Essere genitori
Nilde Iotti, Cicciolina, la famiglia. Da Togliatti al “caso Bibbiano”
Ho letto che sulla TV nazionale è andato in onda in settimana un tele-santino su Nilde Iotti. Che il PD avesse voglia di fare una bella fiction agiografica sulla giunonica, eterna dama del PCI, lo capiamo; che l’alleato a 5 stelle sentisse l’esigenza di spendere qualche milione per ricordare eroicamente una che in parlamento ci è stata 53 anni filati – altro che casta! – lo capiamo meno.
La Iotti fu lungamente Presidente della Camera: l’hanno seguita Scalfaro, la Pivetti, Pierferdi Casini, Fico. Insomma, sulla terza carica dello Stato forse c’è da fare qualche riflessione.
I commentatori di destra si sono scaldati. Hanno ricordato che per far posto alla Iotti il Migliore mandò a Mosca la vera moglie Rita «Marisa» Montagnana e il figlio schizofrenico e a tratti autistico – e capite che Mosca, specie all’epoca, non aveva i manicomi migliori del mondo, anzi vi ci mettevano, oltre che gli psicotici, i dissidenti – per piegarne la psiche con l’orrore dell’internamento. La Montagnana era una combattente vera, che aveva partecipato anche alla Guerra Civile spagnuola. Mentre fino agli ultimi anni della guerra Nilde aveva la tessera del Partito Nazionale Fascista.
Qualcuno ha ricordato che Nilde aveva quasi trent’anni (27 per l’esattezza) meno di Palmiro. Mutatis mutandis, una situazione che oggi, quando vediamo il vecchio imprenditore abbiente con la ragazza molto più giovane, porterebbe a sussurri malevoli sulla cosiddetta «moglie-trofeo».
Si è rammentato che i due amanti brindarono quando i carri armati sovietici entrarono a Budapest nel 1956 per schiacciare quella che Togliatti chiamava «reazione clerico-fascista». E poi: gli elogi sperticati a Stalin (del resto, ben premiati: sul Volga ancora oggi vi è una città che si chiama come l’amante della Iotti, Tolyatti che qualcuno da noi chiama erroneamente «Togliattigrad»), il rifiuto di aiutare i soldati italiani prigionieri nei campi di concentramento sovietici («il sacrificio dei soldati dell’ ARMIR nei lager di Stalin è un antidoto al fascismo», scriveva in una lettera, aggiungendo beffardo che «sono umanitario quanto può esserlo una dama della Croce rossa»). E via dicendo: il catalogo delle mostruosità politiche del Migliore è denso assai.
Tuttavia non è la cifra di politica, gossip e geopolitica (il gossip spesso è sia politica che geopolitica) che mi interessa qui discutere. Vorrei qui abbozzare una riflessione diversa, che riguarda la famiglia.
Togliatti ed Engels contro la famiglia
Perché se Togliatti è stato il padre del moderno PCI, cioè la radice del PD, è importante cercare di capire come egli intendesse la famiglia.
Qui il discorso si fa ambiguo: perché tutti sapevano della situazione scabrosa che viveva il fiduciario di Stalin in Italia – che consumava con l’onorevole concubina addirittura in una garçonniere all’ultimo piano della sede del partito in via Botteghe Oscure; per lo più, da quel che mi par di capire, la linea del partito era però opposta. Il cittadino comunista doveva esprimere morigeratezza, avere una vita famigliare lineare, persino sposandosi, quando possibile, in Chiesa.
Un tempo il cittadino comunista doveva esprimere morigeratezza, avere una vita famigliare lineare, persino sposandosi, quando possibile, in Chiesa
La devianza, all’epoca non era ammessa. Di qui l’ostracismo riservato a Pier Paolo Pasolini, che oltre che omosessuale era sospettato di pedofilia, visto che già nel 1949 subì in Friuli un processo con l’imputazione di atti osceni in luogo pubblico e di corruzione di minore.
L’ideale famigliare comunista, quantomeno agli inizi, era, insomma, borghese: sicuramente, era una tattica del tipo Invasione degli Ultracorpi: conquisteremo il mondo avanzando impercettibilmente nella normalità.
Tuttavia, oltre che negli amori nel sottotetto di Botteghe Oscure, qualcos’altro di poco famigliare era innestato nei gangli più interiori del partito.
Perché il Comunismo, e quindi anche il Comunismo italiano, deriva dal Manifesto del Partito Comunista. Il quale non è stato solo scritto da Carlo Marx, ma anche da Federico Engels. È naturale quindi che in ambito PCI militanti ed elettori forse qualche pagina del dimenticato Engels se la siano letta.
Per esempio potrebbero essersi imbattuti ne L’origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato (1984). Dove l’amore per l’istituto della famiglia, quello previsto dalla «Costituzione più bella del mondo» non era esattamente percettibile.
«La moderna famiglia singola è fondata sulla schiavitù domestica della donna, aperta o mascherata, e la società moderna è una massa composta nella sua struttura molecolare da un complesso di famiglie singole» scrive Engels.
«La moderna famiglia singola è fondata sulla schiavitù domestica della donna, aperta o mascherata, e la società moderna è una massa composta nella sua struttura molecolare da un complesso di famiglie singole» scrive Engels.
