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La verità sui mostri marini: sono i peni eretti delle balene, dice l’esperto

Il professore di ecologia molecolare ha offerto una spiegazione affascinante per le storie mitiche degli avvistamenti di mostri marini nella tradizione dei marinai. Lo riporta il settimanale americano Newsweek.
Il professor Michael Sweet, che insegna all’Università di Derby a Derby, in Inghilterra, ha condiviso la sua teoria in un thread virale su Twitter l’8 aprile.
«In passato, i viaggiatori/esploratori disegnavano ciò che vedevano», ha spiegato in un post con oltre 100 mila like e oltre.
«È da qui che provengono molte storie di mostri marini».
Back in day, travellers/explorers would draw what they saw. This is where many sea monster stories come from ie. tentacled and alienesque appendages emerging from the water – giving belief to something more sinister lurking beneath….however, many cases it was just whale dicks. pic.twitter.com/6ZH1nJZvB1
— Prof. Michael Sweet (@DiseaseMatters) April 8, 2022
Lo Sweet ha continuato spiegando che i marinai hanno intravisto «appendici tentacolari e aliene che emergono dall’acqua» che li hanno portati a immaginare una creatura sinistra in agguato sotto la superficie.
«Le balene spesso si accoppiano in gruppo, quindi mentre un maschio è impegnato con la femmina, l’altro maschio tira fuori il pene dall’acqua mentre nuota aspettando il suo turno… Tutti devono divertirsi un po’, giusto?» ha aggiunto sornione il professor Sweet.
Le balenottere azzurre hanno il pene più grande del regno animale, che va da 2,5 ai 4 metri di lunghezza con un diametro di 30 centimetri, secondo lo Smithsonian Magazine. Ciascuno dei testicoli della balenottera azzurra da solo può pesare fino a 70 chilogrammi, scrive Newsweek, sottointendendo che di per sé stiamo parlando comunque di mostri marini.
Oltre al post, il professore ha condiviso foto di peni di balena blu eretti e una famosa presunta immagine del mostro di Loch Ness del 1934, nota come la «fotografia del chirurgo» perché il chirurgo britannico che l’ha scattata si è rifiutato di associare il suo nome alla foto.
L’idea rappresenta l’ultimo esempio del riduzionismo scientifico, la tendenza per la quale ogni cosa non facilmente spiegabile è in realtà un problema di percezione: gli UFO sono palloni sonda metereologici, le apparizioni mariane sono frodi o allucinazioni collettive, le percezioni extrasensoriali sono scempiaggini per creduloni.
Nel mondo diverse realtà si impegnano nella missione del riduzionismo scientifico, spesso animate da personaggi che conducono operazioni mediocri e grottesche, talvolta pure in odore di massoneria.
Tornando alla questione dei mostri marini genitali, c’è da rilevare che, se confermata, la teoria sconvolgerebbe anche i presupposti dell’ecologia.
Apprenderemmo, dunque, che le balene possono vivere in acqua dolce: a Lochness, per esempio, stazionerebbe dunque un persistente cetaceo esibizionista.
Pensiamo anche al «dio» del fiume Zambesi, Nyami-nyami, ancora temuto dai locali (e anche dai residenti di origine europea…): l’enorme creatura serpentiforme, con muso un po’ equino, è in realtà una verga di mammifero marino, esibizionista come il collega scozzese, peraltro incazzatissimo da quando gli italiani costruirono negli anni Cinquanta la Diga di Kariba, bloccandone le scorribande di ostentazione sessuale collettiva.
Il nostro pensiero, tuttavia, va alle nostre terre, e alla nostra storia. Che dire di Tarantasio? Era il drago che un tempo infestava il lago Gerundo, ora sparito perché prosciugato (insomma, un gerundo passato) nei dipressi di Lodi.
Il drago Tarantasio, si diceva, divorava gli infanti, affondava le barche, e diffondeva la febbre gialla con il suo putrido fiato. Se conoscete il logo di Mediaset o dell’Alfa Romeo o perfino dell’ENI avete in qualche modo visto Tarantasio: il drago che mangia l’uomo fu stemma della famiglia Visconti perché si narra che il «biscione» (termine, a questo punto, appropriatissimo) fu ucciso appunto dal capostipite del nobile casato meneghino.
