Pensiero
Mons. Viganò e il «Greatest Reset»
Renovatio 21 pubblica la trascrizione dell’intervista concessa nel novembre 2021 a Patrick Coffin da Mons. Carlo Maria Viganò.
Nota prævia
Questa è la trascrizione della video-intervista che ho rilasciato a Patrick Coffin lo scorso Novembre 2021: essa costituiva un contributo ad un vasto documentario dal titolo The Greatest Reset Movie (www.greatestresetmovie.com). Purtroppo per ragioni a me sconosciute il lancio di questo docu-film è stato finora impedito. Mi è parso opportuno renderne comunque disponibile la trascrizione online, con il permesso di Patrick Coffin, perché vi sono affrontati temi che oggi, alla luce della crisi russo-ucraina e dell’evolversi degli eventi pandemici, sono quantomai attuali.
Il Great Reset del World Economic Forum, fatto proprio dalle Nazioni Unite col nome di Agenda 2030, è una minaccia concreta e immediata alla sovranità delle Nazioni, alla prosperità dei popoli, alla libertà dei cittadini, ai diritti dei Cristiani: con esso un gruppo di tecnocrati spietati e senza scrupoli vuole portare a termine un piano criminale annunciato da decenni.
Al posto del mondo in cui siamo nati e cresciuti, gli artefici di questo Great Reset vogliono un mondo transumano, senz’anima, senza Fede, senza memoria, senza storia, senza radici, senza un padre e una madre. Senza amore. Perché l’amore – soprattutto quello soprannaturale che inizia e si compie in Dio e che si chiama carità – è un riflesso di Colui che per riparare alla caduta di Adamo volle offrirsi in sacrificio al Padre, morendo per noi sulla Croce.
È questo il vero Greatest Reset, con il quale la destra del Signore ha compiuto meraviglie: dextera Domini fecit virtutem (Ps 117, 15), restaurando l’ordine divino che Satana aveva sovvertito tentando i nostri progenitori e facendo di noi, tramite il Battesimo, figli di Dio e fratelli di Cristo.
Torniamo a Dio, cari amici. Torniamo a Dio e facciamolo parlando tra di noi, stringendo rapporti di vera carità, consigliando i dubbiosi, confortando chi dispera del domani, incoraggiando chi combatte e facendo fronte comune contro questo infernale Leviatano globalista.
+ Carlo Maria Viganò
Arcivescovo
23 Maggio 2022
1) Sta diventando impossibile liquidare il Great Reset e il Nuovo Ordine Mondiale come teorie del complotto: come si relaziona l’uno all’altro e da quanto tempo i suoi fautori lo pianificano?
Il Great Reset è lo strumento sociale con il quale l’élite intende instaurare il Nuovo Ordine Mondiale. Esso rappresenta un’interferenza di poteri economici e ideologici facenti capo a grandi famiglie della finanza e ad istituzioni ad esse collegate, perseguita con metodi di ingegneria sociale e interventi normativi – emanati dai governi ai loro ordini – volti a modificare radicalmente l’intero impianto sociale, economico, politico e religioso delle nazioni in cui il Great Reset viene attuato.
Promosso principalmente dal World Economic Forum di cui è Presidente Klaus Schwab, il Great Reset è stato adottato dall’ONU con il nome di Agenda 2030, ammantandolo di nobili intenti quali la sconfitta della povertà, della fame e delle malattie, ma di fatto promuovendo la cosiddetta «salute riproduttiva», la cosiddetta «parità di genere», la soppressione delle tutele dei lavoratori e la riduzione della manodopera, la privatizzazione della sanità e di altri servizi di pertinenza dello Stato, l’implementazione di strumenti di controllo di massa, l’adozione di valute elettroniche, una massiccia riforma del sistema bancario e assicurativo a svantaggio dei cittadini e delle piccole aziende, l’imposizione di un’agenda green con ripercussioni sul sistema economico globale e sulla vita dei singoli e, non ultima, una impressionante cessione delle sovranità nazionali in ambito finanziario, fiscale e militare.
2) Eppure i media sostengono che le riforme in via di attuazione sono inevitabili dopo decenni di sprechi da parte degli Stati.
Occorre notare, per completezza, che gli artefici di questo colpo di stato – che potremmo chiamare a giusto titolo i veri «teorici del complotto» – hanno posto le premesse al Great Reset, creando negli scorsi decenni una crisi mondiale dalla quale hanno tratto il massimo profitto per sé; e dopo aver spremuto all’inverosimile le economie nazionali con politiche sciagurate e vendendo ai privati grandi aziende strategiche, oggi vogliono imporre questa Agenda 2030 che consenta loro di trarre un guadagno ulteriore a spese della collettività, vittima prima e vittima dopo.
E siccome la rivoluzione che il Great Reset vuole realizzare comporta enormi sacrifici per le masse – sacrifici che in una situazione di normalità non avrebbero avuto alcuna legittimazione – ci si è serviti di un’emergenza pandemica, provocata ad arte per distruggere il tessuto sociale ed economico tramite i lockdown, la crisi economica che ne è derivata, l’aumento delle tasse e i tagli ai bilanci imposti dai prestiti erogati ai singoli Stati dall’Unione Europea, dalla Banca Centrale e dalla Commissione Europea.
Negli accordi di erogazione dei fondi – i cosiddetti recovery fund – gli Stati si sono impegnati a prendere a prestito denaro precedentemente da essi versato, vincolandone la spesa a determinati interventi, tutti coerenti con il Great Reset. Non dobbiamo quindi stupirci se i Paesi stanziano miliardi per la parità di genere o per la transizione ecologica, mentre destinano alla sanità o al mondo del lavoro somme palesemente inadeguate, soprattutto in rapporto alla catastrofica narrazione della pandemia.
Ovviamente, laddove gli Stati non riescano a far fronte ai debiti contratti – che, ripeto, sono costituiti da denaro precedentemente versato – essi si trovano costretti al default, commissariati dalla cosiddetta troika, come abbiamo visto recentemente con la Grecia; da qui la vendita di asset strategici, dei porti, dei beni e degli immobili dello Stato.
Per chi non conosce la realtà dei Paesi europei, è il caso di ricordare che la cessione della sovranità monetaria alla Banca Centrale Europea e l’introduzione del pareggio di bilancio nelle Costituzioni degli Stati hanno di fatto privato i Governi dell’indipendenza e della capacità di emettere moneta a copertura delle spese per la Sanità, le infrastrutture, i servizi, l’istruzione ecc. Se uno Stato deve avere il pareggio di bilancio come un’azienda (cosa inconcepibile); se esso deve prendere a prestito la moneta dalla BCE – che è una banca privata – esso è sostanzialmente agli ordini dei burocrati europei; burocrati che nessuno ha eletto e che si rapportano principalmente con le lobby che li finanziano.
In pratica, la trasformazione dello Stato in un’azienda risalente agli anni Novanta è stata necessaria a creare le premesse remote che hanno condotto alla situazione presente.
In questo contesto la riduzione delle competenze professionali – da quelle dell’avvocato o dell’ingegnere a quelle dell’artigiano e del contadino – costituisce un impedimento all’indipendenza lavorativa del singolo, al quale si affianca il reddito di cittadinanza (e il reddito universale voluto dal Great Reset con l’appoggio di Bergoglio).
Il non essere in grado di garantirsi sussistenza col proprio lavoro e l’avere un reddito che fossilizzi questa situazione di dipendenza dallo Stato-padrone rendono di fatto i cittadini schiavi ricattabili: chi non si adegua al «modello etico» globalista – pensiamo al green pass obbligatorio per i lavoratori in Italia, e non solo – viene privato dei mezzi di sussistenza, senza alternativa. In sostanza, lo Stato crea le premesse della incompetenza professionale per impedire libertà di scelta ai suoi cittadini.
Lo stesso avviene per la proprietà privata e per la casa in particolare: il Great Reset intende abolire la nostra proprietà – quella dell’élite è ovviamente al riparo da qualsiasi minaccia – perché l’avere una casa garantisce una prima sicurezza a sé e alla propria famiglia, assieme al lavoro. Senza casa di proprietà, e con la proprietà nelle mani di grandi gruppi immobiliari legati ai fautori del Great Reset, i cittadini saranno alla mercé delle decisioni del datore di lavoro, il quale darà loro un impiego provvisorio, senza garanzie e senza tutele, concedendo un’abitazione a tempo, una sorta di AirBnb, perpetuo, spersonalizzato, sterile ed ecosostenibile.
