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Reazioni, anche inaspettate, dei vescovi francesi alle benedizioni gay

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Si registrano, un po’ a sorpresa, reazioni al documento vaticano Fiducia Supplicans anche in Francia. Di fatto, l’episcopato transalpino era stato lungamente in silenzio durante tutte le fasi di demolizioni del cattolicesimo in corso. Ora, tuttavia, qualche prelato di quella che fu la «cattolicissima Francia» sembrerebbe aver ritrovato la voce.

 

Il 27 dicembre, monsignor Marc Aillet, vescovo di Bayonne, ha pubblicato un lungo comunicato in cui chiariva che sia i favorevoli che i contrari della Fiducia Supplicans «quasi all’unanimità» considerano il documento «un riconoscimento da parte della Chiesa delle relazioni omosessuali». Si tratta, di per sé, di un’ammissione molto coraggiosa.

 

Come riporta LifeSiteNews, nel suo documento il vescovo mette in discussione gli aspetti più controversi e ha invitato i sacerdoti della sua diocesi ad accogliere con «benevolenza» tutti coloro che hanno rapporti irregolari, a renderli consapevoli dell’amore di Dio per tutti gli uomini, a raccontare loro con tatto la «Verità che la Chiesa insegna la loro situazione», e di benedirli se richiesto.

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I sacerdoti, però, li benediranno solo individualmente, invitandoli alla conversione e invitandoli a chiedere «la grazia che Dio dà a tutti coloro che la chiedono, per mettere la loro vita in linea con la volontà di Dio».

 

Il 1° gennaio la provincia ecclesiale di Rennes, che comprende nove diocesi della Bretagna, della Vandea e della Mayenne, ha pubblicato un breve comunicato dell’arcivescovo Pierre d’Ornellas di Rennes e degli altri vescovi che giungono alla stessa conclusione: le benedizioni possono essere impartite solo a individui e non alle «coppie irregolari» in quanto tali.

 

Al contrario, il vescovo di Poitiers, Pascal Wintzer, il 29 dicembre aveva elogiato con entusiasmo Fiducia Supplicans. Ha anche tentato di giustificare il riferimento alle «situazioni irregolari» che hanno turbato l’ala progressista della Chiesa e i grandi media perché, a loro dire, era un modo per «emarginare» coloro che ne facevano parte.

 

Mons. Wintzer aveva insistito sul fatto che il termine era puramente giuridico e legato agli aspetti giuridici del matrimonio. «Questa è chiaramente una questione di diritto e non di sentimento, e ancor meno di buona morale», ha scritto.

 

Riguardo ai divorziati «risposati» e agli omosessuali attivi, Wintzer aveva aggiunto: «aprendo la possibilità di dare una benedizione alle persone che fanno queste scelte umane, la Chiesa cattolica ritiene che Dio non li condanna né li considera peccatori incalliti; sceglie di essere messaggera di Dio, che “parla bene” di queste persone e accompagna le loro relazioni. Sarebbe un’ipocrisia distinguere tra le persone, viste esclusivamente come individui, e ciò che è decisivo per la loro vita, in questo caso la scelta di vivere in coppia o in famiglia».

 

Per monsignor Wintzer, in ogni caso, Fiducia Supplicans «accompagna» chiaramente lo stile di vita delle coppie «irregolari» e «omosessuali», e critica la resistenza dei vescovi africani ai suoi contenuti. «Lungi dall’essere una perversione – la perversione è una malattia psichica o una colpa morale – l’omosessualità è un fatto», ha affermato lo Wintzer ha anche invitato i sacerdoti e gli agenti pastorali laici della sua diocesi ad essere «creativi».

 

Mons. Aillet, invece, ha parlato del «disturbo» e dell’«incomprensione» di tanti fedeli, di persone tornate da poco alla pratica religiosa e di sacerdoti attenti a rimanere fedeli al Magistero della Chiesa. Pur protestando di voler mostrare loro come «rimanere in spirito di comunione con la Santa Sede Apostolica», ha «rispettosamente» precisato che alcuni punti della Dichiarazione necessitano di «chiarimenti».

 

Dopo aver discusso la prima parte della Fiducia Supplicans, che contiene molti richiami agli insegnamenti tradizionali sul matrimonio, Aillet afferma che «nella terza parte della dichiarazione, si passa surrettiziamente dalla possibilità di benedire una persona, qualunque sia la sua situazione, a una benedizione concessa a una “coppia” irregolare o dello stesso sesso».

 

Il prelato francese si è quindi rammaricato che in alcuni luoghi, come in Germania o in Belgio, tali benedizioni siano già state concesse e temeva che la dichiarazione non avrebbe fatto altro che incoraggiare questa pratica.

