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Misteri

Il mistero dell’autocombustione umana spontanea

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La combustione spontanea delle persone, o fenomeno di una persona che improvvisamente si incendia e brucia senza alcuna causa apparente, è un evento raro e controverso che ha affascinato e spaventato le persone per secoli. Questo fenomeno è stato descritto in molti casi in tutto il mondo, ma è stato soggetto a molte spiegazioni scientifiche, paranormali e persino mitologiche.

 

In primo luogo, è importante notare che la combustione spontanea umana è un evento estremamente raro. Secondo l’ente americano per la protezione antincendio National Fire Protection Association (NFPA), solo circa 200 casi di combustione spontanea sono stati segnalati nel mondo dal 1800 ad oggi. Inoltre, molti di questi casi sono stati successivamente ritenuti il risultato di cause alternative, come l’ignizione da fiamme o scintille esterne, l’uso di tabacco o alcol, elettricità statica o guasti elettrici, o atti di autoimmolazione.

 

Tuttavia, ci sono alcuni casi che non possono essere spiegati dalle cause alternative e che rimangono inspiegabili.

 

Mary Reeser è probabilmente il caso più noto di combustione spontanea umana. Reeser morì il 2 luglio 1951 a St. Petersburg, in Florida. La mattina seguente, la sua governante scoprì il suo corpo completamente bruciato in un divano nella sua casa. L’incendio è stato così intenso che il suo cranio si era liquefatto e si era fuso nella moquette sottostante. L’unico oggetto rimasto intatto nella stanza era una bottiglia d’acqua refrigerata vicino al divano.

 

Il caso del dottor John Irving Bentley è un altro caso noto di combustione spontanea umana. Bentley, un medico pensionato di 92 anni, fu trovato morto nella sua casa di Coudersport, in Pennsylvania, il 5 dicembre 1966. Il suo corpo era completamente bruciato, ad eccezione dei piedi, ancora avvolti nelle sue pantofole, e della parte inferiore delle gambe.

 

Il pompiere George Mott fu trovato morto nella sua camera da letto a New York il 6 marzo 1986. Il suo corpo era completamente bruciato, ma l’incendio non aveva causato danni significativi alla stanza o alla casa.

 

Jeannie Saffin è stata trovata morta nella sua casa di Londra il 15 novembre 1982. Il suo corpo era completamente bruciato, ad eccezione dei piedi. L’incendio aveva causato danni significativi alla stanza, ma non aveva provocato danni alla casa.

 

Henry Thomas fu trovato morto nella sua casa di Hammersmith, Londra, il 1° settembre 1980. Il suo corpo era completamente bruciato, tranne per le gambe e i piedi. L’incendio non aveva causato danni significativi alla stanza o alla casa.

 

Phyllis Newcombe è stata trovata morta nella sua casa di Basingstoke, Hampshire, nel 1983. Il suo corpo era completamente bruciato, ma l’incendio non aveva causato danni significativi alla stanza o alla casa.

 

Michael Faherty, un uomo irlandese di 76 anni, fu trovato morto nella sua casa della contea di Galway nel 2010. Il suo corpo era completamente bruciato, ma l’incendio non aveva causato danni alla stanza o alla casa.

 

Vi sono tuttavia, anche casi registrati piuttosto antichi.

 

La signora Nicole Millet è stata trovata morta nella sua casa di Parigi nel 1725. Il suo corpo era completamente bruciato, ma la stanza intorno a lei era intatta.

 

La contessa romagnola Cornelia di Bandi (1664-1731) è un altro caso storico di combustione spontanea umana. La nobildonna fu trovata morta nella sua camera da letto a Forlì il 4 marzo 1731. Il suo corpo era completamente bruciato, tranne per il piede sinistro e la mano destra.

 

Altri casi riguarderebbero monaci medievali trovati carbonizzati, mentre la cella era rimasta intonsa.