«L’emancipazione della donna ha come prima condizione preliminare la reintroduzione dell’intero sesso femminile nella pubblica industria, e che ciò richiede a sua volta l’eliminazione della famiglia monogamica in quanto unità economica della società».
In nuce, c’è moltissimo di quello che poi sarebbe accaduto nel XX e nel XXI secolo: il gender come lotta contro la struttura dei sessi, la propulsione verso la promiscuità, la rivolta contro il patriarcato (quella di cui parlano certi indagati nel «caso di Bibbiano»), il femminismo vero e proprio.
Sopra ogni cosa: è ben visibile il programma di distruzione della famiglia.
Togliatti, più che marxista, era engelsiano: le sue donne lavoravano (come agenti comuniste o come deputate); la monogamia l’aveva sepolta da mo’; aveva scomposto la molecola della sua famiglia al punto da abbandonare suo figlio pazzo in un altro continente. (Per la cronaca, Aldo Togliatti è morto a Modena 8 anni fa a Villa Igea, un manicomio di Modena, nella regione dove le «via Togliatti» abbondano, nel Paese la cui TV di Stato dedica uno sceneggiato all’amante del padre).
«L’emancipazione della donna ha come prima condizione preliminare la reintroduzione dell’intero sesso femminile nella pubblica industria, e che ciò richiede a sua volta l’eliminazione della famiglia monogamica in quanto unità economica della società» Friedrich Engels
Palmiro Togliatti emancipò così tanto la donna da far abortire Nilde, che qualcuno dice invece volesse tenere il bambino. Il piccolo fu invece sacrificato all’altare della ragion politica.
Ad eseguire il feticidio fu il medico personale di Togliatti, Mario Spallone, dentro alla sua Villa Gina, dove prima della legge 194 già aveva praticato centinaia di aborti «come missione politica… Era un servizio sociale».
Feticidi di massa nello Stato parallelo comunista. Non che gli avversari democristiani prendessero sul serio questi omicidi seriali, all’epoca illegali: Alberto Sordi, si dice, ispirerà il suo Dottor Guido Tersilli proprio a Spallone.
Famiglia, psichiatria e PCI
Dinanzi allo scandalo di Bibbiano, in attesa di processo e sentenze che acclarino i fatti, mi sono chiesto ripetutamente se vi fosse, all’interno della linea ideologica che va dal PCI al PD, non solo un pensiero definito riguardo l’istituto familiare, ma, più materialmente, una vera e propria linea psichiatrica che la definisse concettualmente.
Esiste, all’interno della linea ideologica che va dal PCI al PD, un pensiero definito riguardo l’istituto familiare e una sua tradizione psichiatrica?
È stato immerso nella politica, tramite la moglie Franca Ongaro eletta senatrice tra le fila del PCI con Sinistra Indipendente, il celebratissimo Franco Basaglia, lo psichiatra che dovremmo ringraziare per la legge sua omonima che prevedeva la chiusura dei manicomi. Lo psichiatra, ça va sans dire, ha avuto anche lui qualche anno addietro la sua mini-serie agiografica a spese del contribuente, C’era una volta la città dei matti, con protagonista Fabrizio Gifuni, cioè il figlio dell’ex ministro ed ex Segretario Generale della Presidenza della Repubblica Gaetano Gifuni. È proprio il caso di dire: sono fiction di Stato.
Basaglia era il fronte italiano di una «scuola» internazionale di medici dell’epoca che prese il nome di «antipsichiatria» per la quale la famiglia era una istituzione di violenza, vera responsabile delle malattie mentali
Il dottor Basaglia era il fronte italiano di una «scuola» internazionale di medici dell’epoca che prese il nome di «antipsichiatria». Per gli antipsichiatri (Ronald Laing, David Cooper, Thomas Szasz) la famiglia era una istituzione di violenza, vera responsabile delle malattie mentali: i testi dell’Antipsichiatria sono talvolta chiari già dal titolo, come nel caso di Normalità e follia nella famiglia di Laing e La famiglia che uccide di Morton Schatzman. La famiglia era, per usare i loro termini, «schizogena»: la schizofrenia veniva dalla vita con mamma e papà e fratelli.
Scriveva Basaglia mostrando tutto il fondo marxista (lotta di classe, vittime della sopraffazione, etc.) del suo sentire: «l’unica possibilità che ci resti è di conservare il legame del malato con la sua storia – che è sempre storia di sopraffazioni e di violenze – mantenendo chiaro da dove provenga la sopraffazione e la violenza».
Completa il suo pensiero un ulteriore papavero dell’antipsichiatria italiana, Giovanni Jervis nel suo Manuale critico di psichiatria, dove alle pagine 84-85 è proclamato:
«La famiglia nucleare è la macchina che costantemente fabbrica e riproduce forza-lavoro, sudditi consumatori, carne da cannone, strutture di ubbidienza al potere; e anche nuovi individui condizionati in modo tale da ricostituire nuove coppie stabili, procreare altri figli, ricreare altre famiglie, e così perpetuare il ciclo».
