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Famiglia

Proposta una «licenza» per essere genitori. Che va tolta immediatamente a quelli «omofobi»

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Renovatio 21 traduce questo articolo di Bioedge.

 

Nel Libro V della Repubblica, Platone delinea una visione utopica per l’educazione dei figli. Verranno sottratti alle loro madri e allevati in comunità da «Guardiani» in modo che non conoscano mai i loro genitori.

 

È un’idea che non muore mai veramente, come illustrato da due recenti articoli provocatori.

 

Nel Journal of Ethics and Social Philosophy, Connor Kianpour, dell’Università del Colorado a Boulder, sostiene da una prospettiva libertaria che i genitori non hanno il diritto naturale di crescere i propri figli.

 

I genitori devono dimostrare la loro idoneità alla genitorialità ottenendo una licenza. Il suo articolo è intitolato: «I bambini non stanno bene: espandere il ruolo dello Stato nella genitorialità». L’ampia bibliografia dell’articolo dimostra che si tratta di un’idea che ha già molta presa, almeno nel mondo accademico.

 

Uno dei requisiti principali per ottenere questa licenza sarebbe dimostrare che mamma o papà non siano omofobi, razzisti o sessisti. «Le licenze parentali, a differenza del sostegno pubblico alla genitorialità e del monitoraggio parentale, possono isolare i bambini dall’essere cresciuti da coloro che sono discutibilmente intolleranti, come razzisti, sessisti e omofobi».

 

A suo avviso, infatti, i genitori biologici «fortemente omofobi» non sono idonei ad allevare figli.

 

«…è improbabile che forniscano assistenza affettiva ai bambini gay, e c’è una possibilità non banale che il figlio di un omofobo possa essere gay. Se gli omofobi sono sprezzanti nei confronti delle persone gay, non sono nella posizione di manifestare amore ai loro figli gay o di essere commossi dalle particolari minacce al benessere che i bambini gay devono affrontare. In effetti, molti bambini gay con genitori omofobi non completano la scuola superiore, finiscono senza casa, sviluppano problemi di abuso di sostanze e si tolgono la vita proprio perché i loro genitori omofobi sono caregiver affettivi inadeguati».

 

Sebbene ciò possa sembrare radicale, è un’idea che si sta diffondendo nelle burocrazie di protezione dell’infanzia. Alle coppie non è consentito adottare o affidare bambini a causa delle loro opinioni sulle questioni LGBTQI+.

 

Allo stesso modo, Ming-Jui Yeh, dell’Università Nazionale di Taiwan, sostiene sulla rivista Theoretical Medicine and Bioethics che i bambini indesiderati dovrebbero essere allevati in un «Istituto Nazionale di Allevamento».

 

Le sue argomentazioni sono in gran parte utilitaristiche. I bambini possono essere indesiderati dalle loro madri, ma in un’epoca di declino demografico la società ha bisogno di loro. Spiega la sua idea come segue:

 

«Propongo che i governi concedano alle donne incinte e alle madri una possibilità irreversibile e incondizionata, una tantum, di rinunciare a tutti i loro diritti e obblighi legali associati a ciascuno dei loro figli al di sotto di una specifica età a un Istituto Nazionale di allevamento che adotta i bambini e li alleva fino all’età in cui possono esercitare pienamente i loro diritti di cittadini adulti. Io chiamo questo insieme di accordi politici “Progetto Nuovi Repubblicani”».

 

In una frase che ricorda «A Modest Proposal» di Jonathan Swift, Yeh afferma che «il progetto è ragionevole, plausibile ed eticamente preferibile allo status quo».

 

«In ogni nucleo familiare si relazioneranno tra loro come fratelli. Non conosceranno le proprie origini biologiche. Le condizioni di vita nell’Istituto saranno organizzate in modo tale che ogni bambino possa identificare un particolare membro adulto del personale dell’Istituto come suo principale caregiver, funzionando come genitore pratico del bambino in modo che l’attaccamento emotivo stabile necessario per lo sviluppo e il benessere mentale del bambino sarà stabilito. Tuttavia i “genitori” legali dei bambini sono un’astrazione della Repubblica. Cresciuti dalla Repubblica, questi bambini saranno chiamati Nuovi Repubblicani».