 

Nel corso dei secoli, ci sono stati molti altri casi di combustione spontanea, tra cui il celebre caso di Mary Reeser, che è morta a St. Petersburg, in Florida, nel 1951. La sua morte è stata attribuita alla combustione spontanea perché il suo corpo è stato trovato completamente bruciato, tranne per una gamba, che era intatta, e una piccola parte del suo cranio.

 

Nonostante la rarità di questi casi, gli scienziati hanno cercato di spiegare la combustione spontanea umana attraverso varie teorie scientifiche. Una delle teorie più accettate è quella dell’effetto «candela umana», che sostiene che la combustione spontanea avvenga a causa della combustione di grassi del corpo umano. Secondo questa teoria, il grasso del corpo agisce come una sorta di candela, bruciando lentamente e rilasciando abbastanza calore da innescare una reazione di combustione a catena. Questo effetto è stato dimostrato in laboratorio, dove il grasso di maiale è stato bruciato in una sorta di effetto candela.

 

Vi sono anche teorie alternative che cercano di spiegare la combustione spontanea umana in modo diverso. Alcuni credono che ci sia un fattore paranormale o soprannaturale che causa questi eventi. Ad esempio, alcuni credono che la combustione spontanea umana sia causata da una sorta di fiammata psichica, che avviene quando una persona si trova sotto un forte stress emotivo. Altri credono che la combustione spontanea sia causata da un’energia misteriosa o da una sorta di forza oscura.

 

La letteratura sul fenomeno preme a farci sapere che non c’è alcuna evidenza scientifica a sostegno di queste teorie paranormali o soprannaturali. La maggior parte degli scienziati ritiene che la combustione spontanea umana sia un fenomeno fisico, cioè un enigma medico. In realtà, la maggior parte dei casi noti di combustione spontanea umana sono stati associati ad alcune circostanze particolari.

 

Ad esempio, molti casi di combustione spontanea umana sono stati associati all’abuso di alcol e alla sindrome dell’ignizione dell’alcol. Questa sindrome si verifica quando il corpo umano è saturo di alcol, che può causare una reazione chimica tra l’alcol e l’ossigeno nel corpo. Questa reazione chimica può produrre abbastanza calore da innescare una reazione di combustione a catena, che può portare alla combustione spontanea.

 

Altri casi di combustione spontanea umana sono stati associati alla presenza di batteri nel tratto intestinale. Questi batteri producono metano e altre sostanze infiammabili che possono accumularsi nel corpo umano. In presenza di una scintilla, queste sostanze possono innescare una reazione di combustione a catena, che può portare alla combustione spontanea.

 

La teoria che i batteri intestinali possano essere responsabili della combustione spontanea umana è stata avanzata da Larry Arnold, autore del libro Ablaze!: The Mysterious Fires of Spontaneous Human Combustion. Secondo questa teoria, alcuni batteri presenti nel tratto intestinale umano, come il batterio Clostridium perfringens, potrebbero produrre gas altamente infiammabili come il metano o l’acido solfidrico. Se queste sostanze raggiungono una certa concentrazione all’interno del corpo, potrebbero innescare la combustione spontanea.

 

La teoria dei batteri intestinali come causa della combustione spontanea umana è stata proposta per la prima volta nel 1995, dopo che un uomo norvegese di 76 anni, che aveva bevuto grandi quantità di alcolici, era morto in un incendio causato da un presunto caso di combustione spontanea. Un’analisi del suo tratto gastrointestinale ha rivelato la presenza di grandi quantità di batteri, tra cui Clostridium perfringens. Tuttavia, questa teoria rimane oggetto di dibattito e discussione tra gli scienziati. Molti esperti ritengono che la combustione spontanea umana non possa essere causata solo dai batteri intestinali. La presenza di gas altamente infiammabili nel tratto gastrointestinale, infatti, non sarebbe sufficiente a spiegare l’origine dell’incendio, in quanto la maggior parte dei gas prodotti dai batteri viene espulsa dal corpo attraverso il tratto digestivo.