«La famiglia nucleare è la macchina che costantemente fabbrica e riproduce forza-lavoro, sudditi consumatori, carne da cannone, strutture di ubbidienza al potere; e anche nuovi individui condizionati in modo tale da ricostituire nuove coppie stabili, procreare altri figli, ricreare altre famiglie, e così perpetuare il ciclo» Giovanni Jervis
Jervis, che aveva letto assiduamente la triade Marx-Lenin-Mao Zedong, era figlio di un direttore all’Olivetti, un partigiano decorato: vera aristocrazia goscista. Ma la famiglia non gli piaceva lo stesso:
«Gran parte dei disturbi mentali nascono proprio da queste contraddizioni; la famiglia contemporanea, nel momento stesso in cui comincia a non funzionare più, continua a fabbricare e condizionare dei bambini che le si rivolteranno contro, o che non riuscendo a rivoltarsi diventeranno nevrotici o psicotici; oppure cittadini conformisti, soddisfatti della loro mortale ubbidienza, mediocrità e normalità».
Se non si distrugge la famiglia, dicono gli psichiatri di sinistra, avremo una società di psicotici, oppure, ancora, peggio di lettori di Repubblica – anzi no, scusate, di «cittadini conformisti» e mediocri, si diceva.
Questa cosa della famiglia violenta è rimasta negli anni. Chi scrive ricorda gli annunci ripetuti all’altoparlante ad una Festa di Rifondazione Comunista nei primi anni 2000, dove l’imbonitrice megafonata raccomandava al pubblico di sciamare verso la conferenza che stava per iniziare la conferenza «Da Cogne a Novi Ligure: la famiglia è posto pericoloso». Chiaro, due casi ravvicinati, tremendi, offrivano il destro alla teoria della famiglia come «istituto di violenza».
Se non si distrugge la famiglia, dicono gli psichiatri di sinistra, avremo una società di psicotici, oppure, ancora, peggio di «cittadini conformisti» e mediocri
Dal 2006-2008 viene eletto in parlamento per il Partito dei Comunisti Italiani il professor Luigi Cancrini. In una intervista di qualche mese fa, riporta una lettera di un avvocato a Il Foglio, «il professor Cancrini difende [Claudio] Foti “che ha grandi meriti” e a cui secondo lui può semmai essere addebitato “un entusiasmo da lavoro” e un eccesso di sensibilità agli “accenni del bambino”».
Abbiamo appreso dal reportage di La7 sul «caso Bibbiano» che Cancrini starebbe scrivendo ora un libro con Foti.
Cicciolina trova Togliatti
Il boccaccesco peccato di adulterio Togliatti-Iotti, segreto di Pulcinella della Repubblica semicomunista italiana, divenne acqua fresca con il 1968 e l’avvento della cosiddetta «liberazione sessuale», cioè quando la promiscuità e la devianza divennero parte integranti delle lotte della sinistra.
Con il 1968 e l’avvento della cosiddetta «liberazione sessuale», cioè quando la promiscuità e la devianza divennero parte integranti delle lotte della sinistra
Tuttavia nemmeno quei ragazzi che nel PCI si erano spesi per il «libero amore» e per i poveri «compagni omosessuali oppressi» riuscirono nel capolavoro di Pannella, cui va riconosciuto un primato mondiale: aver lanciato materialmente il seme della pornocrazia.
Tra le fila del Partito Radicale, Giacinto detto Marco Pannella riesce nell’impresa di far eleggere Elena Anna detta Ilona Staller, meglio conosciuta con il nome d’arte di Cicciolina.
Si tratterebbe altresì di un bingo anche per i servizi dell’Ungheria comunista (quella dei tank applauditi da Togliatti, sì), che sarebbero quindi riusciti ad inserire un loro asset – a rivelarlo è stata da subito proprio lei – sin dentro ad una carica elettiva.
L’elezione di una attrice pornografica in Parlamento irritò non poche le sue stesse compagne di partito: i radicali erano pieni di femministe oltranziste, come Emma Bonino, che andavano in cortocircuito a vedere, e a sentire, quello che la Staller aveva da offrire. Ricordandoci, inoltre, che la pornoattrice deputata ebbe come presidente della camera proprio Nilde Iotti…
Cicciolina rappresentò il superamento definitivo dell’«immoralismo comunista». I comunisti, che credevano di aver il monopolio del progresso sociale (e quindi: del suo lancio verso la promiscuità, come per esempio con il divorzio) erano stati surclassati, e il progetto di «liberazione» dei costumi cominciavi a rivelarsi per quel che era: dissoluzione, decadenza. Cosa borghesissima.
Cicciolina rappresentò il superamento definitivo dell’«immoralismo comunista». I comunisti, che credevano di aver il monopolio del progresso sociale erano stati surclassati, e il progetto di «liberazione» dei costumi cominciavi a rivelarsi per quel che era: dissoluzione, decadenza
La vita della Staller continuò anche dopo la politica. Ilona conobbe uno degli artisti più pagati della Terra, l’americano Jeff Koons. Questi impazzì per lei, al punto che alla Biennale di Venezia di inizio anni Novanta consegno gigantesche riproduzioni pornografiche dei due che copulavano nel modo più volgare possibile («Made In Heaven», «Illona’s Asshole», «Illona’s House Ejaculation»; a ispirare gli scatti pare fosse Riccardo Schicchi, il noto pigmalione di Cicciolina, ora deceduto). Qualcuno entrò alla Biennale e sfigurò con un taglierino l’«opera»: Koons ne fu contento. Si sposarono, le immagini dei due sposini che si baciavano avidamente con la lingua finirono perfino in un video degli U2, Even better than the real thing.
