Razzismo

La Corte Suprema sudafricana stabilisce che la canzone «uccidi i Boeri» non è un discorso di odio

Pubblicato

il

La Corte Suprema del Sud Africa ha stabilito che la canzone razzista «Kill the Boers» («uccidi i Boeri») non è incitamento all’odio.

 

La Divisione per l’uguaglianza della corte ha stabilito che la canzone, che celebra l’uccisione dei cittadini sudafricani di origine olandese è protetta dalla libertà di espressione.

 

Il testo della canzone, chiamata anche Dubul’ ibhunu («spara al boero» dice: «I codardi hanno paura / Spara ai boeri, spara, spara».

 

 

La canzone viene intonata alle manifestazioni del partito di sinistra Economic Freedom Fighters (EFF), un partito pan-africanista di estrema sinistra che che in precedenza ha sostenuto la violenza razziale contro i bianchi e contro le persone di origine indiana. L’EFF è stato fondato dal controverso ex capo dei giovani dell’ANC, il partito di Mandela.

 

L’EFF è attualmente il terzo partito in entrambi i rami del Parlamento sudafricano.

 


Malema era già stato condannato nel 2011 per aver cantato «Shoot the Boer». Si era difeso poi dicendo che aveva invece detto «Kiss the Boer» («Bacia il boero»). La canzone ovviamente ora viene anche cantata con questo testo (Kiss invece che Kill), perfino in tribunale.

 


 

Secondo la Corte Suprema di Pretoria, AfriForum, un gruppo di difesa della popolazione della minoranza bianca del paese, non è riuscito a dimostrare che la canzone incitasse alla violenza contro i bianchi, nonostante i suoi testi invitino all’assassinio razzista dei cittadini di pelle chiara.

 

 

L’EFF ha affermato che AfriForum stava semplicemente cercando di far avanzare la «narrativa razzista» secondo cui c’è un «genocidio bianco» in corso nel Paese.

 

«Il tentativo dei razzisti di cancellare l’elemento culturale della lotta di liberazione in Sud Africa è miseramente fallito», ha affermato il portavoce dell’EFF Sinawo Thambo.

 

 

La realtà degli attacchi mortali a contadini bianchi e famiglie del dopo apartheid non è purtroppo più negabile. Fattorie assaltate, genitori e figli uccisi, magari con stupri e torture e mutilazioni incluse – più omicidi di contorno senza un vero perché.

 

Quest è la realtà delle farm in Sudafrica da anni. Non sorprende quindi, che i bianchi stiano scappando in massa dal Sudafrica post-apartheid.

 

Nel 2018, il portavoce nazionale dell’EFF aveva affermato che la ridistribuzione forzata della terra dagli agricoltori bianchi senza compenso è giustificata perché «non è davvero la loro terra».

 

 

 

 

Immagine di Gary van der Merwe via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported (CC BY-SA 3.0)

 

 

 

Più popolari

Exit mobile version