Epidemie
Francesco «virologo» asseconda «i piani criminali dell’élite globalista»: mons. Viganò sull’Angelus di Bergoglio dedicato al vaiolo delle scimmie
L’arcivescovo Carlo Maria Viganò ha commentato le parole di Bergoglio all’Angelus di domenica scorsa, dove si è dedicato al tema del vaiolo delle scimmie che sembra essere spinto come nuova emergenza sanitaria globale.
«Desidero manifestare la mia solidarietà alle migliaia di persone colpite dal vaiolo delle scimmie, che costituisce ormai un’emergenza sanitaria globale» ha dichiarato Bergoglio in Piazza San Pietro domenica 25 agosto.
«Bergoglio smette provvisoriamente i panni dell’esperto climatologo nei quali ha rilanciato ossessivamente la narrazione dell’agenda green, per indossare il camice del virologo e dare il suo sostegno alla propaganda psicopandemica sul vaiolo delle scimmie, che altro non è se non uno degli effetti avversi indotti dal siero sperimentale che aveva tanto insistentemente raccomandato all’epoca della farsa del COVID» scrive su X monsignor Viganò.
«Non solo: egli non ritratta nulla del suo appoggio criminale e sconsiderato a quella vaccinazione di massa che oggi sappiamo ufficialmente essere inefficace, gravemente dannoso e mortale; e tace sul fatto che i sieri mRNA siano prodotti con linee cellulari di feti abortiti» continua il prelato.
“Desidero manifestare la mia solidarietà alle migliaia di persone colpite dal vaiolo delle scimmie, che costituisce ormai un’emergenza sanitaria globale.” (Angelus del 25 Agosto)
Bergoglio smette provvisoriamente i panni dell’esperto climatologo nei quali ha rilanciato… pic.twitter.com/auAOviZ7dH
— Arcivescovo Carlo Maria Viganò (@CarloMVigano) August 26, 2024
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«Il suo zelo nell’assecondare i piani criminali dell’élite globalista è ormai talmente palese da sortire l’effetto opposto: i fedeli hanno capito che la vera epidemia che affligge la Chiesa è l’ideologia modernista, conciliare e sinodale».
«Bergoglio è climatologo e virologo come è Papa» chiosa infine monsignore.
Come riportato da Renovatio 21, in questi anni l’arcivescovo già nunzio apostolico negli Stati Uniti non ha risparmiato i suoi strali contro l’appoggio diabolico fornito da Bergoglio alla cricca vaccinal-mondialista, definendo il gesuita argentino come «sponsor» e «piazzista» delle case farmaceutiche.
A inizio anno Viganò intervenne per condannare la nomina alla Pontificia Accademia per la Vita per Katalin Kariko, inventrice dei vaccini mRNA, prodotti a partire da linee cellulare di feto abortito.
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Immagine di Paris Orlando via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International; immagine tagliata
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La Russia sviluppa un vaccino contro il Marburg
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Epidemie
La California segnala il terzo possibile caso di influenza aviaria umana
Secondo il Dipartimento della Salute Pubblica della California (CDPH), le autorità della California stanno indagando su un potenziale terzo caso di influenza aviaria tra gli esseri umani: è probabile che l’individuo sia stato infettato dalle mucche. Lo riporta Epoch Times.
Il CDPH ha confermato i primi due casi umani di influenza aviaria in California il 3 ottobre, mentre il terzo possibile caso è stato rivelato in un aggiornamento del 5 ottobre. «Il caso è stato identificato in un individuo della Central Valley che era entrato in contatto con bovini da latte infetti», ha affermato il CDPH nell’aggiornamento. «I campioni vengono inviati al CDC per essere sottoposti a test di conferma». Il CDC è l’ente federale per il controllo epidemico degli Stati Uniti.
Non c’è «nessun collegamento o contatto noto» tra il terzo caso e i primi due casi segnalati, scrive il comunicato. Ciò suggerisce «solo la diffusione del virus da animale a uomo in California».
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I due casi confermati si sono verificati sempre nella zona californiana della Central Valley; tutti e tre gli individui sono entrati in contatto con bovini da latte in tre fattorie diverse.
«Come i primi due casi, anche questo individuo ha manifestato sintomi lievi, tra cui arrossamento degli occhi o secrezione (congiuntivite). Nessuno degli individui è stato ricoverato in ospedale», ha affermato il dipartimento.
Il CDPH ha valutato che il rischio che l’influenza aviaria contagi la popolazione sarebbe basso. Le persone che interagiscono con animali infetti, come i lavoratori di allevamenti di pollame o di latticini, hanno un rischio maggiore di contrarre l’influenza aviaria, ha affermato. L’agenzia ha quindi consigliato a tali persone di utilizzare dispositivi di protezione individuale, quali respiratori, guanti e occhiali protettivi, quando lavorano con animali infetti o potenzialmente infetti dal virus.