Ecco perché in Italia, dove «il mattone» – ossia la casa di proprietà – è tanto diffuso, il governo del banchiere Draghi aumenta le tasse e le imposte sugli immobili: lo scopo è indurre la popolazione a vendere, anzi a svendere la casa per poter sopravvivere, per poi vedersela affittare dagli speculatori che l’hanno acquistata a prezzi irrisori.
L’impoverimento causato dal lockdown imposto con la scusa della pseudopandemia, la riduzione degli stipendi, la deregulation del lavoro dipendente, l’immissione di manodopera straniera a basso costo (spesso irregolare) favorita dall’immigrazione incontrollata e l’aumento della disoccupazione causata dal fallimento di oltre 400.000 aziende italiane nel biennio 2020-2021, si rivelano dunque strumentali alla scomparsa della casa di proprietà e alla sua sostituzione con unità abitative in affitto, pagate con il reddito di cittadinanza o con una busta paga sempre più bassa.
Ed è evidente che la famiglia tradizionale, in questo asettico quadro inquietante, non ha alcuno spazio, perché impedisce la mobilità dei dipendenti, la precarietà dei contratti, la provvisorietà dei rapporti.
3) Qual è l’insegnamento della Chiesa in questa materia?
La dottrina sociale della Chiesa ha sempre difeso la proprietà privata come diritto naturale. Il fatto che oggi Bergoglio metta in discussione anche questo punto apparentemente marginale della dottrina cattolica è un inquietante segnale della cooperazione ideologica della chiesa conciliare al piano del Great Reset. Se a questo si aggiunge il reddito universale, si comprende quale pericolo rappresenti questo «pontificato» per la Chiesa e per l’umanità intera, precipitata in un incubo distopico in cui il liberismo e il comunismo sono alleati contro l’uomo e contro Dio.
Dovrei menzionare anche, come punto irrinunciabile dell’agenda globalista, la drastica riduzione della popolazione mondiale, da ottenersi tramite politiche di incentivazione all’aborto e alla contraccezione (che i malthusiani chiamano con inganno «salute riproduttiva»), alla promozione dell’omosessualità e alla vaccinazione di massa.
Le vittime degli effetti avversi del siero genico, la sterilizzazione indotta dal cosiddetto vaccino e la normalizzazione di stili di vita non fertili sono da inquadrarsi in questo contesto e rappresentano un’applicazione a livello mondiale delle politiche di controllo delle nascite adottate da tempo in Cina.
Il tristemente famoso «Chi sono io per giudicare?» di Bergoglio, pronunciato all’inizio del suo «pontificato», ha dato la stura ad una sistematica demolizione della Morale cattolica, tradotto in formulazione «dottrinale» con Amoris laetitia e con la sua interpretazione «autentica» pubblicata sugli Acta Apostolicæ Sedis.
E proprio in questi giorni l’Argentino ha nominato membro ordinario della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali l’economista Jeffrey David Sachs, presidente del Sustainable Development Solutions Network dell’ONU, sostenitore della riduzione della popolazione mondiale e della lotta al cambiamento climatico.
4) Chi sono i principali artefici – i leader, le menti, gli influencer e le organizzazioni – del Great Reset?
Questo colpo di stato globale è stato compiuto da una minoranza potentissima e dai mezzi economici praticamente inesauribili, con la complicità dei governanti, dei media e purtroppo anche dei leader religiosi. I principali artefici sono, come ho detto, le famiglie dell’alta finanza mondiale, come i Rothschild, i Warburg, i Rockefeller… A loro si affiancano fondazioni sedicenti filantropiche di speculatori miliardari, quali Bill Gates e George Soros; vi è poi l’ONU, con le sue Agenzie – l’OMS, l’UNICEF, l’UNESCO, la FAO; vi sono gruppi di potere come il World Economic Forum, la Commissione Trilaterale, il Gruppo Bilderberg, il Club di Roma e ovviamente le logge massoniche di tutto il mondo.
Fanno capo a queste famiglie e a questi gruppi di potere anche i fondi d’investimento che possiedono parte del debito pubblico mondiale e una infinità di multinazionali che hanno il controllo non solo su banche, assicurazioni, telecomunicazioni, aziende di commercio online e – ça va sans dire – case farmaceutiche, ma anche sulla quasi totalità dell’informazione, dai media tradizionali alle piattaforme social su internet. Recentemente abbiamo visto quale sia stato il contributo dei media alla narrazione pandemica e alla imminente emergenza ecologica.
I leader religiosi sono praticamente tutti allineati all’ideologia del Nuovo Ordine Mondiale, e di conseguenza al Great Reset ad esso strumentale. Alcune, come certe denominazioni protestanti (…) sono emanazioni religiose di impostazione massonica e come tali considerano il globalismo assolutamente auspicabile e cooperano attivamente alla sua instaurazione.
Altre religioni sono divise internamente, come ad esempio la Chiesa Ortodossa, nella quale alcuni Patriarchi non fanno mistero della propria appartenenza alle Logge mentre altri denunciano il piano mondialista come intrinsecamente anticristiano.
La Gerarchia cattolica, infine, vive un momento di gravissima contraddizione, perché è completamente schierata in senso progressista e globalista da ormai sessant’anni e, sotto il «pontificato» di Jorge Mario Bergoglio ha fatto propria l’ideologia del Nuovo Ordine Mondiale proponendosi come candidata per la presidenza della Religione Universale auspicata dalla Massoneria.
6) Come e quando gli infiltrati comunisti hanno preso potere nella gerarchia della Chiesa cattolica?
Sappiamo che il piano di infiltrare la Chiesa con quinte colonne del nemico risale all’Ottocento. Il Modernismo fu il primo attacco organizzato per ferire a morte il corpo ecclesiale non con un’eresia specifica, ma con un sistema filosofico che corrompeva ogni singolo dogma, ogni principio morale, ogni traccia di soprannaturale dalla Religione, riducendola alla mera risposta umana e immanente ad un vago bisogno di sacro, in chiave antropologica.
La guerra mossa da San Pio X al Modernismo impedì il suo propagarsi per qualche decennio, ma conobbe un indebolimento progressivo. I Modernisti continuarono a muoversi rimanendo nascosti e dissimulando i propri intenti, e riuscirono a ritornare in posti chiave della Curia, delle Diocesi, degli Atenei romani e dei Seminari. Angelo Giuseppe Roncalli aveva molti amici Modernisti, oltre che essere intrinseco di parecchi Massoni (e forse affiliato ad una Loggia): egli permise a costoro di ascendere i gradi della Gerarchia, e a tempo debito Paolo VI completò l’opera, riabilitandoli all’insegnamento, revocando le censure canoniche comminate sotto Pio XII o Giovanni XXIII, convocando come consultori o esperti al Concilio Vaticano II proprio quelli che avrebbero dovuto utilizzare il Concilio – in ragione della sua autorevolezza – per la prima operazione di cancel culture della Storia della Chiesa e per imporre d’autorità dottrine equivoche o eterodosse. Fu quello, certamente, il secondo attacco alla Chiesa, questa volta condotto con metodi nuovi e potendo contare su un’organizzazione incredibilmente efficiente.
A ben vedere – come ho già sottolineato altrove – vi è un’analogia tra l’uso contra mentem legis – ossia contro l’intenzione della legge, contro il fine che ha animato il legislatore – da parte dell’Autorità ecclesiastica in occasione del Concilio e a tutt’oggi, e il ricorso a norme incostituzionali e illegittime da parte dell’Autorità civile in occasione della psicopandemia.
6)Fu quindi in concomitanza con il Concilio Vaticano II che la Santa Sede iniziò a stringere relazioni con la Sinistra e con i Comunisti?
L’infiltrazione di Modernisti si accompagnò, durante la Seconda Guerra Mondiale, all’instaurarsi di rapporti con la Sinistra e con il Comunismo sovietico. Questa operazione fu condotta dai Gesuiti e da altri loro complici; tra costoro possiamo annoverare Giovanni Battista Montini, all’epoca Sostituto della Segreteria di Stato e attivo collaboratore tanto degli Americani quanto dei Comunisti italiani e russi. Sul suo coinvolgimento nel fornire gli elenchi dei sacerdoti che venivano inviati Oltrecortina ai Comunisti che li avrebbero uccisi, gravano molti inquietanti interrogativi.