 

Che dire degli effetti psicologici dell’essere allevato dalla controparte contemporanea dei Guardiani di Platone? Yeh riconosce che questo sistema è tutt’altro che ideale, ma un’istituzione fornirebbe un ambiente migliore di una casa disfunzionale.

 

L’Istituto diventerebbe anche un luogo di reclutamento per il servizio pubblico e militare. E il personale dell’Istituto dovrebbe eventualmente essere selezionato tra i bambini che vi sono cresciuti. «Questo accordo fornirebbe un senso di appartenenza e soddisferebbe i bisogni emotivi personali dei Nuovi Repubblicani».

 

Un futuro incerto per le società che invecchiano rapidamente come Taiwan è un altro motivo per questi orfanotrofi. Il maggior numero possibile di bambini indesiderati dovrebbe essere salvato in modo che «qualsiasi potenziale afflusso alla popolazione derivante dalla procreazione possa essere preservato al massimo». Se i bambini venissero salvati dall’aborto, il tasso di natalità potrebbe addirittura raddoppiare.

 

Teh osserva:

 

«Considerando il numero globale di aborti legali e illegali, il progetto porterebbe risultati fenomenali. Ad esempio, secondo la Health Promotion Administration (HPA) del Ministero della Salute e del Welfare, si stima che a Taiwan si verifichino dai 220 ai 240mila aborti all’anno. Se l’80% di questi feti abortiti potesse nascere e essere adottato dall’Istituto, ciò equivarrebbe all’incirca al numero dei parti, che nel 2020 è stato di 165 mila».

 

Michael Cook

 

Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

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Famiglia

Padre di famiglia, pompiere, ha fatto scudo con il suo corpo per salvare la famiglia: ecco la vittima dell’attentato a Trump

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L’unica vittima del tentato assassinio di Donald Trump di sabato scorso, a parte l’attentatore, è un cinquantenne di nome Corey Imperatore.   Comperatore stava partecipando al raduno elettorale dell’ex presidente a Butler, Pennsylvania, con la sua famiglia, insieme a migliaia di altri fan riuniti in una serata afosa.   Quando l’attentatore ha sparato dal tetto di un edificio vicino, il signor Comperatore si è gettato sui suoi familiari per proteggerli, secondo il governatore della Pennsylvania Josh Shapiro, che pareva leggermente commosso quando ha parlato del caso alla stampa.  

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Comperatore è stato colpito alla testa ed è morto sul posto, hanno detto le autorità.   La figlia Allyson, 27 anni, ha scritto sui social che «i media non vi diranno che è morto da supereroe della vita reale. Non vi diranno quanto rapidamente ha gettato a terra mia madre e me. Non vi diranno che lui ha fatto scudo al mio corpo contro la pallottola che veniva contro di noi».  

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«Amava veramente la sua famiglia. Lui davvero ci amava abbastanza da prendere una vera pallottola per noi. E non voglio altro che piangere e dirgli grazie (…) Papà, ti voglio così bene che non ci sono abbastanza parole per esprimere quanto profondo è il mio amore (…) Lo so che Dio è orgoglioso dell’uomo che è arrivato ai suoi cancelli ieri».     Nella sparatoria sono rimasti gravemente feriti altri due partecipanti alla manifestazione.   Uno, David Dutch, 27 anni, è un veterano del Corpo dei Marine che lavorava alla Siemens. Ora è in ospedale in cura per danni al fegato e costole rotte. L’altro ferito sarebbe stato identificato in James Copenhaver, che sarebbe registrato come elettore del Partito Democratico. Una terza persona ferita nell’attacco è il nipote del deputato Ronny Jackson, un repubblicano del Texas che ha servito come medico della Casa Bianca di Trump. Il dottor Jackson ha scritto in un post su X che un proiettile ha sfiorato il collo di suo nipote.     Alla manifestazione, il dottor James Sweetland, un medico del pronto soccorso che era presente all’evento, si è precipitato ad aiutare Comperatore dopo che gli avevano sparato. Ha detto che Comperatore giaceva in una pozza di sangue e due persone lo hanno aiutato a sollevarlo su una panchina in modo che potesse eseguire la respirazione cardiopolmonare, scrive il New York Times. Un’altra persona ha fatto pressione sulla ferita di Comperatore sopra l’orecchio. Tuttavia il dottor Sweetland ha detto che non c’era polso. Due agenti della Pennsylvania State hanno aiutato a sollevare il signor Comperatore su una barella.  

