Famiglia
Il discorso di fine anno di Putin: il 2024 come «anno della Famiglia»
Renovatio 21 pubblica il discorso di fine anno del presidente della Federazione Russa Vladimiro Putin.
Cittadini russi, amici,
Diamo l’addio al 2023. Molto presto entrerà nella storia e dovremo andare avanti, creare il futuro.
Abbiamo lavorato molto duramente e ottenuto molto nell’ultimo anno. Siamo stati orgogliosi dei nostri risultati comuni e felici dei nostri successi. E siamo stati fermi, proteggendo gli interessi nazionali, la nostra libertà, sicurezza e i nostri valori che continuano a fornirci una base incrollabile.
E la cosa principale che ci unisce è il destino della Patria. C’è una profonda comprensione dell’estrema importanza del periodo storico che la Russia sta attraversando, degli obiettivi di vasta portata che la società si trova ad affrontare e della colossale responsabilità che ognuno di noi sente nei confronti della Patria.
Siamo acutamente e chiaramente consapevoli di quanto dipenda da noi durante questo periodo, dal nostro atteggiamento positivo e dalla nostra aspirazione a sostenerci a vicenda nelle parole e nei fatti.
Il lavoro per il bene collettivo ha unito la società. Siamo uniti nei nostri pensieri, nei nostri compiti e nel combattimento, sia sul lavoro che nei giorni liberi, mostrando le caratteristiche principali del popolo russo: solidarietà, misericordia e fermezza.
Vorrei rivolgermi al nostro personale militare, a tutti coloro che sono in servizio, che sono in prima linea nella lotta per la verità e la giustizia. Siete i nostri eroi. I nostri cuori sono con voi. Siamo orgogliosi di voi e ammiriamo il vostro coraggio.
So bene che ora sentite l’amore delle persone a voi più vicine e care, il sostegno potente e sincero di milioni di cittadini russi, il sostegno di tutto il popolo.
Abbiamo dimostrato più e più volte che siamo in grado di affrontare i compiti più difficili e non ci tireremo mai indietro perché non c’è forza che possa dividerci, farci dimenticare la memoria e la fede dei nostri padri, o fermare il nostro sviluppo.
Amici,
In ogni momento, le celebrazioni del nuovo anno sono state associate a brillanti speranze e al desiderio più sincero di portare gioia ai propri cari.
Il prossimo anno 2024 è stato dichiarato l’Anno della Famiglia nel nostro Paese. E una famiglia veramente grande è sicuramente una famiglia in cui i figli crescono, dove i genitori ricevono attenzione e vengono trattati con cordialità e cura, e dove tutti si amano e si rispettano a vicenda.
La devozione alla Patria è alimentata attraverso l’affinità di tutte le generazioni e l’amore per la casa.
Desidero porgere a tutte le famiglie russe i miei migliori auguri per il nuovo anno. Dopotutto, la storia della nostra enorme, meravigliosa e amata Patria è modellata dalla storia di ogni famiglia. Noi – il popolo multinazionale della Russia – decidiamo e creiamo il suo destino.
Siamo un Paese, una grande famiglia. Garantiremo lo sviluppo costante della Patria, il benessere dei nostri cittadini e diventeremo ancora più forti.
Siamo insieme. E questa è la garanzia più affidabile per il futuro della Russia.
Buon anno amici! Buon 2024!
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Bioetica
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Famiglia
L’Irlanda vota per mantenere il linguaggio «sessista» nella sua Costituzione
Gli elettori irlandesi hanno respinto a stragrande maggioranza la proposta di rivedere la definizione di famiglia nella Costituzione del Paese e di rimuovere la menzione dei «doveri domestici» delle donne. Sia il governo che i partiti di opposizione hanno sostenuto che il testo attuale contiene un linguaggio antiquato e sessista sulle donne e sul loro ruolo nella società.
Venerdì si è svolto il referendum in materia, in significativa concomitanza con la Giornata internazionale della donna.
Agli elettori è stata offerta la possibilità di espandere la tutela costituzionale delle famiglie per includere quelle fondate su «relazioni durevoli» diverse dal matrimonio. È stato anche proposto loro di eliminare la clausola sul dovere dello Stato di «garantire che le madri non siano costrette, per necessità economica, a impegnarsi nel lavoro trascurando i loro doveri domestici».
Secondo i risultati ufficiali diffusi sabato sera, il 67,7% ha votato contro la ridefinizione della famiglia, mentre quasi il 74% ha respinto la rimozione della clausola dei «doveri domestici».
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«Penso che sia chiaro in questa fase che i referendum sull’emendamento sulla famiglia e sull’emendamento sull’assistenza sono stati sconfitti», ha detto sabato il primo ministro di origine indiana Leo Varadkar, il primo premier irlandese gay dichiarato, in una conferenza stampa a Dublino, ammettendo che le autorità non sono riuscite a convincere la maggioranza dell’opinione pubblica.
In precedenza aveva sostenuto che il voto per il «no» sarebbe stato «un passo indietro» per i diritti delle donne e aveva criticato «il linguaggio molto antiquato e molto sessista» della costituzione. Anche il vice primo ministro Micheal Martin ha espresso la sua frustrazione per i risultati, ma ha sottolineato che il governo li «rispetta pienamente».
Secondo i media irlandesi, la formulazione vaga degli emendamenti, i problemi di comunicazione e la campagna poco brillante sono stati tra i motivi per cui la gente ha votato «no».
Adottata nel 1937, la costituzione irlandese è stata fortemente influenzata dalla Chiesa cattolica e, secondo i critici, riflette posizioni conservatrici sulle questioni sociali.
Nell’ultimo decennio, tuttavia, il Paese ha legalizzato i matrimoni tra persone dello stesso sesso e ha abrogato il divieto quasi totale di aborto, dopo una campagna finanziata ampiamente da potentati economici internazionali interessati per qualche ragione a introdurre il figlicidio anche nella terra di San Patrizio.
Come riportato da Renovatio 21, ora il 95% delle donne irlandesi uccide il proprio figlio nel grembo materno se i test indicano che il bambino potrebbe avere la sindrome di Down.
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Immagine di pubblico dominio CCo via Wikimedia
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