Guerra cibernetica
Hackers cinesi colpiscono 70 Paesi
Hackers cinesi hanno compromesso organizzazioni in oltre 70 Paesi. Lo riporta un advisory congiunto delle agenzie federali USA, pubblicato dalla Cybersecurity and Infrastructure Security Agency (CISA).
«A partire dal 2021, attori legati al gruppo Ghost, situati in Cina, hanno attaccato vittime i cui servizi connessi a internet utilizzavano versioni obsolete di software e firmware», si legge nel rapporto firmato anche da FBI e Multi-State Information Sharing and Analysis Center. Una strategia semplice, quasi banale, che però ha permesso di colpire scuole, università, ospedali e persino reti governative. «Questi attacchi, condotti per profitto finanziario, hanno sfruttato vulnerabilità note, ma spesso ignorate», precisa il documento.
Il gruppo Ghost non sembra fare distinzioni: «le vittime si trovano in oltre 70 nazioni, inclusa la stessa Cina», sottolinea il rapporto, lasciando intravedere un’operazione tanto vasta quanto indifferente ai confini.
Qui sorge il dubbio: se il movente è il denaro, come mai tra i bersagli ci sono infrastrutture critiche e reti statali? Le autorità USA non lo dicono apertamente, ma il sospetto di una regia statale cinese aleggia tra le righe, soprattutto considerando precedenti avvertimenti su gruppi come Volt Typhoon, già accusati di preparare attacchi distruttivi contro l’Occidente.
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«Le organizzazioni devono aggiornare costantemente software e firmware», insiste la CISA, quasi a voler scaricare la colpa
Le attività dell’hacking internazionale da parte di gruppi cinesi hanno negli ultimi anni raggiunto le cronache varie volte. A maggio 2021 si è saputo che la Cina ha spiato per anni i progetti di un jet militare USA, grazie a operazioni informatiche mirate.
Come riportato da Renovatio 21, a ottobre 2023 si è scoperto che hackers cinesi hanno rubato dati da un’azienda biotech americana, colpendo il settore della ricerca.
A febbraio 2022, allo scoppio del conflitto ucraino, Microsoft ha rilevato un malware «wiper» diretto a Kiev, con sospetti di coinvolgimento cinese.
Come riportato da Renovatio 21, a gennaio 2023 un attacco cibernetico cinese ha colpito università sudcoreane. Due anni fa vi fu inoltre un attacco cibernetico a Guam, isola del Pacifico che ospita una grande base USA. Analisti dissero che poteva essere un test per il vero obbiettivo, cioè lo scontro con Taiwan.
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Guerra cibernetica
Paesi NATO valutano la guerra cibernetica contro Mosca
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Guerra cibernetica
Internet down in tutto il mondo a causa del crash del sistema di Cloudfare
Martedì, piattaforme di rilievo come X e ChatGPT hanno subito un’interruzione temporanea a causa di un guasto al servizio del fornitore di infrastrutture internet Cloudflare. Anche downdetector.com, tool diffuso per monitorare i disservizi online, è stato colpito dal malfunzionamento.
Poco prima di mezzogiorno UTC, l’azienda ha comunicato sulla sua pagina di stato di aver rilevato un «degrado interno del servizio» e di essere al lavoro per chiarirne le cause.
«L’interruzione di Cloudflare ha avuto ripercussioni sui servizi in tutto il mondo. Durante questo periodo, Downdetector ha ricevuto oltre 2,1 milioni di segnalazioni su tutti i servizi interessati», ha scritto il sito web di monitoraggio Downdetector su X.
I server di Cloudflare operano come «reverse proxy», deviando il flusso di traffico web attraverso la propria infrastruttura per schermare i clienti da rischi cibernetici. Tutelano quasi un quinto di tutti i siti globali.
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I principali portali che ne fanno uso hanno registrato disagi sporadici.
Come riportato da Renovatio 21, il mese scorso, un guasto esteso a Amazon Web Services (AWS) aveva provocato blackout diffusi sui servizi digitali. Un singolo intoppo può ripercuotersi su milioni di fruitori.
Il co-fondatore ed ex CEO di Binance, Changpeng «CZ» Zhao, ha commentato su X l’interruzione di Cloudflare: «la blockchain ha continuato a funzionare».
Non è ancora chiaro cosa possa essere successo. Alcuni ipotizzano che potrebbe essere stato un attacco alla schermatura offerta da Cloudfare di modo da fare disaccoppiare un particolare sito o sistema dal servizio, così da poter attaccare quest’ultimo, ma si tratta, come sempre nell’ambito cibernetico, di pure speculazioni.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
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