Di certo l’Ostpolitik perseguita da Giovanni XXIII prima e da Paolo VI poi contribuì ad infiltrare molti agenti comunisti, come peraltro avvenne in altri ambiti; penso ad esempio ai giornalisti che con il famoso Dossier Mitrokhin si scoprirono essere al soldo di Mosca o del Partito Comunista.
La militante comunista Bella Dodd, che fu convertita al Cattolicesimo dal Venerabile Fulton Sheen nel 1952, rivelò che vi era un piano comunista di infiltrazione della Chiesa per demolirla dall’interno tanto ideologicamente quanto moralmente; cosa che si è verificata con la deriva dottrinale e la corruzione morale del Clero.
L’omosessualizzazione della società, d’altronde, doveva necessariamente avere il suo corrispondente in seno alla Chiesa, in modo da destituirla di credibilità e da farne anzi un esempio di comportamenti scandalosi. L’inquilino di Santa Marta si circonda di personaggi impresentabili, mentre si mostra spietato contro i «rigidi» Cattolici che non approvano l’immoralità dei loro pastori e il loro asservimento alle istanze del Nuovo Ordine.
7) Il Pontificato di Giovanni Paolo II e quello di Benedetto XVI non proseguirono su questo fronte, in particolare nei riguardi della dittatura di Pechino. Ratzinger era assolutamente contrario ad un accordo con il Governo cinese che mettesse in discussione l’esclusiva competenza della Santa Sede nella nomina dei Vescovi. Come si è giunti alla firma dell’Accordo?
Se si è arrivati ad un Accordo con la dittatura comunista cinese, lo dobbiamo all’azione dei Gesuiti e all’approvazione della loro azione «diplomatica» da parte di Bergoglio. Ricordo en passant che il signor McCarrick fu incaricato proprio da lui ad intraprendere viaggi in Cina, nonostante gli fossero già noti i crimini sessuali che lo riguardavano.
Questo Accordo che si è dimostrato una scelta sciagurata e che ha consentito ai Comunisti cinesi di perseguitare impunemente i Cattolici clandestini fedeli a Roma, chiudere chiese e seminari, deportare preti e Vescovi, imporre il culto del Partito nelle celebrazioni e farsi riconoscere dal Vaticano le nomine di Ordinari scelti dal Partito.
Uno scandalo di gravità inaudita, più volte condannato dal Cardinale Zen, al quale Bergoglio rifiutò addirittura di essere ricevuto in Udienza nonostante fosse venuto apposta dalla Cina. Oggi La Civiltà Cattolica pubblica anche un’edizione in cinese: che questa «vittoria» dei Gesuiti sia stata barattata col silenzio sulla violazione dei diritti umani e delle libertà inalienabili della Chiesa di Cristo, agli occhi dell’Argentino è assolutamente trascurabile, soprattutto se il suo silenzio è compensato con generose elargizioni al Vaticano.
Oltre alle relazioni diplomatiche con il Comunismo cinese, Bergoglio non manca di approvare e sostenere movimenti di chiara ispirazione socialista e comunista, com’è recentemente avvenuto per il IV Incontro Mondiale dei Movimenti Popolari. Parole chiave: sviluppo umano integrale, ambiente, ecologia integrale, diritti umani, disarmo, salute integrale, sostenibilità. Insomma, il repertorio globalista al completo.
In occasione del videomessaggio ai partecipanti, Bergoglio ha parlato di salario minimo e reddito universale, di liberalizzazione dei brevetti farmaceutici, di censura delle fake news e delle teorie del complotto da parte dei giganti della tecnologia. Ha persino paragonato il movimento Black Lives Matter al Buon Samaritano! Come si vede, le istanze della chiesa bergogliana non hanno nulla di soprannaturale e si limitano a rivendicazioni di natura politica, economica o sindacale.
8) Ma come si concilia il primato della persona umana proprio della visione cattolica con l’ideologia comunista che privilegia la massa, il popolo nel suo insieme?
Questo è un altro elemento che giudico estremamente rivelatore della ideologia comunista penetrata in seno alla Chiesa. Mi riferisco alla mentalità collettivista in cui l’individuo finisce per essere assorbito nella massa, che acquista a sua volta quasi una personalità: il partito, il comitato, l’assemblea, il consiglio.
In quest’ottica, le finalità di gruppo hanno la priorità sulle finalità individuali. Il Concilio – soprattutto nella sua riforma liturgica – ha assorbito la visione collettivista con il dare enfasi alla comunità a danno del rapporto personale del battezzato da un lato e del celebrante dall’altro; il quale non è più il Ministro dell’azione sacra, ma il presidente, il rappresentante di un’assemblea senza volto.
Questo è avvenuto anche in ambito civile: l’emergenza pandemica e la campagna vaccinale hanno dato maggiore importanza alla collettività a danno del singolo cittadino, al punto da delegittimare e criminalizzare chi ad esempio rifiuta il siero genico o mette in discussione la narrazione sul COVID.
E proprio a sostegno di questa impostazione tipicamente maoista del rapporto dell’individuo nella società, alcuni giorni orsono Bergoglio ha affermato: che bisogna «riscoprire la dimensione non individualista della libertà», confermando questo cambio di paradigma con cui il singolo è solo come parte di un tutto, e la sua condotta è considerata tanto più moralmente corretta, quanto più si conforma alla massa. Una massa ovviamente manovrata.
Ecco perché per Bergoglio è impensabile un’individualità consapevole che compia scelte libere e autonome – ad esempio esprimere critiche ad alcune formulazioni eterodosse del Vaticano II. Il dissenziente è visto con lo stesso sospetto con cui si guarda al cinese che non obbedisce al partito.
Ancora: sempre in questa visione rientra la spersonalizzazione del potere, un tempo riconducibile ad una persona rivestita di un’autorità, oggi trasferita ad entità astratte quasi dotate di volontà propria. In quest’ottica, la sinodalità auspicata da Bergoglio è solo un modo per imporre decisioni dall’alto, facendole apparire come frutto di una democratica discussione. Esattamente come avviene nelle dittature che si proclamano democratiche, ivi compresa l’Unione Europea. Anche in questo, deep state e deep church usano strumenti simili per ottenere risultati simili.
Ultimo elemento di contiguità con l’ideologia comunista è la «transizione digitale», ossia l’uso di strumenti tecnologicamente avanzati per il controllo capillare della popolazione, già implementato nella dittatura cinese e fortissimamente sponsorizzato dal Great Reset secondo il pensiero transumano. Il transumanesimo consiste nell’ibridazione dell’uomo con la macchina, nell’impianto di chip sottocutanei, nell’internet delle cose e delle persone – IoT e IoP – e addirittura nella diffusione della realtà virtuale del «metaverso», oggetto del prossimo rebranding di Facebook.
Faccio presente che la Commissione Europea ha recentemente chiesto «un’identità digitale europea per semplificare la vita ai cittadini», «un unico portafoglio informatico dove raccogliere tutti i documenti personali per accedere velocemente a servizi pubblici e privati: dalla richiesta di prestiti in banca all’iscrizione all’università, fino al noleggio auto».
È evidente che il green pass costituisce un esperimento, una prova generale di ciò che ci aspetta «entro il 2022», strumentale all’adozione del social credit già operante in Cina dal 2014.
Non a caso, proprio alcuni giorni fa, un funzionario cinese ha notato che le proteste contro il green pass dei portuali di Trieste non si sarebbero potute verificare in presenza del credito sociale, perché i manifestanti sarebbero stati immediatamente puniti con la privazione di servizi, dalla possibilità di viaggiare a quella di fare acquisti.
E qui vediamo prospettarsi le parole dell’Apocalisse a proposito del regno dell’Anticristo: «Nessuno poteva comprare o vendere se non portava il marchio» (Ap 13, 17).
9) E il Vaticano si mostra entusiasta anche di questa ibridazione dell’uomo con la macchina…
Lascia sgomenti vedere come la chiesa bergogliana accolga questi progetti disumani addirittura ospitando in Vaticano convegni sul transumanesimo e su metaverso, oltre ad aver creato RenAIssance, una fondazione vaticana per l’Intelligenza Artificiale: non sfuggirà l’uso del termine «rinascimento» tanto caro all’ideologia globalista e massonica.