Sebbene le normative statali e federali non consentano la distribuzione al pubblico di latte proveniente da mucche malate, il latte e i prodotti caseari pastorizzati sono sicuri da consumare, poiché il processo inattiva il virus, ha affermato il CDPH. Secondo il CDC, quest’anno negli Stati Uniti è stata rilevata per la prima volta l’influenza aviaria nei bovini.
Il virus è molto diffuso tra gli uccelli selvatici e dal 2022 è responsabile di focolai tra il pollame nel Paese. In totale, quest’anno sono stati segnalati 17 casi umani negli USA, fino al 3 ottobre, in cinque stati: Texas, Michigan, Colorado, Missouri e California. Sei di questi casi sono stati collegati all’esposizione a mucche da latte infette o malate, mentre nove sono stati dovuti all’esposizione a pollame infetto. Il Colorado ha registrato il numero più alto di casi, 10.
Il primo focolaio multistato di influenza aviaria nelle mucche da latte è stato segnalato a fine marzo. Pochi giorni dopo, il CDC ha confermato un’infezione da influenza aviaria in un individuo del Texas che era stato esposto a questi animali.
Come riportato da Renovatio 21, quattro mesi fa era stata segnalata la morte di un uomo in Messico come causato dall’influenza aviaria H5N2. L’Organizzazione Mondiale per la Salute Animale (WOAH) aveva segnalato lo scorso dicembre un’epidemia di H5N1 altamente contagiosa in un allevamento di pollame nella parte nordoccidentale del Belgio.
Entro il 1° ottobre, sono stati identificati più di 10.000 uccelli selvatici con influenza aviaria. Sono stati colpiti più di 100 milioni di uccelli da cortile in 48 stati. Al 4 ottobre, sono stati segnalati focolai nelle mucche da latte in 14 stati, con 255 mandrie colpite.
Il CDPH consiglia alle persone esposte ad animali infetti di monitorare se stessi per i seguenti sintomi per 10 giorni dopo l’ultima esposizione: arrossamento degli occhi (congiuntivite), tosse, mal di gola, naso che cola o chiuso, diarrea, vomito, dolori muscolari o corporei, mal di testa, stanchezza, difficoltà respiratorie e febbre.
«Se iniziano a sentirsi male, dovrebbero isolarsi immediatamente, avvisare il dipartimento di sanità pubblica locale e collaborare con la sanità pubblica e gli operatori sanitari per ottenere test e cure tempestivi», ha affermato il CDPH.
Venerdì scorso, il Center for Biomedical Advanced Research and Development Authority dell’Amministrazione per la preparazione e la risposta strategica ha annunciato che avrebbe stanziato circa 72 milioni di dollari a tre aziende per incrementare la produzione di vaccini contro l’influenza aviaria nell’ambito della preparazione nazionale.
I fondi vengono forniti a CSL Seqirus, Sanofi e GSK. Queste aziende farmaceutiche «riempiranno e finiranno dosi aggiuntive dei loro vaccini antinfluenzali A(H5) da grandi quantità di stoccaggio in fiale pronte all’uso o siringhe preriempite in modo che i vaccini siano pronti per essere distribuiti se necessario».
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La Food and Drug Administration (FDA, l’ente americano di regolazione del farmaco), la quale cinque mesi fa aveva dichiarato che questa epidemia potrebbe essere «10 volte peggiore» del COVID, ha programmato per il 10 ottobre una riunione del suo comitato consultivo sui vaccini e sui prodotti biologici correlati per discutere della preparazione per contrastare le minacce poste dal virus dell’influenza aviaria.
Come riportato da Renovatio 21, vaccini contro l’influenza aviaria sarebbero stati somministrati ad essere umani di già in Finlandia. A giugno la HERA (Health Emergency Preparedness and Response), il braccio operativo per le epidemie della Commissione Europea, aveva siglato un accordo con l’azienda farmaceutica britannica Seqirus per la fornitura di 665.000 dosi di vaccino per uso umano contro l’influenza aviaria.
Vaccini mRNA per l’aviaria sarebbero in fase di sviluppo, con esperimenti fatti con l’enzima Luciferasi.
Alcuni sostengono che, come nel caso del virus di Wuhano, anche l’aviaria potrebbe aver avuto origine in laboratorio. Cinque mesi fa era emerso che gli USA stanno finanziando la creazioni di ceppi del patogeno ancora più letali e contagiosi.
Si tratta quindi di un altro virus fuggito dal vetrino del Gain of Function?
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
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