Il rapporto tra Koons e Cicciolina andò in crisi. «Quella donna è una prostituta incapace di educare nostro figlio»; «Quell’uomo è disonesto, è diventato miliardario vendendo i nostri amplessi». Il problema fu che nel frattempo i due avevano avuto un figlio, Ludwig. Il bambino fu oggetto di una asperrima contesa tra USA, patria del padre, e Italia, patria della madre.
È qui che, stranamente, salta fuori di nuovo il nome Togliatti.
Nel 1996 Il tribunale affida una consulenza tecnico-psichiatrica per stabilire chi tra Ilona Staller ed il suo ex marito Jeff Lynn Koons è il genitore più idoneo per ottenere l’affidamento definitivo del figlio nato tre anni prima. La scelta ricade su una docente di psicologia della Sapienza, Marisa Malagoli Togliatti: si tratta della figlia di Nilde Iotti e Palmiro Togliatti, adottata dalla coppia dopo che il padre operaio era morto nell’eccidio delle Fonderie Riunite di Modena, quando la polizia sparò contro i lavoratori in sciopero (1950).
Il primo round Cicciolina lo perde malamente.
Scrisse Repubblica: «La “bocciatura” al suo modo di essere madre era stata decisa da due donne, il giudice istruttore Aida Campolongo e la neuropsichiatra infantile Marisa Malagoli Togliatti, figlia adottiva di Palmiro Togliatti e dell’ex presidente della Camera Nilde Iotti. Nella sua relazione al tribunale, la dottoressa Togliatti aveva scritto che Ilona Staller era una madre incapace di esercitare la dovuta funzione educativa: troppo permissiva, con un rapporto con il bambino “ribaltato” e basato su elementi “simbiotici e regressivi”».
«Inoltre Ludwig, secondo il Tribunale, aveva molte difficoltà linguistiche: poco inglese, pochissimo italiano, “visto che in due anni aveva avuto otto baby sitter, tutte ungheresi”».
«Come ultimo punto il Tribunale aveva anche accennato alle “continue assenze” della madre, e la sentenza aveva completamente ignorato sia l’ex professione di porno star della Staller sia il contenuto delle opere di Koons, nemmeno quelle che hanno per soggetto Cicciolina».
Sono giudizi che colpiscono: si può togliere un bambino ad una madre perché troppo permissiva? Forse sì, ce lo chiediamo perché non conosciamo i dettagli, ma la memoria torna a quando l’ex ministro Fontana, sull’onda dell’emozione del «caso Bibbiano», accennò in TV di un caso in Veneto in cui madre e figlio furono separati per il troppo amore di lei.
La questione delle difficoltà linguistiche lascia pure perplessi: quanti sono i bambini stranieri in questo Paese, specie appartenenti a stranieri di classe agiata o a militari (i soldati USA…) che non sanno dire una parola di italiano? Una retata ad una qualsiasi scuola statunitense– dove usualmente vengono iscritti i figli della world class di passaggio anche da noi – sul nostro territorio porterebbe quanti casi di allontanamento? E poi ancora, se una madre vuole insegnare la propria madrelingua al figlio, non ne ha il diritto?
Le vicende descritte nel «caso Bibbiano» pure talvolta abbonderebbero, secondo le carte degli inquirenti, di motivazioni futili o, come ha scritto Panorama, «strani pretesti».
Restiamo ancora più basiti, ma non sappiamo se abbiamo capito bene, dinanzi al fatto che la sentenza non teneva in conto il particolare «lavoro della madre».
La pornografia è compatibile con il crescere un bambino? A fine giugno qualche giornale battè la notizia per cui i bambini sarebbero stati dati anche a titolari di sexy shop
Dobbiamo dire che in molti possono avere una certa curiosità sociologica sul tema: come cresce il figlio di una pornoattrice? Freud insegnava il trauma, la «scena primaria», del vedere i propri genitori accoppiarsi. Come può crescere una psiche bombardata da immagini pornografiche della propria mamma? Molte persone usano questa immagini per far scendere l’eccitazione. Perché si tratta di uno sfiorare l’ultimo tabù, e in rapporto ad una cosa simile, sono molti, anche tra i più accaniti difensori della sovranità famigliare massima che vacillerebbero: forse agli attori porno la patria potestà va tolta… specie ora che la pornografia pare, appunto, evolvere sempre più verso il tabù dell’incesto.
Niente di tutto questo: i problemi sono quelli sopraelencati. Bambino troppo attaccato alla madre. Troppe baby sitter. Non parla italiano. Madre che si assenta.
Ce lo chiediamo ancora: possibile che la sentenza non considerasse l’attività pornografica del genitore come un motivo per allontanare il minore? Possibile che non si fosse calcato anche o solo su questo?