È significativo che questa fondazione sia stata ideata in occasione della Rome Call for AI Ethics del 28 Febbraio 2020, all’inizio dell’emergenza psicopandemica, e costituita dalla Segreteria di Stato il 16 Aprile 2021. Tra i primi firmatari troviamo mons. Vincenzo Paglia, Presidente della Pontificia Accademia per la Vita (sponsor dell’iniziativa); Brad Smith, Presidente di Microsoft; John Kelly III, Vice Presidente Esecutivo IBM, Dongyu Qu, Direttore Generale della FAO, il Ministro Paola Pisano per il Governo italiano. Da non sottovalutare anche la presenza all’evento di Davide Sassoli, Presidente del Parlamento Europeo.
Inutile dire che, in tutto questo delirio ideologico, la missione di salvezza della Chiesa di Cristo è totalmente cancellata, in nome di un post-umanesimo ecumenico di matrice massonica e satanica.
10) La Covidmania mondiale si è trasformata di fatto in una falsa religione, alimentata dalla paura invece che dalla Grazia, con i vaccini come sacramenti e l’ideologia come rivelazione. Cosa ne pensa?
Chi ha nozioni di sociologia e di psicologia sociale sa bene che l’elemento sacro è connaturato all’uomo. L’azione liturgica, espressione sociale della fede creduta, è indispensabile a raccogliere i fedeli, confermandoli in quella fede e facendoli sentire un corpo vivo e dinamico. In ogni religione ci sono sacerdoti, gerarchie, dogmi, riti, precetti; ci sono quindi anche eretici e infedeli, peccati e scomuniche.
Ciò che la Provvidenza ha stabilito per la Chiesa, trova oggi la sua grottesca replica nella ritualizzazione della psicopandemia, divenuta religione scientista – e antiscientifica – con i suoi dogmi sanitari, i suoi sacramenti che promettono di conferire l’immunizzazione e i suoi sacerdoti in camice.
Ma come ho detto in altre occasioni, ciò è stato possibile perché da parte della Gerarchia cattolica vi è stata una cooperazione consapevole e attiva, che ha trovato in Bergoglio il più efficace testimonial dei farmaci sperimentali, e nei Vescovi i ligi esecutori delle assurde disposizioni sanitarie dell’autorità civile.
Non solo: indicare come «dovere morale» l’inoculazione del siero genico ha dato una base dottrinale – assolutamente impropria – all’intera operazione. E di nuovo: deep state e deep church si muovono all’unisono.
Va detto che, se la voce di un Papa si fosse levata ferma e coraggiosa per condannare il piano infernale dei cospiratori, la farsa del COVID sarebbe fallita miseramente; di questa complicità e di questo tradimento del proprio mandato, la Gerarchia attuale dovrà rispondere a Dio, alla Chiesa e alla Storia.
10) Jorge Mario Bergoglio, ora noto come Papa Francesco, non nasconde di essere il fidato consigliere e ispiratore degli agenti del Great Reset. È più burattino o burattinaio?
Sappiamo bene che il Magistero cattolico è completamente inconciliabile con le istanze del Nuovo Ordine, e quanto sia opposto alla dottrina sociale della Chiesa ciò che vuole imporre il Great Reset. Nondimeno, l’apostasia dei vertici della Chiesa ha consentito a Bergoglio di essere nominato «guida morale» dal Council for Inclusive Capitalism, capitanato dalla signora Lynn Forester de Rothschild, in assoluta contraddizione con il mandato divino assegnato da Cristo al Suo Vicario in terra. E comprendiamo come i pesanti sospetti che gravano sulla forzata abdicazione di Benedetto XVI e sull’elezione del Gesuita Bergoglio trovino qui ulteriori conferme.
D’altra parte, l’Argentino non fa mistero del proprio ruolo di «profeta» del Nuovo Ordine Mondiale, con l’evidente speranza di essere premiato a tempo debito con qualche incarico di prestigio internazionale. Non mi stupirei se ambisse a porsi a capo della Religione Universale, i cui dogmi della fratellanza universale, dell’ecumenismo, della ecosostenibilità, dell’accoglienza indiscriminata dei clandestini, del gender e del reddito universale sono già oggetto quasi monotematico degli interventi «magisteriali» di Bergoglio.
Mi spiace deludere le aspirazioni del gesuita, ma temo che i suoi padroni lo useranno finché farà loro comodo, scaricandolo non appena avrà assolto il suo compito, come avvenne a Giuda dopo il tradimento di Nostro Signore. Speriamo che, dopo aver ricevuto anch’egli i suoi trenta denari dal Sinedrio globalista, Bergoglio abbia qualche resipiscenza e che non faccia la fine del mercator pessimus.
Al momento il ruolo di Francesco è tra i più sovraesposti, proprio per il ruolo che si è ritagliato nel sostenere la narrazione pandemica e nel promuovere le vaccinazioni di massa. Oltre a ciò, è innegabile che egli sia perfettamente in sintonia con l’ideologia globalista e che consideri proprio compito principale la dissoluzione della Chiesa di Cristo, trasformata in una ONG filantropica ed ecumenica asservita all’élite. Questo compito si concretizza con la sistematica demolizione della dottrina, della morale, della liturgia e della disciplina, assieme alla persecuzione spietata dei chierici e dei religiosi refrattari.
Sconcerta che la tanto declamata sinodalità oggetto del Sinodo dei Vescovi si vada dimostrando un grottesco alibi da una parte per sottrarre potere di governo ai Vescovi – un’altra, significativa «cessione di sovranità» analoga a quella imposta in ambito civile – con lo scopo di accentrarlo e avocarlo a sé; mentre sull’altro fronte la Sede Apostolica abdica al proprio ruolo di Mater et Magistra per delegare alle Conferenze Episcopali questioni de rebus fidei ac moribus, che sono invece di esclusiva pertinenza, per decreto divino, del Romano Pontefice e dei Dicasteri Romani.
La persecuzione di tanti Vescovi e sacerdoti, il discredito e l’irrisione nei confronti di alcuni Cardinali, la furia devastatrice contro le Comunità religiose di vita contemplativa sono solo alcune declinazioni dell’agenda bergogliana, a cui si vanno sommando sempre nuovi colpi inferti al corpo ecclesiale.
Addolora profondamente assistere a questa demolizione crudele, perseguita nel silenzio assordante dei Vescovi e dei sacerdoti; rincuora, sotto altri aspetti, la presenza di voci dissenzienti tra i fedeli meno ideologizzati, i quali sono istintivamente giunti a considerare Bergoglio come una sorta di antipapa, soprattutto per la sua palese avversione a tutto ciò che è cattolico.
12) Prescindendo dalle promesse di Cristo, quanto vicini sono arrivati i nemici di Cristo (la massoneria, la mafia di San Gallo, i falsi pastori, i modernisti, ecc.) a distruggere completamente la Chiesa cattolica?
La distruzione della Chiesa è un folle delirio che si infrange contro le promesse di Cristo, che riguardano però l’esito finale dello scontro tra Dio e Satana. La vittoria di Cristo è certissima e ontologicamente necessaria.
Nondimeno, la guerra in atto da parte dei figli delle tenebre sembra giunta ad un punto davvero inquietante, non solo per l’avanzamento del piano globalista che prelude al Nuovo Ordine Mondiale, ma anche per l’assenza di un’opposizione ferma e coraggiosa tanto in ambito civile quanto in quello religioso.
D’altra parte, il tradimento di chi detiene l’autorità civile ed ecclesiastica rende evidente questa spaccatura tra governanti e governati, portando alla luce non solo l’organizzazione efficientissima dell’élite, ma anche le sue debolezze: prima fra tutte, la persuasione – tipica di anime accecate dall’odio per il bene – che gli uomini seguano indefettibilmente determinate regole, come le api di un alveare.
Questa convinzione è totalmente falsa, perché gli uomini sono fatti di carne e sangue, di debolezze e paure, ma anche di passioni e ideali, di gesti di generosità e di altruismo: perché sono fatti ad immagine e somiglianza di Dio.
Stiamo scoprendo che il mondo prospettato dal Great Reset spaventa e inquieta molte persone, apre loro gli occhi, le porta a confrontarsi e ad organizzarsi per opporre resistenza alla dittatura incombente, fa loro scoprire di non essere una minoranza di reietti, ma una maggioranza che si è lasciata trarre in inganno.
Questa reazione, spontanea e sempre più vasta, non era prevista e potrebbe condurre ad un esito diverso da quello atteso dai fautori dell’agenda globalista. E forse anche in seno alla Chiesa lo Spirito Santo susciterà un movimento di ritorno alla Tradizione, perché le promesse dei Novatori si sono dimostrate un inganno, né più né meno di quelle del Great Reset.
