Geopolitica
La ridicola proposta di pace tedesca per l’Ucraina
Nella sua annuale «intervista estiva» al secondo programma televisivo pubblico nazionale ZDF il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha chiesto un «maggiore sforzo diplomatico» per porre fine alla guerra della NATO contro la Russia con sede in Ucraina.
«Ha senso per noi continuare questi colloqui, perché aumentano la pressione sulla Russia affinché si renda conto che ha imboccato la strada sbagliata e che deve ritirare le sue truppe e rendere possibile la pace», ha affermato lo Scholz, ripetendo la «proposta di pace del presidente ucraino Zelens’kyj».
Ricordiamo che la proposta di Zelenskyj, così come formulata lo scorso novembre in un messaggio pubblico del presidente ucraino al vertice per la sicurezza internazionale di Halifax, sostiene che «per far esistere la pace dobbiamo rendere impossibili tutti gli elementi dell’aggressione russa».
«Una pace veramente reale, duratura e onesta non può che essere il risultato della completa demolizione dell’aggressione russa. Ci sono 10 elementi nella formula della pace ucraina. Queste sono sfide che dovrebbero essere superate per il bene della sicurezza dell’Ucraina, dell’Europa e del mondo. Questa è la formula della pace per il mondo» scriveva lo Zelens’kyj. «L’Ucraina ha proposto proprio una tale formula di pace. L’ho presentato all’Assemblea generale delle Nazioni Unite e al vertice del G20. E vi sto chiedendo di aiutarci a implementare questa formula! Questo è l’unico modo per la vera pace».
«Il primo punto riguarda le radiazioni e la sicurezza nucleare. Il secondo è la sicurezza alimentare. Il terzo è la sicurezza energetica. Il quarto è il rilascio di tutti i prigionieri di guerra e deportati. Il quinto è l’attuazione della Carta delle Nazioni Unite e il ripristino della nostra integrità territoriale e dell’ordine mondiale. Il sesto è il ritiro delle truppe russe e la fine delle ostilità. Il settimo è il ripristino della giustizia, vale a dire il Tribunale per i colpevoli di reato di aggressione, e il risarcimento dei danni. L’ottavo è contrastare l’ecocidio. Il nono sono le garanzie di sicurezza per l’Ucraina per prevenire l’escalation. E il decimo è la conferma della fine della guerra».
«Qual è l’obiettivo di tale approccio? Sottolineiamo tutti gli elementi dell’aggressione russa e offriamo ai nostri partner di demolire tutti gli aspetti dell’aggressione insieme a noi per garantire la sicurezza. Questo è qualcosa in cui ciascuno dei nostri partner può mostrare la propria leadership».
Non è difficile leggere, in queste righe di politicamente corretto globalista-bellicista, quanto già chiesto da Zelens’kyj – e dai suoi pupari. E cioè la «castrazione atomica» di Mosca, magari con controllo totale dei suoi stoccaggi nucleari e financo attacchi preventivi ai siti di lancio, una prospettiva da vera Terza Guerra Mondiale, unica vera scappatoia della banda di Kiev per rimanere in sella, certo in un mondo che sarà fatto di polvere termonucleare.
Anche i vari punti in cui si chiede il ritiro della Russia sono semplicemente impensabili, se non a fronte di una sottomissione di Mosca, e cioè un regime-change con defenestrazione del putinismo o, caso che riporta al punto precedente, una sconfitta russa nel contesto di una guerra mondiale.
Siamo chiaramente nel regno della pura fantasia, con una storia che nemmeno nel mondo de La storia infinita avrebbero senso: anzi, l’universo fantastico creato da Michael Ende, con la sua idea del nulla che avanza mentre i lupi collaborano per disintegrare tutto, forse è un’immagine realistica di quanto sta accadendo nella realtà.
Il cancelliere tedesco ha osservato che, a parte l’evento di Jeddah del 5-6 agosto ospitato dall’Arabia Saudita, un evento diplomatico simile è stato ospitato dalla Danimarca il 24 giugno, affermando che questi colloqui e il vertice ospitato dall’Arabia Saudita sono stati entrambi eventi «molto speciali»: «sono molto importanti e sono davvero solo l’inizio», ha dichiarato Scholz, aggrappandosi con evidenza a qualsiasi cosa pur di dire in TV una cosa da socialista tedesco («Scholz, dì qualcosa di sinistra…»).
