Bioetica
La religione del Cambiamento Climatico e i suoi sacrifici umani (Addio P.)
Non esiste Stato laico. Non esiste laicità: ogni realtà umana ha alla base una sua religione.
Persino la società più atea ha in fondo un afflato religioso: lo psicoanalista Carl Gustav Jung scriveva della vitalità spirituale dell’Unione Sovietica, che di fatto religiosamente spandeva con zelo il suo verbo in tutto il mondo.
Dobbiamo quindi cercare di capire quale sia la religione che si appresta a dominare la nostra era.
La chiesa climatica
La religione d’Europa, e di larga porzione del mondo sviluppato e non, è stata fino a ieri il Cristianesimo. Esso è durato a lungo, ma ha avuto le sue traversie. Per secoli hanno tentato di soppiantare il Cristianesimo con persecuzioni ed invasioni – come noto, mai prevalendo. Al punto che in molti – un nome a caso, Napoleone – in là con gli anni arrivarono a vedere la granitica consistenza del papismo.
Ecco la sostituzione del Cristianesimo con questa nuova, disperata «Religione Climatica»
Contro di essa si sta ora tentando un nuovo trick: l’infiltrazione della Chiesa Cattolica, la cui evidenza è emersa con la catastrofe del Concilio Vaticano II, ora sta seguendo un nuovo programmìno di autoindotta sostituzione del Cristianesimo con questa nuova, disperata «Religione Climatica».
Quella religione che nell’ultimo hanno ha trovato addirittura un volto pubblicitario: quello, incredibile, di una bambina nordica (forse) affetta da sindrome di Asperger – probabilmente come prova per vedere fino a che punto sono, appunto, autistiche le masse che si mettono al seguito, con tanto di giustificazioni ministeriali.
Questa Religione Climatica è costruita come un copia/incolla del Cattolicesimo e della sua morfologia. Per esempio:
I) La Religione Climatica dispone di inviolabili dogmi: come la Religione Cattolica.
II) La Religione Climatica dispone di una sua apocalisse. Una apocalisse che ha un valore «morale»: il castigo arriva a causa delle azioni degli uomini.
III) La Religione Climatica è nemica dell’autosalvazione: l’uomo non può salvarsi da solo, al contrario egli deve necessariamente essere aiutatoe guidato da un’autorità superiore in cui egli deve riporre la sua più totale fede.
Questa Religione Climatica è costruita come un copia/incolla del Cattolicesimo e della sua morfologia
IV) La Religione Climatica vuol indurre l’uomo a sentire il peso della colpa per il suo peccato; tale ineliminabile peccare è sia quotidiano (nei consumi di ogni giorno) sia ereditato alla nascita ( la cosiddetta carbon footprint), cioè per pressoché ineliminabili questioni puramente umane: un vero e proprio nuovo Peccato Originale.
V) La Religione Climatica ha il suo animale simbolico: nel Cattolicesimo era l’Agnello, qui abbiamo l’Orso Polare, e quello che – bufala più bufala meno – vendono come il suo sacrificio.
La lista potrebbe andare avanti, al momento ci fermiamo qua. Almeno, bisogna dire, stanno copiando da quelli bravi.
Bambini uccisi per il clima
Qualche mese fa abbiamo notato l’apparizione di un bizzarro articolo sul New York Times.
Il pezzo si intitolava «Massacre of Children in Peru Might Have Been a Sacrifice to Stop Bad Weather». La lettura lasciava un po’ sgomenti.
Vi si narrava di come gli archeologi in Perù avessero annunciato la scoperta di un immane massacro rituale. Essi ritengono che sia il più grande caso conosciuto di sacrificio infantile mai trovato. Sepolti sotto le sabbie di un sito del XV secolo chiamato Huanchaquito-Las Llamas c’erano circa 140 scheletri di bambini, così come i resti di 200 animali, dei lama. Il massacro sarebbe avvenuto presso la civiltà Chimù nel XV secolo.
«Mentre il ragionamento dietro il macabro omicidio di massa di ragazzi e ragazze “che avevano solo tra i 5 ei 14 anni” non può essere determinato in modo definitivo, i ricercatori ora dicono che l’atto è stato fatto per disperazione in risposta a un disastroso evento climatico: El Niño».
