Big Pharma
Vaccino, Bergoglio sponsor delle case farmaceutiche. Parla Mons. Viganò
Renovatio 21 pubblica questo testo dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò apparso in precedenza su Lifesitenews
Alcuni giorni fa, su Canale 5, è stata trasmessa un’intervista a Jorge Mario Bergoglio nelle inconsuete vesti di sponsor delle case farmaceutiche.
L’avevamo visto nei panni del politico, del sindacalista, del promotore dell’immigrazione selvaggia, del sostenitore dell’accoglienza dei clandestini, del filantropo: in tutte queste metamorfosi è sempre emersa, accanto alla capacità di astrarsi totalmente dal proprio ruolo istituzionale, l’indole poliedrica dell’Argentino, che ora scopriamo promoter delle case farmaceutiche, convinto sostenitore dei vaccini e zelante supporter di quanti da un anno usano il COVID come un mezzo di controllo delle masse, per imporre il Great Reset voluto dal World Economic Forum.
Jorge Mario Bergoglio nelle inconsuete vesti di sponsor delle case farmaceutiche
Che il vaccino non dia alcuna garanzia di efficacia, ma anzi possa indurre gravi effetti collaterali; che in alcuni casi esso sia prodotto a partire da cellule fetali abortive, e perciò sia assolutamente inconciliabile con la Morale cattolica; che le cure con il plasma iperimmune o con protocolli alternativi siano boicottate nonostante le prove della loro validità, poco importa al nuovo «esperto», il quale dal nulla delle proprie competenze mediche giunge a raccomandare ai fedeli la vaccinazione, mentre impone ai cittadini del Vaticano, con sovrana autorità, di sottoporsi al discutibile trattamento in nome di un non meglio precisato «dovere etico».
La tetra Aula Paolo VI è stata emblematicamente scelta quale tempio in cui celebrare questo nuovo rito sanitario, officiato dai ministri della religione del COVIDper assicurare non certo la salvezza delle anime, quanto l’illusoria promessa di una salute del corpo.
L’indole poliedrica dell’Argentino, che ora scopriamo promoter delle case farmaceutiche, convinto sostenitore dei vaccini e zelante supporter di quanti da un anno usano il COVID come un mezzo di controllo delle masse, per imporre il Great Reset voluto dal World Economic Forum
Sconcerta che, dopo aver demolito senza scrupolo alcuno non poche verità cattoliche in nome del dialogo con eretici e idolatri, l’unico dogma al quale Bergoglio non sia disposto a rinunziare sia proprio quello dell’obbligo vaccinale – si badi bene: dogma da lui unilateralmente definito senza alcuna procedura sinodale! – dogma dinanzi al quale ci si potrebbe aspettare un minimo di prudenza se non dettata da coerenza morale, quantomeno da scrupolo utilitaristico.
Poiché prima o poi, quando si vedranno gli effetti del vaccino sulla popolazione; quando si inizieranno a contare i morti e quanti rimarranno menomati a vita da un farmaco ancora in via di sperimentazione, qualcuno potrà chiederne conto a coloro che di quel vaccino sono stati convintissimi fautori.
A quel punto verrà naturale redigere una lista in cui, agli autoproclamati «esperti», ai virologi e immunologi in conflitto di interessi, agli zanzarologi al soldo di Big Pharma, ai veterinari con velleità scientifiche, ai giornalisti e opinionisti finanziati dal governo, e agli attori e cantanti in disgrazia, si aggiunga anche Bergoglio come testimonial d’eccezione e Prelati al suo seguito, i quali, in virtù dell’autorità loro riconosciuta, hanno convinto gli ignari sudditi a prestarsi all’inoculazione del cosiddetto vaccino.
E se oggi la mancanza di competenze specifiche non sembra essere argomento sufficiente a indurli quantomeno ad un saggio silenzio, a quel punto il «Non sapevo», «Non potevo immaginare», «Non era il mio campo di conoscenza» verranno giudicati come aggravante, com’è giusto che sia. Stultum est dicere putabam.