13) L’umanità ha affrontato tiranni negli stati nazionali, ma mai prima d’ora un sistema globale di totalitarismo che prendesse di mira gli abitanti di tutto il mondo. Può offrire alcune parole di speranza e incoraggiamento per questi tempi bui apocalittici?
Lo scoraggiamento, dinanzi a questo colpo di stato globale, è una reazione umana comprensibile, specialmente quando ci rendiamo conto della determinazione con cui l’agenda è perseguita e della simultaneità dell’azione da parte dei vari Stati. Ciò che avviene in Italia come laboratorio per le altre Nazioni europee, poco dopo è proposto in Francia, in Germania, in Austria: l’esempio dell’obbligo del green pass per lavorare, sotto ricatto di non ricevere lo stipendio, è eclatante.
Eppure, come dicevo poc’anzi, questo meccanismo può incepparsi, nel momento in cui dovesse venir meno la collaborazione di alcuni: pensiamo alle forze dell’ordine o ai medici, ai giornalisti o ai politici, ai magistrati o ai parroci.
Se iniziamo a resistere a leggi illegittime e a norme assurde con una disobbedienza civile e pacifica, la paura su cui si basa l’intera narrazione viene meno, e chi crede di poterci imporre privazioni dei diritti civili e religiosi si troverà a dover retrocedere, scoprendo il piano, mostrandone le incongruenze, svelando le complicità e i crimini.
E questo avverrà simultaneamente nella cosa pubblica e nel mondo ecclesiale, lasciando che la «chiesa di stato» bergogliana si estingua in una setta di rinnegati, screditata per la sua corruzione morale e per il suo asservimento al più grande crimine contro l’umanità che sia mai stato commesso.
Non è, questo, uno scontro nel quale possiamo vincere il comune nemico con sole forze umane: è una battaglia epocale, in cui sono in gioco i destini dell’umanità nel suo insieme e quelli di ciascuno di noi singolarmente, nel tempo e nell’eternità. Ne va della nostra stessa vita, della nostra identità, della nostra individualità.
E soprattutto: i fautori del Great Reset sono intrinsecamente anticristiani e anticristici, perché questo «Nuovo Ordine» altro non è che il caos infernale, opposto e inconciliabile con l’Ordo Christianus.
Per questo occorre pregare e implorare la Maestà divina che si degni di guardare ai pochi fedeli disposti a combattere al fianco di Gesù Cristo Re, come fece Abramo per gli abitanti di Sodoma e Gomorra: «Davvero sterminerai il giusto con l’empio? Forse vi sono cinquanta giusti nella città: davvero li vuoi sopprimere? E non perdonerai a quel luogo per riguardo ai cinquanta giusti che vi si trovano? Lungi da te il far morire il giusto con l’empio, così che il giusto sia trattato come l’empio; lungi da te! Forse il giudice di tutta la terra non praticherà la giustizia?» (Gen 18, 23-25).
Forse non siamo nemmeno quarantacinque, né quaranta, trenta o venti. Ma la parola del Signore ci conforta, per quanto pochi possiamo essere: «Non la distruggerò per riguardo a quei dieci» (ibid. 32).
Perché questa restaurazione avvenga, tanto nello Stato quanto nella Chiesa, occorrono cittadini onesti e fedeli che vivono coerentemente con il Vangelo, animati dall’amore di Dio e del prossimo, disposti a combattere, a farsi sentire, a non subire passivamente la violenza di cui sono fatti oggetto.
Questa battaglia epocale si vince se ci si schiera con Cristo, senza compromessi, senza rispetti umani, senza pavidità. Perché più saremo vicini a Nostro Signore con una vita di Grazia, di preghiera e di penitenza, più le armi spirituali che Egli ci concede saranno efficaci. Nolite timere: ego vici mundum (Gv 16, 33).
Pensiero
Mons. Viganò: dissonanza cognitiva e rivelazione del metodo, il colpo da maestro di Satana
Renovatio 21 pubblica questo scritto dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò. Le opinioni degli scritti pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

Ex fructibus igitur eorum cognoscetis eos.
Mt 7, 20
Premessa
La crisi nella Chiesa è di natura teologica, non canonica. Non solo: questa non è una crisi tra le tante, ma la crisi dell’Autorità, perché è appunto l’Autorità ad essere oggetto di un sovvertimento che fino a sessant’anni fa non era nemmeno immaginabile in seno alla Chiesa Cattolica. Se infatti l’Autorità, quando è esercitata per il bene, è certamente lo strumento più idoneo ad assicurare il buon governo dell’istituzione che presiede, così essa si può mutare in uno strumento altrettanto efficace per distruggerla, nel momento in cui chi la ricopre rescinde il proprio vincolo di obbedienza verso Dio, che dell’Autorità è supremo garante (1).
Questo hanno fatto i Giacobini nel 1789, questo hanno ripetuto i fautori della rivoluzione conciliare nel 1965: appropriarsi illegittimamente dell’Autorità per costringere i sudditi ad accettare di obbedire a ordini iniqui, finalizzati ad un piano eversivo. E tanto i Giacobini quanto i Modernisti si sono avvalsi non solo della collaborazione attiva dei propri complici e dell’inazione dei codardi, ma anche del consenso di coloro che obbedivano in buona fede e da una massa progressivamente indotta ad accettare in nome dell’obbedienza qualsiasi cambiamento (2).
L’idealizzazione dell’autorità
Nelle scorse settimane «conservatori» come Riccardo Cascioli, Luisella Scrosati, Daniele Trabucco e Giovanni Zanone hanno sostenuto che laici e chierici, dinanzi alla crisi della Gerarchia cattolica, non dovrebbero adottare forme di resistenza nei confronti di cattivi Superiori; né dovrebbero mettere in discussione la loro Autorità, dal momento che essa promana direttamente da Nostro Signore.
Costoro affermano che l’indegnità di un vescovo o del papa non inficia la legittimità della loro autorità, ma questo può essere vero nel caso di un’indegnità personale che non coinvolge l’esercizio dell’autorità stessa. L’autorità, tuttavia non può essere esercitata legittimamente al di fuori dei confini che le sono dati né tantomeno contro i propri fini o contro la volontà del divino Legislatore. Un vescovo che coopera consapevolmente ad uno scopo iniquo con atti di governo, inficia la legittimità di quegli atti e la sua stessa autorità, proprio perché sono posti in fraudem legis.(3)
La visione idealista e sconnessa dalla realtà degli Autori citati, secondo la quale l’Autorità non perderebbe la propria legittimità nemmeno quando i suoi ordini sono volti al male, rende evidente il cortocircuito logico tra la realtà di papi e vescovi eretici – formali o materiali, poco importa: è comunque una cosa inaudita – e la teoria di un’Autorità immune dall’eresia e dalle cattive intenzioni di chi ricopre quell’Autorità.
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Una crisi sistemica
Chi si ostina a giudicare i singoli fatti prescindendo dall’evidente coerenza che li lega tra loro e dal quadro complessivo che se ne evince, falsifica la realtà dandone una rappresentazione ingannevole. Questa è una crisi che dura da sessant’anni, sempre nella medesima direzione, sempre con la connivenza dell’Autorità, sempre contraddicendo gli stessi articoli di Fede e sostenendo i medesimi errori già condannati.
I responsabili di questa crisi sono tutti accomunati dalla volontà eversiva di appropriarsi e mantenere il potere per raggiungere gli scopi che si prefiggono. E a riprova che deep state e deep church agiscono di concerto, basti vedere come gli artefici di questa sovversione in campo ecclesiastico agiscono specularmente ai loro omologhi nella sfera civile, giungendo a mutuarne il lessico e le tecniche di manipolazione di massa. L’evidenza dei risultati disastrosi ottenuti dai papi e dai vescovi conciliari non li ha indotti a tornare sui propri passi e a riparare al danno compiuto, ma al contrario li vediamo proseguire ostinatamente sulla medesima linea, confermando dolo e premeditazione, ossia la mens rea. (4)
Ci troviamo in una situazione di gravissimo conflitto istituzionale, dal quale emerge che la maggior parte dei vescovi costituiti in Autorità – senza alcuna ombra di dubbio – agisce con l’intenzione determinata e volontaria di commettere atti illeciti contro il bene della Chiesa e delle anime, nella consapevolezza delle loro conseguenze.
