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Il papa nomina l’inventrice del vaccino mRNA alla Pontificia Accademia per la Vita. Mons. Viganò: scandalo, i sieri utilizzano feti abortivi

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Il 10 febbraio papa Francesco ha nominato membro ordinario della Pontificia Accademia per la Vita la professoressa Katalin Kariko, docente presso l’Università di Szeged in Ungheria. Lo riporta Agensir.

La Kariko, come noto, è considerata l’inventrice del siero COVID mRNA. Per il suo lavoro con il farmaco genico sperimentale imposto a miliardi di persone la Kariko ha vinto l’anno passato il premio Nobel.

 

Su Twitter sono scattati subito i complimenti dell’istituzione vaticana, compresi quelli del capo della Pontificia Accademia per la Vita monsignor Paglia, il quale va ricordato per la sua passione vaccinale, prima con i sieri pediatrici (legge Lorenzin, 1997), poi per l’accorata richiesta della quinta dose.

 

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La Kariko a sua volta ha ringraziato commossa: «Sono profondamente onorata che papa Francesco mi abbia nominato membro della Pontificia Accademia per la Vita. L’anno scorso ho tenuto una conferenza in Vaticano sulle biotecnologie emergenti. È stato emozionante incontrare papa Francesco in udienza privata con la mia famiglia, ha benedetto i miei nipoti».

 

 

La nomina ha suscitato lo scandalo di monsignor Carlo Maria Viganò:

 

 

«È assolutamente scandalosa la nomina di Katalin Karikó alla Pontificia Accademia per la Vita, considerando il suo coinvolgimento nello sviluppo della terapia genica mRNA, che come ormai sappiamo prevede l’utilizzo di feti abortivi per la produzione dei sieri sperimentali».

 

«Non sfuggirà la coerenza con la nomina di un’altra atea abortista proveniente dal WEF, Mariana Mazzuccato, sempre ad opera di Bergoglio».

 

«L’azione devastatrice di questo Gesuita va oltre la dottrina e costituisce un vergognoso asservimento della Chiesa alle politiche criminali dell’élite globalista e conferma il ruolo eversivo dell’Argentino».

 

«Sconcerta che alcuni sedicenti conservatori si limitino a dichiarare che gli atti di Bergoglio non impegnano l’infallibilità pontificia, e che questo sia per loro sufficiente».

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Come riportato da Renovatio 21, il Vaticano è stato lo Stato dove il vertice ha istituito il più draconiano obbligo vaccinale, al punto che chi ha rifiutato ha dovuto lasciare la città-Stato. Il papato ha imposto il vaccino ai giornalisti dell’aereo dei viaggi apostolici e in generale a chiunque volesse accompagnare il papa. Sono diventati noti negli anni gli incontri segreti tra il papa e l’amministratore delegato Pfizer Albert Bourla.

 

Il tema dell’uso di feti abortiti per la produzione dei farmaci, già dismesso nell’era Lorenzin da Bergoglio e Paglia, sembra ora neanche lontanamente considerato da parte cattolica.

 

Si tratta, per inciso, del tema su cui Renovatio 21 aveva, ancora più di un lustro fa, investito per creare i presupposti di un’obiezione di coscienza ai vaccini, che poco più tardi, allo scoppio della catastrofe pandemica, avrebbe potuto salvare milioni di persone dal macello della siringa mRNA.

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Immagine di OrionNimrod via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International

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Primi voti e vestizione dei Frati della FSSPX, Flavigny 2024: immagini

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Domenica 29 settembre 2024, presso il seminario Saint-Curé d’Ars di Flavigny, cinque giovani hanno ricevuto l’abito religioso (o talare) dei Frati della Fraternità San Pio X e sei giovani frati novizi hanno preso i loro primi impegni religiosi – i voti di povertà, castità e obbedienza, per vivere più perfettamente nell’autentico spirito del Vangelo.   Questi 6 novizi, tutti francesi, assumono questo impegno in completa libertà, dopo tre anni di formazione. Verrà rinnovato più volte per chi lo desidera, prima di prendere un impegno definitivo dopo 9 anni.   Questi frati non saranno sacerdoti, ma religiosi ausiliari, assistendo i sacerdoti nella loro missione, prendendosi cura dei priorati e brillando con l’aiuto e la carità che offrono. La loro vocazione è tutta incentrata sulla Santa Messa, che cercano di far irradiare durante la loro giornata.   Cinque giovani sono entrati anche in noviziato, ingresso segnato dalla vestizione dell’abito religioso: quest’anno arrivano dal Canada (1), dalla Francia (1), dall’Italia (1) e dal Kenya (2).   Le loro famiglie e i loro amici sono venuti ad accompagnarli in questa occasione, incantati dal clima familiare e gioioso che emana dal noviziato.   I due nuovi superiori dei distretti francese e italiano, don Gonzague Peignot e don Gabriele d’Avino, ci hanno onorato della loro presenza.   Il direttore del seminario, padre Guillaume Gaud, ha celebrato la cerimonia al posto di Sua Eccellenza Monsignor Tissier de Mallerais e ci ha invitato a pregare con fervore per lui, la cui assenza è dovuta a un grave incidente.   Nell’omelia, ha evidenziato il posto centrale e nascosto che occupano i Frati della Fraternità nel risveglio della santità sacerdotale, e ha mostrato, seguendo San Tommaso d’Aquino, che lo stile di vita dei Frati nei nostri conventi non è meno religioso di quello dei contemplativi, nella misura in cui il loro lavoro e la loro dedizione sono totalmente investiti nella carità.       Articolo previamente apparso su FSSPX.news.  