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Di chiare origini italiane, il Comperatore è stato ricordato dal governatore Shapiro come una persona che andava in chiesa tutte le domeniche ed era un «accanito sostenitore» del presidente Trump. «Corey era il migliore di noi» ha detto il governatore, che è democratico.   Comperatore, due figlie di 27 e 24 anni, lavorava in un’azienda di plastica ed era un pompiere volontario, arrivando al grado di capo pompiere a in una caserma fuori Pittsburgh, era così appassionato di pesca che rifiutava di comprare il pesce al supermercato.     Era fedele di una chiesa metodista, la Cabot Church. I vicini lo definiscono come una colonna portante della comunità, ed era visto spesso sul suo tagliaerbe o in compagnia dei suoi dobermann addestrati.   In rete compaiono vari commenti che attaccano il defunto per le sue posizioni antipalestinesi. Gli osservatori goscisti lo attaccano anche per il fatto che in casa sua, diceva, si beve solo latte non pastorizzato. Comperatore è ora attaccato anche perché sospettato di avere in simpatia Vladimir Putin, o meglio, di averne di più dovendo scegliere tra il presidente russo, quello americano Biden, Hillary Clinton e la deputata Alexandra Ocasio-Cortezza.   La sua ultima interazione online sembra essere stata con Catturd, popolarissimo personaggio del Twitter trumpista.   «Cosa fate questo fine settimana» aveva chiesto Catturd. «Comizio di Trump!» aveva risposto Corey.   La pagina Gofundme per aiutare la famiglia ha raggiunto nel momento in cui scriviamo 830 mila dollari in donazioni su un obiettivo iniziale di 7000 dollari.

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Famiglia

La Russia si prepara a vietare l’ideologia «estremista» dei senza figli

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I legislatori russi hanno preparato una proposta di legge che metterebbe al bando l’ideologia «senza figli» nel Paese, ha affermato il viceministro della Giustizia Vsevolod Vukolov.

 

La promozione attiva della sterilità è diventata sempre più comune negli ultimi dieci anni ed è un’«ideologia estremista» a cui la Russia dovrebbe opporsi, ha sostenuto Vukolov giovedì in un discorso al Forum giuridico internazionale di San Pietroburgo.

 

«Stiamo ora preparando attivamente progetti di legge per prevenire la diffusione dell’ideologia child-free», ha affermato. Non si dovrebbe poter promuovere l’idea che «oggi le ragazze, soprattutto le più giovani, non hanno bisogno di partorire, possono fare a meno dei figli», ha aggiunto il funzionario.

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Dovrebbe essere creato un sistema legislativo per contrastare queste tendenze sociali negative in Russia e in altri Paesi che condividono gli stessi valori tradizionali, ha affermato il viceministro. «Queste leggi devono essere elaborate e promosse. E devono diventare gli strumenti per proteggere i nostri valori. Questo è il compito principale», ha spiegato il funzionario di Mosca.

 

Parlando ai giornalisti dopo il suo discorso, il Vukolov ha confermato che è stata presentata al Parlamento russo una proposta di legge che proibisce la promozione di uno stile di vita senza figli. La legislazione sarà ora studiata da esperti del settore, ha aggiunto.

 

Come riportato da Renovatio 21, il disegno di legge contro il movimento dei senza figli era stato presentato l’anno passato dal focoso parlamentare russo Vitalij Milonov.

 

Il ministero della Giustizia reagirà quando saranno presentate «proposte concrete», ha sottolineato, aggiungendo che lo Stato non dovrebbe agire solo attraverso i divieti, ma anche fare di più per creare condizioni sociali che incoraggino le coppie ad avere figli.

