Immigrazione
Gruppo islamista tedesco chiede un califfato in Medio Oriente

La crisi in Medio Oriente dovrebbe essere risolta istituendo un califfato nella regione, ha affermato il leader di un’organizzazione islamista radicale tedesca durante una manifestazione.
Circa 2.000 sostenitori del controverso gruppo Muslim Interaktiv sono scesi in piazza nella città di Amburgo, nella Germania settentrionale, sabato, hanno riferito i media locali. Gli organizzatori hanno affermato in un post su X che si sono presentate più di 5.000 persone.
I dimostranti hanno scandito il classicissimo «Allahu Akbar» («Dio è grande») e hanno portato striscioni che denunciavano quello che hanno descritto come il «genocidio» israeliano a Gaza e in Libano e sollecitavano la creazione di un califfato – cioè uno Stato Islamico, esattamente come fatto dall’ISIS – in tutto il Medio Oriente.
Il leader del gruppo Joe Adade Boateng, noto anche come Raheem Boateng, ha detto sul palco che il governo israeliano «annuncia pubblicamente i suoi piani di distruzione, attacca ospedali e scuole, nasconde migliaia di dispositivi esplosivi nelle attrezzature e li lascia esplodere indipendentemente dalle perdite. Il mondo intero vede cosa sta succedendo a Gaza e ora in Libano».
Über 5000 Teilnehmer!
In der Einheit liegt unsere Stärke!#KalifatImNahenOsten
— Muslim Interaktiv (@MInteraktiv) October 12, 2024
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Il capo islamico riferiva a un’ondata di esplosioni di cercapersone, walkie-talkie e altri dispositivi in Libano a metà settembre, che i media occidentali hanno affermato essere il risultato di un’operazione di intelligence israeliana che ha preso di mira il gruppo armato Hezbollah. L’attacco ha preceduto il lancio di una campagna aerea e di un’operazione di terra in Libano da parte delle Forze di difesa israeliane (IDF), in cui sono già state uccise almeno 1.645 persone, secondo le autorità locali.
STOPPT DEN GENOZID!#KalifatImNahenOsten#GenozidMadeInIsrael pic.twitter.com/DvMQCQe2Aq
— Muslim Interaktiv (@MInteraktiv) October 12, 2024
La manifestazione ad Amburgo si è svolta sotto una massiccia presenza della polizia, con un cannone ad acqua pronto all’uso. Tuttavia, non sono stati segnalati incidenti. Il tabloid Bild ha affermato che la manifestazione era stata programmata per durare tre ore, ma la folla si è dispersa dopo soli 40 minuti.
Muslim Interaktiv ha fatto notizia dopo un raduno ad aprile durante il quale i suoi sostenitori hanno etichettato la Germania come «una dittatura di valori» e hanno insistito sul fatto che un califfato fosse la «soluzione» per il Paese ospitante.
Le forze dell’ordine tedesche ritengono che il gruppo sia affiliato a Hizb ut-Tahrir (HuT), un’organizzazione islamista radicale internazionale che è ancora vietata in Germania dal 2003 per aver promosso la violenza e l’uccisione di ebrei.
Quando la testata Bild ha chiesto perché a un gruppo come Muslim Interaktiv fosse stato concesso il permesso di protestare ad Amburgo, un portavoce della polizia ha detto che «la libertà di riunione… è una pietra angolare della nostra democrazia». Tuttavia, il portavoce ha sottolineato che ai partecipanti era stato vietato fare certe cose, tra cui glorificare gli attacchi a Israele, bruciare bandiere israeliane e invocare un califfato in Germania.
Come riportato da Renovatio 21, una manifestazione con inni all’instaurazione di un califfato tedesco era stata celebrata ad Amburgo lo scorso aprile, durante una protesta ufficialmente organizzata contro l’«islamofobia». I partecipanti recavano seco cartelli e manifesti con la scritta: «Germania = dittatura dei valori», «La Palestina ha vinto la guerra dell’informazione» e soprattutto «Kalifat ist der Loesung», cioè «il Califfato è la soluzione». I manifestanti hanno cantato «Allahu Akbar» durante tutto l’evento.
Islamisten-Demo mitten in Hamburg. „Muslim Interaktiv“, vom Verfassungsschutz beobachtet, hat zur Demo aufgerufen – auf der offen ein Kalifat gefordert wird. Solche Fanatiker haben in Deutschland nichts verloren! #Islamismus pic.twitter.com/R9jdqIPl4u
— Paul Bressel (@bressel_paul) April 27, 2024
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La Germania si produce, relativamente all’immigrazione islamica, in situazioni sempre più grottesche. Il Gay Pride tedesco 2022 è stato attaccato da quelli che i giornali chiamarono pudicamente «uomini di origine meridionale». L’attacco terroristico nella piccola cittadini di Wuerzburg, che suscitò nel sindaco la preoccupazione che si sarebbero discriminati gli immigrati. Si ricorda anche la vicenda del politico verde di origine cingalese Manoj Subramamian, che si inventò molestie e attacchi nazisti contro di lui, mentre nella città di Hanau abbiamo visto invece parcheggi riservati solo a immigrati e LGBT.
La Repubblica Federale, che ha accettato un titanico afflusso di immigrati con la crisi del 2015 grazie alle decisioni di Angela Merkel, è tuttavia già stata traumatizzata dalla questione dell’immigrazione, non solo che il terrorismo che ha colpito il mercatino di Berlino nel Natale 2016 (l’attentatore era entrato con i barconi, dall’Italia) ma anche con il dramma degli stupri di massa al capodanno 2015 davanti al Duomo Colonia: è la tahurrush gamea, la «molestia collettiva» che abbiamo visto consumarsi anche in Italia al capodanno 2021 davanti al Duomo di Milano.
Il Paese è annualmente teatro anche degli indimenticabili capodanni di Berlino, con devastazioni perpetrate da immigrati nella più totale sfida alle forze dell’ordine.
Come riportato da Renovatio 21, la città di Duesseldorf ha celebrato un anno fa il suo primo cartello stradale islamico.
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Immagine screenshot da Twitter
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Il teorico della Grande Sostituzione bandito dalla Gran Bretagna. Dove però i mullah jihadisti stanno tranquilli