È totalmente ridicolo sentire Scholz parlare di pace: è lo stesso che ha aggredito un gruppo di pacifisti che lo contestavano sputazzando al microfono accuse a Putin invasore ed assassino – lo stesso Putin che il cancelliere era andato a trovare a pochi giorni dal lancio dell’operazione militare speciale russa, lo stesso Putin con cui aveva in comproprietà una grande infrastruttura energetica che doveva alimentare l’industria tedesca, ma che è stata bombardata da un soggetto che un premio Pulitzer dice essere la Casa Bianca, dove però poco dopo sempre lo Scholzo va scodinzolando accucciandosi nello studio ovale, nella più totale umiliazione di tedeschi ed europei.
Come riportato da Renovatio 21, la Germania sta spedendo altri 2,7 miliardi di euro in armi da inviare in Ucraina, e sta eseguendo in modo evidente una rimilitarizzazione (fenomeno per evitare il quale, si diceva, era stata creata la NATO) con espansione in Paesi vicini e investimenti in munizioni (22 miliardi entro il 2031), nonostante i problemi di reclutamento e i malumori delle truppe.
In che modo dunque Berlino – che ha cambiato la Costituzione per aumentare il budget militare – possa parlare di pace, e non tracimare nel mondo dei pagliacci, non ci è noto in alcun modo.
Registriamo anche il viaggio a Kiev del ministro delle finanze tedesco Christian Lindner, che ha assicurato all’Ucraina il continuo sostegno del governo tedesco.
Il sindaco di Kiev, l’ex pugilista campione Vitali Klitschko, a seguito di un incontro con Lindner, ha scritto su Telegram di aver sottolineato che l’Ucraina ha urgente bisogno di «sistemi di difesa aerea e armi a lungo raggio».
«L’Ucraina non deve perdere questa guerra», ha detto Lindner dopo il suo arrivo, sostenendo che l’Ucraina sta apparentemente difendendo i valori occidentali: «Ciò che è in gioco qui è il futuro dell’ordine europeo di pace e libertà».
Il ministero delle Finanze tedesco vuole sostenere il ministero delle Finanze ucraino nel rendere il paese più attraente per gli investimenti esteri diretti e fornire un sostegno concreto all’amministrazione del regime, ha affermato Lindner. Parte di tale sostegno è una moratoria sul debito già firmata dall’UE con l’Ucraina fino al 2027.
Inoltre, viene annunciato un sostegno non specificato per la ricostruzione economica e infrastrutturale in Ucraina. In tempo con il viaggio di Lindner a Kiev, il suo partito FDP (i «Liberi Democratici») ha fatto pressioni sul cancelliere Scholz – quello che intanto era in TV a parlare di diplomazia – affinché si affrettasse con la decisione per la consegna dei missili Taurus all’Ucraina.
«È urgente consegnare il Taurus», ha detto al quotidiano Süddeutsche Zeitung la presidente del Comitato per la difesa del Bundestag, Marie-Agnes Strack-Zimmermann del FDP dicendo che i missili da crociera Taurus sono «un altro supporto significativo nella lotta contro i brutali attacchi russi in corso contro i civili ucraini».
L’Ufficio del Cancelliere è stato quindi «chiamato a non esitare di nuovo», come aveva fatto con altri aiuti militari annunciati all’Ucraina, ha aggiunto.
«Chi vuole che l’Ucraina vinca questa guerra deve fare tutto il possibile che il diritto internazionale consente e non deve allentare il sostegno». È stato qui omesso di menzionare il fatto che il ministro della Difesa tedesco aveva già chiesto bombe a grappolo per l’Ucraina – una chiara violazione del diritto internazionale – firmato, tra gli altri 130 Paesi, anche dalla Repubblica Federale Tedesca.
No, non c’è limite al ridicolo esiziale del governo ampel, il governo semaforico trainato dal partito più guerrafondaio d’Europa, i Verdi tedeschi.
Immagine di campact via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial 2.0 Generic (CC BY-NC 2.0)
Geopolitica
La Corte Penale Internazionale potrebbe emettere un mandato di arresto per Netanyahu questa settimana
La Corte Penale Internazionale (CPI) potrebbe accusare il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e i suoi alti funzionari di crimini di guerra ed emettere mandati di arresto già questa settimana, ha riferito lunedì NBC News.
Citando un funzionario israeliano, la rete americana ha affermato che potrebbero essere emessi mandati per Netanyahu, il ministro della Difesa Yoav Gallant e alti ufficiali militari non nominati. Il funzionario ha detto che «Israele sta lavorando attraverso i canali diplomatici per cercare di fermare l’emissione dei mandati», secondo le parole della NBC.