 

Riguardo alla distinzione tra benedizioni «pastorali» e «liturgiche» presentata come sviluppo della dottrina da Fiducia Supplicans, monsignor Aillet ha sottolineato che il responsum del 2021 dell’allora Congregazione per la Dottrina della Fede non considerava queste benedizioni «nel contesto liturgico» ma piuttosto «come un “sacramentale” che esiste qualunque sia il contesto», e che le benedizioni esistenti, anche quando impartite a gruppi come pellegrini o catechisti, hanno come oggetto le singole persone.

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Poi ha chiarito: «qui arriviamo alla novità della dichiarazione Fiducia supplicans, che non sta nella possibilità di benedire una persona in situazione irregolare o omosessuale, ma di benedire due persone che si presentano come “coppia”. È quindi la “coppia” come entità che invoca su di sé la benedizione. Tuttavia, mentre il testo si guarda bene dall’utilizzare i termini “unione”, “partnership” o “relazione” – usati dalla ex Congregazione per la sua proibizione – non fornisce una definizione della nozione di “coppia”, che ha qui diventare un nuovo oggetto di benedizione».

 

Ha anche messo in discussione l’uso della parola «coppia» per una coppia di omosessuali: «la differenza sessuale non è forse essenziale per la costituzione stessa di una coppia? Si tratta di una questione antropologica che necessita di essere chiarita per evitare confusioni e ambiguità, perché se il mondo ha esteso questa nozione a realtà che non rientrano nel disegno del Creatore, la parola magisteriale non dovrebbe assumere un certo rigore nella sua terminologia per corrispondere a il più vicino possibile alla verità rivelata, antropologica e teologica?»

 

Ha continuato ricordando lo status morale delle relazioni omosessuali come «intrinsecamente disordinate». «Concedendo una benedizione a una «coppia» omosessuale, e non solo a due individui, sembriamo sostenere l’attività omosessuale che li unisce, anche se, ancora una volta, chiariamo che questa unione non può essere equiparata al matrimonio».

 

Su questo punto monsignor Aillet ha citato Veritatis splendor in cui si chiarisce che alcuni atti sono «intrinsecamente malvagi» e sono sempre proibiti, «in ogni circostanza», anche se sul piano soggettivo i loro autori non possono sempre essere ritenuti responsabili. Monsignor Aillet ha osservato che Fiducia Supplicans rimane «in silenzio riguardo al peccato particolare che caratterizza queste situazioni».

 

«Inoltre, l’esperienza dimostra che non è sicuro che questa possibilità di benedizione “incondizionata” sia un aiuto alla conversione», ha affermato. I sacerdoti dovrebbero rispondere al loro dovere «profetico» di insegnare e ricordare che «quando Gesù mostrava la sua compassione ai peccatori, li esortava sempre a cambiare vita». Benedire le coppie irregolari o omosessuali, ha aggiunto, potrebbe comportare il «rischio di far credere loro che la loro unione fosse una tappa legittima del loro cammino».

 

Monsignor Aillet ha anche osservato che «la cura pastorale» e l’«insegnamento dottrinale» non dovrebbero essere contrastati e ha ricordato il modo «senza compromessi» con cui Gesù ha trattato la questione del divorzio posta dai farisei. Mentre si racconta a tutti gli uomini dell’amore di Dio – «la cui prova è che Cristo è morto e risorto per tutti» – è necessario dire anche «la verità del Vangelo della salvezza», che comprende prendere la propria croce e seguire la Nostra Signore.

 

Il vescovo conclude citando il monito di san Paolo: «non conformatevi a questo secolo, ma trasformatevi mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché possiate discernere qual è la volontà di Dio, ciò che è buono, gradito e perfetto», e ricordando che è impossibile aiutare i peccatori a scoprire e a conformarsi alla volontà di Dio «senza la Croce».

 

L’analisi dell’Aillet ha scatenato una grande reazione da parte delle associazioni LGBT e dei media mainstream, con richieste da parte di organizzazioni omosessualiste affinché il suo testo venga ritirato o almeno purgato da tutti i riferimenti alla «conversione», riporta LifeSite.

 

Come riportato da Renovatio 21, monsignor Aillet durante il biennio pandemico aveva vergato una coraggiosa lettera ai fedeli in cui diceva che «nessuna fiducia» poteva essere data «alle autorità pubbliche e sanitarie senza informazioni sufficienti».