La tetra Aula Paolo VI è stata emblematicamente scelta quale tempio in cui celebrare questo nuovo rito sanitario, officiato dai ministri della religione del COVIDper assicurare non certo la salvezza delle anime, quanto l’illusoria promessa di una salute del corpo
Certo, nella chiesa bergogliana si può legittimare di fatto il concubinato con Amoris laetitia, al punto che Avvenire parla oggi di «omogenitorialità» con la disinvoltura di un opuscolo di propaganda gender; si può celebrare in San Pietro un rito idolatrico alla Madre Terra per ammiccare all’ambientalismo malthusiano; si può modificare la materia del Sacramento dell’Ordine conferendo i ministeri alle donne; si può dichiarare la pena di morte immorale, ma tacere disinvoltamente sull’aborto; si può amministrare la Comunione ai peccatori pubblici ma negarla a chi desidera riceverla sulla lingua per non commettere sacrilegio; si può – come avviene ora in Irlanda – vietare agli allievi delle scuole cattoliche l’accesso in aula se non sono vaccinati.
Eppure queste palesi adulterazioni della dottrina cattolica – in perfetta continuità ideologica con la rivoluzione conciliare – si accompagnano alla granitica ed incrollabile professione di fede in una «scienza» che sconfina nell’esoterismo e nella superstizione. D’altra parte, quando si smette di credere in Dio si può credere a qualsiasi cosa.
Così, se per Bergoglio l’appartenenza all’unica Chiesa di Cristo tramite il Battesimo è in definitiva superflua per la salvezza eterna di un’anima, il rito iniziatico del vaccino è proclamato ex cathedra indispensabile per la salute fisica dell’individuo, e in quanto tale presentato come indifferibile e necessario.
Poiché prima o poi, quando si vedranno gli effetti del vaccino sulla popolazione; quando si inizieranno a contare i morti e quanti rimarranno menomati a vita da un farmaco ancora in via di sperimentazione, qualcuno potrà chiederne conto a coloro che di quel vaccino sono stati convintissimi fautori
Se è possibile accantonare la Verità rivelata in nome dell’ecumenismo e del dialogo interreligioso, non è altresì lecito mettere in discussione i dogmi del COVID, la rivelazione mediatica della pandemia, il sacramento salvifico del vaccino.
E se con Fratelli tutti si può teorizzare la fratellanza universale prescindendo dalla fede nell’unico Dio vivo e vero, nessun contatto è possibile con i cosiddetti «negazionisti», nuova categoria di peccatori vitandi, per i quali l’inquisizione sanitaria e la scomunica mediatica devono punire l’eretico ed essere di monito per il gregge.
«Se qualcuno viene a voi e non porta questo insegnamento, non ricevetelo in casa e non salutatelo», ammonisce San Giovanni (2 Gv, 10). Bergoglio deve aver frainteso, per cui saluta e abbraccia abortisti e criminali, ma non si contamina con i No-vax.
Queste palesi adulterazioni della dottrina cattolica – in perfetta continuità ideologica con la rivoluzione conciliare – si accompagnano alla granitica ed incrollabile professione di fede in una «scienza» che sconfina nell’esoterismo e nella superstizione
Non sfuggirà che questo dogmatismo scientista – che farebbe inorridire i più acerrimi sostenitori del primato della scienza sulla religione – viene propagandato proprio da chi scienziato non è, dall’influencer a Bergoglio, dall’atleta a Biden, dall’esperto al politico: tutti smaniosi di porgere il braccio dinanzi alle telecamere; salvo poi scoprire dai video che in molti casi l’ago della siringa è coperto dal cappuccio, o che il liquido inoculato è trasparente, mentre il siero vaccinale dovrebbe essere opaco.
Queste sono ovviamente obiezioni che i sommi sacerdoti del COVID respingono con sdegno: il mysterium è parte della ritualizzazione dell’azione sacra, così come il sacramentum realizza ciò che simboleggia; inoculare il vaccino con l’ago retrattile o senza premere lo stantuffo della siringa serve a drammatizzare il messaggio da trasmettere alle masse dei credenti.
Se è possibile accantonare la Verità rivelata in nome dell’ecumenismo e del dialogo interreligioso, non è altresì lecito mettere in discussione i dogmi del COVID, la rivelazione mediatica della pandemia, il sacramento salvifico del vaccino
E le vittime del rito, coloro che per il bene di tutti si offrono docili al miraggio di un’immunità che nemmeno Pzifer, Moderna o Astra Zeneca osano garantire, rappresentano il sacrificium, anch’esso parte della nuova religione sanitaria.
A ben vedere, gli innocenti abortiti al terzo mese per produrre alcuni vaccini sembrano davvero costituire una sorta di sacrificio umano con cui propiziare le potenze infernali, in una terrificante parodia che solo gli empi possono fingere di non vedere.