 

La combustione spontanea umana è spesso associata a circostanze particolari, come l’assunzione di farmaci specifici, l’uso di indumenti sintetici o la presenza di oggetti infiammabili vicino al corpo della vittima. Questi fattori potrebbero contribuire ad aumentare il rischio di incendi, indipendentemente dalla presenza di batteri intestinali.

 

Alcuni scienziati hanno suggerito che l’uso di farmaci come la fenitoina e l’acetone può aumentare il rischio di combustione spontanea. Questi farmaci sono stati associati a una diminuzione dei livelli di vitamina B nel corpo, che può causare un aumento dei livelli di acido grasso nel sangue. Questo aumento degli acidi grassi può causare un’accumulazione di grassi nel corpo, che può portare alla combustione spontanea.

 

Non tutti i casi di combustione spontanea umana possono essere spiegati da queste cause. Ci sono ancora molti casi inspiegabili che rimangono un enigma per gli scienziati. Questi casi sono spesso associati a circostanze insolite, come la combustione di un corpo in un ambiente senza fiamme o l’incendio di una sola parte del corpo.

 

Vi sono diverse spiegazioni alternative per la combustione spontanea umana che sono state proposte dagli scienziati nel corso degli anni.

 

  • Sindrome dell’ignizione dell’alcol: una spiegazione comunemente accettata per la combustione spontanea umana. Secondo questa teoria, l’incendio è causato dall’elevato contenuto di alcol nel corpo della vittima. L’alcol infiammabile può accumularsi nel corpo e, se raggiunge una certa concentrazione, può essere innescato da una scintilla, come ad esempio quella prodotta da una sigaretta o da una candela accesa.

 

  • Reazione chimica: la teoria suggerisce che la combustione spontanea umana possa essere causata da una reazione chimica all’interno del corpo. Secondo questa spiegazione, la presenza di determinati composti chimici, come l’acetone, il metanolo o il fosforo, potrebbe innescare un’esplosione all’interno del corpo della vittima, provocando l’incendio.

 

  • Fenomeno di ossidazione lenta: alcuni scienziati ritengono che la combustione spontanea umana possa essere causata dal fenomeno di ossidazione lenta. Secondo questa teoria, l’ossidazione lenta di grassi e oli all’interno del corpo può produrre una grande quantità di calore, che potrebbe innescare l’incendio.

 

  • Effetto della pressione: altri esperti suggeriscono che la combustione spontanea umana potrebbe essere causata dall’effetto della pressione. Secondo questa teoria, la pressione interna all’interno del corpo potrebbe aumentare a tal punto da innescare l’incendio.

 

 

La combustione spontanea umana è stata oggetto di molte leggende metropolitane e teorie di frangia. Alcuni credono che questi eventi siano causati da una sorta di arma segreta o da un esperimento scientifico segreto. Altri credono che i governi del mondo stiano cercando di nascondere la verità sulla combustione spontanea umana. Romanzi, film, serie, fumetti che includono il fenomeno nella trama sono innumeri.

 

Si tratta di uno di quei misteri dell’universo non ancora risolti. E persistenti nel tempo, nonostante l’irrefrenabile azione dei riduzionisti che dicono che tutto è spiegabile, tutto va bene, facciamo silenzio, non provocate ulteriori dissonanze cognitive…

 

Negli ultimi anni, abbiamo imparato bene la posizione dello scientismo zelota. Possiamo oggi dire, con certezza, che ha fatto più vittime della combustione umana spontanea.

 

 

 

 

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«Come Dio»: professore di arma afferma che gli alieni potrebbero creare universi in laboratorio

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In una recente intervista, l’astronomo di Harvard Avi Loeb, ha ipotizzato che degli alieni superumani potrebbero costruire «piccoli universi» nei laboratori e che i suoi detrattori sono semplicemente «gelosi».

 

Discutendo del suo lavoro e delle sue teorie in una chat con Fox News, il Loeb ha mostrato la sua tendenza verso teorie fantasiose e profondamente speculative sulla vita extraterrestre.

