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Terrorismo

ISIS e Al-Qaeda creati dagli USA: parla un consigliere dell’ayatollah Khamenei

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Il terrorismo islamista sarebbe stato generato dagli Stati Uniti d’America: lo dichiara un alto funzionario della Repubblica Islamica dell’Iran.

 

Sabato 16 novembre, il retroammiraglio iraniano Ali Shamkani ha rilasciato dichiarazioni che hanno puntato direttamente sul ruolo degli Stati Uniti nell’istigazione dell’ondata di terrorismo nell’Asia sudoccidentale negli ultimi anni.

 

Shamkhani è stato nominato dal leader supremo Ali Khamenei come membro del Consiglio per il Discernimento, un’assemblea amministrativa nominata dalla Guida Suprema sorta nel 1988 per la revisione della Costituzione iraniana. Lo Shamkani, 69enne di origine araba, ha anche prestato servizio come consigliere di Khamenei. Prima della Rivoluzione Iraniana aveva fatto parte di un gruppo di guerriglia islamista clandestino chiamato Mansouroun (letteralmente «I vincitori»), impegnato nella lotta armata contro la dinastia Pahlavi

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Shamkani era stato precedentemente segretario del Consiglio supremo per la sicurezza nazionale dell’Iran fino all’anno scorso. Aveva prestato servizio come comandante della marina della Guardia Rivoluzionaria (i Pasdaran) con il grado di contrammiraglio. e comandato anche la marina dell’Artesh (l’esercito della Repubblica Islamica dell’Iran) oltre alla marina dei Pasdarani. Nominato ministro delle Guardie Rivoluzionarie nel 1988, ha ricoperto la carica di ministro della Difesa della Repubblica Islamica dall’agosto 1997 all’agosto 2005 nel governo del riformista Mohammad Khatami. È stato direttore del Centro per gli studi strategici delle forze armate iraniane dal 2005 al 2013. Lo Shamkhani si è anche candidato alle elezioni presidenziali del 2001. È anche consigliere militare della Guida suprema, l’ayatollah Ali Khamenei.

 

Secondo i media russi lo Shamkani ha affermato che «gli stessi americani ammettono apertamente di aver formato l’ISIS e Al-Qaeda» nel tentativo di creare una frattura tra l’Iran e i suoi vicini, nonché per proteggere il suo alleato e acerrimo nemico di Teheran, Israele.

 

La agenzia statale russa TASS riporta dichiarazioni che includono il commento secondo cui le autorità degli Stati Uniti hanno sostenuto gruppi terroristici in Medio Oriente, il che ha danneggiato la sicurezza nazionale della Repubblica islamica. Sebbene ciò sia stato messo in secondo piano per un po’ di tempo, questo fatto era stato ampiamente discusso dall’allora direttore della Defense Intelligence Agency, il generale Michael Flynn, tra il 2012-2013, ossia all’insorgere dell’ISIS.

 

Formazioni islamiste siriane ritenute propaggini di Al Qaeda nella regione sono stati parimenti sostenute, talvolta in modo aperto, dagli USA.

 

Il fatto che Shamkani abbia sollevato questo argomento oggi potrebbe avere conseguenze significative, date le nuove realtà nel mondo dal 2013. Shamkani ha anche criticato duramente gli Stati Uniti, chiedendo loro di «pagare all’Iran 1 trilione di dollari di risarcimento per il danno che hanno causato al nostro Paese scoraggiandolo», affermando che gli USA «hanno frenato il nostro paese per 25 anni».

 

Come riportato da Renovatio 21, due anni fa il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Nasser Kanaan aveva elogiato il candidato democratico Robert F. Kennedy Jr. per aver confermato l’opinione a lungo dichiarata di Teheran secondo cui il gruppo terroristico ISIS – conosciuto in Medio Oriente per lo più con il nome Daesh – è stato creato da Washington.

 

Un’idea non dissimile era stata perorata durante la campagna elettorale 2016 da Donald J. Trump, che accusò il fatto che «Hillary Clinton ha creato l’ISIS con Obama», e ancora che «Obama è il fondatore dell’ISIS… e direi che la confondatrice è Hillary la corrotta». In un momento che mostrava come il panorama mediatico stesse per divenire grottesco sino al parossismo, alcune TV statunitensi trasmisero lo spezzone del comizio con un sottotitolo che scriveva che ciò non era vera.