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Stiamo solo ponendo delle domande a causa del cosiddetto Elephant in the room. La pornografia è compatibile con il crescere un bambino? È così che torna alla mente che a fine giugno qualche giornale battè la notizia per cui i bambini sarebbero stati dati, oltre che a persone con problematiche psichiche o con figli suicidi, anche a titolari di sexy shop.
È un mondo un po’ alla rovescia, dove però qualcosa torna.
Le Erinni e il matriarcato
Ecco la narrazione di 5000 anni di oppressione patriarcale, un’oppressione molto più longeva di quella del proletariato di Marx schiacciato dal crudele padrone; un’oppressione che chiama una rivoluzione per scardinare nientemeno che l’intero assetto dell’umanità così come la conosciamo
«L’odio della cultura patriarcale verso le donne accompagna ed esalta la necessità maschile di oggettivare e disumanizzare la donna per poterla dominare e possedere. La logica di potere è coerente: è necessario attaccare la dimensione soggettiva della donna, la sua libertà espressiva, la sua capacità d’iniziativa per poterla controllare meglio come si controlla un oggetto privo di vita. La finalità della cultura patriarcale è quella di poter acquisire la donna, di appropriarsene, di potersela “fare” con sicurezza, con continuità, con il massimo di piacere oggettivante» sono parole fortissime. Una condanna senza appello della nostra società, un discorso quasi apocalittico. Le ha scritte Claudio Foti, che ad un mese dallo scoppio del «caso Bibbiano» è stato pure indagato, scrissero i giornali, per maltrattamenti a moglie e figli. Come vale per tutti i casi e tutti gli indagati, le accuse vanno provate: aspettiamo i processi e le sentenze.
Tuttavia ci è difficile non ricollegarle a quelle di Friedrich Engels riportate più sopra in questo articolo, quando il pensatore comunista tedesco di due secoli fa parlava con sicurezza di «schiavitù domestica della donna».
Nel libro citato, L’origine della Famiglia, Engels va più in profondità, e tratteggia – servendosi di un’analisi dell’Orestea di Eschilo – una sorta di storia esoterica della sconfitta del Matriarcato per mano del Patriarcato, sulla scorta degli studi di Johann Jakob Bachofen, un autore poi abbracciato dalla destra più oscura.
Gratta la superficie di una cultura che rifiuta Dio e la morale, il sacrificio e il Logos, e ci trovi una storia oscura, una volontà di ribaltare completamente l’ordine del creato, e ci trovi, sempre, alla fine, un abisso mostruoso, furioso, dove la morale può capovolgersi
«Il diritto patriarcale ha riportato la vittoria sul diritto matriarcale – scrive Engels – Gli “dei di nuova stirpe”, come sono chiamati dalle stesse Erinni, vincono le Erinni e queste alla fine si lasciano indurre ad assumere un nuovo ufficio a servizio del nuovo ordine». Le Erinni, le Furie nella mitologia romana chiamate Dire da Virgilio, altro non sono se non mitiche personalizzazioni femminili della vendetta.
E proprio un aggettivo usato dal PM del «caso Bibbiano» Valentina Salvi pare riecheggiare questo motivo. Riguardo ad una indagata nota per le sue battaglie LGBT, scrive nelle carte dell’inchiesta che «sono state la sua stessa condizione personale e le sue profonde convinzioni ad averla portata a sostenere con erinnica perseveranza la “causa” dell’abuso da dimostrarsi ‘ad ogni costo’».
Erinnica. La stessa che, proprio come in una letterale esecuzione del pensiero Engelsiano, in una intervista del 2016 lamentava che «in questo Paese è ancora troppo forte l’idea della famiglia patriarcale padrona dei figli». Ci è parso di sentire sul reportage TV di La7 una registrazione in cui la stessa operatrice del Servizio Sociale dava una data d’inizio dell’oppressione del patriarcato sul mondo: 5000 anni fa. Un’oppressione plurimillenaria, molto più longeva di quella del proletariato di Marx schiacciato dal crudele padrone; una rivoluzione che scardina l’intero assetto dell’umanità. Niente di meno.
Si tratta di un’altra narrazione. Molto, molto lontana da quel progressismo emiliano-romagnolo fatto di tavole imbandite alla Festa dell’Unità, gite in Riviera, spesa alla COOP. Gratta la superficie di una cultura che rifiuta Dio e la morale, il sacrificio e il Logos, e ci trovi tutt’altro. Ci trovi una storia oscura, una volontà di ribaltare completamente l’ordine del creato, e ci trovi, sempre, alla fine, un abisso furioso, dove la morale può capovolgersi.
Gratti Marx ci trovi Engels.
Gratti Palmiro Togliatti e ci potresti trovare i possibili «casi Bibbiano». Con «erinnica perserveranza».
Roberto Dal Bosco
Essere genitori
La Tanzania nega lo scoppio di un virus Marburg nonostante le accuse dell’OMS
Il ministero della Salute della Tanzania ha negato la presenza del virus Marburg simile all’Ebola nel paese, confermando che i test di laboratorio sui casi sospetti della malattia letale nella regione di Kagera sono risultati negativi. Ciò segue i resoconti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sui casi sospetti.