Centinaia di bambini sacrificati al dio del clima, cinque secoli fa
C’est-à-dire: centinaia di bambini sacrificati al dio del clima, cinque secoli fa.
Gli antropologi hanno cercato di ricostruire la storia del perché abbiano ucciso questi bambini, presumibilmente aprendo il petto e strappando loro il cuore.
«Le uccisioni, suggeriscono gli autori, sono state fatte per ordine dello stato Chimù come appello ai loro dei o spiriti ancestrali per mitigare le piogge».
In pratica, dalla lettura dell’articolo del Times si arrivava quasi a giustificare i sacrifici umani nel Perù del XV secolo mettendoli in correlazione con i cambiamenti climatici del loro tempo.
«Il quadro che inizia a emergere è che in condizioni di grave disastro climatico, il sacrificio dei bambini potrebbe essere stato il mezzo più potente di comunicazione con il soprannaturale»
«Portare a termine un massacro massivo di bambini costituiva un richiamo al potere e all’autorità dei leader sui loro cittadini. È un ottimo modo per far sì che le persone si mettano in fila». Bambini in fila, società indottrinata. Vi dice qualcosa?
Ma soprattutto, ci chiediamo: siamo in piena finestra di Overton per l’infanticidio di massa su base climatica?
Siamo in piena finestra di Overton per l’infanticidio di massa su base climatica?
In verità sì: come in ogni vera battaglia culturale del sistema, l’obbiettivo è sempre e solo la riproduzione umana: «siamo troppi sul pianeta!». «Sovrappopolazione!». Refrain che abbiamo sentito ripetere anche in questi giorni. Bisogna pur fare qualcosa! Aborto , contraccezione, fecondazione in provetta servono agli stessi scopi dei sacrifici umani peruviani: solo con numeri esponenzialmente più alti.
Addio P.
Ma non è dei massimi sistemi che qui voglio dire. Volevo raccontarvi di P.
Di lui in realtà vi ho accennato alla fine di uno scritto, un po’ doloroso, di oramai un anno fa, «La vita senza il dolore».
Ma è da tanti anni che volevo scrivere estesamente di P.
Un po’ per pudore, un po’ per altre esitazioni, non ce l’ ho mai fatta. Ora lo voglio ricordare.
P. era il fratello di una compagna di liceo. Era alto, aveva i capelli rossi, e fondamentalmente era una persona buona. Frequentava la parrocchia, studiava con grande tranquillità. La famiglia gli voleva bene, e lui contraccambiava senza il minimo tentennamento. Stava qualche anno davanti a noi, e in lui intravedevo, e un po’ invidiavo, la traiettoria esistenziale di una persona sostanzialmente pulita, spensierata. Pura.
Come in ogni vera battaglia culturale del sistema, l’obbiettivo è sempre e solo la riproduzione umana
P. era uno di quelli che finita l’università, si era gettato con entusiasmo nel mondo della cosiddetta cooperazione internazionale. E con successo. Viaggi in Africa, villaggi sperduti dove creava il sistema di istruzione per bambini neri sorridenti. Alcuni miei lettori forse lo sanno, ho sempre detestato questo mondo, tuttavia che P. vi trionfasse mi pareva una bella cosa.
Via Facebook, avevo visto poi che era tornato in Europa, si era rimesso a studiare per un Master prestigioso in Inghilterra, aveva preso casa in Isvizzera, insomma tutta la trafila – anche questa invidiabile – delle fortune dei globetrotter da ONU o da ONG. Opportunità di stare ovunque, danaro sufficiente, una certa pienezza dell’esistenza dovuta al fatto che si ama quel che si fa, e quel che si fa, cosa importante, si crede sia per il Bene del pianeta.
Tra una foto di una maratona, di un compleanno tra amici internazionali o di un giro in bici con la tutina di lycra attillata sui muscoli, avevo notato erano comparsi messaggi insistenti su una tematica: il cambiamento climatico.
«Non è questione di se, è questione di quando» scriveva P.
Il linguaggio era quello di uno zelota. Non pareva convinto dell’argomento: pareva esserne invasato. Come, appunto, si può essere invasati di una religione.