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Immigrazione
Gli USA potrebbero sequestrare i beni dei migranti illegali. Perché non lo facciamo in Italia?

Il governo degli Stati Uniti sta valutando la possibilità di confiscare i beni degli immigrati clandestini che non pagano le multe per aver oltrepassato la scadenza dell’ordine di espulsione. Lo riporta l’agenzia Reuters, citando documenti dalla stessa esaminati.
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha avviato una stretta contro l’immigrazione illegale da quando è entrato in carica a gennaio.
Il Dipartimento della Sicurezza Interna ha annunciato la scorsa settimana che i migranti che rimangono nel Paese dopo aver ricevuto un ordine definitivo di espulsione saranno soggetti a una multa di 998 dollari al giorno.
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Se non pagano, i loro beni potrebbero essere sequestrati, ha scritto la Reuters martedì. L’agenzia ha anche citato un alto funzionario non identificato che ha affermato che il governo ha in programma di applicare le sanzioni retroattivamente per un massimo di cinque anni, portando potenzialmente a multe di oltre 1 milione di dollari.
Non ci sono leggi federali che proibiscono agli immigrati clandestini di acquistare proprietà negli Stati Uniti. Possono acquistare case o auto in contanti, ed esistono opzioni di finanziamento. Tuttavia, alcuni stati, come Texas e Florida, richiedono la prova della presenza legale per la registrazione del veicolo o per ottenere una patente di guida.
Secondo le e-mail esaminate da Reuters, la Casa Bianca ha sollecitato l’US Customs and Border Protection a gestire le sanzioni, i sequestri di proprietà e la vendita dei beni dei migranti che non pagano.
Il piano è rivolto alle circa 1,4 milioni di persone a cui un giudice dell’immigrazione ha intimato di lasciare il Paese, ha osservato l’agenzia.
Le multe si basano su una legge del 1996 che è stata applicata per la prima volta durante il primo mandato di Trump nel 2018. Reuters ha citato i verbali del tribunale che mostrano che almeno quattro migranti hanno ricevuto multe di circa 60.000 all’epoca dollari.
L’ex presidente Joe Biden ha smesso di emettere multe e ha revocato le norme quando è entrato in carica nel 2021.
Durante la sua campagna elettorale dell’anno scorso, Trump ha criticato Biden per il suo approccio nei confronti degli stranieri residenti illegalmente nel Paese, attribuendo a questo la responsabilità dell’escalation dei flussi migratori al confine tra Stati Uniti e Messico.
Si tratta dell’ennesima iniziativa concreta dell’amministrazione Trump da quando ha dichiarato un’emergenza nazionale, consentendo, tra le altre cose, lo spiegamento delle forze armate per proteggere il confine e ottenendo la quasi cessazione del flusso migratorio nel Paese.
Non è possibile capacitarsi, a questo punto, di come Trump non divenga un esempio per le destre europee, in ispecie quella italiana, che è al governo con un partito sedicente nazionalista e sovranista, sotto la cui supervisione, tuttavia, il numero di immigrati è aumentato invece che diminuire.
Invece che vedere i beni degli immigrati – ottenuti per assistenzialismo o per crimine: perché non è chiaro quanti dei milioni di clandestini nel nostro Paese possano e vogliano lavorare – confiscati per il bene comune, il cittadino italiano è costretto a testimoniare la cornucopia di proprietà esibite dagli immigrati illegali.
Al contribuente italiano l’immigrato schiaffa in faccia il telefonino di ultima generazione, il vestito di moda, le cuffiette tecnologiche, il monopattino elettrico, e, in casi di odore evidentemente criminale, l’auto di lusso, l’orologio costosissimo, come da immaginario della musica trap et similia.
Tutto ciò è pagato dal contribuente, o tollerato dalle forze dell’ordine incapaci di reprimere il crimine immigrato, già organizzato in bande ci violenza ferale come la mafia nigeriana.
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Il mistero è come la cittadinanza si sia assuefatta ad una simile ingiustizia, che è patente e volare.
Il comportamento del primo ministro Meloni, che sembra preferire l’Europa della Von der Leyen – la gabbia della nazione italiana, pensavano sino a non troppi anni fa le destre – allo slancio mondiale di Trump, lo lasciamo giudicare ai lettori.
Nel frattempo, godetevi gli africani «richiedenti asilo» che, oltre che al vitto e alloggio nel condominio che ha distrutto il valore immobiliare della vostra casa, ostentano oscenamente tutte le cose che gli avete comprato con le vostre tasse – e con la vostra tolleranza.
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Immigrazione
La minaccia crescente del terrorismo immigrato in Francia

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