Secondo i media israeliani, il capo dell’esercito Herzl Halevi è tra gli ufficiali militari accusati.
La CPI non ha confermato né smentito il rapporto, dicendo alla NBC che «ha un’indagine indipendente in corso in relazione alla situazione nello Stato di Palestina» e non ha «ulteriori commenti da fare in questa fase».
L’indagine della Corte penale internazionale è stata avviata nel 2021 e riguarda presunti crimini di guerra da parte dell’esercito israeliano e di gruppi militanti palestinesi in Cisgiordania e Gaza a partire dal 2014, quando Israele ha combattuto una guerra durata un mese contro Hamas.
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L’indagine è separata dal caso di genocidio del Sud Africa contro Israele, che è attualmente all’esame della Corte Internazionale di Giustizia (ICJ). Pretoria sostiene che le forze israeliane hanno commesso genocidio e crimini contro l’umanità durante l’operazione in corso contro Hamas a Gaza.
La CPI e la ICJ hanno entrambe sede nella città olandese dell’Aia. Secondo lo Statuto di Roma del 2002, la Corte penale internazionale ha il compito di perseguire individui per genocidio, crimini contro l’umanità, crimini di guerra e «crimine di aggressione». L’ICJ è invece un organo delle Nazioni Unite incaricato di risolvere le controversie tra le nazioni.
Se la Corte Penale Internazionale dovesse emettere un mandato di arresto per Netanyahu, è improbabile che il primo ministro israeliano venga trascinato all’Aia per affrontare il processo. Israele – come Stati Uniti, Russia e Cina – non è parte dello Statuto di Roma e non riconosce la giurisdizione della Corte. Un mandato potrebbe, tuttavia, mettere Netanyahu a rischio di arresto se dovesse recarsi in uno dei 124 paesi che riconoscono la corte.
Dopo che la settimana scorsa è emersa la notizia di una potenziale accusa per crimini di guerra, Netanyahu ha dichiarato venerdì che Israele «non accetterà mai alcun tentativo da parte della Corte Penale Internazionale di minare il suo diritto intrinseco all’autodifesa».
«La minaccia di sequestrare soldati e funzionari dell’unica democrazia del Medio Oriente e dell’unico Stato Ebraico al mondo è oltraggiosa. Non ci piegheremo», ha scritto il premier israeliano su X.
Come riportato da Renovatio 21, in precedenza Israele aveva risposto chiedendo che fosse l’ONU ad essere portata dinanzi al tribunale dell’Aia. Tre mesi fa, dopo aver definito «assurde» le accuse, l’ufficio di Netanyahu aveva spiegato che il riferimento che il premier aveva fatto ad Amalek – una popolazione del racconto biblico di cui si chiede l’annientamento – era stato frainteso.
Nel frattempo, il Nicaragua ha deferito la Germania alla Corte Internazionale di giustizia per complicità nel genocidio palestinese.
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Immagine di U.S. Embassy Jerusalem via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
Geopolitica
Gli Stati Uniti accusano cinque unità dell’esercito israeliano di violazioni dei diritti umani
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Geopolitica
Zelens’kyj vuole altri dieci anni di finanziamenti USA. E «l’UE deve adempiere ai suoi obblighi»
Kiev sta negoziando con l’amministrazione del presidente degli Stati Uniti Joe Biden un accordo a lungo termine che metterebbe Washington nelle difficoltà di fornire all’Ucraina sostegno militare, economico e politico per il prossimo decennio, ha detto domenica il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj nel suo discorso video quotidiano.
Tali impegni sono necessari per garantire che l’Ucraina abbia «l’efficienza nell’assistenza» di cui ha bisogno per arginare i recenti progressi sul campo di battaglia delle forze russe e prendere il sopravvento, ha affermato l’ex attore comico, riporta RT.
«Stiamo lavorando per impegnarci a definire livelli concreti di sostegno per quest’anno e per i prossimi dieci anni», ha detto Zelens’kyj. «Includerà il sostegno militare, finanziario e politico, nonché ciò che riguarda la produzione congiunta di armi».
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L’Ucraina ha già firmato accordi di sicurezza bilaterali con diversi membri della NATO, tra cui Regno Unito, Germania e Francia. Zelens’kyj ha detto che vuole che l’accordo a lungo termine in negoziazione con Washington sia il patto più forte mai realizzato finora.
Tuttavia, gli accordi bilaterali dell’Ucraina con i Paesi occidentali finora non sono riusciti a raggiungere gli impegni di mutua difesa. Gli accordi promettono semplicemente aiuti a lungo termine, compreso il sostegno in caso di un attacco futuro, e non sono giuridicamente vincolanti. L’accordo con Berlino, ad esempio, può essere disdetto con un preavviso di sei mesi.