 


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L’Iran ha passato anni ad incolpare gli Stati Uniti di aver creato l’instabilità regionale che ha dato origine all’ISIS, e ha accusato Washington di usare la sua battaglia contro il gruppo jihadista sufi come scusa per giustificare la sua occupazione illegale di Iraq e Siria.

 

Gli alleati siriani dell’Iran hanno fatto, di recente, accuse simili, dicendo che gli USA addestrano in Siria miliziani ISIS per mandarli a combattere in Ucraina. La presenza sul territorio siriano di una contestata (perfino alla Camera USA, persino dal presidente Trump) basi americane, visitate nel 2022 dal generale Mark Milley, vertice dell’esercito statunitense, non aiuta a fugare i sospetti. Basi siriane degli USA sono ripetutamente colpite da missili della Repubblica Islamica dell’Iran.

 

Secondo taluni, la parola Al-Qaeda significa «la base», e altro non sarebbe che il database dei mujaheddin – cioè dei guerriglieri islamisti internazionali – assemblato negli anni Ottanta per combattere l’URSS in Afghanistan; un’operazione alla quale lavorò risaputamente Osama Bin Laden.

 

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Immagine di Tasnim News Agency via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International; immagine ingrandita

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Intelligence

L’Ucraina ha addestrato i terroristi siriani, scrive il giornale di Kiev

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Alcuni gruppi islamisti che questa settimana hanno attaccato la provincia settentrionale di Aleppo, in Siria, hanno ricevuto addestramento da un’unità delle forze speciali del servizio segreto militare ucraino (GUR), ha affermato il giornale ucraino Kyiv Post in un articolo pubblicato domenica.   Secondo il settimanale di Kiev, alcuni gruppi militanti con sede nella provincia siriana di Idlib, che non è sotto il controllo del governo, hanno ricevuto «addestramento operativo» dal Khimik Group, a quanto si dice un’unità delle Forze speciali GUR.   Gli ucraini si sarebbero concentrati sull’educazione dei terroristi sulle tattiche sviluppate durante il conflitto in corso con la Russia, incluso l’uso di droni, ha affermato il Kyiv Post, citando «siti di social media islamici».

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Il Khimik Group sarebbe attivo in Siria da parecchio tempo. A settembre, il settimanale ucraino aveva affermato che l’unità ha attaccato con successo una base militare russa alla periferia di Aleppo, infliggendo danni materiali. Mosca non al tempo non aveva commentato la notizia.   La testata ucraina ha anche pubblicato un video che presumibilmente mostra una bandiera del GUR sventolare su un edificio nella provincia di Aleppo, sostenendo che le unità di Intelligence militare ucraine stavano conducendo un’«operazione speciale» nel Paese per «distruggere le forze russe in Siria». L’esercito russo non ha segnalato alcun attacco importante alle proprie strutture nel paese mediorientale o perdite significative negli ultimi mesi.     Una coalizione libera di milizie e gruppi estremisti con base a Idlib guidata da Hayat Tahrir al-Sham (HTS), un gruppo terroristico precedentemente noto come Jabhat al-Nusra, ha attaccato mercoledì il territorio controllato dal governo nella Siria settentrionale. HTS era precedentemente noto come affiliato ad Al-Qaeda.   Inizialmente i terroristi hanno affermato di aver conquistato circa 400 chilometri quadrati di territorio e di aver raggiunto la città di Aleppo. Da allora le forze governative hanno fermato l’avanzata del gruppo, con sia le forze aeree russe che quelle siriane che hanno lanciato attacchi contro i militanti negli ultimi giorni.   Domenica, l’agenzia di stampa statale siriana SANA ha riferito che le forze governative hanno sventato un’offensiva terroristica nei pressi della città di Hama, infliggendo perdite significative ai militanti. Anche il presidente siriano Bashar Assad ha giurato di sconfiggere e distruggere i terroristi «non importa quanto intensi siano i loro attacchi».   Nelle ultime ore circolano video di militanti islamisti che calpestano e bruciano una bandiera russa che era issata ad Aleppo.   Come riportato da Renovatio 21, a luglio era emerso che il GUR aveva aiutato i militanti Tuareg nella regione del Sahel nell’Africa occidentale. Una dichiarazione del portavoce del GUR Andrej Yusov è seguita a un attacco Tuareg che ha ucciso decine di militari privati ​​del Gruppo Wagner e personale delle forze armate locali in Mali, innescando una crisi diplomatica che ha visto il Mali interrompere i rapporti diplomatici con Kiev, e il Burkina Faso di accusare gli ucraini di sostegno ai terroristi. Mosca stessa aveva quindi accusato l’Ucraina di sostenere i terroristi nella zona.   Il ministro degli esteri del Mali aveva chiesto al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di intervenire contro l’Ucraina per il suo sostegno ai gruppi militanti africani.