 

«Si può immaginare che la civiltà sovrumana che capisce come unificare la meccanica quantistica e la gravità potrebbe effettivamente essere in grado di creare un piccolo universo in laboratorio», ha detto al canale via cavo americano, «una qualità che assegniamo a Dio nei testi religiosi».

 

Un recente  articolo del New York Times non si è concentrato sull’astronomo stesso, ma sul modo in cui ha alienato i suoi colleghi con le sue affermazioni da prima pagina su quelli che crede siano intrusi interstellari e astronavi precipitate sul fondo dell’Oceano Pacifico.

 

Durante l’ intervista alla Fox, lo scienziato ha insistito sul fatto che se fosse stato lì quando Mosè trovò il roveto ardente che parlava con la voce di Dio con attrezzature moderne, «avrebbe potuto consigliare» il profeta «sulla temperatura superficiale del cespuglio, la quantità di energia in un periodo di tempo emessa da esso e se si tratta davvero di un fenomeno insolito».

 

Nessuna di queste teorie sulla potenziale vita aliena è particolarmente nuova. Credere che non siamo soli nell’universo, o addirittura che siano già state scoperte prove di vita extraterrestre intelligente, non è più l’unico ambito delle teorie del complotto, ma piuttosto delle udienze del Congresso e delle denunce del New York Times.

 

L’idea che gli alieni abbiano visitato la terra in passato, intervenendo nella storia umana o persino creando la nostra specie, ha un suo genere letterario con un nome specifico, la «paleoastronautica». Il successo editoriale del filone è partito una cinquantina di anni fa con il libro dello scrittore tedesco Heinrich Von Daeniken Carri degli dei.

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Visioni simili ad un certo punto cominciavano a sorgere anche in URSS, dove l’ipotesi del «creazionismo alieno» come origine della vita sul pianeta era ritenuta utile per prevenire che il popolo tornasse a darsi la spiegazione di un tempo, e cioè che l’universo lo aveva creato Dio.

 

Il furore paleoastronautico si presenta in cicli che paiono inestinguibili: nell’ultimo, a cui stiamo assistendo, vi sono personaggi che rileggono la Bibbia in chiave aliena, peraltro una tentazione già nota praticamente dai tempi di Von Daeniken.

 

Tuttavia come ha dichiarato al NYT l’astrofisico dell’Arizona State University Steve Desch, la gente sembra davvero essere «stufa di sentire le affermazioni selvagge di Avi Loeb». 

 

Come riportato da Renovatio 21, Il professor Loeb è noto per aver sostenuto che l’asteroide interstellare 2017U1, avvistato nel 2017 e soprannominato «’Oumuamua» (in hawaiano «messaggero che arriva per primo da lontano» o «messaggero da un lontano passato») potrebbe essere la prova di una civiltà aliena che ha inviato un pezzo della sua tecnologia nel nostro pianeta a farci visita.

 

Il Loeb, di fatto un «cacciatore di alieni» con cattedra ad Harvard e quindi bollino accademico di alto prestigio, ha inoltre dichiarato che ci potrebbero essere fino a 4 quintilioni di astronavi aliene nel sistema solare.

 

Per quanto riguarda i suoi detrattori, l’astronomo di Harvard ha detto a Fox che soffrono solo di «gelosia accademica». Che non si curi molto di quel che dicono di lui lo si capisce anche da altre dichiarazioni degli ultimi mesi, come quella per cui potrebbe essere possibile che ci siano quattro quintilioni di astronavi aliene in agguato nel nostro sistema solare.

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E non si può dire che nel giro accademico, anche rinomato, il Loebbo sia solo: parlando a una conferenza a Manhattan, il dottor Garry Nolan – un immunologo con cattedra a Stanford candidato al premio Nobel, che en passant afferma di aver lavorato per la CIA in passato – ha suggerito che gli umani probabilmente hanno già visto gli alieni prima, ma semplicemente non hanno notato nulla di diverso loro, in modo simile a come le tribù sudamericane avvistarono per la prima volta le navi spagnole.