Nel grottesco delirio cerimoniale non manca nemmeno la Nota della Sacra Congregazione per il Culto Divino, che con sprezzo del ridicolo promulga in zoppicante latino addirittura le istruzioni su come imporre le Sacre Ceneri: «Deinde sacerdos abstergit manus ac personam ad protegendas nares et os induit». La purificazione delle mani con il detergente e l’uso della mascherina sono scientificamente inutili ma simbolicamente necessari alla trasmissione della fede espressa dal rito.
Il primato della scienza sulla religione viene propagandato proprio da chi scienziato non è, dall’influencer a Bergoglio, dall’atleta a Biden, dall’esperto al politico: tutti smaniosi di porgere il braccio dinanzi alle telecamere; salvo poi scoprire dai video che in molti casi l’ago della siringa è coperto dal cappuccio, o che il liquido inoculato è trasparente, mentre il siero vaccinale dovrebbe essere opaco
E proprio in questo si comprende quanto sia vero e valido l’antico adagio di Prospero d’Aquitania «Lex orandi, lex credendi», secondo il quale il modo in cui si prega rispecchia ciò che si crede.
Qualcuno obbietterà, nel pietoso tentativo di evitare il totale collasso del Papato ad opera di Bergoglio, che le opinioni da lui espresse sono e rimangono appunto opinabili, e che quindi non vi è alcun obbligo per il Cattolico di sottomettersi ad un vaccino che la sua coscienza e la Morale naturale gli mostrano come immorale.
Ma è proprio su Canale 5 che si esplicita il nuovo «magistero papale», così come sull’aereo è stato definito il dogma LGBT del «Chi sono io per giudicare», e in una nota a piè pagina di Amoris Laetitia è negata l’indissolubilità del Matrimonio in nome della pastorale.
I politici lanciano tweet sui social, i sedicenti esperti pontificano nei salotti televisivi, i prelati predicano nelle interviste: non stupiamoci se un giorno Bergoglio comparirà in uno spot pubblicitario come testimonial dei monopattini elettrici.
I Cattolici, illuminati dal sensus fidei che istintivamente suggerisce loro ciò che stride con la Fede e la Morale, hanno già capito che il ruolo di piazzista di forniture sanitarie è solo una delle tante parti recitate dal poliedrico Bergoglio.
Bergoglio deve aver frainteso, per cui saluta e abbraccia abortisti e criminali, ma non si contamina con i No-vax. Non stupiamoci se un giorno Bergoglio comparirà in uno spot pubblicitario come testimonial dei monopattini elettrici. il ruolo di piazzista di forniture sanitarie è solo una delle tante parti recitate dal poliedrico Bergoglio
L’unico ruolo che costui si ostina a non voler ricoprire – per palese incapacità, per connaturale insofferenza o anzi per deliberata scelta sin dal principio – è quella di Vicario di Cristo.
Il che, se non altro, rivela quali siano i referenti dell’Argentino, quale l’ideologia che lo ispira, quali gli scopi che egli si prefigge e i mezzi che intende adottare per conseguirli.
+ Carlo Maria Viganò, Arcivescovo
14 gennaio 2021
S. Hilarii Episcopi Confessoris Ecclesiæ Doctoris
Big Pharma
Affermazioni fuorvianti sul vaccino Pfizer «hanno portato discredito» a Big Pharma: parla un autorità di autoregolamentazione britannica
Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
La Prescription Medicines Code of Practice Authority, un organismo indipendente e di autoregolamentazione istituito dall’Associazione dell’industria farmaceutica britannica, ha stabilito che l’azienda ha violato cinque regole del suo Codice di condotta per la pubblicità.
Un’agenzia di regolamentazione del Regno Unito ha scoperto che i migliori dipendenti Pfizer «hanno portato discredito» all’industria farmaceutica quando hanno fatto affermazioni fuorvianti che promuovevano un «medicinale senza licenza» nei tweet sul vaccino COVID-19, ha riferito domenica The Telegraph.
La Prescription Medicines Code of Practice Authority (PMCPA), un organismo indipendente e di autoregolamentazione istituito dall’Associazione dell’industria farmaceutica britannica, ha stabilito che l’azienda avrebbe violato cinque regole del suo Codice di condotta per la pubblicità.