 

Come riportato da Renovatio 21, a novembre dell’anno scorso, la Corte Suprema russa ha messo fuori legge il «movimento pubblico internazionale LGBTQ» nel Paese, definendolo un’organizzazione estremista. La manovra faceva a una legge che proibisce le operazioni di cambio di sesso, firmata dal presidente russo Vladimir Putin all’inizio del 2024.

 

La Russia si è mossa anche per impedire le adozioni transfrontaliere di bambini russi verso Paesi pro-transgender, cioè, in una parola, nelle nazioni NATO.

 

A febbraio, l’agenzia statale di statistica Rosstat ha rivelato che nel 2023 in Russia sono nati solo 1,264 milioni di bambini, il numero più basso dal 1999. Secondo le previsioni dell’agenzia, i tassi di natalità inizieranno a crescere solo dopo il 2028. Entro il 2046, si prevede che la popolazione russa scendere a 138 milioni.

 

Durante un discorso all’Assemblea federale a febbraio, il presidente Putin ha affermato che «una famiglia numerosa con molti bambini dovrebbe diventare la norma, la filosofia della vita sociale, la linea guida dell’intera strategia dello Stato». Secondo il presidente della Federazione russa, nei prossimi sei anni, la popolazione dovrebbe raggiungere un aumento sostenibile del tasso di natalità.

 

La sentenza della Corte è arrivata pochi giorno dopo che Putin, rispondendo ad una domanda del regista serbo Emir Kusturica durante un evento culturale a San Pietroburgo, aveva fatto un discorso di apparente apertura nei confronti della «cultura LGBT».

 

Negli ultimi anni, la Russia ha progressivamente inasprito la propria legislazione volta a contrastare la diffusione della cosiddetta «ideologia LGBT». Nel 2013, il Paese aveva vietato la diffusione di tale propaganda tra i minori, estendendo la misura agli adulti lo scorso dicembre.

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In passato Putin aveva fatto battute sull’ambasciata USA a Mosca che a giugno aveva issato alla finestra la bandiera arcobaleno. «Lasciateli festeggiare» aveva sorriso davanti a chi gli indicava il fenomeno. «Hanno mostrato qualcosa sulle persone che lavorano lì».

 

Come riportato da Renovatio 21, il governo russo la scorsa estate ha progettato la creazione un nuovo istituto psichiatrico dedicato allo studio, tra le altre cose, del comportamento delle persone LGBT e delle questioni relative ai ruoli e all’identità di genere.

 

La Russia, come percepibile nei discorsi al Club Valdai del presidente Putin (che ha paragonato, ad esempio, il gender al coronavirus), sta offrendo una certa resistenza al processo di omotransessualizzazione del pianeta, e con essa anche vari Paesi africani – gli stessi divenuti teatro, in questi giorni, da improvvisi, sanguinari attacchi terroristici che non si vedevano da decenni.

 

La questione della tendenza americana delle «famiglie» child-free emergeva come uno dei punti salienti di uno sketch russo che circolava circa due anni fa all’inizio del conflitto.

 

Nel video una famiglia russa si trovava in aereo verso gli USA quando veniva assalita dalla realtà della condizione della società americana, tra matrimoni omosessuali, obbligo di deferenza verso gli afroamericani e la presenza di persone appartenenti all’ideologia dei «senza figli» (detti anche DINKS, «dual income no kids», doppio stipendio nessun figlio), che si offendevano per la presenza dei bambini della coppia e pretendevano dunque che cambiassero di posto.

 

Russians propaganda mocking those leaving Russia for America
byu/kankirchele ininterestingasfuck


«Perdonaci Madre Russia!» è l’ultima cosa che la famiglia di aspiranti expat russi dice nel video tentando di gettarsi dal portellone dell’aereo in volo.

 

Come riportato da Renovatio 21, nel discorso di fine anno Putin ha dichiarato che il 2024 sarà l’«anno della famiglia».

 

Due mesi fa, nel discorso di inizio mandato dopo le elezioni, Putin ha detto che per la sua presidenza «la massima priorità è la preservazione del popolo», citando, oltre all’importanza della patria, del progresso e della potenza, anche quella della tradizione e della famiglia.