 

In pratica esiste quindi una possibilità del «100%» che forme di vita aliene abbiano visitato la Terra in passato e che siano ancora presenti sul nostro pianeta fino ad oggi.

 

La visione di Loeb degli alieni creatori di universi laboratoriali in fondo non si discosta troppo da quella dell’ex capo di Roskosmos (l’Agenzia Spaziale Russa) Dmitrij Rogozin, il quale in un discorso alla TV russa non ha escluso che la Terra sia già sotto osservazione extraterrestre e che gli attuali livelli della tecnologia umana e della comprensione della scienza potrebbero semplicemente non essere abbastanza avanzati allo stadio attuale per rendersene conto.

 

«Non siamo gli unici che possono studiare i microbi, ma possiamo essere studiati come i microbi» disse l’ex vicepremier Rogozin, che in seguito sarebbe uscito da Roskomos e sarebbe stato ferito durante un attentato in Donbass a dicembre scorso.

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«La banca JP Morgan ha gestito un miliardo di dollari per Epstein»: causa in corso

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La banca JP Morgan ha gestito più di un miliardo di dollari del denaro di Jeffery Epstein per un periodo di 16 anni, mentre la direzione della banca ha ignorato le richieste di recidere i legami con il condannato per reati sessuali, hanno affermato giovedì gli avvocati delle Isole Vergini americane.   Le transazioni hanno avuto luogo tra il 1998 e il 2013, ha detto l’avvocato Mimi Liu in un’udienza a Manhattan, secondo Reuters.   Le Isole Vergini americane, dove si trova l’isola privata di Little Saint James del defunto Epstein, hanno intentato una causa contro JP Morgan l’anno scorso. Secondo l’accusa, i massimi dirigenti della banca avrebbero spesso scherzato sul finanziere e sulla sua passione per le ragazze giovani. Ciononostante, il personale addetto alla conformità abbia ripetutamente tentato di classificare l’account di Epstein come «ad alto rischio» e abbia esortato la direzione a tagliare i legami con il pedofilo, che è stato condannato per aver procurato un bambino alla prostituzione nel 2008.   Le Isole Vergini hanno sostenuto che il governo avrebbe potuto essere informato prima dei crimini di Epstein se JP Morgan avesse adeguatamente segnalato le transazioni sospette sul suo conto. Questi includevano un pagamento di 600.000 dollari per trasportare una ragazza di 14 anni dall’Europa negli Stati Uniti, che i dirigenti descrissero come la sua «assistente o giovane donna che aveva portato da Praga (o da qualche posto del genere)».   L’udienza di giovedì ha segnato la prima volta in cui è stata resa pubblica la somma di denaro che JP Morgan ha gestito per Epstein. «JP Morgan era una banca a servizio completo per il traffico sessuale di Jeffrey Epstein», ha sostenuto l’avvocato Liu in tribunale.   Le Isole Vergini chiedono alla banca un minimo di 190 milioni di dollari.   JP Morgan nega di aver dato rifugio a Epstein. Gli avvocati della banca hanno sostenuto che diversi dipendenti hanno segnalato transazioni sospette dal conto di Epstein al Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti già nel 2002 e hanno chiesto alle autorità federali di indagare sulla sua condotta. Inoltre, il team legale di JP Morgan ha accusato le Isole Vergini di chiudere un occhio sui presunti crimini sessuali avvenuti nell’isola Little Saint James.   All’inizio di questa estate, JP Morgan ha affermato di aver reciso i suoi legami con Epstein nel 2013. Tuttavia, l’avvocato Liu ha accusato la banca di aver elaborato più di 1,1 milioni di dollari in pagamenti da Epstein a «ragazze o donne» dopo quella data.   Epstein è stato arrestato nel 2019 e accusato del traffico di dozzine di ragazze minorenni, ma è stato trovato morto nella sua cella di prigione di Manhattan prima che potesse essere processato.   La sua morte fu considerata un suicidio, anche se questa spiegazione ufficiale fu accolta con scetticismo da alcuni a causa dei suoi legami con figure ricche e potenti, tra cui l’ex presidente degli Stati Uniti Bill Clinton, l’attuale direttore della CIA William Burns e il principe Andrea della Gran Bretagna.   La banca JP Morgan aveva risolto una causa separata relativa a Epstein a giugno, pagando 290 milioni di dollari a un gruppo di donne che hanno affermato di aver subito abusi sessuali da parte del miliardario mentre era cliente della banca.   Nelle Isole Vergini, tuttavia, Epstein non aveva solo un traffico di minorenni: più si va avanti più il caso Epstein diviene oscuro, financo abissale.   Come riportato da Renovatio 21, presso l’arcipelago americano Epstein aveva messo in piedi un programma di andava alla ricerca di bambini autistici da impiegare per la sua società di DNA e Intelligenza Artificiale.   JP Morgan è una delle prime quattro banche degli Stati Uniti, con un fatturato nel 2020 di circa 120 miliardi di dollari. Fondata nel 1799, nel corso del XX secolo si fuse con la Chase Manhattan Bank dei Rockefeller. Negli anni Settanta e Ottanta fu guidata direttamente dalla famiglia Rockefeller, nella persona di David Rockefeller. È possibile dire che storicamente i Rockefeller, con Epstein, possono condividere la passione per l’eugenetica.   Jamie Dimon, il capo attuale della banca, è tra coloro che un anno fa avevano dichiarato che il mondo era diretto verso una catastrofe finanziaria. JP Morgan ha ammesso in questi mesi che la guerra economica alla Russia non sta funzionando.   Intanto continuano i misteri intorno ad Epstein, ance ad anni dalla sua morte.   Due anni fa Jean-Luc Brunel, socio parigino di Epstein esperto in modelle, fu trovato pure lui impiccato in cella.   Un anno fa Steven Hoffenberg, finanziere considerato mentore di Epstein, è stato trovato morto nel suo appartamento.   Il caso più inquietante è tuttavia quello di Mark Middleton, ex consigliere di Bill Clinton considerato filo conduttore tra l’ex presidente e il miliardario pedofilo, trovato appeso a un albero con un colpo di fucile al petto all’inizio di maggio 2022 fuori da un ranch in Arkansas.   L’anno scorso è emerso anche che il giudice che ha firmato il mandato di perquisizione contro Trump nella sua magione di Mar-a-Lago era un difensore dell’entourage di Epstein.           Immagine generata al computer      
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Prigozhin sepolto a San Pietroburgo. La UE non è sicura che sia morto