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Come riportato da Renovatio 21, ancora due anni fa il presidente nigeriano Muhammadu Buhari aveva affermato che le armi trasferite dall’Occidente al governo ucraino hanno iniziato a proliferare nella regione dell’Africa occidentale.   Anche Damasco ha accusato Kiev di essersi alleata con il gruppo terroristico HTS in Siria il mese scorso. Fonti del governo siriano avevano riferito alla testata governativa russa RT che gli agenti ucraini stavano fornendo all’ex affiliato di Al-Qaeda armi fornite a Kiev dagli Stati Uniti.   Come riportato da Renovatio 21, già ad inizio del conflitto ucraino era stato rivelato che armi occidentali destinate a Kiev erano finite a Idlib, zona da tempo considerata ad alta densità di terrorismo islamista.    

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Geopolitica

Aleppo caduta con la tregua Israele-Hezbollah: la tempistica dell’offensiva islamista in Siria solleva interrogativi

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La testata in lingua inglese del governo russo RT ha intervistato Huseyin Bagci, professore di relazioni internazionali e fondatore dell’Ankara Global Advisory Group sul tema della caduta di Aleppo, ora in mano di una sigla islamista.

 

Il professore turco ha detto che è significativo che i militanti islamici in Siria abbiano lanciato la loro offensiva subito dopo l’entrata in vigore del cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah.

 

Il gruppo terroristico Hayat Tahrir-al-Sham (HTS), precedentemente noto come Jabhat al-Nusra, ha iniziato un attacco su larga scala alla città di Aleppo mercoledì. Gli ultimi due giorni hanno visto i combattimenti più pesanti nella regione dal 2020.

 

Bagci ha descritto nella sua intervista i combattimenti come «una situazione molto pericolosa» e ha affermato che l’esercito siriano dovrà riprendersi il territorio e farlo in fretta.

 

«Ci sarà un nuovo tipo di alleanza nei prossimi giorni», ha detto, prevedendo che Turchia, Siria e Russia lavoreranno insieme contro i militanti affiliati ad al-Qaeda. Secondo Bagci, le «forze esterne» sono interessate a far crescere il conflitto in Siria, nominando gli Stati Uniti, Israele e «certi Paesi europei».

 

Inizialmente la Turchia aveva sostenuto i ribelli che cercavano di rovesciare il governo di Damasco nel 2011, ha affermato Bagci, sottolineando che da allora Ankara ha cambiato approccio e sostiene l’integrità territoriale della Siria.

 

Se i militanti di HTS dovessero rafforzarsi, ciò creerebbe problemi alla Turchia, così come alla Siria e alla Russia, e potrebbe innescare un’altra ondata di migranti verso l’Europa, ha previsto Bagci.

 

Il conflitto in Siria è scoppiato nel 2011, quando i ribelli sostenuti dagli Stati Uniti e da diversi paesi vicini hanno cercato di rovesciare il governo del presidente Bashar Assad a Damasco.

 

I militanti dello Stato Islamico (noto anche come ISIS) sfruttarono il caos come un’opportunità per conquistare ampie zone della Siria e dell’Iraq entro il 2014.

 

Il «califfato» islamista è stato infine ridotto a piccole sacche di resistenza dalle forze del governo siriano sostenute da Russia, Iran e Hezbollah, e dalle forze curde sostenute dagli Stati Uniti. I restanti militanti non-ISIS, nel frattempo, sono stati respinti nella provincia di Idlib, dove hanno fatto affidamento sulla protezione di Ankara.

 

Nelle ultime ore si rincorrono voci secondo cui dietro la fiammata vi sarebbe un piano turco.

 

Come riportato da Renovatio 21, l’Iran sta accusando un «complotto» di «americani e «sionisti» dell’attacco alla più grande città siriana.

