Economia
L’UE vieta il transito del gas russo

Il Consiglio Europeo ha dichiarato che i Paesi dell’UE hanno deciso di vietare il transito del gas russo attraverso il blocco.
A partire dal 1° gennaio 2026, sarà proibita la firma di nuovi contratti per l’importazione di gas russo, secondo quanto comunicato dal Consiglio lunedì. Gli accordi a breve termine stipulati prima del 17 giugno 2025 resteranno validi fino al 17 giugno 2026, mentre i contratti a lungo termine saranno validi fino al 1° gennaio 2028, si legge nella nota.
Il Consiglio ha precisato che le nuove norme prevedono «flessibilità specifiche per gli Stati membri senza sbocco sul mare colpiti dai recenti cambiamenti nelle rotte di approvvigionamento», consentendo loro di modificare i contratti esistenti con la Russia.
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Il ministro ungherese Peter Szijjarto, presente la scorsa settimana al forum della Settimana dell’energia russa a Mosca, ha ribadito che Budapest non intende rinunciare al gas e al petrolio russi, poiché «non sarebbe in grado di garantire le necessarie forniture di carburante» senza tali consegne.
Il primo ministro slovacco Robert Fico, all’inizio di questo mese, ha affermato che l’UE si sta «sparando la pistola sulle ginocchia» tentando di eliminare gradualmente l’energia russa. Fico ha dichiarato che continuerà a confrontarsi con Bruxelles «per convincerli che si tratta di un passo ideologico insensato». Il premier di Bratislava in passato aveva descritto la decisione come «irrazionale».
Il divieto sul gas russo è stato annunciato durante la riunione dei ministri dell’energia dell’UE a Bruxelles, dove è stata sostenuta la proposta di eliminare completamente il petrolio e il gas russi entro gennaio 2028.
Il ministro dell’Energia danese Lars Aagaard si è detto soddisfatto del «sostegno stragrande» ricevuto dalla legislazione che «vieterà definitivamente l’ingresso del gas russo nell’UE». «Un’Europa energeticamente indipendente è un’Europa più forte e più sicura», ha dichiarato.
La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha avvertito all’inizio di questo mese che Stati Uniti e Regno Unito stanno esercitando pressioni sull’UE per privarla della sua sovranità energetica e sottomettere il blocco. «La vera indipendenza è impossibile senza acquisire la capacità di utilizzare le risorse a propria discrezione. Ed è sempre stata la Russia a fornire loro [all’UE] questa capacità», ha sottolineato la Zakharova.
Dal febbraio 2022, in seguito all’escalation del conflitto in Ucraina, l’UE ha drasticamente ridotto le forniture di energia russa. Mosca ha risposto reindirizzando la maggior parte delle sue esportazioni di petrolio e gas verso i Paesi asiatici, in particolare Cina e India.
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Non tutti i Paesi europei sono pronti a rinunciare agli idrocarburi di Mosca.
Come riportato da Renovatio 21, oltre alla Slovacchia, anche l’Austria e pure spezzoni del Bundestag tedesco si oppongono al bando del gas russo. La Spagna l’anno scorso risultava ancora come uno dei maggiori importatori.
Al contrario, il Belgio ha chiesto ripetutamente divieti totali contro i flussi energetici dalla Federazione Russa, mentre il Parlamento olandese ha lanciato allarmi per gli aumenti delle importazioni, verificatisi comunque anche in tempo di conflitto.
Tre anni fa ebbe da dire la sua sulla situazione anche l’oligarca informatico-vaccinale Bill Gates, che ha dichiarato alla TV americana CNBC che un’Europa senza gas russo è «un bene».
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Economia
S&P declassa il rating creditizio della Francia

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Economia
La logica dietro al crollo delle criptovalute. Anche la bolla dell’IA pronta a scoppiare?

In un articolo pubblicato sul suo Substack, l’ex Segretario del Lavoro degli Stati Uniti Robert Reich si è unito agli economisti, banchieri e trader che avvertono del rischio imminente di uno scoppio della bolla finanziaria.
Reich ha individuato due bolle pronte a esplodere: quella dell’Intelligenza Artificiale e quella delle criptovalute – che, secondo lui, potrebbe essere già collassata, come suggerito dal crollo del 10-11 ottobre.
«Le azioni legate all’Intelligenza Artificiale e ai relativi data center rappresentano circa il 75% dei rendimenti delle principali aziende USA, l’80% della crescita degli utili e il 90% dell’aumento delle spese in conto capitale. Tuttavia, un rapporto del MIT rivela che il 95% delle aziende che utilizzano l’IA non genera profitti», ha scritto.
La bolla dell’IA ha arricchito alcuni magnati, come Ellison di Oracle, ma Oracle è gravata da debiti e a luglio le agenzie di rating hanno declassato il suo outlook a negativo, una situazione simile a quella di altre aziende del settore.
Quanto alle criptovalute, Reich le ha definite «un classico schema Ponzi», che consuma enormi quantità di energia senza produrre nulla di concreto. Quando le bolle dell’IA e delle criptovalute scoppieranno, ha avvertito Reich, «temo che milioni di americani comuni ne pagheranno le conseguenze, perdendo risparmi e posti di lavoro».
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In seguito alle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina della scorsa settimana, il mercato delle criptovalute ha registrato il più grande crollo della sua storia, con una perdita stimata di oltre 150 miliardi di dollari a livello globale. Il bitcoin è calato del 14% tra il 10 e l’11 ottobre, mentre Ether ha toccato un ribasso del 12%. I token minori hanno subito perdite ancora più pesanti. Si tratta della fine della bolla delle criptovalute?
Reich si è interrogato sulla questione, rispondendo: «Quando scoppierà la bolla delle criptovalute? Forse è già iniziato». Ha inoltre sottolineato l’«enorme volume di prestiti» che ha alimentato il rialzo delle criptovalute durato nove mesi. Secondo Derive, gli investitori hanno puntato massicciamente su opzioni di Bitcoin ed Ether, segnalando un’ampia scommessa sul crollo del mercato.
Quanto alla presunta «stabilità» delle stablecoin, il tracollo delle criptovalute ha colpito anche queste. Bitget riferisce che la stablecoin USDe di Ethena ha perso il 35%, scendendo a 0,65 dollari su Binance, «un movimento notevole per qualcosa che dovrebbe essere stabile… Quando una stablecoin perde il 35% del suo ancoraggio, è naturale chiedersi cosa la sostenga davvero… Le stablecoin sono progettate per resistere a queste pressioni».
Un altro castello di carte finanziarie sta per crollare catastroficamente sull’economia globale?
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Economia
JP Morgan: l’oro potrebbe raggiungere i 10.000 dollari

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