Il ministro della Salute del Paese ha affermato in una nota diffusa mercoledì che «tutti gli individui sospettati sono risultati negativi al virus di Marburg».
L’OMS ha sottolineato che gli individui nella regione di Kagera avevano manifestato sintomi compatibili con il virus di Marburg, tra cui febbre, vomito di sangue ed emorragie esterne.
Nel corso di una conferenza stampa virtuale tenutasi giovedì a Ginevra, il direttore generale dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus ha esortato la Tanzania a inviare i campioni raccolti ai laboratori di riferimento internazionali e a raccogliere ulteriori campioni in linea con le procedure standard.
In risposta alle preoccupazioni dell’OMS, la Tanzania ha sottolineato di aver rafforzato i propri sistemi di sorveglianza sanitaria per individuare e rispondere tempestivamente alle minacce.
La regione di Kagera aveva già sperimentato un’epidemia del virus Marburg nel marzo 2023. Tale epidemia aveva causato nove casi confermati e sei decessi.
Il virus di Marburg, precedentemente noto come febbre emorragica di Marburg, è stato identificato per la prima volta nel 1967 in seguito a epidemie simultanee a Marburg, in Germania, e a Belgrado, in Serbia. È una malattia altamente infettiva simile all’Ebola che deriva dal contatto con fluidi corporei o superfici contaminate.
Il Ruanda ha confermato di recente che i pipistrelli sono la probabile fonte dei primi casi registrati del virus di Marburg.
Nel 2023, la Tanzania e la Guinea Equatoriale hanno segnalato casi di malattia, dopo i focolai in Ghana nel 2022 e in Uganda nel 2017.
Come riportato da Renovatio 21, vi era stato allarme alla stazione di Amburgo pochi mesi fa quando due persone provenienti dal Ruanda avevano mostrato dei sintomi mentre erano in treno. La banchina di arrivo del treno era stata quindi isolata dalle autorità tedesche.
Come riportato da Renovatio 21, l’OMS aveva dichiarato il focolaio di Marburg in Ghana, per poi convocare una riunione «urgente» sulla diffusione del virus.
La Russia sta sviluppando un vaccino contro il morbo.
Tre anni fa il dottor Robert Malone, pioniere del vaccino mRNA, in una trasmissione di Steve Bannon parlò di un possibile «super virus» cinese da «febbre emorragica simile all’Ebola» che poteva derivare dalla vaccinazione di massa.
La Tanzania è uno dei Paesi che, su iniziativa dell’allora presidente John Magufuli, si oppose alla narrativa pandemica e rifiutò i vaccini COVID. Il Magufuli, chimico di formazione, morì nel marzo 2021 nella città portuale di Dar es Salaam. Aveva 61 anni.
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Immagine di NIAID via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
Essere genitori
Vaccini e Morte in culla, studio dimostra che le iniezioni nei bambini prematuri aumentano notevolmente il rischio di apnea
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Uno studio suggerisce che un approccio vaccinale «universale» non è appropriato per i neonati prematuri
Il ricercatore scientifico e autore James Lyons-Weiler, Ph.D. , ha dichiarato a The Defender che lo studio «è un campanello d’allarme» che evidenzia come le vaccinazioni di routine, in particolare nei neonati prematuri, possano comportare rischi trascurati. «L’aumentata incidenza di apnea nei neonati prematuri vaccinati suggerisce che l’approccio unico alla vaccinazione potrebbe non essere appropriato per una popolazione così vulnerabile», ha affermato Lyons-Weiler. «Sottolinea la necessità di considerare le differenze fisiologiche individuali, in particolare in coloro con sistemi sottosviluppati, e di adattare di conseguenza le pratiche vaccinali». Lyons-Weiler ha affermato che gli autori dello studio sembrano dare priorità ai benefici più ampi per la salute pubblica della vaccinazione rispetto ai rischi individuali dimostrati nello studio. Ha affermato: «Si presume che i rischi di apnea a breve termine siano superati dalla protezione a lungo termine contro le malattie infettive. Tuttavia, questa conclusione trascura questioni critiche sui risultati a lungo termine per questi neonati, in particolare se gli episodi di apnea hanno conseguenze neurologiche persistenti. Tuttavia, non ci hanno pensato davvero. Quanto vale la vita di un neonato prematuro?» Parks ha osservato che lo studio non ha presentato un’analisi di quali potrebbero essere le potenziali cause dell’aumentata incidenza di apnea nei neonati vaccinati. «La totale mancanza di interesse nei meccanismi attraverso cui la vaccinazione sta aumentando la sofferenza cardiorespiratoria nei neonati è anche in qualche modo scioccante». Jablonowski ha osservato che il programma di vaccinazione infantile dei Centers for Disease Control and Prevention è stato ampliato da quando è stato condotto lo studio, dal 2018 al 2021. «Se questo studio fosse stato condotto oggi, con il programma di immunizzazione del CDC in rapida espansione, i neonati avrebbero ricevuto Prevnar 20 invece di Prevnar 13, quindi sette antigeni aggiuntivi per il vaccino pneumococcico, il vaccino contro il rotavirus, fino a cinque antigeni in più e un anticorpo monoclonale per il virus respiratorio sinciziale», ha affermato Jablonowski.Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Quattro neonati vaccinati presentavano casi sospetti di sepsi