Ecco, ora capiamo che non si trattava di un drago, ma di qualcos’altro. E la sua immagine è ora diffusa, involontariamente, ovunque, quasi che l’antica balena esibizionista del lodigiano fosse riuscita a farsi fotografare quando ancora non c’era la fotografia e a trasmettere l’immagine del membro suo nei secoli, facendola riprodurre in pubblico e in privato.
È, semplicemente, mostruoso.
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Le orche di Gibilterra affondano una barca a vela. È ora di dire basta

Un gruppo di orche ha assalito e affondato uno yacht turistico con cinque persone a bordo al largo delle coste portoghesi, nei pressi della spiaggia di Fonte da Telha, a sud di Lisbona.
L’episodio, riportato dal giornale britannico The Independent, si è verificato sabato scorso. I cinque occupanti sono stati tratti in salvo da un’altra imbarcazione prima che lo yacht affondasse. Un video condiviso su Instagram da Mercedes-Benz Oceanic Lounge mostra un’orca che colpisce ripetutamente lo yacht, causandone l’inclinazione e l’affondamento, mentre un testimone esclama «Mio Dio».
Poche ore dopo, lo stesso branco, noto per le ripetute aggressioni di questi anni attacchi nei pressi di Gibilterra, ha attaccato un’altra barca nella baia di Cascais, con quattro persone a bordo, anch’esse soccorse senza riportare ferite. Dal 2020, centinaia di attacchi simili da parte di orche sono stati registrati vicino alla penisola iberica.
Due settimane fa, in Galizia, due imbarcazioni sono state assalite a breve distanza di tempo da una coppia di orche, appartenenti allo stesso branco guidato dalla famigerata orca femmina nota come «White Gladis». Le agenzie stampa scrivono in coro che «gli etologi» suggeriscono che questo comportamento possa essere di natura imitativa o una «reazione difensiva dovuta a un trauma».
‼️LISBON, PORTUGAL: ORCAS SANK A SAILBOAT!
Another sailboat was attacked and sank by orcas, on the portuguese coast, nearby Lisbon (Costa da Caparica).
This has been happening for a while now, as this is the third sank boat in one year. The first one was at Gibraltar, the second… pic.twitter.com/S7nOPM3gSX— Alex B. (@maisumcarneiro) September 13, 2025
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L’Autorità marittima nazionale del Portogallo ha dichiarato di aver ricevuto un avviso alle 12.30 «a causa di un’interazione con le orche (…) Gli equipaggi della stazione di salvataggio di Cascais e della Capitaneria del porto di Lisbona sono stati immediatamente attivati».
«Una volta giunti sul posto, si è constatato che l’equipaggio stava bene fisicamente, senza aver bisogno di assistenza medica, essendo stato trasportato con l’aiuto di una barca turistica nelle vicinanze».
Una nave di soccorso marittima spagnola è intervenuta dopo che le imbarcazioni sono state speronate dalle orche a pochi minuti di distanza l’una dall’altra nelle acque della Galizia. I soccorritori hanno rimorchiato in porto la nave danneggiata dalle orche prima di essere allertati di un altro attacco.
Da maggio 2020, i ricercatori hanno documentato centinaia di episodi – almeno uno al giorno! – di orche che attaccano proditoriamente vascelli umani nei pressi della penisola iberica, dando vita a diverse teorie e ricerche sull’aumento di questa tendenza comportamentale. Gli attacchi in genere prevodono il distacco del timone da parte delle orche, che poi procedono a danneggiare lo scafo.
L’ignominia dell’accademia e dei dei mezzi di stampa, che cianciano di una banda capitanata dall’orca matriarca chiamata «White Gladis», la quale sarebbe stata traumatizzata, non conosce né pudore né vergogna. La teoria dell’Orca cattiva perché offesa dagli uomini non solo non può avere alcun fondamento, ma viene ripetuta dalle agenzie come ennesima riprova della propaganda antiumana automatica, della Necrocultura di default promanta senza posa dalle centrali del mondo moderno.
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E quindi, eccoci ancora qui: danni per milioni di euro ed esseri umani messi in pericolo dalla torma delle killer whales iberiche.