L’organismo di vigilanza dell’industria farmaceutica britannica UsForThem ha presentato un reclamo al PMCPA nel febbraio 2023. Il reclamo riguardava i tweet del 2020 dei massimi dirigenti Pfizer, tra cui il direttore medico britannico Berkeley Phillips. I tweet erano ancora visibili sui social al momento della presentazione della denuncia.
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L’organizzazione ha affermato che Pfizer «ha promosso in modo fuorviante e illegale il suo vaccino contro il COVID-19» riportando tassi di efficacia relativa molto elevati senza fornire informazioni sui tassi di efficacia assoluta o informazioni richieste sulla sicurezza.
UsForThem ha affermato che era importante presentare questa denuncia due anni dopo perché «tale comportamento scorretto era ancora più diffuso» di quanto si pensasse in precedenza, estendendosi «fino ai vertici» delle attività di Pfizer nel Regno Unito e «apparentemente continuando fino ad oggi».
Commentando l’importanza dei risultati, Daniel O’Conner di Trial Site News, che ha anche trattato la storia, ha dichiarato a The Defender: «il comportamento di Pfizer durante la pandemia è stato davvero scandaloso. E ovviamente l’obiettivo: grandi soldi».
O’Connor ha affermato che il «comportamento aziendale di Pfizer durante la pandemia», come rivelato da questa e altre sentenze del PMCPA, è «altrettanto insidioso» quanto i problemi con i percorsi normativi per i farmaci e i principali difetti negli stessi studi clinici che Trial Site News ha monitorato.
Pfizer ha una chiara esperienza di agire come «impresa di profitto inaccettabile durante la peggiore pandemia del secolo», ha aggiunto. «La domanda che abbiamo è chi ha dato loro potere nel governo».
Grave censura per aver portato «discredito su» Big Pharma
La denuncia si concentrava su un tweet che Phillips di Pfizer ha condiviso su Twitter, ora X, originariamente realizzato da un dipendente Pfizer con sede negli Stati Uniti.
Il tweet affermava:
«Il nostro vaccino candidato è efficace al 95% nella prevenzione del COVID-19 e al 94% nelle persone di età superiore ai 65 anni. Archivieremo tutti i nostri dati presso le autorità sanitarie entro pochi giorni. Grazie a tutti i volontari della nostra sperimentazione e a tutti coloro che combattono instancabilmente questa pandemia».
Il comitato investigativo della PMCPA ha scoperto che quattro dipendenti di Pfizer UK avevano ritwittato il post e altri lo avevano messo «mi piace». Hanno detto che probabilmente il pubblico e gli operatori sanitari avrebbero visto il tweet.
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La giuria ha concordato con le accuse di UsForThem secondo cui il messaggio conteneva informazioni limitate sull’efficacia e nessuna informazione sulla sicurezza, in violazione delle regole sull’inganno del pubblico e sulla fornitura di dati accurati sulla sicurezza.
Il panel ha inoltre sottolineato che i codici di condotta esistenti vietano la promozione dei medicinali prima della loro autorizzazione all’immissione in commercio. Tuttavia, in diretta violazione dei codici, i tweet dei dipendenti Pfizer hanno portato alla «diffusione proattiva di un farmaco senza licenza su Twitter agli operatori sanitari e al pubblico nel Regno Unito», ha rilevato la commissione.
I tweet violavano anche la politica stessa di Pfizer che vieta ai dipendenti Pfizer di interagire con i social media relativi ai medicinali e ai vaccini dell’azienda.
Il comitato PMCPA ha concluso che «Pfizer ha portato discredito e ridotto la fiducia nell’industria farmaceutica», il che, secondo lui, è una seria censura che riserva a gravi violazioni come quella in cui un’azienda ha promosso un farmaco prima ancora che fosse stato autorizzato.
I casi che si ritiene abbiano portato discredito all’industria vengono pubblicizzati sulla stampa medica, farmaceutica e infermieristica.
Un portavoce di Pfizer UK ha affermato che la società «riconosce e accetta pienamente le questioni evidenziate da questa sentenza PMCPA» e che è «profondamente dispiaciuta», secondo The Telegraph.
Pfizer ha inoltre affermato che esaminerà l’uso dei social media da parte dei propri dipendenti per garantire che rispettino i codici attuali e per prevenire tali problemi in futuro.
Il giornale ha anche riferito che Phillips, il cui re-tweet era principalmente in questione, ha affermato che il post era «accidentale e non intenzionale». «Detto questo, abbiamo immediatamente accettato la sentenza del caso e facciamo tutto il possibile per garantire che i nostri dipendenti aderiscano alla nostra rigorosa politica sui social media e al Codice di condotta del settore quando utilizzano i loro social media personali» ha aggiunto.