Vittime di un dio falso che odia l’uomo
Confesso, avevo provato fastidio nel leggere quei post. Pensavo: eccolo qui, il politicamente corretto globale; del resto non farebbe parte di quel mondo, se non ne avesse accettato ciecamente i dogmi più antiumani. Tuttavia, visto che le foto di viaggi e conseguimenti vari continuavano, non avevo nemmeno lontanamente pensato che potesse succedere quel che poi è accaduto.
Il traffico ferroviario fermo per un giorno intero. Ricordo ancora le imprecazioni che io stesso tirai «al solito suicida» che, in genere durante la primavera (con i picchi a marzo e a maggio) decide di ammazzarsi rovinando la giornata a tutti i viaggiatori della bisettrice Milano-Venezia.
Lo avrei saputo solo giorni dopo. Il «solito suicida», era P.
Aveva camminato, il mattino presto, lungo i binari appena fuori dalla stazione. Avrei poi saputo che una conoscente di mia zia lo aveva visto dalla finestra; un uomo che cammina sui binari si nota. Lui si era sentito come scoperto, aveva abbassato la testa, quasi si vergognasse. Probabilmente questa è stata l’ultima interazione umana che P. ha avuto su questa terra.
Quindi, si è gettato sotto un treno in corsa.
Addio P.
Non so fino a che punto la religione climatica avesse in lui sostituito la fede cattolica; non so nemmeno in realtà se, nel caso, se ne rendesse conto. So che mille volte ho pensato che se invece del Climate Change avesse avuto nel cuore l’immagine dell’Inferno, forse sotto quel treno non si sarebbe buttato. Forse se vi fosse stata ancora una religione che gli avesse detto «sei figlio di Dio, fatto a sua immagine e somiglianza» invece che «sei un parassita colpevole, il pianeta non ti vuole», lui sarebbe qui.
Certo, tutti hanno detto che era la depressione la causa dell’autosacrificio di P.; tuttavia, tra questo e l’ecatombe dei bambini sacrificati sugli altari pagani del Perù del XV secolo non v’è una grande distanza.
Vittime di un dio falso che odia l’uomo.
Addio P. Ancora ti penso. Ancora sento il dovere di combattere la falsa religione del niente e della morte che ti ha portato via, e che ci vuole sacrificare tutti al Niente e all’Inferno.
Roberto Dal Bosco
Bioetica
Il Quebecco si muove per riconoscere il «diritto» all’aborto nella proposta di costituzione
Il Quebecco ha proposto una legge per sancire un apparente «diritto» all’aborto nella bozza di costituzione della provincia canadese.
Il 9 ottobre, l’Assemblea nazionale del Quebecco ha presentato il disegno di legge n. 1, Legge costituzionale del 2025 sul Quebec, che mira a stabilire una costituzione per il Quebec che dia priorità ai valori della provincia, tra cui la cosiddetta «libertà» di aborto.
«Ora dobbiamo andare oltre», ha dichiarato il primo ministro François Legault all’Assemblea Nazionale. «Il Quebecco ha scelto di restare in Canada, ma ha anche scelto di affermare il suo carattere nazionale e distintivo».
«È giunto il momento di affermare, in modo chiaro, l’esistenza costituzionale della nazione del Quebecco», ha proseguito. «La Costituzione riunirà tutte le nostre regole, tutti i nostri valori fondamentali in un’unica legge. Diventerà la legge di tutte le leggi».
La proposta di legge costituzionale comprende diversi emendamenti contrari alla vita, tra cui l’inserimento delle leggi sull’aborto e sull’eutanasia nella costituzione provinciale. La legge è stata approvata con 71 voti favorevoli e 30 contrari. «Lo Stato protegge la libertà delle donne di abortire», promette l’articolo numero 29.
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Il Quebecco ha recentemente confermato il suo sostegno all’aborto quando la Corte superiore provinciale ha stabilito che le “zone bolla” delle strutture per l’aborto sono incostituzionali, ma «giustificate».
