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Renovatio 21 saluta Italo Benati

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Renovatio 21 ricorda il suo lettore Italo Benati, che ci ha lasciati la sera del 7 giugno.

 

Offriamo le più sentite condoglianze al figlio Francesco Benati e a tutta la famiglia.

 

Il signor Benati era una figura rilevante nel panorama culturale della sua città, Lugo di Romagna, dove era socio del Circolo Newman.

 

Non dimenticheremo mai la sua figura imponente, la sua bontà, il suo tabarro portato con orgoglio ed eleganza– i tratti con i quali un uomo vero, un vero cristiano, conduce tutta la sua vita

«Un uomo buono, colto e un amico sincero. Un vero cristiano» hanno detto ad un giornale locale i soci del Circolo Newman. «È stato un bel testimone di fede e di coraggio. Ci ha insegnato a vivere e resterà nella nostra memoria, un esempio per tutti».

 

«La sua personalità inconfondibile e il suo grande amore per la storia, per la bellezza e per la realtà. Era un uomo buono e sono certo che è andato in Cielo, o ci sta andando» ha scritto il figlio Francesco.

 

Non dimenticheremo mai la sua figura imponente, la sua bontà. E il suo tabarro, portato con orgoglio ed eleganza – i tratti con i quali un uomo vero, un vero cristiano, conduce tutta la sua vita.

 

A Dio, Italo!

 

 

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Renovatio 21 augura Buon San Marco ai suoi lettori, i veri resistenti

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Renovatio 21 augura ai suoi lettori una serena festa di San Marco Evangelista.

 

Per qualche ragione, l’Italia repubblicana ha usurpato il giorno della festa marciana per piazzarvici una celebrazione della «liberazione», cioè del regime change perpetrato da Washington e dai suoi alleati durante la sanguinaria ultima guerra. Sul fatto che i veri liberatori d’Italia – in particolare una figura precisa: James Jesus Angleton – oggi non vengano nemmeno menzionati abbiamo già scritto in passato.

 

Ciononostante, il giorno San Marco è ancora molto celebrato nell’area di Venezia, di cui il Santo è Patrono. Il comune di Venezia, piegatosi ai fasti repubblicani dell’Italia unita e post-fascista con la velocità con cui si infeudò al Napoleone, ha deciso di spostare la festa padronale al 21 novembre, quando c’è il freddo vero. Tuttavia, tanti veneti continuano a festeggiare il giorno di Marco tra grigliate e picnicchi, passeggiate nella natura, e boccioli di rosa scambiato dagli innamorati.

 

Secondo usanza veneziana, oggi i maschi offrono alle proprie amate i bócołi, boccioli di rosa rossa, a significare l’amore. La tradizione ha origini leggendarie struggenti: Tancredi e Maria volevano sposarsi, ma il padre della ragazza, il doge Angelo Partecipazio, era contrario. Così Tancredi decise di andare a combattere i mori con Orlando in Ispagna: una volta tornato vittorioso, il doge non avrebbe potuto opporsi.

 

Accadde invece che il ragazzo morì gloriosamente in battaglia, finendo la sua esistenza cadendo sopra un roseto, dove prima di spirare aveva raccolto un fiore, e consegnatolo ad Orlando lo aveva pregato di portarlo alla sua amata a Venezia.

 

Maria, ricevuta la rosa dai soldati francesi, fu trovata il giorno dopo senza vita con il fiore insanguinato nel cuore. Era il giorno di San Marco.

 

Impossibile restare impassibili dinanzi alla bellezza drammatica e millenaria di questa usanza. Impossibile sminuire la potenza del giorno di San Marco.

 

Qualcuno a Venezia, quindi, oggi ricorda, più che le storie dei partigiani, l’amore e l’avventura e la tragedia bócoło de San Marco.

 

Con il bocciolo in amno, ricordiamo che nell’era genderista, come sarà visibile nelle marcette gosciste di oggi tra tripudi di bandiere omotransessualiste, non sono possibili né l’amore (divenuto sessualità perversa e polimorfa), né l’avventura (condannabile come testosteronico stereotipo maschile), né la tragedia (tutto è programmaticamente, oggi, pura farsa).