Altri cinque rimproveri legati alla promozione del vaccino anti-COVID
Pfizer è stata rimproverata sei volte dall’autorità di regolamentazione per la sua promozione non etica del vaccino COVID-19.
Il 4 marzo, pochi giorni dopo che la PMCPA aveva annunciato la sua sentenza sui tweet del 2020 che promuovevano il vaccino, l’agenzia ha anche annunciato una seconda sentenza , rilevando che Pfizer aveva violato un’altra clausola del codice di condotta in un tweet del 2022 di Pfizer UK che «non è riuscita a mantenere standard professionali».
Tale sentenza, emessa anche in risposta a una denuncia presentata da UsForThem, riguardava una serie di tre tweet pubblicati sul feed Twitter di Pfizer UK che includevano un collegamento a un articolo di Pulse Today.
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Quel tweet diceva:
«Mentre il Regno Unito entra nel suo primo «inverno sbloccato» dal 2019, il nostro [dichiarato dipendente medico senior di Pfizer] spiega l’impatto devastante che le malattie respiratorie possono avere durante i mesi più freddi. Leggi di più @PulseToday #WinterPressures».
Il tweet rimandava a un articolo promozionale — ripubblicato qui — commissionato da Pfizer su un sito web per operatori sanitari, ma non era chiaramente contrassegnato come contenuto promozionale pagato da Pfizer.
Il PMCPA in questo caso ha affermato di essere preoccupato che i tweet fossero disponibili al grande pubblico mentre il materiale nell’articolo di PulseToday era destinato agli operatori sanitari. Ciò ha violato gli elevati standard creati dai codici di condotta, hanno affermato le autorità di regolamentazione.
Nel febbraio 2023, l’agenzia ha scoperto che il CEO di Pfizer Albert Bourla, Ph.D., ha rilasciato commenti «fuorvianti» e «non qualificati» promuovendo l’uso dei vaccini mRNA contro il COVID-19 per i bambini piccoli durante un’intervista alla BBC.
In quel caso, UsForThem ha accusato il redattore medico della BBC, Fergus Walsh, di aver condotto l’intervista «come un’amichevole chiacchierata davanti al caminetto», dando a Bourla «un’opportunità promozionale gratuita che il denaro non può comprare» permettendogli di promuovere la diffusione del vaccino, in particolare tra i giovani. bambini per i quali il vaccino non era stato nemmeno autorizzato.
All’epoca, nessun vaccino contro il Covid-19 era stato approvato dall’Agenzia di regolamentazione dei medicinali e dei prodotti sanitari del Regno Unito per i bambini sotto i 12 anni, quindi la commissione ha ritenuto che i commenti di Bourla violassero il codice.
Due delle altre sentenze del PMCPA su Pfizer riguardavano i post di LinkedIn e una riguardava affermazioni fatte in un comunicato stampa.
La sanzione per la serie di violazioni, ha riferito The Telegraph, è una multa di 34.800 sterline.
Ben Kingsley, responsabile degli affari legali di UsForThem, ha dichiarato al Telegraph che «è sorprendente quante volte i dirigenti senior di Pfizer siano stati ritenuti colpevoli di gravi violazioni normative, in questo caso incluso il reato più grave di tutti ai sensi del Codice di condotta del Regno Unito».
«Tuttavia le conseguenze per Pfizer e le persone interessate continuano ad essere ridicole. Questo sistema di regolamentazione senza speranza per un’industria della vita e della morte multimiliardaria è diventato una farsa, che ha un disperato bisogno di riforme», ha affermato Kingsley.
«È assolutamente necessaria una radicale revisione del quadro normativo e legale in base al quale questo settore distrutto e corrotto può operare», ha twittato UsForThem.
I critici negli Stati Uniti hanno chiesto che i regolatori nazionali ritengano Pfizer responsabile in questo caso. In un tweet, Jay Bhattacharya, MD, Ph.D. di Stanford., ha invitato la Food and Drug Administration statunitense a farlo.
James Lyons-Weiler, Ph.D., ha scritto che la Federal Trade Commission e la Security and Exchange Commission intraprendono azioni simili.
Brenda Baletti
Ph.D.
©8 aprile 2024, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.
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Immagine di U.S. Secretary of Defense via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic; immagine modificata.
