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Terrorismo

Pakistan, almeno 70 i morti nella «caccia ai punjabi» dei gruppi separatisti

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Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

Le vittime identificate e uccise per motivi etnici nell’ambito dello scontro con il governo di Islamabad. Il primo ministro Sharif promette una risposta risoluta al terrorismo. Padre Khalid Rashid Asi: «colpite indiscriminatamente persone innocenti». Il giornalista Arif Khattak: azione che «non ha nulla a che fare con i diritti del popolo baluci».

 

«Lo Stato non è riuscito a ottenere la pace nel Paese. L’Esercito di liberazione del Baluchistan ha compiuto incidenti terribili nella provincia, che non solo sono condannabili, ma se parlo sinceramente il mio cuore piange dopo aver visto i corpi morti di persone innocenti».

 

Così padre Khalid Rashid Asi commenta ad AsiaNews l’attacco di domenica sera compiuto nella località di Rarasham, vicino al confine fra Baluchistan e Punjab, nel quale sono state assassinate 23 persone provenienti dal Punjab.

 

La violenza, rivendicata dal BLA, non è stata l’unica. Infatti, in diversi attacchi simultanei, sono morte oltre 70 persone (tra le quali 10 a Qalaat, a Sibbi 6, a Moosa Khel 23 punjabi), stando a quanto sostiene l’esercito separatista.

 

«Hanno ucciso 23 innocenti punjabi dopo l’identificazione; questo dimostra che i loro cuori sono pieni di odio verso i punjabi. Questo odio razziale e questa discriminazione sono molto pericolosi», aggiunge padre Khalid Rashid Asi.

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Non si sono fatte attendere le dichiarazioni del primo ministro Shehbaz Sharif, il quale oggi ha affermato che è necessario adottare una «decisione risoluta» per combattere il terrorismo dilagante nella regione. «Non c’è spazio per la debolezza», ha aggiunto in una riunione di gabinetto federale a Islamabad, esortando l’unità della nazione per affrontare questo momento di crisi.

 

Negli scontri con le forze di sicurezza, anche 12 terroristi sono stati uccisi fino a ieri sera e molti sono i feriti. Decine di militanti affiliati al BLA hanno preso parte ai numerosi attacchi. Nella provincia la situazione è attualmente terribilmente instabile e grave. Lo stesso giorno, il traffico ferroviario con Quetta è stato sospeso a seguito di esplosioni su un ponte ferroviario nella città di Bolan, che collega la capitale provinciale al resto del Pakistan.

 

Arif Khattak, giornalista e scrittore, ha dichiarato: «il modo in cui l’Esercito di Liberazione del Baluchistan ha iniziato a uccidere persone innocenti in nome dell’identità punjabi, ha dimostrato che non ha nulla a che fare con i diritti del popolo baluci».

 

Rivolgendosi quindi ai terroristi, che negli attacchi delle ultime ore hanno preso di mira personale di sicurezza e civili principalmente provenienti dal Punjab, prendendo d’assalto le stazioni di polizia, facendo saltare in aria i binari ferroviari e dando fuoco a decine di veicoli, ha affermato che non stanno combattendo solo contro le istituzioni statali, ma che hanno trasferito questa lotta alle masse innocenti e alle loro case.

 

«Avete perso i vostri valori morali. Ora siete entrati nella lista dei peggiori nemici del Baluchistan», ha detto. Rimarcando quanto le azioni di questi gruppi armati che lottano contro il governo pakistano poco centrino con il desiderio di autonomia e indipendenza della provincia, fra le più povere del Pakistan, e l’autodeterminazione della popolazione baluci.

 

Si tratta del secondo attacco di questa natura quest’anno.

 

Ad aprile, nove passeggeri sono stati scaricati da un autobus vicino alla città di Noshki in Baluchistan e e uccisi a colpi di arma da fuoco dopo che uomini armati hanno controllato le loro carte d’identità. Spesso le persone del Punjab lavorano in interventi di sfruttamento delle risorse naturali della regione, solitamente organizzati dal governo centrale del Pakistan, e sono per questo un obiettivo frequente degli attacchi dei separatisti.

 

«Il nostro esercito pakistano dovrebbe prendere il controllo e consegnare questi terroristi alla giustizia. Sembra che non si riesca a costruire la pace nella provincia», continua padre Khalid Rashid Asi. Secondo lui il principale problema è un conflitto anzitutto culturale, e di interessi.

 

«Con questo tipo di attività terroristiche l’Esercito di Liberazione del Balucistan sta mettendo la gente contro di loro e la gente ha iniziato a odiarli. Vogliamo la pace nel nostro Paese, quindi il nostro Stato dovrebbe svolgere il suo ruolo e prendere provvedimenti concreti per questa causa», conclude.

 

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Renovatio 21 offre questo articolo per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

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Terrorismo

Jihadisti francesi attaccano le forze governative siriane

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Le nuove autorità siriane hanno lanciato un’ampia operazione militare contro le forze jihadiste straniere rimaste nella provincia nord-occidentale di Idlib, con particolare attenzione ai militanti di origine francese.   Il governo damasceno ha dichiarato che questi gruppi, che in passato hanno contribuito a rovesciare l’ex presidente Bashar Assad, costituiscono ora una minaccia alla sicurezza.   Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani (SOHR), con sede nel Regno Unito, gli scontri sono scoppiati durante un assalto notturno delle forze governative a un campo noto come «campo francese» nella città di Harem, a ovest di Idlib. Entrambe le parti avrebbero subito perdite, ma il numero esatto di vittime non è stato confermato. Almeno due jihadisti sono stati catturati. Secondo le autorità, il campo sarebbe gestito da combattenti stranieri guidati da Omar Omsen, un cittadino francese di origini senegalesi.   Il Servizio di Sicurezza Generale siriano ha specificato che l’obiettivo era arrestare Omsen e ripristinare la stabilità nella regione. Un canale Telegram legato ai jihadisti ha diffuso una dichiarazione del loro leader, che accusava il governo di collaborare con gli Stati Uniti e una «coalizione internazionale» per eliminare i militanti stranieri in Siria, minacciando Damasco di rappresaglie jihadiste e citando il supporto di altri gruppi militanti stranieri.  