 

Buon San Marco a tutti. Che il Santo del leone alato ci guidi nella nostra resistenza al mondo moderno e al suo abisso di morte.

 

Questa è l’unica vera resistenza che va celebrata, e continuata, dall’umanità.

 

Renovatio 21

 

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Buona Pasqua al legno verde. Il Signore della Vita ha vinto

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La Vita ha vinto la Morte, oggi e sempre.   Il giorno della resurrezione sta a significare, da oltre due millenni, proprio questo. La vittoria del piano divino contro il nulla, la vittoria dell’amicizia contro la schiavitù, la vittoria della Vita contro il Male.   Leggiamo dal Libro delle ore del Sinai (IX secolo).   Ascolta, Adamo, e rallegrati con Eva, poiché quello che vi aveva spogliati entrambi e con l’inganno vi aveva resi schiavi, sulla Croce di Cristo è stato ridotto all’impotenza.   Oggi, Cristo, hai abolito con la tua potenza l’impero della morte e hai liberato, Datore di vita, le anime degli uomini grazie alla risurrezione, tu nostro Salvatore.   Come la moltitudine degli angeli in cielo, così il genere umano sulla terra fa festa per la santa Risurrezione della tua bontà, Signore.   Oggi Cristo è risorto dalla tomba, da cui fa sgorgare l’immortalità per tutti i mortali e nella sua misericordia inaugura con le donne e il loro profumo la gioia della Risurrezione.   Risvegliamoci dalla tomba del peccato, noi, messi a morti sotto un cumulo di passioni, Salvatore che con la tua risurrezione hai distrutto la tirannia della Morte, vero Amico dell’uomo.   Rallegratevi, sagge Donne che portate il profumo, che per prime avete visto la risurrezione di Cristo e avete annunciato agli apostoli la risurrezione del mondo intero.   Ti adoro, Padre senza inizio che sei vita, adoro con te il tuo Figlio Eterno che è vita, vita e sorgente viva è lo Spirito Santo: glorifico l’unica Vita vera.   [Libro delle ore del Sinai (IX secolo), Beatitudini della Risurrezione, SC 486 (Traduzione di CB Evangelizo, da Il Vangelo del Giorno].   Dodici secoli dopo, nel mondo che abbiamo dinanzi agli occhi, espressioni come «tirannia della Morte», assumono un significato estremamente preciso. Il mondo è ora comandato da un sistema che opera secondo un’ideologia che ha messo la Morte al centro di tutto – è la Cultura della Morte, la Necrocultura (come diciamo qui) divenuta programma automatico dell’oligarcato, delle istituzioni, dello Stato moderno stesso.   Racconterò di un brano che, durante la Via Crucis di venerdì, mi ha dato da meditare. È quanto detto dal Signore mentre portava la croce sulla via dolorosa.   Lo seguiva una gran moltitudine di popolo e di donne, che piangevano e si lamentavano per lui. Rivolto ad esse Gesù, disse: «Figliuole di Gerusalemme, non piangete su me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figliuoli, perché, ecco, verranno giorni che si dirà: – Beate le sterili, i seni che non han generato e le mammelle che non hanno allattato! – Allora cominceranno a dire ai monti: – Cadete su di noi, – e alle colline: – Copriteci. – Perché, se si tratta così il legno verde, che ne sarà del secco?» (Lc 23, 27-31)   Ecco, Signore, siamo arrivati. I giorni in cui la sterilità è innalzata a valore, i seni non sono strumenti di generazione ma di perversione, l’allattamento non avviene nemmeno più attraverso le mammelle delle donne.   E, sì, questo popolo senza fede chiede sempre più apertamente di essere terminato da una catastrofe – il significato dell’ossessione per il cambiamento climatico questo è. L’inarrestabile ascesa dell’eutanasia – con la commissione del Senato italiano sul fine-vita (eufemismo di neolingua orwelliana per «terminazione di Stato») è in programma appena dopo la Pasqua – rappresenta la medesima invocazione suicida che gli sterili fanno ai monti perché li finiscano con una valanga.   Il mondo che rifiuta la Vita vuole morire. È un fatto aritmetico. E non è una novità, per voi che ci leggete. Certo, ci rendiamo conto: non capita a tutti di realizzarlo, e di comprendere quanto questa semplice logica governi il mondo.   Se vi chiedete come siamo arrivati – dopo la fine del comunismo sovietico – al punto più vicino alla guerra termonucleare globale, trovate qui la risposta: i senza-vita al potere, i nemici di Dio padroni del mondo, sono decisi a bruciare il legno verde, e per farlo – essendo difficile da incenerire – vogliono usare il fuoco atomico.   Il fondamento dell’ora presente ci è chiaro: non è niente altro che una guerra portata, ad ogni livello possibile, contro la Vita, che il è il dono che Dio ha fatto a tutti noi, un dono prezioso come nessun altro, perché ci rende simili a Lui, che della Vita è il Signore. Una scintilla della sua gloria, condivisa con noi ad illuminare il disegno dell’universo.   La battaglia, ora e sempre, rimane quella della Vita contro la Morte. Tutti noi, volenti o nolenti, in questo conflitto siamo coinvolti. Si tratta solo di rendersene conto, ed agire di conseguenza.   Buona Pasqua ai lettori di Renovatio 21 che lo hanno compreso. Buona Pasqua alle loro famiglie. Buona Pasqua al legno verde.   Buona Pasqua a chiunque vorrà lottare per la Vita contro la Morte. Fino alla fine dei tempi.   Roberto Dal Bosco

