Economia
La Corea del Nord è il terzo detentore di Bitcoin al mondo

La Corea del Nord potrebbe essere il terzo maggiore detentore di bitcoin al mondo. Lo riporta la testata britannica Times.
Gli Stati Uniti hanno accusato Pyongyang di essere l’ideatore di un furto di asset digitali da 1,5 miliardi di dollari e hanno affermato che quasi la metà delle entrate in valuta estera della Corea del Nord deriva da «attività informatiche dannose».
Il Paese ha sopportato severe sanzioni economiche che ne ostacolano la partecipazione al commercio internazionale per decenni. Per garantire risorse per i suoi programmi di difesa, basati sulla necessità di un esercito robusto e di un deterrente nucleare, Pyongyang ha fatto ricorso a strategie innovative, tra cui le criptovalute, per aggirare le restrizioni.
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La classifica deriva da un’analisi di Arkham Intelligence, un’azienda che impiega l’intelligenza artificiale per tracciare la proprietà di portafogli crittografici anonimi.
Arkham stima che il Lazarus Group, un collettivo di hacker presumibilmente legato al governo nordcoreano, detenga circa 1,2 miliardi di dollari in bitcoin. A titolo di confronto, stima che gli asset bitcoin degli Stati Uniti valgano oltre 17 miliardi di dollari e quelli del Regno Unito oltre 5 miliardi di dollari.
Il mese scorso, l’FBI ha accusato il Lazarus Group di aver rubato circa 1,5 miliardi di dollari in valuta digitale da Bybit, un exchange di criptovalute con sede a Dubai che serve oltre 60 milioni di utenti. Gli hacker avrebbero sfruttato un trasferimento di routine tra portafogli digitali per scappare con circa 401.000 token Ethereum.
L’FBI ha affermato di aspettarsi che Lazarus riciclasse i suoi guadagni illeciti tramite varie criptovalute.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Economia
Gli USA impongono dazi fino al 3.521% sulle importazioni di energia solare legate alla Cina

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Economia
Il dollaro ai minimi storici: Trump tira dritto

Lunedì il dollaro statunitense è crollato al minimo degli ultimi tre anni, mentre aumentava l’agitazione sui mercati per la guerra tariffaria del presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il suo crescente disaccordo con il presidente della Federal Reserve Jerome Powell.
L’indice del dollaro statunitense ICE, che replica l’andamento del biglietto verde rispetto a un paniere di valute principali, è sceso di oltre l’1% a 97,923, il minimo da marzo 2022. Il dollaro ha toccato nuovi minimi anche nei confronti di euro, sterlina, yen e franco svizzero, e si è indebolito nei confronti del rublo, scendendo sotto quota 80 per la prima volta da giugno 2024.
La valuta è sottoposta a crescenti pressioni da quando Trump ha lanciato i dazi, definiti «Giorno della Liberazione», il 2 aprile, prendendo di mira i partner commerciali globali. La fiducia dei mercati è stata ulteriormente scossa dopo che Trump ha pubblicamente attaccato Powell giovedì sui tassi di interesse.
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Il presidente ha attaccato duramente il presidente della Fed, chiedendo tagli ai tassi e avvertendo che Powell potrebbe essere rimosso. «Se lo vuole fuori, se ne andrà molto velocemente», ha detto Trump. I suoi commenti sono arrivati dopo che Powell aveva avvertito che i dazi avrebbero “molto probabilmente generato almeno un aumento temporaneo dell’inflazione” e aveva segnalato che non ci sarebbero stati tagli imminenti ai tassi.
Il consigliere economico della Casa Bianca, Kevin Hassett, ha dichiarato in seguito che l’amministrazione sta valutando se sia possibile licenziare legalmente Powell prima della scadenza del suo mandato.
Lo scontro ha allarmato gli investitori, nonostante Powell abbia affermato di non avere intenzione di dimettersi anticipatamente e abbia sottolineato che l’indipendenza della Fed è una «questione di diritto».
Lunedì Trump ha rinnovato i suoi attacchi, definendo Powell «il signor Too Late, un grande perdente» in un post su Truth Social e avvertendo che l’economia rallenterà se i tassi non verranno tagliati.
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Le azioni statunitensi hanno subito un altro colpo: il Dow Jones, il Nasdaq e l’S&P 500 hanno tutti perso più del 3%.
«Gli investitori stanno affrontando una nuova fonte di ansia macroeconomica: le minacce di Trump all’indipendenza della Fed», ha detto lunedì alla CNBC l’esperto del settore Adam Crisafulli di Vital Knowledge.
Ogni tentativo di licenziare Powell probabilmente innescherebbe una forte svendita sui mercati azionari statunitensi, ha dichiarato al quotidiano il vicepresidente di Evercore ISI, Krishna Guha.
Trump ha nominato Powell alla Fed nel 2018 e lo ha riconfermato l’ex presidente Joe Biden nel 2022. Il suo mandato come presidente durerà fino a maggio 2026.
Come riportato da Renovatio 21, durante il Forum del Club Valdai dello scorso 7 novembre, il presidente russo Vladimir Putin è stato interrogato dall’ex vicepresidente brasiliano della New Development Bank ed ex funzionario del FMI. Paulo Nogueira Batista jr. sul ruolo delle valute alternative, assicurando che la Russia non ha «cercato di abbandonare il dollaro».
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Come riportato da Renovatio 21, vari Paesi che stanno attuando politiche di allontanamento dal dollaro come l’India, l’Indonesia, il Bangladesh, la Malesia, lo Sri Lanka, il Pakistan la Bolivia, l’Argentina e altre Nazioni del Sud del mondo (con timidi accenni perfino in Isvizzera) stanno seguendo si stanno sganciando dal biglietto verde. A inizio 2023 la Banca Centrale Irachena ha annunciato che consentirà scambi con la Cina direttamente in yuan cinesi, senza passare dal dollaro, mentre il Ghana si è rivolto non alla moneta statunitense, ma all’oro per stabilizzare la propria valuta nazionale.
Il processo di de-dollarizzazione è stato incontrovertibilmente innescato con le sanzioni anti-russe. Lo stesso Putin la scorsa estate aveva definito il fenomeno come «irreversibile». Il presidente russo mesi fa aveva dichiarato che è l’Occidente stesso a distruggere il proprio sistema finanziario.
Come riportato da Renovatio 21, in campagna elettorale ad un comizio in Wisconsin l’ora presidente eletto Donald Trump ha accennato ad un piano per fermare la de-dollarizzazione innescata dalle folle politiche di Biden.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Economia
Pubblicato il memorandum sull’accordo dei minerali tra Ucraina e Stati Uniti

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