Jablonowski ha anche evidenziato un risultato meno enfatizzato dello studio: quattro neonati vaccinati avevano casi sospetti di sepsi, una condizione in cui il corpo risponde in modo improprio a un’infezione. Per fare un confronto, solo un neonato non vaccinato ha un caso sospetto di sepsi. «La scoperta più sorprendente di questo studio non sono stati i suoi risultati primari o secondari, ma un risultato esplorativo riguardante la sepsi» ha detto Jablonowski. «Nessuno esperto di reazioni avverse ai vaccini si sorprenderebbe se quattro neonati vaccinati, rispetto a un neonato non vaccinato, presentassero febbre. Tutti dovrebbero sorprendersi se quattro neonati vaccinati, rispetto a un neonato non vaccinato, avessero emocolture o fossero stati trattati con antibiotici per un timore di sepsi». «L’assalto dei cinque vaccini dello studio, che coprono 19 antigeni, somministrati simultaneamente, ha imitato i sintomi della sepsi o ha degradato il sistema immunitario così gravemente da consentire a un agente patogeno di mettere piede?» Studi precedenti hanno confermato il rischio di sepsi infantile dopo la vaccinazione, ha affermato Parks. «Tradizionalmente, i medici davano per scontato che la sepsi infantile fosse dovuta a un’infezione batterica e la curavano con antibiotici anche quando non si riusciva a identificare alcuna infezione batterica. Tuttavia, questi studi precedenti hanno dimostrato che in realtà era la vaccinazione a portare a questo stato iperinfiammatorio potenzialmente letale», ha affermato Parks. Secondo la scienziata indipendente francese Hélène Banoun, Ph.D., lo studio conferma una tesi medica francese pubblicata nel 2013. Tale studio ha esaminato 144 neonati prematuri, scoprendo che il 68% dei neonati ha sperimentato eventi cardiorespiratori significativi dopo la vaccinazione. «Presi insieme, tutti questi studi dimostrano che la vaccinazione provoca uno stress estremo, e potenzialmente letale, al corpo del neonato e più il corpo è piccolo, meno risorse ha per resistere a tale stress», ha affermato Parks.Iscriviti al canale Telegram
I vaccini contenenti alluminio possono rappresentare un rischio particolare per i neonati prematuri
Lyons-Weiler ha affermato che i risultati dello studio forniscono anche un’indicazione del rischio connesso alla somministrazione di più vaccini contemporaneamente o in un breve lasso di tempo, in particolare nei neonati e nei bambini piccoli. «I neonati prematuri hanno già un sistema immunitario e neurologico sottosviluppato e il carico cumulativo di alluminio derivante da più vaccini potrebbe esacerbare rischi come l’apnea», ha affermato. «Questo studio suggerisce che la vaccinazione combinata in tali popolazioni deve essere attentamente rivalutata». Ha anche notato che alcuni vaccini somministrati di routine ai neonati contengono alluminio. Ha analizzato i potenziali rischi della somministrazione di tali vaccini ai neonati sul suo Substack. «È noto che gli adiuvanti di alluminio innescano l’attivazione immunitaria e l’infiammazione, il che potrebbe avere un impatto sulla stabilità respiratoria e neurologica nei neonati prematuri», ha affermato Lyons-Weiler. «Purtroppo, lo studio non ha esplorato meccanismi specifici, come gli adiuvanti di alluminio, che potrebbero spiegare l’aumento osservato di apnea. Questa è una svista significativa». I sali di alluminio «sono potenti attivatori immunitari e potrebbero scatenare un’infiammazione sistemica, interrompendo il controllo respiratorio», ha affermato Lyons-Weiler. Ha affermato che la vaccinazione infantile potrebbe anche stimolare la produzione di citochine, «che potrebbero interferire con i percorsi neurologici immaturi responsabili della regolazione della respirazione». «La somministrazione simultanea di più vaccini aumenta il carico di attivazione immunitaria e l’esposizione cumulativa all’alluminio, aggravando i rischi», ha affermato Lyons-Weiler. Scrivendo su Substack, Lyons-Weiler ha chiesto che i vaccini che non contengono alluminio siano considerati prioritari. Ha anche chiesto di ritardare la vaccinazione dei neonati «non a rischio immediato di infezione da epatite B o che hanno episodi respiratori o cardiaci dopo la vaccinazione» e ha proposto un dosaggio basato sul peso «per tenere conto della massa corporea inferiore e della funzionalità renale sottosviluppata dei neonati prematuri». «Ritardare le vaccinazioni non essenziali fino a una maggiore maturità fisiologica potrebbe rappresentare una strada più sicura da seguire», ha scritto Lyons-Weiler. Michael Nevradakis Ph.D. © 9 gennaio 2025, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD. Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Essere genitori
Bambini pagati per giocare con bambole transgender
L’Università del Minnesota ha tentato di pagare effettivamente i bambini per giocare con le cosiddette «bambole transgender». Lo riporta LifeSite, che cita le testate Daily Wire e Campus Reform.
