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Ambiente

Immagini dall’inferno di fuoco di Los Angeles: è un effetto della siccità artificiale?

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Ieri potenti incendi boschivi hanno continuato a divorare il ricco quartiere Pacific Palisades di Los Angeles, con le autorità in difficoltà nel contenere quello che è stato descritto come l’incendio più distruttivo nella storia della città.

 

Foto e video mostrano interi isolati completamente devastati dalle fiamme. Il reporter di ABC7 Josh Haskell, cresciuto nella zona, ha detto che «sembra che dal 50 al 75% di Pacific Palisades sia sparito».

 

Secondo Business Insider, Pacific Palisades, situata tra Santa Monica e Malibu, ospita alcuni degli immobili più costosi d’America, tra cui ville di proprietà di attori di Hollywood come Ben Affleck, Tom Hanks e Michael Keaton.

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Oltre 1.000 strutture sono andate a fuoco, ha detto il Dipartimento dei Vigili del Fuoco della California. Almeno cinque persone sono state uccise e altre 70.000 sono state costrette ad abbandonare le loro case.

 

I video, è stato giustamente notato, paiono essere stati ripresi all’inferno.

 

 

 


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Il sindaco di Los Angeles Karen Bass è stato criticato online per aver intrapreso un viaggio in Africa nel weekend, mentre si parlava di una tempesta di vento in arrivo a casa. Anche i politici e gli sviluppatori l’hanno attaccata per aver tagliato il budget dei vigili del fuoco di 17,6 milioni di dollari l’anno scorso. Nel suo post di mercoledì su X, l’imprenditore tecnologico Elon Musk ha etichettato Bass come «totalmente incompetente».

 

Musk ha anche commentato come «vero» il commento del giornalista Alex Jones, che ritiene che in questo caso si possa parlare di «terrorismo amministrativo».

 

Le polemiche si stanno scatenando anche contro il capo dei pompieri di Los Angeles, di cui rimbalzano ora le immagini gioiose ai gay pride: si tratta, siamo informati, del primo capo dei pompieri losangelini donna e «LGBT», che immaginiamo che in questo caso significhi lesbica, ma non siamo sicuri.

 

I giornali stanno riportando la notizia che gli idranti – onnipresenti nelle città e cittadini americane – erano senza acqua. Un’idea che sta facendo disperare ed infuriare tanti cittadini.

 

In una delle immagini forse più impressionanti, pazienti in sedie rotelle sono evacuati in strada da un ospedale, tra il fumo che pervade le strade.

 

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Nel frattempo, come era accaduto con gli incendi delle Hawaii di un anno fa (quando si disse che i proprietari delle case arse ricevettero subito proposte di acquisto da parte di grandi gruppi finanziari e immobiliari) volano le speculazioni in rete, con l’attore James Woods a confermare la voce che corre secondo cui le assicurazioni negli scorsi mesi avevano rimosso la protezione dagli incendi dalle loro polizze.

 

 

Come riportato da Renovatio 21, la California ha una lunga storia di siccità, secondo talune analisi indotta da sconsiderate (o… mirate?) politiche ecologiste dell’amministrazione. Il risultato sono sciacquoni del water con portata limitata, divieto di riempire le piscine o dar da bere all’orto in giardino – in pratica, lo Stato più ricco del Paese più potente della Terra vive come nel Terzo Mondo, con in più il controllo totalitario e l’eco-moralismo violento in cerca di capri espiatori.

 

Il lettore può leggere su Renovatio 21 l’articolo di William F. Engdahl «Un’agenda sinistra dietro la crisi idrica della California?», pubblicato già quattro anni fa.

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Immagine screenshot da Twitter

Ambiente

Il telescopio Hubble mostra che il Sole controlla il meteo sui pianeti esterni. E quello della Terra?

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Molti scienziati sono rimasti scioccati dai risultati di uno studio decennale del telescopio spaziale Hubble della NASA presentato al meeting dell’American Geophysical Union del 9-13 dicembre. Lo riporta EIRN.   Lo studio ha chiaramente dimostrato che il Sole controlla il meteo, il clima e altre condizioni atmosferiche anche nei pianeti più lontani. Ad esempio, a causa della sua distanza dal Sole, Nettuno riceve solo 1/1000 dell’intensità dell’energia dal Sole rispetto alla Terra, eppure il clima di Nettuno non è determinato dalle sue stagioni lunghe 40 anni, ma piuttosto dal ciclo solare di undici anni quando il campo magnetico del Sole si inverte.   Secondo le scoperte di Hubble, «il meteo nuvoloso globale di Nettuno sembra essere guidato dall’attività solare e non dalle quattro stagioni del pianeta, che durano ciascuna circa 40 anni». Con l’aumento dell’attività solare sul Sole, una radiazione ultravioletta più intensa inonda il Sistema Solare.   Gli scienziati hanno scoperto che due anni dopo il picco del ciclo solare, su Nettuno appare un numero crescente di nuvole.