 

Il presidente siriano Bashar al-Assad ha dichiarato che il Paese «sconfiggerà e distruggerà i terroristi». In passato Assad aveva dichiarato di avere le prove che milizie terroriste islamiste erano addestrate nelle basi americani illegalmente presenti sul territorio siriano.

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Terrorismo

L’Iran accusa: «complotto americano-sionista» dietro all’attacco jihadista in Siria

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Gli Stati Uniti e Israele sono responsabili della rinascita del terrorismo salafita in Siria, ha affermato il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi, aggiungendo che Teheran sosterrà gli sforzi del governo di Damasco volti a fermare l’offensiva jihadista in corso.   Hayat Tahrir-al-Sham (HTS), il gruppo terroristico precedentemente noto come Jabhat al-Nusra, ha attaccato mercoledì il territorio controllato dal governo nella Siria settentrionale insieme a un gruppo di milizie alleate, rompendo una fragile tregua mediata da Russia e Turchia nel 2020.   Venerdì, i combattenti di HTS erano entrati ad Aleppo, che era sotto il controllo del governo siriano dal 2016.

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In una telefonata con la sua controparte siriana, Bassam al-Sabbagh, venerdì, Araghchi ha definito l’offensiva «un complotto americano-sionista». Secondo l’iraniana PressTV, Araghchi ha osservato che l’attacco è avvenuto subito dopo che Israele ha stretto un accordo di cessate il fuoco con Hezbollah in Libano, il che suggerisce che Washington e Israele stavano usando HTS come proxy per sferrare un colpo al governo siriano, che sostiene la causa palestinese.   Araghchi ha detto all’al-Sabbagh che l’Iran continua a sostenere «il governo, la nazione e l’esercito siriani nella lotta al terrorismo e nella protezione della sicurezza e della stabilità regionale», ha riportato PressTV.   Prima di adottare il suo nome attuale nel 2017, Hayat Tahrir-al-Sham era noto come Jabhat al-Nusra. Armato indirettamente dagli Stati Uniti e presumibilmente sostenuto dalla Turchia, il gruppo terroristico era una delle principali fazioni che si opponevano al governo di Bashar Assad durante la guerra civile siriana.   La Russia è intervenuta nel conflitto nel 2015, aiutando Damasco a riprendere gran parte del Paese da Jabhat al-Nusra, dall’ISIS e da decine di gruppi armati sostenuti dagli Stati Uniti, considerati «ribelli moderati» da Washington.   Anche l’Iran ha svolto un ruolo fondamentale nell’aiutare il governo siriano a contenere i jihadisti: il Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (i Pasdaran) ha fornito armi e addestramento all’esercito siriano e ha inviato migliaia di consiglieri militari e volontari per assistere le forze di Assad sul campo di battaglia.   Mentre gli USA combattevano contro i combattenti dell’ISIS in Siria, sostenevano apertamente altre milizie anti-Assad e segretamente appoggiavano gruppi jihadisti. Nonostante Washington avesse messo una taglia di 10 milioni di dollari sulla testa del comandante di Al-Qaeda in Siria nel 2013, l’attuale consigliere per la sicurezza nazionale degli USA e allora membro dello staff del Dipartimento di Stato Jake Sullivan aveva scritto al Segretario di Stato Hillary Clinton diversi mesi prima, spiegando che «AQ», cioè Al Qaeda, «è dalla nostra parte in Siria».

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Il comandante siriano di Al-Qaeda, Abu Mohammad al-Jolani, ha interrotto i legami con l’organizzazione nel 2016 e ha continuato a guidare HTS.   In un’intervista del 2021, l’ex rappresentante speciale degli Stati Uniti per l’impegno in Siria James Jeffrey ha descritto HTS come «una risorsa» per la strategia americana in Siria, affermando che supportare il comandante jihadista era «l’opzione meno peggiore» per tenere Idlib fuori dal controllo del governo siriano.   Mentre gli Stati Uniti considerano ufficialmente al-Jolani un «terrorista globale appositamente designato» e hanno implicato il suo gruppo in una serie di violazioni dei diritti umani, al-Jolani insiste sul fatto che HTS «non rappresenta una minaccia» per gli interessi occidentali.

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Immagine di Khamenei.ir via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International
   
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