Se in costoro non vi fosse intenzione di compiere il male – se, cioè, essi fossero in buona fede – non si ostinerebbero a ripetere i medesimi errori, nel perseguimento dei medesimi risultati. Né cercherebbero con ogni mezzo di indurre fedeli e sacerdoti a rinnegare ciò che la Santa Chiesa ha insegnato per secoli, facendo loro abbracciare quanto essa condannava e puniva con le pene più severe.
L’accettazione della frode
Abbiamo dunque una Gerarchia composta da vescovi e papi traditori che pretende dai propri fedeli non solo il silenzio inerte dinanzi ai peggiori scandali dei suoi membri, ma anche l’entusiastica accettazione e condivisione di questo tradimento, secondo quel principio esoterico che il satanista Aleister Crowley aveva così riassunto agli inizi del Novecento: «Il male deve nascondersi alla luce del sole, poiché le regole dell’universo impongono che chi viene ingannato acconsenta al proprio inganno».
Questo è il modus operandi del demonio e dei suoi servi, che troviamo confermato dalla narrazione delle tentazioni cui Satana sottopone Nostro Signore nel deserto: «Tutto questo io ti darò – dice il Maligno a Cristo – se prostrato mi adorerai» (Mt 4, 9). Nel pretendere di essere adorato come Dio, Satana chiede anzitutto l’accettazione della frode, ossia della premessa – Tutto questo io ti darò – che è assolutamente falsa, in quanto Satana non può cedere ciò che non gli appartiene. Se per assurdo Nostro Signore si fosse prostrato a Satana adorandolo, Egli non avrebbe avuto da lui nemmeno un granello di polvere del deserto e questo baratto si sarebbe rivelato una frode.
er questo il Signore gli risponde «Vattene, Satana! Sta scritto infatti: Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto» (ibid., 10). Con queste parole Nostro Signore svela l’identità del tentatore e i suoi inganni. Anche nell’Eden, tentando Eva, il Serpente aveva prospettato ai Progenitori di diventare sicut dii (Gen 3, 5).
Essi sapevano benissimo che Satana non sarebbe stato in grado di renderli come dèi e che avrebbero dovuto rispondere a Dio della loro orgogliosa disobbedienza, ma nonostante questo hanno consentito alla menzogna del Maligno come se fosse vera, rendendosi responsabili del sovvertimento di Bene e Male e agendo come se Dio non fosse onnipotente e in grado di punirli. È questa, in definitiva, la ὕβρις, la superbia che spinge l’uomo a sfidare Dio scegliendo di compiere il peccato, che ha come conseguenza la νέμεσις, ossia la punizione inevitabile che colpisce chi ha violato l’ordine divino oltrepassando i limiti imposti da Dio.
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La «Rivelazione del Metodo»
Lo storico ed esperto di ingegneria sociale Michael A. Hoffman ha affrontato il medesimo tema da una prospettiva differente, identificando un’élite nascosta che usa tecniche di manipolazione per controllare le masse. Essa non vuole solo conquistare il potere, ma intende condurre una guerra psicologica che trasforma la realtà in un rituale magico, alchemico (e in questo coincide con le parole di Crowley).
Questa élite non nasconde più tutto, ma rivela deliberatamente parti del suo piano (da qui la Rivelazione del Metodo), come atto di umiliazione dei sudditi e di affermazione della propria supremazia. Gli studi di psicologia sociale confermano che questo gioco crudele per soggiogare e dominare le vittime serve a provocare la dissonanza cognitiva, ossia quello stato di disagio psicologico che si verifica quando ci troviamo dinanzi a due affermazioni o fatti in conflitto tra loro, come ad esempio è avvenuto quando le autorità sanitarie sostenevano, mentendo, che il siero genico sperimentale fosse «sicuro ed efficace» ma allo stesso tempo chiedevano lo scudo penale per i medici inoculatori; o quando abbiamo sentito affermare da Jorge Bergoglio che «Dio non è cattolico».
Questa dissonanza cognitiva, questa percezione di una contradictio in terminis è voluta, perché ci demoralizza (siamo consapevoli della nostra impotenza), perché ci induce ad un consenso implicito (un consenso passivo, come dire: «Ti mostro cosa faccio, e tu non fai nulla, quindi acconsenti») e infine perché ci porta all’accettazione di un potere dispotico (anche se esso sbeffeggia le masse, rafforzando su di noi il proprio controllo psicologico).(5)
La «dissonanza cognitiva» e il «gaslighting» dei conservatori
Non ci deve dunque stupire se queste tecniche di manipolazione di massa sono usate anche nella sfera ecclesiastica, allo scopo di provocare la stessa dissonanza cognitiva nei fedeli, la stessa demoralizzazione, lo stesso consenso estorto, la medesima accettazione dell’autorità che ostenta la contraddizione ma pretende obbedienza. Pensiamo al paradosso di Leone che dichiara la libertà religiosa un diritto umano sulla base del Vaticano II e allo stesso tempo canonizza il Beato Bartolo Longo, che nei suoi scritti condanna l’indifferentismo religioso e il concetto di libertà religiosa (6); o che presiede incontri ecumenici con gli islamici, ma canonizza il Beato Ignazio Choukrallah Maloyan, vescovo armeno martirizzato dai maomettani per essersi rifiutato di apostatare la vera Fede.
Non ci deve stupire nemmeno che la Nuova Bussola si comporti esattamente come previsto in questi casi dai manuali di psicologia sociale, negando ostinatamente la contraddizione ancorché evidente, in un’operazione di vero e proprio gaslighting (7): «Ciò che hai visto non è mai successo».
Anche il ricorso a video o immagini generate dall’AI diventa strumento di destabilizzazione, perché queste contribuiscono a erodere la base sensibile della conoscenza della realtà, rendendo impossibile distinguere il vero dal falso e di fatto cancellando la nozione stessa di «reale» mediante la sua sostituzione con il «verosimile».
L’apparenza prende così il posto della sostanza, solo perché essendo veicolata dall’immagine che appare sul cellulare o sul computer noi non sappiamo se ciò che ci sembra vero lo è davvero o lo sembra soltanto. Come non vedere in questo nuovo fenomeno un attacco con cui Satana sfida con i suoi artifici teatrali e con i suoi effetti speciali la verità di Dio che è simplex, senza pieghe?
Questi sono test di massa per mettere alla prova la devozione alla religione sinodale, esattamente come in ambito civile avviene con la religiones anitaria o la religione green. E non è diverso chiedere al fedele di accettare la messa protestantizzata di Paolo VI se vuole avere il permesso di assistere alla Messa tridentina, che del Novus Ordo è l’antitesi.
Anche la «scomunica» che Jorge Bergoglio mi ha inflitto palesa una enorme contraddizione: da un lato io sono stato dichiarato scismatico per aver denunciato gli stessi errori che tutti i Papi fino a Pio XII incluso hanno condannato; dall’altro i veri eretici e scismatici sono ammessi alla communicatio in sacris con chi mi condanna, senza alcuna conseguenza canonica. Il messaggio è chiaro: «Possiamo mostrarti la contraddizione tra le nostre parole e le nostre azioni, e tu non farai nulla. Accetterai sia la menzogna che la prova di essa».
Ogni assurdità accettata indebolisce la capacità di discernimento dei fedeli e del Clero, per poter responsabilmente obbedire ai propri Pastori. Se la nostra Fede non è forte e convinta, questo ci porta ad una forma di apatia verso ogni nuova provocazione. È una forma di umiliazione rituale che funziona non più attraverso la segretezza, ma attraverso una sfacciata ostentazione, specialmente quando l’obbedienza all’Autorità che imparte ordini abusivi e addirittura criminali è richiesta come un sacrificio della propria razionalità, come un’immolazione della volontà mediante un concetto pervertito di autorità e di obbedienza.
Se l’Autorità della Gerarchia, fino ai suoi massimi vertici, si rende responsabile di questa manipolazione psicologica dei fedeli finalizzata a perpetuare il proprio potere per demolire la Chiesa, a chi dovrebbero rivolgersi, sacerdoti e laici, per veder condannati i colpevoli di tanto tradimento? A quegli stessi eretici manipolatori, incistati a Roma e in tutti gli organi e le istituzioni della Chiesa Cattolica?
Non stupisce che troppe vocazioni sacerdotali si perdano e che molti fedeli si rassegnino o abbandonino la pratica religiosa. È il risultato voluto e pianificato di questo crudele stillicidio.