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«Bisogna chiedersi: se il Sole può dominare i pianeti esterni, non avrebbe un controllo ancora maggiore sui pianeti interni?» domanda EIRN. «Hubble è ineguagliabile come strumento per comprendere i sistemi climatici planetari. Il telescopio Webb è perfetto per penetrare qualsiasi sistema di tempeste, ma il punto forte di Hubble è la tempesta stessa».   L’attenzione di Hubble sui pianeti esterni fa parte di un programma chiamato OPAL (Outer Planet Atmospheres Legacy), che è stato progettato per studiare le dinamiche atmosferiche di questi pianeti. Con la nitidezza delle immagini di Hubble, la sua gamma di lunghezze d’onda luminose dall’ultravioletto al vicino infrarosso, la sua accuratezza nella colorazione delle nuvole, l’attività e il movimento atmosferico, tutti registrati in dettaglio in 10 anni, lo hanno reso l’autorità indiscussa sul clima nel nostro sistema solare.   Come riportato da Renovatio 21, in tutto il mondo continua l’opposizione di molti scienziati all’idea di cambiamento climatico antropico propalata dall’élite occidentale e dal sistema scientifico da essi corrotto.   Come riportato da Renovatio 21, anche in Italia vari uomini di scienza si muovono contro il dogma climatico imperante, come gli undici scienziati membri del gruppo Clintel che hanno pubblicato una dichiarazione in cui respingono l’affermazione secondo cui l’alluvione in Emilia Rogmana è correlata al cambiamento climatico antropogenico, cioè da cambiamenti meteorologici indotti dall’attività umana.   Nel nostro Paese, tuttavia, avanza anche l’idea che «il negazionismo climatico dovrebbe essere un reato». Alla faccia della libertà di ricerca scientifica – quindi della Costituizione.   Riguardo all’importanza del sole per il clima hanno tuttavia le idee chiarissime Bill Gates e soci (tra cui, poteva mancare, Giorgio Soros), i quali come noto finanziano programmi per oscurare il sole tramite scie chimiche, pardon, «geoingegneria solare». Un tema così sentito che il Messicolo Stato americano del Tennesee ha deciso di metterne al bando i progetti.

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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia  
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Ambiente

La Spagna concede ai lavoratori un «congedo climatico» retribuito

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Il governo di sinistra spagnolo ha approvato una legge che garantisce fino a quattro giorni di ferie retribuite per le persone che non possono recarsi al lavoro a causa di «emergenze climatiche».

 

La legge è stata approvata meno di un mese dopo che più di 200 persone sono morte nelle inondazioni improvvise a Valenzia.

 

La legge è stata promulgata venerdì, un giorno dopo essere stata approvata dal Consiglio dei ministri del Paese, dominato dal Partito Socialista dei Lavoratori del primo ministro Pedro Sanchez, che era fuggito dalla contestazione subita a Valenzia, mentre il re e la regina erano rimasti a prendere insulti e fango.

 

I giorni retribuiti saranno applicati quando la protezione civile e le organizzazioni meteorologiche emetteranno allerte meteorologiche estreme, ha spiegato giovedì il ministro del Lavoro Yolanda Diaz, dichiarando che «nessun lavoratore dovrà correre alcun rischio».

 

Se l’emergenza meteorologica dovesse durare più di quattro giorni, i datori di lavoro potranno estendere il «congedo climatico» dei propri dipendenti, mentre il governo coprirà i mancati guadagni.

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Almeno 229 persone sono state uccise il mese scorso quando piogge torrenziali hanno causato inondazioni improvvise che hanno inondato diverse città nella provincia orientale spagnola di Valencia. Gli abitanti hanno accusato il presidente regionale Carlos Mazon di non aver diramato un avviso che esortasse i lavoratori a rimanere a casa il giorno del disastro.

 

Il Mazon ha sfidato la rabbia pubblica e si è rifiutato di dimettersi, sostenendo di non essere stato informato della gravità della situazione dall’organismo governativo di monitoraggio delle risorse idriche.

 

Nel suo discorso di giovedì la Diaz ha tentato di addossare la maggior parte della colpa possibile a Mazon, membro del PPE, il Partito Popolare spagnuolo.

 

«Di fronte al negazionismo climatico da destra, il governo spagnolo si è impegnato in politiche verdi», ha affermato, prima di annunciare ulteriori aiuti economici per i sopravvissuti al disastro. Ad oggi, il governo ha approvato 16,6 miliardi di euro di assistenza per la regione valenziana.

 

Come riportato da Renovatio 21, alcuni osservatori hanno notato che, contrariamente a ciò che dice la narrazione mainstream, il disastro di Valenzia potrebbe essere stato causato da anni di politiche verdi sconsiderate.

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Come riportato da Renovatio 21, mentre l’allarmismo climatico continua a tenere banco traducendosi in politiche comunitarie super-distruttive, quantità di scienziati si oppongono alla vulgata corrente, dimostrando che le inondazioni non sono correlate ai cambiamenti climatici e che questi ultimi non sono correlati all’attività umana.