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Evgenij Viktorovich Prigozhin, il capo del gruppo militare privato Wagner è stato sepolto nel cimitero Porokhovskoye di San Pietroburgo, ha annunciato martedì il gruppo di media da lui controllato.

 

La cerimonia funebre si è svolta a porte chiuse, alla presenza solo dei parenti stretti e degli amici di Prigozhin. La posizione esatta della tomba del capo Wagner deve ancora essere confermata, ma il suo team mediatico ha detto che tutti sono invitati a visitarla al cimitero.

 

Le immagini che circolano online suggeriscono che il defunto boss Wagner sia stato sepolto accanto a suo padre, con una croce di legno eretta sulla tomba. Fotografie apparse in rete mostrano bandiere russe e della compagnia militare privata che sventolano sulla tomba.

 

Secondo quanto riportato Prigozhin, sarebbe morto insieme ad alcuni dei suoi più stretti collaboratori, tra cui i leader del gruppo Wagner, nonché all’equipaggio, nell’incidente del suo jet privato, precipitato in Russia mercoledì scorso.

 

La causa dell’incidente è attualmente indagata dal comitato investigativo russo, che domenica ha confermato l’identità di tutte le vittime dopo il test del DNA. Il Cremlino ha bollato come «menzogna totale» l’idea che il potere russo sia dietro la morte del personaggio. Putin ha espresso il suo giudizio sull’uomo in  un messaggio nella scorsa settimana.