 

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Famiglia

La Camera bassa delle Filippine approva la legge sul divorzio

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Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.   Il provvedimento ha avuto 126 voti a favore e 109 contrari. Per diventare legge dello Stato occorre ancora l’approvazione del Senato. In nome della propria Costituzione che tutela la famiglia le Filippine sono l’unico Paese a non avere questo istituto nella propria legislazione. La Chiesa cattolica contraria alla legge su cui si discute da anni.   Il 22 maggio, la Camera dei rappresentanti, la camera bassa del Parlamento filippino, ha approvato in seconda lettura la legge sul divorzio. La proposta n. 9349 ha ricevuto i voti favorevoli di 126 deputati, mentre 109 si sono opposti e 20 si sono astenuti, secondo quanto dichiarato dal Segretario generale della Camera Reginald Velasco.   Conosciuta come «Legge sul divorzio assoluto», la proposta mira a riconoscere l’istituto del divorzio nel Paese che attualmente riconosce il matrimonio come indissolubile, riconoscendo solo la nullità decretata dai tribunali canonici nei casi di gravi lacune nel vincolo. Le Filippine attualmente sono l’unico Paese del mondo (insieme al Vaticano) a non prevedere il divorzio nella propria legislazione in nessuna forma.   Per diventare legge dello Stato occorre ancora l’approvazione del Senato filippino. Se la legge dovesse essere approvata anche dall’altro ramo del Parlamento, i coniugi potranno presentare la domanda di divorzio se separati da almeno cinque anni. La proposta prevede comunque tra la presentazione della domanda e la sentenza un ultimo tempo di 60 giorni per una possibile conciliazione.   Il disegno di legge cita come possibilità motivazioni anche la violenza fisica o la condotta gravemente abusiva diretta contro il firmatario, un figlio comune o il figlio del firmatario; la violenza fisica o la pressione morale per costringere il firmatario a cambiare affiliazione religiosa o politica; la tossicodipendenza o l’alcolismo abituale o il gioco d’azzardo cronico; l’omosessualità.   Il tema è oggetto di discussione da anni nel Paese: già nel 2018 la Camera aveva approvato un provvedimento analogo, ma in quel caso il Senato non completò l’iter legislativo.   La Costituzione filippina del 1987 contiene una sezione che dichiara: «Il matrimonio come istituzione sociale inviolabile è il fondamento della famiglia e deve essere protetto dallo Stato».   E la Chiesa cattolica filippina ha più volte espresso la sua contrarietà. Il vescovo del vicariato apostolico di Taytay, Palawan, mons. Broderick Pabillo, presidente della Commissione episcopale per i laici già nel 2021 espresse preoccupazione davanti a questo disegno di legge «perché i legislatori dovrebbero sostenere le famiglie». Già in precedenza l’arcivescovo di Lingayen-Dagupan, mons. Socrates Villegas, nel 2015 quando era presidente della Conferenza episcopale dichiarò che «un matrimonio fallito non è motivo di divorzio».   Nel dibattito alla Camera dei rappresentanti la deputata Arlene Brosas del «Partito delle donne Gabriela» ha sostenuto che «il divorzio è una scelta basata sui diritti: il diritto di unirsi in matrimonio deve includere anche il diritto di uscirne».   Il deputato Edcel Lagman, tra i promotori del disegno di legge, ha sostenuto che la legge proibirebbe comunque i «divorzi lampo». Ha detto di rispettare le opinioni contrarie «basate sul loro credo religioso, sul timore dei vescovi e sulla necessità di evitare il dispiacere dei rispettivi coniugi», ma a ha comunque annunciato che verrà immediatamente lanciata una campagna per l’approvazione anche al Senato.   Al contrario, il deputato Rufus Rodriguez si è espresso con «un forte e sonoro no alla legge sul divorzio», sostenendo che il provvedimento violerebbe la Costituzione filippina.   Invitiamo i lettori di Renovatio 21 a sostenere con una donazione AsiaNews e le sue campagne. Renovatio 21 offre questo articolo per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

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