Attualmente, la legge del Quebec impedisce l’attività di advocacy pro-life entro un raggio di 50 metri da qualsiasi struttura o sede di un’attività che offre di eseguire il feticidio. Tra le attività vietate rientrano anche scoraggiare una donna dall’aborto od offrire risorse alternative per aiutare la madre a tenere il bambino.
Inoltre, la legge promette di prendere di mira i malati e gli anziani attraverso l’eutanasia. La legge si impegna a garantire che «qualsiasi persona le cui condizioni lo richiedano abbia il diritto di ricevere cure di fine vita», un termine che include il ricorso all’eutanasia. Da notare come l’anno scorso era emerso uno studio sul Quebecco che rivelava che più di uno su dieci bambini abortiti nel secondo trimestre nasce vivo, ma solo il 10% sopravvive più di tre ore.
Allo stesso tempo, il Quebecco, una provincia notoriamente liberale, ha il tasso più alto di suicidio assistito in Canada.
La provincia ha registrato un aumento del 17% dei decessi per eutanasia nel 2023 rispetto al 2022, con il programma che ha causato la morte di 5.686 persone. Questa cifra elevata rappresenta un impressionante 7,3% di tutti i decessi nella provincia, collocando il Québec in cima alla lista a livello mondiale. Di conseguenza, si è avuto anche il rivoltante record per la predazione degli organi, con la triplicazione dei trapianti da vittime di eutanasia.
Come riportato da Renovatio 21, ad agosto l’Ordine dei medici del Quebecco ha dichiarato che l’eutanasia è un «trattamento appropriato» per i bambini nati con gravi problemi di salute. L’eutanasia per i neonati era stata sostenuta dai medici quebecchesi ancora tre anni fa, mentre è discussa apertamente l’eliminazione eutanatica dei malati di demenza.
Gli sforzi quebecchesi si iscrivono in un contesto globale in cui, come per un silenzioso ordine dipanato in tutta la Terra, vari Paesi a trazione progressista sta cercando di costituzionalizzare l’aborto, sulla scorta di quanto fatto da Emanuele Macron in Francia due anni fa.
Come riportato da Renovatio 21, anche il governo spagnuolo sta lavorando per sancire il diritto al feticidio nella Costituzione.
Un anno fa a Brusselle è stato approvato il progetto di inclusione dell’aborto nella Carta Europea. L’anno precedente gli eurodeputati avevano chiesto che il feticidio divenisse «diritto fondamentale».
Altri Paesi non marciano nella stessa direzione, Cinque giorni fa il Parlamento Olandese ha respinto una risoluzione che dichiarava l’aborto come «diritto umano», idea alla base di tanti progetti di enti transnazionali
Due mesi fa la Repubblica Domenicana ha riconfermato il divieto totale di aborto.
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Bioetica
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Ambiente
Studi sui metodi per testare le sostanze chimiche della pillola abortiva nelle riserve idriche
I funzionari governativi USA stanno valutando se sia possibile sviluppare metodi per rilevare le sostanze chimiche contenute nella pillola abortiva nelle riserve idriche degli Stati Uniti, in seguito all’iniziativa del gruppo Students for Life. Lo riporta LifeSite.
Quest’estate, i funzionari dell’Agenzia per la Protezione Ambientale americana (EPA) hanno incaricato gli scienziati di determinare se fosse possibile sviluppare metodi per rilevare tracce di pillole abortive nelle acque reflue. Sebbene al momento non esistano metodi approvati dall’EPA, è possibile svilupparne di nuovi, hanno recentemente dichiarato al New York Times due fonti anonime.
La divulgazione fa seguito alla richiesta di 25 membri repubblicani del Congresso USA che hanno chiesto all’EPA di indagare sulla questione.
«Esistono metodi approvati dall’EPA per rilevare il mifepristone e i suoi metaboliti attivi nelle riserve idriche?», chiedevano i deputati in una lettera del 18 giugno. «In caso contrario, quali risorse sono necessarie per sviluppare questi metodi di analisi?»
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I legislatori hanno osservato che il mifepristone è un «potente bloccante del progesterone» che altera l’equilibrio ormonale e potrebbe «potenzialmente interferire con la fertilità di una persona, indipendentemente dal sesso».