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La donna più forte del mondo in realtà era un uomo

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Jammie Booker, vincitrice del torneo «La donna più forte del mondo» 2025, è stata privata del titolo dopo che gli organizzatori hanno accertato che l’atleta di Philadelphia era nata maschio. La squalifica, l’ultima di una serie crescente di polemiche sui maschi biologici che gareggiano nelle categorie femminili, è arrivata a pochi giorni dalla competizione.   Il caso è esploso durante i Cerberus Strength Official Strongman Games in Texas lo scorso fine settimana, dove Booker ha dominato la categoria Women’s Open. Gli organizzatori hanno precisato di non essere stati informati in anticipo del background biologico dell’atleta e, a seguito di un’indagine urgente, l’hanno esclusa dalla classifica. «Abbiamo la responsabilità di garantire equità, assegnando gli atleti alle divisioni maschile o femminile in base al sesso alla nascita», si legge in un comunicato diffuso sui social da Official Strongman, che ha aggiornato i punteggi e incoronato la britannica Andrea Thompson come nuova campionessa.   La partecipazione di atlete transgender a competizioni sportive continua a generare dibattiti accesi. A luglio, il Comitato Olimpico e Paralimpico degli Stati Uniti (USOPC) ha vietato alle donne transgender di gareggiare nelle categorie femminili alle Olimpiadi, in linea con un ordine esecutivo del presidente Donald Trump che esclude le trans dalle squadre femminili e minaccia di tagliare i fondi alle istituzioni che lo violano.   Casi emblematici come quello della nuotatrice statunitense Lia Thomas e della sollevatrice neozelandese Laurel Hubbard hanno riacceso il confronto su eventuali vantaggi fisici persistenti per le atlete transgender rispetto alle donne biologiche, nonostante il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) abbia affermato nel 2021 che non si debba presumere un «vantaggio automatico» e abbia demandato le regole di idoneità alle singole federazioni sportive.

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La questione è tornata d’attualità alle Olimpiadi di Parigi 2024, quando la pugile algerina Imane Khelif – squalificata l’anno prima ai Mondiali per presunti motivi di genere – ha conquistato l’oro, spingendo l’ex presidente del CIO Thomas Bach a negare l’esistenza di un «sistema scientificamente solido» per distinguere uomini e donne nello sport.   Ora il CIO è orientato a escludere le donne transgender dalle categorie femminili alle prossime Olimpiadi, sulla base di una nuova politica di ammissibilità prevista per il 2026, come riportato dal Times all’inizio di novembre citando fonti interne. La revisione si fonda su una valutazione scientifica che conferma come i vantaggi acquisiti durante la pubertà maschile possano perdurare anche dopo trattamenti farmacologici per ridurre i livelli di testosterone.   Come riportato da Renovatio 21, l’ex presidente del CIO Thomas Bach sosteneva all’epoca che non esisteva «un sistema scientificamente solido» per distinguere tra uomini e donne nello sport.   Come riportato da Renovatio 21, il sollevamento pesi, come ogni altra disciplina (il nuoto, la maratona, il ciclismo, la BMX, l’hockey, il sollevamento pesi, il basket, il ju jitsu, etc.), era già stato colpito dal transessualismo sportivo. Lo è stato persino il biliardo in un’episodio noto, Alexandra Cunha, 49 anni, capitano della squadra nazionale femminile portoghese, si è ritirata dal torneo International Rules Pool Tour, incolpando i recenti cambiamenti alle regole da parte dell’autorità governativa dello sport, la World Eightball Pool Federation.   Come riportato da Renovatio 21, alle Olimpiadi di Tokyo vi fu il caso del sollevatore di pesi supermassimi transessuale Laurel Hubbard, 43 anni, che rappresentò la Nuova Zelanda a Giochi e riuscì, incredibilmente, a non vincere.   Due anni fa il pesista transessuale «Anne» Andres aveva stabilito il record nazionale durante un campionato durante il Campionato del Canada Occidentale 2023.  

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La Corte UE ordina alla Polonia di riconoscere il matrimonio gay

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La Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE) ha stabilito martedì che la Polonia è obbligata a riconoscere i matrimoni tra persone dello stesso sesso celebrati in altri Paesi membri, pur se tali unioni sono vietate dalla legge nazionale.

 

In una sentenza emessa martedì, la CGUE ha condannato Varsavia per aver violato il diritto comunitario nel rifiutare di trascrivere nel registro civile polacco il matrimonio contratto nel 2018 in Germania da due cittadini polacchi. Al rientro in Polonia, le autorità avevano respinto la loro istanza, motivandola con il divieto nazionale sulle unioni omosessuali.

 

La Polonia, a forte maggioranza cattolica, equipara i matrimoni civili e religiosi, ma esclude le coppie dello stesso sesso nonostante le reiterate sollecitazioni di Bruxelles. La Costituzione polacca, non diversamente da quella italiana, definisce il matrimonio come «unione tra uomo e donna».

 

La Corte ha ritenuto che tale rifiuto infranga le norme UE sulla libera circolazione e sul rispetto della vita privata e familiare. Concedere la trascrizione alle coppie eterosessuali ma negarla a quelle omosessuali configura discriminazione, si legge nel comunicato. I giudici hanno però precisato che gli Stati membri conservano la competenza esclusiva su autorizzazioni o divieti di nozze same-sex nel proprio ordinamento interno.