Un annuncio è stato pubblicato su Instagram dal National Center for Gender Spectrum Health; il centro fa parte del «programma sulla sessualità umana» presso la facoltà di medicina dell’Università del Minnesota, Stato retto dal governatore Tim Walz, già candidato perdente alla vicepresidenza USA con Kamala Harris, convinto sostenitore delle pratiche di cambio di genere per giovanissimi.
«Parliamo di genere. Vogliamo sentire i bambini transgender e gender diversi tra i 5 e i 10 anni e i loro genitori su una nuova attività pratica per parlare di genere e corpi! Bambini e genitori si incontreranno un paio di volte in gruppi con altri per giocare e darci idee sulle attività» scrive l’annuncio.
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Secondo il post sul social, il compenso per la partecipazione ammontava a una cifra compresa tra 20 dollari e 60 dollari, e la pubblicità su Instagram indirizzava i potenziali partecipanti interessati ad una email universitaria chiamata mygenderdolls.
Il sito Campus Reform scrive che tali «My Gender Dolls sono pubblicizzate come uno «strumento terapeutico» per «bambini transgender e gender diverse». Il progetto mira a insegnare l’ideologia di genere ai bambini, che possono scambiare i «genitali e gli organi riproduttivi interni» delle bambole per «mostrare che la loro identità di genere è valida indipendentemente dalle parti che hanno».
«In breve, un centro associato alla facoltà di medicina di una prestigiosa università americana ha cercato di pagare i bambini per giocare con bambole che consentivano loro di mescolare e abbinare peni e vagine per affermare l’idea che sesso biologico e “genere” non sono sinonimi ma distinti» scrive LifeSite. «Questo è forse il miglior microcosmo che abbia mai visto di ciò che Mary Harrington ha chiamato “Ideologia Lego della carne”», o «gnosticismo Lego della carne».
Meat Lego Gnosticism in a nutshell https://t.co/DF0mcPI4g5
— Mary Harrington (@moveincircles) September 29, 2023
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L’altra testata interessata al caso, il Daily Wire, non è stato in grado di confermare se qualche genitore avesse iscritto i propri figli a questo programma di bambole transgender o meno.
Campus Reform ha osservato che il National Center for Gender Spectrum Health «ha anche prodotto un manuale per “supportare l’educazione al piacere sessuale” per gli uomini transgender dopo un intervento chirurgico genitale transgender» e che la missione del centro è «1) promuovere la borsa di studio da parte di coloro che si identificano come transgender; 2) promuovere un empirismo basato sull’esperienza reale vissuta dalle persone transgender; 3) sfidare la cisnormatività nell’assistenza sanitaria; e 4) promuovere il piacere e la sessualità positiva per tutti i corpi».
Il centro esiste per garantire una parvenza di rispettabilità accademica all’ideologia di genere che promuove tentando di affermare la disforia di genere nei bambini che probabilmente erano confusi da altri ideologi di genere per cominciare. Non è solo l’Università del Minnesota; Campus Reform ha notato che la Syracuse University ha avuto un «Trans Support Day» il 23 marzo che ha offerto «supporto terapeutico per i genitori di giovani trans» e «uno spazio per i giovani per entrare in contatto»; l’Università del Missouri e la Washington University «avevano anche condotto “transizioni di genere” sui bambini fino a quando una legge statale ha reso tali procedure illegali il 28 agosto 2023».
Anche i «giocattoli transgender» non sono una novità, ricorda LifeSite. La Mattel ha lanciato una bambola «Laverne Cox»; Cox è l’attore transessuale che è apparsa sulla famigerata copertina di TIME nel 2014 con il titolo «Transgender Tipping Point», il «punto di svolta transgender.
Un’altra bambola, chiamata «Sam», è stata creata per «fermare la transfobia prima che inizi».
«È sinistro e sovversivo pensare che le bambole per bambini, giocattoli creati per incoraggiare gli istinti naturali di accudimento e usati in giochi per bambini come “casa” o da bambine che fingono di essere madri, siano ora usati come strumento dagli attivisti trans per ingannare i bambini e fargli credere che i cambiamenti di sesso siano possibili» scrive LifeSite.
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Come riportato da Renovatio 21, quattro anni fa era divenuto virale un video inquietante nel quale si vedeva che una bambola di largo consumo aveva un «pulsante segreto» che la faceva gemere ed ansimare.
Il mese scorso il produttore di giocattoli per bambini Mattel si è scusato per un errore di stampa sulle scatole di alcune delle sue nuove bambole, che indirizzava erroneamente gli acquirenti a un sito web pornografico.
They’re now putting porn site links on the back of children’s toys.
This is from Mattel’s ‘Wicked’ movie dolls pic.twitter.com/snwMX5S1Hx
— Vision4theBlind (@Vision4theBlind) November 11, 2024
Come riportato da Renovatio 21, il film kolossal 2023 Barbie è stato messo al bando in alcuni Paesi del Medio Oriente, dell’Africa e dell’Asia per la presenza di tematiche LGBT e femministe che contraddicono «fede e morale». Anche la parlamentare russa Maria Butina, passata per le carceri americane a causa del Russiagate, ha chiesto che il film venisse bandito nel suo Paese.
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