Cattedrale reggiana.
«Dal punto di vista soprannaturale — dichiara Cristiano Lugli, portavoce del Comitato «Beata Giovanna Scopelli» e cofondatore di Renovatio 21 — questo è un trionfo. Ma anche da un punto di vista materiale: nessuno si immaginava così tanta gente. Centinaia e centinaia di persone che, in piena estate, sono venuti fin qui spinti dal desiderio di riparare le blasfemie che ci stanno infliggendo».
«Questo ci fa capire che il dissenso rispetto a quanto sta accadendo si fa sempre più forte. Così come sempre più forte è la spinta per un ritorno alla vera Fede cattolica, ai culti di sempre e alla volontà di rivedere trionfare il Regno Sociale di Nostro Signore Gesù Cristo. La Processione di Reggio ne è segno incontrovertibile».
Ecco alcune immagini della cerimonia.
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