 

Riguardo alle inondazioni, che interessano ciclicamente l’intero mondo, va segnalato che non tutti accusano il Climate Change antropogenico: la Polonia sta muovendo guerra contro le nutrie, mentre il Nord Corea fucila i suoi stessi funzionari ritenuti responsabili (dice il Sud).

 

Per quanto riguarda altri casi italianiRenovatio 21, negli anni, anche per esperienza diretta, si è fatta qualche idea.

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Immagine di US Department of Labor via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic

 

 

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Ambiente

Scienziati russi contro l’«agenda climatica» occidentale: il climate change non ha origine umana

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Continua l’opposizione scientifica russa all’idea di cambiamento climatico antropico propalata dall’élite occidentale.   Intervenendo il 21 novembre a una tavola rotonda del Consiglio della Federazione Russa sul tema «La dottrina di un mondo multipolare contro il transumanesimo globale: compiti della politica dell’informazione», Mikhail Kovalchuk, presidente del Centro Nazionale di Ricerca, o Istituto Kurchatov, ha sfatato l’agenda sul clima imposta al mondo dai Paesi occidentali.   «È così che si comporta l’Occidente?», ha chiesto retoricamente Kovalchuk. «Impongono un’agenda di sviluppo scientifico e tecnologico: ecologia, clima, queste istituzioni permeano tutto come metastasi».

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«Introducono assurdità assolute senza una seria analisi scientifica», ha detto, osservando che i Paesi occidentali «guadagnano trilioni sostituendo i freon», che presumibilmente proteggono lo strato di ozono.   «Ora lo strato di ozono è dieci volte più grande di quando spingevano questa idea dei freon», ha detto, insistendo quindi sul fatto che la nozione di cambiamento climatico antropogenico – cioè generato dall’uomo – è un’assurdità e «non si presta a nessuna discussione».   «Da qui la conclusione: vieni immediatamente “rotolato” in spese aggiuntive, perdite economiche e in una dipendenza completa dai progetti altrui», ha affermato lo scienziato russo.   Kovalchuk ha sottolineato che la Russia sta diventando una grande potenza scientifica e deve definire i propri progetti sovrani. Con il crollo dell’URSS, l’Occidente credeva di avere il controllo di un mondo unipolare, ha osservato.   «In questo periodo, abbiamo rafforzato le nostre posizioni di leadership, abbiamo preservato e restaurato quasi tutto», affermando che in cinque anni la Russia avrà l’infrastruttura più avanzata nel campo della megascienza. La forza della Russia «è cresciuta dal progetto atomico», ha affermato,   Come riportato da Renovatio 21, scienziati russi avevano confutano la tesi del cambiamento climatico di origine antropica già due anni fa in un documento del Consiglio scientifico dell’Accademia russa dove era presentata una particolare teoria del cambiamento climatico basata su alcuni degli ultimi lavori dello scienziato russo Vladimir Ivanovic Vernadskij (1863-1945).   Mentre le persone guardano al fattore più ovvio qui – il rapporto mutevole tra il Sole e la Terra come possibile fonte del «riscaldamento» – il capo ricercatore dell’Istituto per la ricerca nucleare dell’Accademia delle scienze russa, il dottor Leonid Bezrukov, ha posto l’ipotesi del riscaldamento della superficie terrestre e degli oceani a seguito del decadimento radioattivo dell’isotopo potassio-40 sotto la superficie terrestre, la cui potenza di flusso termico è di circa 1 watt per metro quadrato, molto più del flusso di calore antropogenico influenza sull’atmosfera.

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La fonte del lavoro teorico su cui si basa questa ipotesi è attribuita al dottore in scienze geologiche e mineralogiche Vladimir Larin, che ha studiato la composizione dell’idruro metallico della Terra, la cui espansione rilascia idrogeno e altri gas.   Tuttavia, la prima persona a formulare la teoria dell’esistenza dell’idrogeno sulla superficie terrestre fu Vernadskij, che fu anche il primo a indicare un effetto molto più ampio del decadimento degli elementi nucleari della Terra nel determinare il calore della Terra, attraverso il suo concetto di «migrazione degli atomi» ben al di sotto del sottile strato della biosfera terrestre, un teoria che sviluppò in modo più esteso nella sua ultima opera incompiuta, Chimicheskoe stroenie biosferii zemli i ee okruzhenija («La struttura chimica della biosfera e dei suoi dintorni»), considerata dal geniale biochimico russo come il «libro della vita».   Come riportato da Renovatio 21, anche in Italia vari uomini di scienza si muovono contro il dogma climatico imperante, come gli undici scienziati membri del gruppo Clintel che hanno pubblicato una dichiarazione in cui respingono l’affermazione secondo cui l’alluvione in Emilia Rogmana è correlata al cambiamento climatico antropogenico, cioè da cambiamenti meteorologici indotti dall’attività umana.   Nel nostro Paese, tuttavia, avanza anche l’idea che «il negazionismo climatico dovrebbe essere un reato». Alla faccia della libertà di ricerca scientifica – quindi della Costituizione.

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