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La decisione vincolante è arrivata all’indomani delle critiche del presidente polacco Karol Nawrocki all’UE, accusata di «follia ideologica» e di spingere verso una centralizzazione eccessiva. Nawrocki ha ricordato che l’adesione all’Unione prometteva opportunità economiche e mobilità, non ingerenze nella politica interna o nelle norme familiari.

 

Eletto a giugno su una piattaforma di valori cattolici e sovranità nazionale rafforzata, Nawrocki ha annunciato il mese scorso che non apporrà la firma a leggi che minino lo status costituzionale del matrimonio.

 

Il governo di coalizione europeista del premier Donald Tusk ha depositato nell’ottobre 2024 un disegno di legge per introdurre unioni civili anche per coppie omosessuali, ma i lavori procedono a rilento per le resistenze del partner conservatore, il Partito Popolare Polacco (PSL), che ha espresso dubbi e ostacolato un’intesa definitiva.

 

Come riportato da Renovatio 21, la strada verso il matrimonio omofilo in Polonia è stata battuta persistentemente negli ultimi anni.

 

La Polonia è tra i cinque Stati UE che non riconoscono legalmente le relazioni omosessuate, unitamente a Bulgaria, Lituania, Romania e Slovacchia. Nel frattempo, un altro Paese che era dietro la Cortina di ferro sovietica, il Kazakistan, due settimane fa ha votato per vietare la «propaganda LGBT».

 

Come riportato da Renovatio 21, l’anno passato la CGUE aveva stabilito che la Romania doveva accettare la nuova identità di genere di una donna che ha fatto la «transizione» e ora si considera un uomo.

 

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Studio della Sanità USA conferma i pericoli dei farmaci transgender e degli interventi chirurgici sui minori

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Il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani (HHS) ha reso pubblico mercoledì un atteso rapporto sottoposto a revisione paritaria, che mette in guardia contro i rischi dell’«assistenza di affermazione di genere» per i minori, scatenando l’ira delle associazioni pro-LGBTQ+.   Lo studio, intitolato «Trattamento della disforia di genere pediatrica: revisione delle prove e delle migliori pratiche», si basa su un’analisi preliminare diffusa a maggio sui giovani con confusione di genere. Conferma che bloccanti della pubertà, ormoni di sesso opposto e interventi chirurgici provocano «danni significativi e a lungo termine, spesso trascurati o monitorati in modo inadeguato». Tra i rischi elencati: infertilità, disfunzioni sessuali, ridotta densità ossea, effetti cognitivi negativi, problemi cardiovascolari e metabolici, disturbi psichiatrici, complicanze operatorie e rimpianti post-trattamento.   Il segretario HHS Robert F. Kennedy Jr. ha appoggiato le conclusioni, accusando l’establishment medico di «negligenza». «L’American Medical Association e l’American Academy of Pediatrics hanno diffuso la menzogna che procedure chimiche e chirurgiche di rifiuto del sesso potessero giovare ai bambini», ha dichiarato in una nota. «Hanno tradito il giuramento di non nuocere, infliggendo danni fisici e psicologici duraturi a giovani vulnerabili. Questa non è medicina, è negligenza».

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Il rapporto giunge dopo l’ordine esecutivo firmato a gennaio dal presidente Donald Trump, che limita gli interventi di «cambio di sesso» per under 19, definendoli «mutilazioni chimiche e chirurgiche» mascherate da cure mediche necessarie.   Sempre più ospedali e medici stanno riducendo questi trattamenti: tra gli esempi, l’Università del Michigan, Yale Medicine, Kaiser Permanente, il Children’s Hospital di Los Angeles, UChicago Medicine e il Children’s National Hospital di Washington stanno eliminando o limitando bloccanti della pubertà e farmaci analoghi per i minori.   Negli USA circa 2,8 milioni di persone dai 13 anni in su si identificano come transgender, con la Gen Z che raggiunge il 7,6% tra chi si dichiara LGBTQ+.   Oltre al rapporto HHS, un’ampia letteratura scientifica indica che «affermare» la disforia di genere espone a pericoli gravi: oltre l’80% dei bambini la supera spontaneamente entro la tarda adolescenza, e anche una «riassegnazione» completa non riduce i tassi elevati di autolesionismo e suicidio tra chi soffre di confusione di genere.   Inchieste come quella del 2022 sulla Vanderbilt University Medical Center hanno documentato medici che promuovevano questi interventi pur consapevoli dei rischi, ammettendo in email e video che «fanno un sacco di soldi».   L’HHS ha precisato di aver invitato l’American Academy of Pediatrics e l’Endocrine Society a contribuire al rapporto, ma entrambe hanno declinato.  

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Immagine di Gage Skidmore via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic
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