Politica
L’ex ministro Esteri tedeschi verde spende 250 euro al giorno in trucco
Il governo dell’ex cancelliere tedesco Olaf Scholz ha stanziato quasi 590.000 euro in fondi pubblici per truccatori e stilisti per funzionari governativi tra il 2022 e marzo 2025. Lo riporta la testata tedesca Bild, citando dati governativi.
Le spese più elevate sono state attribuite all’ex ministro degli Esteri Annalena Baerbock, le cui spese per il trucco hanno raggiunto i 21.000 euro, ovvero circa 248 euro al giorno, solo nei primi tre mesi del 2025. Il suo truccatore di lunga data, Claude Frommen, avrebbe richiesto 7.500 euro al mese e l’accompagnava in viaggi ufficiali, spingendo i critici a sostenere che tali spese contrastino con la retorica tedesca sulla crisi economica, ha affermato la testata venerdì.
Secondo quanto riportato dal quotidiano, l’ex cancelliere Scholz si è classificato al secondo posto con 13.000 euro, mentre l’ex vice cancelliere Robert Habeck ha speso solo 598 euro in un periodo di tre mesi all’inizio del 2025.
Le cifre non includono spese aggiuntive come abbigliamento, parrucchiere o compensi per il fotografo, come si legge nel rapporto. A quanto pare, queste cifre hanno alimentato le critiche dei partiti di opposizione, con la CDU che chiedeva limiti di spesa e l’Associazione dei contribuenti che condannava i costi «eccessivi» durante l’austerità economica tedesca.
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Nonostante la grande spesa per trucco e parrucco, la Baerbock non ha esattamente brillato in questi anni.
Il ministro viene dal partito dei Verdi, la cui bislacca incompetenza è quasi comparabile a quella dei grillini in Italia. Il partito, dopo una scena del genere, dovrebbe crollare ancora di più, ma in realtà è già collassato, come si è visto dalla batosta alle politiche e pure alle elezioni dei laender, dove spicca l’esclusione al Parlamento del land del Brandeburgo in cui non è nemmeno riuscito a superare la soglia di voti necessaria ad avere rappresentanza.
Il lavoro diplomatico di Annalena non sempre è stato apprezzato.
Come riportato da Renovatio 21, lo scorso settembre il ministro degli Esteri tedesco Annalena Baerbock in visita a Kiev è stata di fatto insultata dall’omologo ucraino Dmytro Kuleba che in conferenza stampa congiunta ha accusato la Germania di perdere tempo con le decisioni sulle forniture militari, quando il risultato, disse con boria piuttosto rara in diplomazia, è noto a tutti: la Germania alla fine darà i missili all’Ucraina, ha assicurato Kuleba guardando la Baerbock.
La Baerbock, allieva della London School for Economics, è arrivata a dire che avrebbe sostenuto l’Ucraina anche contro il volere del suo stesso elettorato. Ad inizio 2023 aveva implicitamente dichiarato guerra alla Federazione Russa: «noi stiamo combattendo una guerra contro la Russia, non fra noi» aveva dichiarato solennemente il ministro germanico per spronare i partner europei a «fare di più» per l’Ucraina in una seduta all’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa».
Si pone a questo punto un quesito fondamentale di geopolitica: non è che quella volta il nuovo presidente jihadista della Siria al-Jolani, che la Baerbock si è precipitata ad incontrare, non le abbia dato la mano perché spalmata di unguenti e cosmetici di sorta?
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Immagine di Bündnis 90/Die Grünen Nordrhein-Westfalen via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic
Politica
I detenuti minacciano Sarkozy e giurano vendetta vera per Gheddafi
A viral video shows a prisoner confronting Nicolas Sarkozy, saying, “We’ll avenge Gaddafi. Give back the billions.” The former French president, jailed for conspiracy, is accused of taking Libyan money before leading NATO’s 2011 war that killed Gaddafi. pic.twitter.com/KlAISnFVSX
— comra (@comrawire) October 22, 2025
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Politica
Il Giappone elegge una donna conservatrice come primo ministro
Sanae Takaichi è diventata la prima donna Primo Ministro del Giappone, vincendo le elezioni parlamentari di Tokyo martedì. Esponente di lungo corso del Partito Liberal Democratico (LDP), nota come la «Lady di Ferro» del Giappone per la sua ammirazione verso l’ex primo ministro britannico Margaret Thatcher, Takaichi è riconosciuta per il suo conservatorismo sociale, il nazionalismo e il sostegno a un ruolo più ampio per le forze armate giapponesi.
A 64 anni, Takaichi ha sostenuto la revisione della clausola pacifista della costituzione postbellica del Giappone e il riconoscimento ufficiale delle Forze di autodifesa come esercito nazionale. Ha inoltre appoggiato un aumento della spesa per la difesa e una maggiore cooperazione militare con gli Stati Uniti.
Le sue posizioni sulla sicurezza nazionale richiamano le politiche dell’ex premier Shinzo Abe, di cui è considerata una protetta e con cui aveva stretti legami politici.
Frequente visitatrice del Santuario Yasukuni di Tokyo, che rende omaggio ai caduti giapponesi, inclusi criminali di guerra della Seconda Guerra Mondiale, Takaichi è stata spesso criticata dai Paesi vicini per quello che considerano revisionismo storico. Ha difeso le sue visite come atti di rispetto personale, sostenendo che i crimini di guerra dei soldati giapponesi siano stati esagerati.
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A livello interno, Takaichi si oppone al matrimonio tra persone dello stesso sesso, sostiene la successione imperiale esclusivamente maschile e ha criticato le proposte di cognomi separati per le coppie sposate.
La Takaicha ha inoltre appoggiato il rafforzamento dei confini e politiche migratorie più rigide, chiedendo misure contro i visti non concessi, il turismo eccessivo e l’acquisto di terreni da parte di stranieri, soprattutto vicino a risorse strategiche.
In politica estera, la Takaichi ha definito la crescente potenza militare della Cina una «seria preoccupazione», proponendo misure di deterrenza, tra cui un patto di sicurezza con Taiwan.
Si ritiene che Takaichi non intenda perseguire un significativo riavvicinamento con la Russia, avendo ripetutamente rivendicato la sovranità sulle isole Curili meridionali, annesse dall’Unione Sovietica nel 1945 come parte degli accordi postbellici.
Takaichi assume la carica in un momento critico per il Giappone, che affronta un tasso di natalità ai minimi storici, un rapido invecchiamento della popolazione, un’inflazione persistente e il malcontento pubblico per gli scandali politici che hanno eroso la fiducia nel PLD, il partito al governo.
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Immagine di 内閣広報室|Cabinet Public Affairs Office via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International
Politica
Elezioni in Bolivia, il Paese si sposta a destra
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