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Un articolo del Washington Post dello scorso maggio riferisce che il governo del presidente ad interim Ahmed al-Sharaa, precedentemente conosciuto come il terrorista jihadista al-Jolani, legato ad al-Qaeda e ISIS, sta affrontando minacce dalle stesse forze che lo hanno insediato al potere a novembre.   Secondo un rapporto di Le Monde del 2023, circa 200 cittadini francesi, tra combattenti e loro familiari, si sono stabiliti a Idlib dopo il collasso dello Stato Islamico nel 2019, descritti come «jihadisti francesi irriducibili».   Il WaPo a maggio riportava che «militanti sunniti estremisti» hanno compiuto stragi di alawiti sulla costa siriana a marzo, causando almeno 1.300 morti, con altre migliaia morti nei mesi successivi.   Come noto, anche i cristiani sono oggetto di continue violenze assassine e genocide da parte dei takfiri jihadisti che perseverano nella loro opera di cruenta persecuzione, tra esecuzioni di donne cristiane e bombe nelle chiese, mentre diviene sempre più chiaro che la sharia è l’unica legge del Paese un tempo laico.   Alcuni di questi gruppi jihadisti hanno poi rivolto la loro ostilità contro al-Jolani, specialmente dopo il suo incontro con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che ha portato alla rimozione delle sanzioni contro la Siria, ma lo ha fatto apparire come un «infedele» agli occhi dei radicali.  

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Terrorismo

Episodio di terrorismo a Belgrado

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Il presidente serbo Aleksandar Vucic ha descritto la sparatoria di mercoledì vicino all’Assemblea nazionale di Belgrado come un «terribile attacco terroristico». Un uomo di 70 anni avrebbe aperto il fuoco nella capitale serba e dato fuoco a una tenda.

 

L’autore, identificato come Vladan Andelkovic, è stato arrestato. Secondo i resoconti, ha ferito un uomo di 57 anni, Milan Bogdanovic, sparandogli e ha poi incendiato una tenda dei sostenitori del presidente Vucić davanti all’Assemblea nazionale. Kurir ha riportato che il sospettato ha anche gettato munizioni tra le fiamme.

 

La vittima, colpita alla coscia, non ha subito ferite gravi. I vigili del fuoco hanno domato l’incendio, mentre la polizia ha isolato l’area e avviato un’indagine.

 

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In un discorso televisivo, Vucic ha condannato l’episodio come un «attacco terroristico contro persone e proprietà», dichiarando che il sospettato aveva acquistato benzina per appiccare intenzionalmente il fuoco alla tenda, con l’obiettivo di seminare paura. Vučić ha mostrato un video in cui Andelkovic afferma di aver agito con intenti suicidi: «L’occupazione del centro città mi infastidisce. Ho dato fuoco alla tenda con la benzina», si sente nella registrazione.

 

«Volevo che mi uccideste perché non posso più vivere», ha aggiunto l’uomo.

 

Tuttavia, Vucic ha suggerito che l’uomo potrebbe aver «finto di essere pazzo», sottolineando che il suo passato nelle forze di sicurezza indica una piena consapevolezza delle sue azioni. «Questa persona e i suoi eventuali complici saranno puniti severamente», ha promesso.

 

Il presidente ha poi invitato a evitare reazioni impulsive: «Ho visto la rabbia causata da questo episodio, alcuni oppositori dei bloccanti vogliono radunarsi, ma chiedo loro di non farlo. La vendetta non porta a nulla di buono. Non deve esserci vendetta, e metto in guardia tutti dal cercarla».

 

 

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Terrorismo

Preparavano un altro attentato a Trump?

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Il direttore dell’FBI Kash Patel ha dichiarato domenica 19 ottobre a Fox News che i Servizi Segreti (USSS) hanno individuato una «postazione di caccia» con vista diretta sull’uscita dell’Air Force One del presidente Donald Trump presso l’aeroporto internazionale di Palm Beach. L’FBI sta collaborando con l’USSS e le forze dell’ordine della contea di Palm Beach per le indagini.   Il Patel ha riferito che, fino a ieri, nessuna persona è stata vista o associata alla postazione sopraelevata. Secondo una fonte anonima delle forze dell’ordine citata da Fox, la postazione, situata su un ramo d’albero, sembra essere stata preparata «mesi fa».     Tuttavia, il capo delle comunicazioni dell’USSS, Anthony Guglielmi, ha precisato che gli agenti hanno scoperto la postazione giovedì 16 ottobre durante i «preparativi di sicurezza avanzati» per l’arrivo di Trump a Palm Beach. «Non ci sono state ripercussioni sui movimenti e nessuna persona era presente o coinvolta nel luogo», ha dichiarato Guglielmi a Fox News.   «Sebbene non possiamo fornire dettagli sugli oggetti specifici o sul loro scopo, questo incidente evidenzia l’importanza delle nostre misure di sicurezza a più livelli», ha aggiunto. SOSTIENI RENOVATIO 21
 
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