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Il «colpo da maestro» di Satana
Il demonio vuole ottenere la nostra adesione al male non per inganno, ma portandoci ad accettare la menzogna con la quale egli definisce bene il male, e ad accettare la finzione mediante la quale ci presenta il bene come un male. Il colpo da maestro di Satana consiste in questo: nell’ottenere da noi un assenso irrazionale, pur dinanzi all’evidenza della frode e del sovvertimento che riconosciamo per tali ma che, in un atto di folle annientamento suicida, accettiamo come se fossero verità divinamente rivelate. Per il Cattolico la Fede non è mai irrazionale: rationabile sit obsequium vestrum, dice San Paolo (Rom 12, 1), perché Dio è autore della Fede e della ragione, e non vi può essere contraddizione nella Verità.
Satana, al contrario, essendo menzognero e padre della menzogna (Gv 8, 44) non può non dissimulare i propri inganni con la frode, per i quali pretende da noi non un’adesione razionale, ma un consenso superstizioso, un atto di fede al contrario, nel quale l’assenso dell’intelletto a errori e eresie evidenti è motivato non dall’autorità di un Dio verace, ma dall’usurpazione di quell’autorità da parte di una creatura ribelle, bugiarda e che sappiamo che ci vuole ingannare e perdere.
Satana vuole che abdichiamo alla ragione e allo stesso sensus fidei, trasformando l’atto di fede in una folle apostasia.
L’assolutizzazione dell’obbedienza
Assolutizzare l’obbedienza, scardinandola dalla necessaria coerenza che essa presuppone tra tutti i soggetti del corpo gerarchico in cui essa viene esercitata,[8] significa consegnare nelle mani dell’autorità vicaria della Gerarchia un potere che il supremo Legislatore non le ha mai concesso, ossia la facoltà di poter legittimamente legiferare contro la volontà del Legislatore stesso e in danno dei fedeli.
Qui non stiamo parlando di ordini incidentalmente sbagliati, o di singoli vescovi che abusano della propria autorità in un contesto ecclesiale in cui la Virtù è incoraggiata e il peccato condannato e punito. Qui stiamo parlando di un intero sistema gerarchico che è riuscito – nella Chiesa Cattolica come nella cosa pubblica – ad impossessarsi del potere, ottenendo riconoscimento e obbedienza dai sottoposti mediante l’uso di mezzi coercitivi.
Non solo: l’assolutizzazione dell’obbedienza nei riguardi dell’autorità finisce anche con l’essere deresponsabilizzante: un comodo alibi offerto ai tanti, troppi don Abbondio in veste filettata o in clergyman, ben attenti a non dispiacere ad alcuno, ad «evitare polarizzazioni» – secondo l’auspicio di Leone – a beneficiare dei favori del potente che si conosce come iniquo ma a cui si presta ossequio per viltà o interesse.
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Conclusione
La Sacra Scrittura, i Padri, i mistici e la stessa Vergine Maria a Fatima ci hanno messi in guardia su un’apostasia che la Chiesa dovrà affrontare negli ultimi tempi. Come possiamo pensare che questa apostasia si concretizzi, se non attraverso falsi pastori al posto di buoni pastori, e di pseudocristi e falsi profeti al posto di Cristo e dei Profeti? Come potrebbero gli eletti essere tratti in inganno dagli eretici e dagli scismatici (Mt 24, 24), se non nel momento in cui questi ricoprono ruoli d’autorità nella Chiesa? Ma la Chiesa è indefettibile, ripetono alcuni con petulanza.
E lo è davvero: nonostante la stragrande maggioranza dei suoi vescovi infierisca su di essa e agisca di concerto con nemici di Cristo. La Chiesa Cattolica è indefettibile nel senso che essa non può mai venir meno nella sua missione di custodire e trasmettere la Verità rivelata da Dio, né può cadere in errore definitivo nella sua Fede e nella sua Morale. E questo di fatto non accade nemmeno quando una Gerarchia eretica e corrotta cerca di oscurare o di sfigurare il sacro Deposito della Fede. Non dimentichiamo che la Chiesa non è solo quella militante su questa terra (hic) e oggi (nunc), ma è anche quella penitente in Purgatorio e trionfante in Paradiso.
La sua compagine celeste è garanzia di quell’indefettibilità che il suo divino Fondatore le ha promesso e che lo Spirito Santo le assicura. E se la chiesa conciliare-sinodale che oggi si presenta come militante contraddice quella di ieri, spezzando la continuità e l’unità nella Professione dell’unica Fede che la rende una e apostolica anche nel fluire del tempo e non solo nella sua diffusione nello spazio, essa non è più la stessa Chiesa.
Per questo il Signore non manca di suscitare una vox clamantis in deserto che rompa il muro di silenzio e di complicità dei congiurati: mi riferisco ai “dottori degli ultimi tempi” cui accenna Augustin Lémann (9) nel suo saggio L’Anticristo. Sono i nuovi Sant’Atanasio imprigionati, esiliati, perseguitati ma infine risarciti dalla Giustizia divina con la proclamazione della loro santità. Ecco come il grande Vescovo di Alessandria e Dottore della Chiesa si rivolge ai fedeli durante la grande eresia ariana (10):
Che Dio vi consoli! (…) Quello che rattrista (…) è il fatto che gli altri hanno occupato le chiese con violenza, mentre in questo periodo voi vi trovate fuori. È un dato di fatto che hanno la sede, ma voi avete la Fede apostolica. Possono occupare le nostre chiese, ma sono al di fuori della vera Fede. Voi rimanete al di fuori dei luoghi di culto, ma la Fede abita in voi. Vediamo: che cosa è più importante, il luogo o la Fede? La vera Fede, ovviamente. Chi ha perso e chi ha vinto in questa lotta – quella che mantiene la sede o chi osserva la Fede? È vero, gli edifici sono buoni, quando vi è predicata la Fede apostolica; essi sono santi, se tutto vi si svolge in modo santo… Voi siete quelli che sono felici, voi che rimanete dentro la Chiesa per la vostra Fede, che mantenete salda nei fondamenti come sono giunti fino a voi dalla Tradizione apostolica, e se qualche esecrabile gelosamente cerca di scuoterla in varie occasioni, non ha successo. Essi sono quelli che si sono staccati da essa nella crisi attuale. Nessuno, mai, prevarrà contro la vostra Fede, amati fratelli, e noi crediamo che Dio ci farà restituire un giorno le nostre chiese. Quanto più i violenti cercano di occupare i luoghi di culto, tanto più essi si separano dalla Chiesa. Essi sostengono che rappresentano la Chiesa, ma in realtà sono quelli che ne sono a loro volta espulsi e vanno fuori strada. Anche se i Cattolici fedeli alla Tradizione sono ridotti a una manciata, sono loro che sono la vera Chiesa di Gesù Cristo.
L’accusa ricorrente che tanto i Conservatori e i Sinodali rivolgono a chi rimane saldo nella Fede e denuncia i loro errori è di volersi creare una propria chiesa, separandosi con lo scisma dalla Chiesa Cattolica, visibile e gerarchica, di cui essi si sono però impossessati con un vero e proprio golpe e nella quale pretendono di esercitare una legittima Autorità per gli scopi opposti a quelli che Nostro Signore le ha affidato.
Ma non sono stati forse costoro, con i loro errori condannati da tutti i Papi preconciliari, a crearsi una chiesa parallela che contraddice il Magistero immutabile e sovverte il Papato? Come può un’autorità ribelle a Cristo Capo del Corpo Mistico pretendere di esercitare l’Autorità di Cristo per contraddire la Sua Parola?
Come può chi si è separato dalla comunione ecclesiale con la vera Chiesa Cattolica Apostolica Romana accusare di scisma chi le rimane fedele?
+ Carlo Maria Viganò
Arcivescovo
24 Ottobre MMXXV
S.cti Raphaëlis Archangeli
NOTE
1) Il termine auctoritas deriva da auctor, nell’accezione di autore e garante riferita a Dio.
2) San Pio X ricordava che il successo dei malvagi è possibile anzitutto grazie all’ignavia dei buoni.
3) L’espressione in fraudem legis si riferisce a un comportamento o un atto giuridico compiuto con l’intenzione di eludere una norma, aggirandone lo scopo o l’applicazione, pur rispettandone formalmente la lettera. In altre parole, si tratta di un’azione che, pur apparendo conforme alla legge, viene posta in essere per ottenere un risultato che la legge stessa intende vietare o limitare. Le caratteristiche di questo comportamento sono la conformità formale, l’intenzione elusiva e l’effetto contrario alla mens del legislatore.