Renovatio 21, che è l’unica testata che – con ostinazione, tra le proteste e pure gli insulti di tanti lettori (che non capiscono il senso metapolitico né comico di quanto andiamo scrivendo) – sta da anni veramente seguendo il fenomeno, dice ancora una volta: è il momento di dire basta.
La teppa orcina di Gibilterra troppo a lungo è stata tollerata. Alla ghenga di cetacei bianconeri va insegnata la legge dell’essere, che altri animali (compresi alcuni della loro stesse specie), comprendono benissimo: l’essere umano, fatto ad Imago Dei, è in cima alla piramide della vita, e non può essere toccato.
Una punizione severissima, se non la pena ultima, va comminata a questa mafia balenottera. Del resto, riflettetici: cosa si fa ad un cane «problematico»… ? Perché i cetacei – nonostante ripetute prove della loro pericolosità e delle loro sadiche perversioni cannibaliche, drogastiche, vestimentarie, scatologiche e sessuali – godono di questo status di razza protetta? In India c’è la vacca sacra, perché nell’Occidente terminale deve esserci il delfino sacro?
Uno Stato serio provvederebbe subito a risolvere il problema. Un’appalto una bella baleniera giapponese, un gruppetto di islandesi o abitanti delle isole Fær Øer, «un paio di pinze ed una buona saldatrice», direbbe il Marcellus Wallace di Pulp Fiction. «Cura medievale» per le balene assassine, e sgherri con le nocche tatuate ACAB, nel senso del capitano di Moby Dick (pazienza se manca un’acca).
Se l’Unione Europea avesse un senso, prenderebbe subito provvedimenti, visto che ad essere in pericolo sono i suoi cittadini. Diciamo di più: se uno Stato non protegge i suoi membri (che ne rispettano le leggi e lo finanziano pure con tante, troppe tasse) a cosa serve davvero? Ecco: benvenuti nel paradosso dello Stato moderno, denunziato ogni giorno da Renovatio 21, una macchina programmata per umiliare ed uccidere gli esseri umani invece che per proteggerli.
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Perché uno Stato degno davvero di chiamarsi così, avrebbe già mandato un sommergibile (che attualmente non fanno nulla, se non muoversi negli abissi nella battaglia navale virtuale con i russi, con i quali nemmeno siamo in guerra, ufficialmente). Due siluri e il problema è bello che risolto. Provino, le orche assassine e stronze, ad affondare un sottomarino militare. Provino
Come indicato da Renovatio 21, un’idea di quello che si può fare dopo che la punizione della combriccola di mammiferi acquatici ce lo indica un ristorante di Yokohama. Sì, un bel pranzetto celebrativo a base di orca non è una prospettiva impossibile.
Anzi un banchetto in cui le orche non sono invitate sulle sedie, ma sui piatti, è auspicabile come deterrente non di poco conto: visto l’esibizionismo mostrato in un recente episodio al largo di Mossel Bay, in Sudafrica, dove un’orca ha aggredito uno squalo bianco per mangiarne il fegato dinanzi ai ricercatori, si potrebbe pensare una bella barchetta con tavolata, come di quelle che si vedono a Venezia la sera della Festa del Redentore, a consumare davanti alle stesse orche lasciate vivere le carni dei loro compagni di scorribande. Dicono che sono così intelligenti: ecco, allora potrebbero capire, e passare parola. Con gli esseri umani non si scherza. Chi tocca il figlio di Dio, viene punito.
Facciamo capire alla schifosa masnada pinnata chi comanda. È più che un imperativo metafisico e biologico, è una questione politica. Politica comunitaria vera e propria: della Comunità Europea, e della comunità umana.
È ora di dire basta. No alla prepotenza cetacea. Sì all’eccezionalismo umano.
Botte alle orche, per la legge naturale.
Roberto Dal Bosco
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Donna accusata di aver registrato un cane per votare alle elezioni

🔥🚨BREAKING: Laura Lee Yourex, 62, of Costa Mesa, California is facing up to 6 years in prison after registering her dog to vote and casting ballots in her pet’s name during two different elections.
Yourex submitted mail-in ballots under the name of her dog, Maya Jean Yourex,… pic.twitter.com/mmz4DvPWuv — 🇺🇸 Larry 🇺🇸 (@LarryDJonesJr) September 7, 2025
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Ecco il coniglio-Cthulhu: leprottini con i tentacoli sul muso terrorizzano cittadina

Terrore Fort Collins, Stato statunitense del Colorado, dopo le segnalazioni di teneri coniglietti di quartiere che nascondono tentacoli neri e sporgenze simili a corna.