Lo Zelens’kyj ha detto che vuole che il patto bilaterale dell’Ucraina con Washington includa livelli specifici di aiuto. «L’accordo dovrebbe essere davvero esemplare e riflettere la forza della leadership americana», ha dichiarato.
I rappresentanti statunitensi hanno approvato 61 miliardi di dollari di aiuti aggiuntivi per l’Ucraina all’inizio di questo mese, dopo che il presidente della Camera, il repubblicano della Louisiana Mike Johnson, ha scavalcato l’opposizione nel suo stesso partito per approvare il disegno di legge con il sostegno unanime dei democratici. L’amministrazione Biden ha esaurito i fondi per gli aiuti all’Ucraina all’inizio di quest’anno, dopo aver utilizzato 113 miliardi di dollari in pacchetti di assistenza precedentemente approvati.
I politici repubblicani hanno sostenuto che Biden sta semplicemente prolungando lo spargimento di sangue in Ucraina senza offrire una chiara strategia per la vittoria o un accordo di pace con la Russia. Un sondaggio pubblicato a febbraio ha mostrato che quasi il 70% degli americani vuole che Biden spinga per una soluzione negoziata con Mosca, che implichi compromessi da entrambe le parti, piuttosto che continuare a finanziare il conflitto.
Nel frattempo, le pretese di Zelens’kyj si volgono anche verso Bruxelles.
Kiev ha soddisfatto tutti i requisiti stabiliti dall’UE ed è pronta ad avviare i colloqui di adesione, ha dichiarato Zelens’kyj nel discorso video domenica, chiedendo che l’euroblocco ora proceda.
Kiev ha presentato una richiesta formale di adesione all’UE nel febbraio 2022 e ha ottenuto lo status di candidato nel giugno dello stesso anno. Nel dicembre 2023, i funzionari dell’UE hanno concordato di aprire i negoziati di adesione, stabilendo una serie di passi che Kiev dovrà compiere per primi in preparazione.
Tutti questi passi sono stati completati, ha affermato lo Zelenskyj in video, promettendo che questo sarà l’anno per ottenere «risultati con l’Unione europea».
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«L’Ucraina ha soddisfatto tutte le condizioni necessarie per il vero inizio dei negoziati di adesione, e ora l’UE deve adempiere ai propri obblighi», ha insistito Zelenskyj.
I criteri di adesione all’UE includono istituzioni democratiche stabili, lo stato di diritto, la tutela dei diritti umani e delle minoranze, insieme a una solida economia di mercato e alla capacità istituzionale di far fronte alle responsabilità derivanti dall’essere uno Stato membro dell’UE.
Uno dei problemi chiave è la diffusa corruzione in Ucraina. In mezzo a una serie di scandali di alto livello, i legislatori del maggiore sostenitore del paese, gli Stati Uniti, hanno espresso preoccupazione per l’uso improprio dei loro aiuti. Il mese scorso, il ministero della Difesa ucraino ha annunciato l’intenzione di introdurre un nuovo dipartimento di pianificazione logistica, dopo che diversi ufficiali militari di alto rango erano stati arrestati per appropriazione indebita nei mesi precedenti.
Kiev si sta attualmente preparando per una cosiddetta conferenza di pace che si terrà in Svizzera questo giugno, ha aggiunto il presidente ucraino. «La maggioranza mondiale deve costringere la Russia alla pace – e può farlo», ha detto.
Mosca non è stata invitata a partecipare e ha liquidato la conferenza definendola «una sciocchezza». Il presidente russo Vladimir Putin ha ribadito all’inizio di questo mese che la Russia non ha rifiutato una soluzione pacifica al conflitto, ma non accetterebbe un accordo che ignori gli interessi del Paese.
Secondo il presidente ucraino, Kiev si sta anche preparando per il vertice NATO previsto per quest’estate. Il blocco militare guidato dagli Stati Uniti «non dovrebbe aver paura delle proprie forze né rifuggire dalle proprie fondamenta», ha affermato, chiedendo un «forte segnale politico».
L’ambizione dell’Ucraina di aderire alla NATO – un obiettivo sancito dalla sua costituzione – è stata una delle ragioni principali dell’operazione militare russa contro Kiev, ha affermato Mosca. Uno degli obiettivi principali della Russia nel conflitto è la neutralità dell’Ucraina, ha detto Putin.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flikcr
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