Dopo l’annullamento della sentenza Roe v. Wade, Students for Life aveva rilanciato una campagna per indagare sulle tracce di pillole abortive e sui resti fetali nelle acque reflue. Il gruppo ha affermato che il mifepristone e i resti fetali potrebbero potenzialmente danneggiare gli esseri umani, gli animali e l’ambiente.
Nel novembre 2022, i dipendenti di Students for Life si sono lamentati del fatto che le agenzie governative non controllassero le acque reflue per individuare eventuali sostanze chimiche contenute nelle pillole abortive e hanno deciso di assumere i propri «studenti investigatori» per analizzare l’acqua.
La campagna era fallita sotto l’amministrazione Biden. Nella primavera del 2024, undici membri del Congresso, tra cui il senatore Marco Rubio della Florida, attuale Segretario di Stato, scrissero all’EPA chiedendo in che modo il crescente uso di pillole abortive potesse influire sull’approvvigionamento idrico.
Secondo due funzionari, l’EPA ha scoperto di non aver condotto alcuna ricerca precedente sull’argomento, ma non ha avviato alcuna nuova indagine correlata.
Kristan Hawkins, presidente di Students for Life, ha annunciato venerdì: «tre presidenti democratici hanno promosso in modo sconsiderato l’uso della pillola abortiva chimica. Ora l’EPA sta finalmente indagando sull’inquinamento causato dalla pillola abortiva».
«Ogni anno oltre 50 tonnellate di sangue e tessuti contaminati chimicamente finiscono nei nostri corsi d’acqua», ha continuato su X. «Spetta al presidente Trump e al suo team ripulire questo disastro».
A giugno un rapporto pubblicato da Liberty Counsel Action indicava che più di 40 tonnellate di resti di feti abortiti e sottoprodotti della pillola abortiva sono infiltrati nelle riserve idriche americane.
«Come altri farmaci noti per causare effetti avversi sul nostro ecosistema, il mifepristone forma metaboliti attivi», spiega il rapporto di 86 pagine. «Questi metaboliti possono mantenere gli effetti terapeutici del mifepristone anche dopo essere stati escreti dagli esseri umani e contaminati dagli impianti di trattamento delle acque reflue (WWTP), la maggior parte dei quali non è progettata per rimuoverli».
Non si tratta della prima volta che vengono lanciati gli allarmi sull’inquinamento dei fiumi da parte della pillola abortiva RU486, detta anche «pesticida umano».
Come riportato da Renovatio 21, le acque di tutto il mondo sono inquinate da fortemente dalla pillola anticoncenzionale, un potente steroide usato dalle donne per rendersi sterili, che viene escreto con l’orina con effetto devastante sui fiumi e sulla fauna ittica. In particolare, vi è l’idea che la pillola starebbe facendo diventare i pesci transessuali.
Danni non dissimili sono stati rilevati per gli psicofarmaci, con studi sui pesci di fiume resi «codardi e nervosi».
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Nonostante i ripetuti allarmi sul danno ambientale dalla pillola, le amministrazioni di tutto il mondo – votate, in teoria, all’ecologia e alla Dea Gaia – continuano con programmi devastatori, come quello approvato lo scorso anno a Nuova York di distribuire ai topi della metropoli sostanze anticoncezionali. A ben guardare, non si trova un solo ambientalista a parlare di questa sconvolgente forma di inquinamento, ben più tremenda di quello delle auto a combustibile fossile.
Ad ogni modo, come Renovatio 21 ripeterà sempre, l’inquinamento più spiritualmente e materialmente distruttore è quello dei feti che con l’aborto chimico vengono espulsi nel water e spediti via sciacquone direttamente nelle fogne, dove verranno divorati da topi, pesci, insetti, anfibi e altri animali del sottosuolo.
Su questo non solo non si trovano ambientalisti a protestare: mancano, completamente, anche i cattolici.
Come riportato da Renovatio 21, l’OMS poche settimane fa ha aggiunto la pillola figlicida alla lista dei «medicinali essenziali». Il segretario della Salute USA Robert Kennedy jr. aveva promesso una «revisione completa» del farmaco di morte (gli sarebbe stato chiesto dallo stesso Trump) ma negli scorsi giorni esso è stato approvato dall’ente regolatore FDA.
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