Le creature sembrano avere «una specie di escrescenza rognosa sul viso», ha spiegato un residente alla società affiliata alla 9News.com, affiliata regionale del grande network NBC. «Sembrava che intorno alla sua bocca spuntassero delle penne nere o degli stuzzicadenti neri», ha descritto un altro cittadino impressionato non poco.
L’emittente locale 9News ha contattato il Colorado Parks and Wildlife, che “ha affermato che queste escrescenze sono un po’ come cellule cancerose benigne o come verruche che continuano a crescere». «Hanno detto che non danneggiano i conigli, a meno che non crescano in zone sensibili come gli occhi o la bocca», hanno aggiunto i responsabili di flora e fauna dello Stato.
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Sembra che la malattia sia causata da un virus specifico di una specie, denominato papillomavirus di Shope noto anche come malattia del jackalope, scoperto nel 1933 dal ricercatore oncologo Richard E. Shope.
Mentre l’ente di protezione faunistica Colorado Parks and Wildlife ha confermato che i tentacoli neri contorti erano correlati a «un virus che non è contagioso per altri animali», ha consigliato ai residenti di «lasciare in pace questa fauna selvatica come fareste con uno qualsiasi dei conigli del quartiere».
There are rabbits in Fort Collins, Colorado, that have been observed with horn-like , tentacles growths due to the Shope papilloma virus (SPV).
Here’s a breakdown:
1. Shope Papilloma Virus (SPV): This is a real virus, specifically a papillomavirus, that affects rabbits. It… pic.twitter.com/8M0wdDlGTV
— PeacefulCanvas (@PeacefulxCanvas) August 12, 2025
Vedere queste bestiole tramutate in orripilanti mostri con tentacoli che escono dal muso non può non far pensare a Chtulhu, malvagio e mostruoso titano marino ricorrente nella mitologia dello scrittore fantasy americano H.P. Lovecraft.
La persistenza dello Cthulhu (divinità oscura, distruttiva e godzillesca, di fatto gnostica) nel mondo contemporaneo è tale da essere discusso anche nella filosofia ciberfemminista di Donna Haraway, che è arrivata a teorizzare l’era dello «Cthulhucene», un’era apocalittica che bisognerà attraversare per salvarsi dal disastro dell’antropocene (cioè, letteralmente, «l’era degli uomini»), segnato dalla sovrappopolazione, che i nemici di Cristo per qualche ragione hanno sempre in mente.
Come riportato da Renovatio 21, il pensiero chtulucenico della Haraway è arrivato incredibilmente ad essere citato nell’esortazione apostolica Laudate Deum di papa Francesco uscita nel 2023.
Purtuttavia, il richiamo di Cthulhu è stato raccolto anche da Renovatio 21, ispirando la linea di abbigliamento Donald Kraken, in cui al volto tentacolare del mostro infernale è sovrapposto il ciuffo di Donaldo Trump, ad indicare, come da promessa percepita anni fa («liberate il Kraken»…), la volontà di titanica e inflessibile punizione che avrebbe operato il biondo presidente tornato al potere.
Il lettore può sostenere Renovatio 21 acquistando le stupende magliette Chtulhu Trump.
Non solo: anche cappelli da baseballo e berretti con il simbolo fantasy-punitivo dello Chtulazzo trumpiano.
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Ai prossimi nostri sostenitori che acquisteranno almeno 100 € di prodotti dello shop di Renovatio 21 tra cui almeno un item di Donaldo Kraken, faremo omaggio, oltre che della spedizione gratuita, di una toppa con dello Cthulhu col ciuffetto del potere: ottima per adornare sacche, borse, zaini, giacche, giubbetti, qualsiasi cosa si desideri.
Celebriamo Chtulhu anche noi, a modo nostro, calandolo negli abissi della realtà geopolitica, metapolitica, metafisica dell’ora presente.
E sussurriamo tutti in coro: «Donald Cthulhu fhtagn… Donald Cthulhu fhtagn”»
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Immagine screenshot da YouTube
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