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Immagine: Carl Heinrich Bloch (1834-1890), La Resurrezione (1881), Museo d’arte della Brigham Young University, Salt Lake City USA. Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
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Buon equinozio, cari lettori

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Come capita due volte l’anno, Renovatio 21 augura ai suoi lettori buon equinozio di primavera – anche se non è una festa riconosciuta dallo Stato o dalla religione.

 

Perché riteniamo l’equinozio un giorno speciale: il giorno dell’equilibrio tra la luce e la notte, il giorno in cui il cosmo si bilancia per far ripartire la primavera, cioè la vita.

 

A breve ci sarà la Pasqua, dove siamo chiamati a meditare sul medesimo mistero: la luce dalle tenebre, il buio e il bene, la vita che vince – vince su qualsiasi cosa, sulla morte, sull’odio, sull’avversario, sul Male.

 

Ci ricordiamo ogni due stagioni dell’equinozio per questo. Perché, nel momento in qui il cosmo si mostra nel suo massimo bilanciamento, dobbiamo ricordarci dei suoi principi divini, che sono quelli che permettono agli uomini di continuare nel disegno del creato, che consentono all’universo di rigenerarsi, di rinnovarsi nei secoli.

 

In altri anni abbiamo pubblicato articoli sul mistero degli equinozi e la loro precessione, versi di Clemens Brentano (1778-1842), scrittore romantico tedesco che conobbe Santa Caterina Emmerick – Heilige Nacht, heilige Nacht!, poesia poi divenuta lieder con Richard Strauss).

 

Quest’anno, vi facciamo semplicemente l’insolito augurio di buon equinozio (che era, in realtà, ieri alle 04:46), estendendolo ai vostri giorni di primavera, che, ci stanno mostrando con insistenza i ciliegi negli ultimi giorni, è con noi da giorni.

 

Vi chiediamo, viste spese incombenti per il mantenimento e il proseguimento di Renovatio 21, un piccolo aiuto: lo abbiamo fatto qualche giorno fa in occasione del raggiungimento dei 12.000 articoli pubblicati, chi non lo ha fatto può aiutare ora (anche chi lo ha già dato, se se lo sente, può offrire qualsiasi contributo). Anche perché, nel frattempo, si sono aggiunti già altri 200 articoli (siamo a 12.1999, 12.200 con questo che state leggendo), e diteci dove trovate un altro giornale online così.

 

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Buon equinozio cari lettori.

 

Con la luce e con la tenebra, vi vogliamo bene.

 

Roberto Dal Bosco

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