 

Detenuto per anni nelle carceri sovietiche per rapina e altro, Prigozhin sarebbe divenuto imprenditore seriale, emerso come figura di spicco nella scena imprenditoriale post-sovietica di San Pietroburgo negli anni Novanta, Prigozhin ha iniziato con un chiosco di hot dogghi, prima di diventare un noto ristoratore.

 

Ciò portò a contratti statali nei primi anni 2000 e le sue aziende alla fine divennero importanti fornitori dei settori dell’istruzione e militare.

 

Prigozhin successivamente si è ramificato in altri ambiti, che vanno dall’edilizia alle partecipazioni nei media.

 

La Wagner è arrivata alla ribalta internazionale per la prima volta con l’intervento russo in Siria, a metà degli anni 2010, e il suo profilo è cresciuto ulteriormente grazie alle sue attività in Ucraina, in particolare nella seconda metà del 2022.

 

Critico schietto di molti funzionari statali in Russia, Prigozhin ha aveva guidato il misterioso ammutinamento militare fallito nel giugno di quest’anno, che era partito da Rostov sul Don per poi dirigersi verso Mosca, fermandosi tuttavia per strada e rinunciando così ad entrare nella capitale.

 

È stato riportato che il 26 giugno, giorni dopo la rivolta wagnerita, Putin avrebbe visto Prigozhin al Cremlino in un incontro durato tre ore. Secondo recenti voci raccolte dalla stampa occidentale, la cui attendibilità quindi è non chiara, il presidente russo avrebbe alzato la voce per tutto il tempo.

 

 

Nel frattempo sono emerse quelle che sarebbero le ultime foto del Prigozhin prima di rientrare a Mosca, e di a San Pietroburgo con il volo fatale.

 

Si tratta di selfie scattati con il boss Wagner da congolesi, che paiono felicissimi di farsi ritrarre con Evgenij Viktorovich, la cui popolarità in Africa è forse sottovalutata dall’Occidente.

 

 

Prigozhin poco prima di morire aveva pubblicato un video che lo ritraeva, mitragliatore nella selva africana, mentre diceva che stava operando a 50 gradi «kak my lubym» («come piace a noi») per rendere l’Africa più libera e la Russia più grande.

 

 

 

Considerando il personaggio, che era già rispuntato vivo e vegeto dopo un incidente aereo in Congo e che era legato intimamente al vertice del potere russo, non è proibito mantenere qualche dubbio sull’accaduto.

 

E non si tratta solo di Renovatio 21 a nutrire un qualche scetticismo: perfino Bruxelles è cauta. Secondo alcuni siti russi, la stessa Commissione Europea non ha ancora deciso se togliere le sanzioni contro Prigozhin in attesa di avere «informazioni affidabili» sull’accaduto.

 

La testata Daily Storm ha affermato di aver ricevuto una dichiarazione dal servizio stampa del ramo esecutivo dell’UE in cui si afferma di non aver ancora visto una «conferma attendibile» della morte di Prigozhin. «Le decisioni del Consiglio [europeo] vengono prese all’unanimità, mentre le discussioni tra gli Stati membri sono confidenziali», si legge nel commento, citato in russo.

 

Il Prigozhino e le sue aziende sono state colpite da diverse ondate di sanzioni occidentali. Gli Stati Uniti hanno preso di mira l’imprenditore seriale russo per la prima volta nel 2016 per presunta ingerenza elettorale.

 

L’UE ha fatto lo stesso nel 2020, citando il suo ruolo di capo della compagnia militare privata Wagner, che all’epoca era accusata di fornire armi alla Libia, in violazione di un embargo delle Nazioni Unite.

 

Anche i suoi familiari erano finiti nel mirino dopo lo scoppio del conflitto russo-ucraino lo scorso anno. A marzo, la sua anziana madre, Violetta Prigozhina, aveva ottenuto una sentenza della seconda corte più alta dell’UE per annullare le sanzioni personali contro di lei, dopo che la corte aveva affermato che le restrizioni erano «basate esclusivamente sulla loro relazione familiare».

 

 

 

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