Geopolitica
Il ministro turco: gli USA sono ostaggi di Israele
Israele ha avuto così tanto successo nel fare pressione sull’establishment politico statunitense che Washington sostanzialmente esegue gli ordini dello Stato Ebraico, ha affermato il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan.
In un’intervista con l’emittente TRT di sabato, il Fidan ha parlato del recente attacco aereo israeliano a Beirut, in Libano, che ha ucciso il leader politico di Hezbollah Hassan Nasrallah, sostenendo che gli eventi recenti hanno dimostrato che i peggiori timori della Turchia sul conflitto in Medio Oriente che si estende oltre l’enclave palestinese di Gaza si sono avverati.
«In altre parole, abbiamo detto che se Israele non verrà fermato, porterà questa guerra in altri luoghi… Sembra che ci sia un serio desiderio in Israele, tra Netanyahu e il suo team, di espandere la guerra alla regione, e stanno cercando di farla progredire», ha detto.
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Il Fidano ha poi accusato gli Stati Uniti di chiudere un occhio sulle azioni dello Stato degli ebrei, sostenendo che «il sionismo ha messo radici nella politica americana».
«Il fatto che l’intero potere dello stato americano sia stato trasformato in una struttura al servizio di Israele… non è più un problema inquietante qui, ma è diventato un fatto accettato della vita. Questo, naturalmente, mette gli americani sani di mente incredibilmente a disagio», ha detto Fidan.
Secondo il ministro degli esteri, alcuni politici statunitensi non possono opporsi pubblicamente a questa politica estera se desiderano continuare a far parte del sistema. «Sono così disperati», ha aggiunto.
Fidan ha continuato dicendo che Nasrallah era «una figura importante nella regione» e «il vuoto lasciato dalla sua assenza sarà difficile da colmare».
La Turchia è stata apertamente critica nei confronti della risposta di Israele all’attacco a sorpresa di Hamas allo Stato Ebraico lo scorso ottobre, che ha provocato una distruzione senza precedenti a Gaza, con il presidente Recep Tayyip Erdogan che è arrivato al punto di effettuare più volte reductio ad Hitlerum nei confronti del Netanyahu (definito «il macellaio di Gaza») e di Israele.
L’Erdogan, che sta parlando pubblicamente di «alleanza islamica» contro Israele (con cui ha sospeso ogni scambio economico e lanciando quindi una vera guerra commerciale), ha anche condannato l’attacco dello Stato Ebraico a Beirut, definendolo un «massacro» che «nessuna persona di coscienza può accettare». Nelle scorse settimane membri del governo israeliano hanno minacciato il presidente turco dicendo che avrebbe fatto la fine di Saddam Hussein.
Gli Stati Uniti rimangono un alleato chiave di Israele nella regione, fornendogli armi. Dopo l’assassinio di Nasrallah, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha affermato che gli Stati Uniti «sostengono pienamente il diritto di Israele a difendersi da Hezbollah» e «da altri gruppi terroristici sostenuti dall’Iran».
Il senile presidente statunitense ha aggiunto che la «morte di Nasrallah in un attacco aereo israeliano è una misura di giustizia per le sue numerose vittime, tra cui migliaia di americani, israeliani e civili libanesi».
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Come riportato da Renovatio 21, due mesi fa il ministro Fidan aveva annunciato l’intenzione di Ankara di unirsi al caso di genocidio contro Israele presso la Corte Internazionale di Giustizia (CIG) dell’Aia. Fidan aveva sottolineato che il Medio Oriente non può più tollerare le «provocazioni» di Israele, compresi i suoi attacchi al Libano e all’Iran, e ha accusato lo Stato Ebraico di perseguire la violenza e l’«espansionismo» mentre il premier Netanyahu mira «a incendiare l’intera regione».
Come riportato da Renovatio 21, la scorsa settimana il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha avvertito che la Turchia potrebbe alla fine «entrare» in Israele a causa del conflitto persistente nella Striscia di Gaza tra lo Stato degli ebrei e il gruppo militante palestinese Hamas.
Erdogan considera gli USA complici dei crimini israeliani, e soldati americani sono stati attaccati da giovani nazionalisti negli scorsi giorni per le strade di Smirne.
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Immagine di NATO North Atlantic Treaty via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC-ND 2.0
Geopolitica
Netanyahu minaccia l’UNIFIL, cioè i soldati italiani
PM Netanyahu: “I appeal to the UN Secretary General; Your refusal to evacuate UNIFIL soldiers has turned them into hostages of Hezbollah.”
Full remarks >>https://t.co/YOUp2Yvw20 pic.twitter.com/tfSGX83bwr — Prime Minister of Israel (@IsraeliPM) October 13, 2024
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Geopolitica
Medvedev risponde alle minacce del generale polacco di bombardare San Pietroburgo
La Polonia dovrebbe fare attenzione a non risvegliare la bestia, ha affermato l’ex presidente russo e attuale vice capo del Consiglio di sicurezza, Demetrio Medvedev, in risposta all’appello di un generale di alto rango in pensione a lanciare un attacco a lungo raggio su San Pietroburgo.
All’inizio di questa settimana, Rajmund Andrzejczak, che ha guidato l’esercito polacco dal 2018 al 2023, aveva affermato che la seconda città russa sarebbe stata immediatamente bombardata dalla Polonia e dai suoi alleati se Mosca avesse attaccato la NATO. L’ex capo delle forze armate ha anche avvertito che una vittoria russa in Ucraina potrebbe avere gravi implicazioni per la sicurezza del blocco militare guidato dagli Stati Uniti.
Rispondendo alla minaccia, Medvedev ha ricordato le numerose spartizioni della Polonia, sottolineando che un tempo la Polonia faceva parte dell’Impero russo.
«Ti manca?» ha chiesto il funzionario di alto livello, rispondendo alle osservazioni di Andrzejczak sul suo canale Telegram domenica.
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Varsavia è emersa come uno dei più accesi sostenitori degli aiuti all’Ucraina da quando la Russia ha lanciato la sua operazione militare nell’ex repubblica sovietica. La Polonia è stata divisa tra Russia, Prussia e Austria per più di un secolo. La maggior parte del Paese faceva parte dell’Impero russo tra il 1814 e il 1915.
Al contempo, la regione occidentale dell’Ucraina è stata a lungo parte della Polonia.
La Polonia, stretta tra un rapporto sempre più teso con l’Ucraina e con la percezione di minaccia proveniente dalla Bielorussia, dove stazionano truppe della Wagner, ricorda bene che al termine di tutto il conflitto, potrebbe esserci l’annessione di terre ucraine occidentali che sono state in passato anche polacche. Il presidente russo Vladimir Putin ha parlato di queste mire polacche in recenti discorsi pubblici, facendo abbondanza di riferimenti storici.
L’idea di un’annessione di porzioni dell’Ucraina occidentale, che sono state storicamente polacche (Leopoli, Ternopoli, Rivne) aleggia sin dall’inizio nel conflitto nelle chiacchiere sui progetti di Varsavia.
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Immagine di Government.ru via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International
Geopolitica
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