4 – La mens rea designa la componente psicologica del reato, ossia l’intenzione o la consapevolezza di violare la legge.
5) Scrive Hoffman: «Il principio alchemico della Rivelazione del Metodo ha come componente principale una beffarda derisione delle vittime, simile a quella di un clown, come dimostrazione di potere e macabra arroganza. Quando viene eseguito in modo velato, accompagnato da certi segni occulti e parole simboliche, e non suscita alcuna risposta significativa di opposizione o resistenza da parte dei bersagli, è una delle tecniche più efficaci di guerra psicologica e violenza mentale». Cfr. Michael A. Hoffman II, Secret Societies and Psychological Warfare, 2001.
6) Scriveva Bartolo Longo: Innanzi a Dio l’uomo non ha vera libertà di coscienza, libertà di culto e libertà di pensiero, come oggi s’intende, cioè facoltà di scegliersi una religione ed un culto come gli talenta; ma solo la libertà dei figliuoli di Dio, come dice S. Paolo, cioè di lasciare l’errore e le seduzioni del secolo per correre liberamente al Cielo. L’affermare, perciò, che l’uomo ha il diritto innanzi a Dio di pensare e di credere in religione come gli piace, è un errore. Cfr. Bartolo Longo, San Domenico e l’Inquisizione al Tribunale della Ragione e della Storia, Valle di Pompei, Scuola tipografica editrice Bartolo Longo, 1888.
7) Il gaslighting è una forma di manipolazione psicologica in cui una persona (o un gruppo) fa dubitare un’altra della propria percezione della realtà, della memoria o della sanità mentale, con l’obiettivo di controllare, indebolire o destabilizzare la vittima.
8) Non vi può infatti essere vera obbedienza se chi è costituito in autorità nella Gerarchia esige di essere obbedito ma allo stesso tempo disobbedisce a Dio, che è il garante e la fonte stessa dell’Autorità. Né vi può essere legittima autorità se chi la esercita in nome di Dio non si sottomette a propria volta alla Sua suprema Autorità.
9) Augustin Lémann, L’Anticristo, Marietti, 1919, pag. 53. «Il secondo campione della verità cristiana contro l’Anticristo sarà una falange di dottori suscitata da Dio in quei tempi di prova. […] Questa falange di dottori riceverà, per la difesa e consolazione dei buoni, una maggiore intelligenza delle nostre sante Scritture». Cfr. https://www.rassegnastampa-totustuus.it/cattolica/wp-content/uploads/2014/07/LANTICRISTO-A-Lemann.pdf
Il Canonico Augustin Lémann, ebreo francese, si convertì al Cattolicesimo insieme al fratello Joseph. Divenuti amici di Pio IX, furono entrambi consultori del Concilio Vaticano I.
10) Sant’Atanasio, Epistolæ festales, Lettera XXIX, in: Coll. Selecta SS. Eccl. Patrum, a cura di Caillaud e Guillon, vol. 32, pagg. 411-412.
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Pensiero
Se la realtà esiste, fino ad un certo punto
I genitori si accorgono improvvisamente che la biblioteca scolastica mette a disposizione degli alunni strani libri «a fumetti» dove si illustra amabilmente il bello della liaison omoerotica.
L’intento degli autori è inequivocabile, quello di presentare un modello antropologico indispensabile per una adeguata formazione dell’individuo in crescita… Meno chiaro appare nell’immediato se la scuola, nel senso dei suoi responsabili vicini o remoti, di questa trovata educativa abbiano coscienza e conoscenza.
Di istinto, i genitori dell’incolpevole alunno si chiedono se tutto ciò sia proprio indispensabile per uno sviluppo armonico della psicologia infantile, magari in sintonia con i suggerimenti più elementari della natura e della fisiologia.
Tuttavia, poiché anche lo zeitgeist ha una sua potenza suggestiva, a frenare un po’ il comprensibile sconcerto, in essi affiora anche qualche dubbio sulla adeguatezza culturale dei propri scrupoli educativi, tanto che sono indotti a porsi il dubbio circa una loro eventuale inadeguatezza culturale rispetto ai tempi, votati come è noto, a sicure sorti progressive.
Ma il caso riassume bene tutto il paradosso di un fenomeno che ha segnato questo quarto di secolo e soltanto incombenti tragedie planetarie, mettono un po’ in sordina, finché dagli inciampi della vita quotidiana esso non riemerge con tutta la sua inaspettata consistenza.
Infatti la domanda sensata che si dovrebbero porre questi genitori, è come e perché una anomalia privata abbia potuto meritare prima una tutela speciale nel recinto sacro dei valori repubblicani, per poi ottenere il crisma della normalità e quindi quello di un modello virtuoso di vita; il tutto dopo essersi insinuata tanto in profondità da avere disattivato anche quella reazione di rigetto con cui tutti gli organismi viventi si difendono una volta attaccati nei propri gangli vitali da corpi estranei capaci di distruggerli.
Eppure, per quanto giovani possano essere questi genitori allarmati, non possono non avere avvertito l’insistenza con cui questa merce sia stata immessa di prepotenza sul mercato delle idee, quale valore riconosciuto, dopo l’adeguata santificazione dei cultori della materia ottenuta col falso martirio per una supposta discriminazione. Quella che già il dettato costituzionale impediva ex lege.
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Ma tutta l’impalcatura messa in piedi intorno a questo teatro dell’assurdo in cui i maschi prendono marito, le femmine si ammogliano nelle sontuose regge sabaude come nelle case comunali di remote province sicule, non avrebbe retto comunque all’urto della ragione naturale e dell’evidenza senza la gioiosa macchina da guerra attivata nel retrobottega politico con il supporto della comunicazione pubblica e lasciata scorrazzare senza freni in un mortificato panorama culturale e partitico.
Nella sconfessione della politica come servizio prestato alla comunità, secondo il criterio antico del bene comune, mentre proprio lo spazio politico è in concreto affollato da grandi burattinai e innumerevoli piccoli burattini, particelle di un caos capace di tenere in scacco «il popolo sovrano». Una parte cospicua del quale si sente tuttavia compensato dalla abolizione dei pronomi indefiniti, per cui tutte e tutti possono toccare con mano tutta la persistenza dei valori democratici.
Non per nulla proprio in omaggio a questi valori è installato nella anticamera della presidenza del Consiglio, da anni funziona a pieno regime un governo ombra, quello terzogenderista dell’UNAR. Un ufficio che ha lavorato con impegno instancabile, e indubbia coerenza personale, alla attuazione del «Piano» (sic) elaborato già sotto i fasti renziani e boschiani, per la imposizione capillare nella società in generale e nella scuola in particolare, di tutto l’armamentario omosessista.
Il cavallo di battaglia di questa benemerita entità governativa è la difesa dei «diritti delle coppie dello stesso sesso», dove sia il «diritto», che la «coppia» hanno lo stesso senso dei famosi cavoli a merenda.
Ecco dunque un esempio significativo ed eccellente di quella desertificazione della politica per cui il governo ombra guidato da interessi particolari in collaborazione e in sintonia con centri di potere radicati in istituzioni sovranazionali, possa resistere ad ogni cambio di governo istituzionale senza che ne vengano disinnescati potere e funzioni.
I partiti, dismessi gli apparati ideologici, e omogeneizzati nella sostanza, sono ridotti a «parti», alla moda di quelle fiorentine che pure un qualche ideale di fondo ce l’avevano, anche se tutte si assestavano su un gioco di potere.
Qui prevale il gioco dei quattro cantoni, dove tutti sono guidati dall’utile di parte che coincide a seconda dei casi con l’utile politico personale o ritenuto tale. Un utile calcolato tra l’altro senza vera intelligenza politica ovvero senza intelligenza tout court. Anche chi si è abbigliato di principi non negoziabili, alla bisogna può negoziare tutto, perché secondo il noto Principio della Dinamica Politica, «Tutto vale fino ad un certo punto».
Tajani, insieme a Rossella O’Hara ci ha offerto il compendio di tutta la filosofia occidentale contemporanea. Quindi dobbiamo stare sereni. Ma i genitori attoniti devono comprendere che quei libretti e questa scuola non sono caduti dal cielo. Sono il frutto di una politica diventata capace di tutto perché incapace a tutto sotto ogni bandiera.
Patrizia Fermani
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