Alimentazione
Pfizer sospende la nuova pillola dimagrante dopo che i pazienti hanno riscontrato gravi effetti collaterali
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Big Pharma
Sciroppo uccide i bambini usbechi. Dietro, un fiume di corruzione
Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Al processo per lo scandalo del Dok-1 Maks sta emergendo che i produttori indiani corrompevano regolarmente gli operatori sanitari in tutto il Paese, per raccomandare il preparato ai pazienti. Nel frattempo il presidente Mirziyoyev ha sostituito il ministro della Salute ma senza indicare quali nuove misure verranno adottate.
Il tribunale di Taškent ha ripreso le sessioni del processo sullo scandalo dello sciroppo Dok-1 Maks, la cui assunzione ha portato 18 bambini all’invalidità permanente, mentre in tutto le persone che hanno subito gravi conseguenze sono ormai una settantina. Sono stati aggiunti altri nomi alla lista delle persone accusate, che sono attualmente 23.
L’accusa evidenzia come dopo l’assunzione del farmaco 16 bambini abbiano ricevuti traumi molto seri, e tre siano morti direttamente dopo l’assunzione dello sciroppo.
Lo scorso agosto è divenuto evidente che il numero delle persone colpite dall’assunzione del farmaco della compagnia indiana Marion Biotech sia di molto superiore a quanto si supponesse. Se all’inizio del 2023 si parlava di una ventina di bambini coinvolti, oggi quelli accertati sono almeno 65, come ha riferito in tribunale l’ex-primario del centro plurifunzionale della regione di Samarcanda, il dottor Mamaktul Azizov.
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Il presidente del tribunale, Musa Jusipov, ha inserito nell’elenco degli accusati 17 persone, e nei prossimi giorni verranno esaminate tutte le rispettive posizioni. Secondo la Corte suprema dell’Uzbekistan, come pubblicato agli atti dello scorso 1° dicembre, una parte della documentazione è stata inviata agli organi inquirenti «per rivedere le conclusioni accusatorie e approfondire le azioni processuali integrative, relative al coinvolgimento di altre persone nello stato di accusa».
Finora gli accusati sono 21 persone, compreso l’ex-direttore dell’Agenzia per lo sviluppo farmaceutico e direttore della compagnia Quramax Medikal, un cittadino indiano, insieme a diversi altri a lui collegati, in tutto 16 uomini e 5 donne contro i quali sono state presentate le accuse da parte del Servizio per la sicurezza nazionale dell’SGB.
Alla compagnia sono state ritirate le licenze per il commercio di prodotti farmaceutici. La procura ha dichiarato che i distributori del Dok-1 Maks avevano pagato tangenti ai funzionari locali, nella misura di 33 mila dollari, per rinunciare alle verifiche obbligatorie del preparato da immettere sul mercato, che è stato così registrato come accessibile sul mercato interno dell’Uzbekistan.
Inoltre è stato chiarito che gli imprenditori indiani che hanno prodotto il mortale sciroppo corrompevano regolarmente gli operatori sanitari in tutto il Paese, per raccomandare il preparato ai pazienti.
Un rappresentante del comitato fiscale che ha testimoniato al processo ha spiegato che i produttori hanno pagato in tutto 5 miliardi e 57 milioni di som (circa mezzo milione di dollari) ai medici che raccomandavano lo sciroppo, e che aiutavano al suo acquisto. Le infermiere hanno ricevuto 122 milioni di som (circa 10 mila dollari), mentre i farmacisti hanno percepito 2 miliardi e 345 milioni di som (quasi 200 mila dollari). Oltre un milione di dollari è stato poi distribuito a vari altri collaboratori per la diffusione del farmaco.
L’anno scorso, secondo le informazioni diffuse da Radio Ozodlik, le autorità dello Stato indiano settentrionale dell’Uttar-Pradesh avevano autorizzato la Marion Biotech a rinnovare la produzione, ma dopo le morti di massa dei bambini in Uzbekistan lo sciroppo per la tosse è stato bloccato.
Nel frattempo, il presidente dell’Uzbekistan Šavkat Mirziyoyev ha sostituito il ministro della Salute, nominando come sostituto provvisorio Asilbek Khudajarov: in una riunione «in spirito critico» alla presenza del primo ministro Abdulla Aripov, è stato licenziato il ministro Amrillo Inojatov, senza ulteriori chiarimenti sui futuri programmi del ministero.
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