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Le apparizioni della Madonna delle Ghiaie di Bonate

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Dieci anni fa, il 24 agosto 2014, in un hospice di Milano, si spegneva Adelaide Roncalli, che nel 1944, settant’anni prima, era stata chiamata ad un incontro straordinario, quando era solo una bambina di sette anni che viveva in un piccolo paese della provincia di Bergamo.

 

Era il 13 maggio del 1944 e mentre l’Italia era sconvolta dagli eventi della guerra, Adelaide si recava a raccogliere fiori di sambuco quando le si palesò davanti una signora, che così descrisse: «bella e maestosa, indossava un vestito bianco e un manto azzurro (…) Al primo momento ebbi paura e feci per scappare, ma la Signora mi chiamò con voce delicata dicendomi: “Non scappare ché sono la Madonna!”. Allora mi fermai fissa a guardarla, ma con senso di paura. La Madonna mi guardò, poi aggiunse: “Devi essere buona, ubbidiente, rispettosa col prossimo e sincera: prega bene e ritorna in questo luogo per nove sere sempre a quest’ora”».

 

A questo primo episodio ne seguiranno altre 12, la Vergine apparirà infatti alla piccola ogni sera dal 13 al 21 maggio e poi dal 28 al 31, presentandosi come «Regina della Famiglia». Nella visione la donna si mostra con una veste purpurea e un manto verde, tra le mani tiene due colombi, simbolo dell’unione dei coniugi e su un braccio la corona del Rosario. Durante le apparizioni sollecita a pregare molto e a offrire sacrifici, chiede penitenze e digiuni, promette protezione e guarigioni.

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La voce delle apparizioni si diffuse rapidamente, e a Ghiaie di Bonate e, nonostante la guerra e i mezzi allora disponibili, accorsero decine di migliaia di persone.

 

Tra queste, senza aver ricevuto alcun mandato del vescovo, c’era un sacerdote bergamasco, docente di filosofia, piuttosto ambizioso, che decise di occuparsi del caso, partendo da presupposto razionalistico che le apparizioni non potevano assolutamente essersi verificate. A partire da questa tesi precostituita, don Cortesi cercò in ogni modo di manipolare la bambina, di costringerla a ritrattare le sue rivelazioni, la strappò ai genitori e la fece rinchiudere in un collegio, la vessò in ogni modo, e per molti anni, fino ad impedire che divenisse suora, come ella desiderava. Fu il suo un vero e proprio martirio durato per anni.

 

Il 18 aprile del 1948 la Chiesa di Bergamo si pronunciò con un decreto firmato dall’allora vescovo Adriano Bernareggi con un giudizio sospensivo «non consta della soprannaturalità», un giudizio che non nega le apparizioni, ma che per anni rappresenterà il punto di non ritorno per gran parte del clero bergamasco.

 

La formula usata si limita a dire che l’autorità ecclesiastica non riconobbe sufficiente valore probativo agli argomenti portati a favore delle apparizioni. Il giudizio definitivo rimane in sospeso, in attesa di maggiore studio e valutazione dei fatti.

 

Oggi, a 80 anni dalle apparizioni e a 10 anni dalla morte di Adelaide, tali studi sono disponibili.

 

Estremamente interessanti risultano le ricerche fatte da Giuseppe e Annunziata Riva, autori del volume L’ora di Maria l’ora della Chiesa (EtaBeta editrice), una esegesi dei diari delle apparizioni scritte dalla veggente stessa, con prefazione del celebre teologo padre Serafino Tognetti, che nella prefazione al volume scrive:

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«In sostanza, la Vergine Maria ci presenta qui un quadro che va dalla creazione del mondo all’Apocalisse, una storia che spazia dal peccato originale alla seconda venuta del Cristo, avendo sempre come centro di riferimento l’Eucaristia; nel mezzo, come appello, Ella ci comunica i suoi appelli alla conversione, alla lotta contro il peccato, per vivere il tempo presente come luogo storico della nostra redenzione».

 

La Vergine Maria apparsa a Ghiaie è stata chiamata Regina della Famiglia, ma alla luce di quanto emerge dai dai diari di Adelaide, dovrebbe in realtà essere identificata come Regina della Chiesa, come Colei che si pone a difesa della Chiesa, Corpo Mistico di Cristo suo figlio, in tempi assai difficili come questi.

 

Così come accaduto per le apparizioni a Montichiari di Maria Rosa Mistica, i tempi appaiono maturi perché venga attentamente rivista e rivalutata attentamente questa vicenda.

 

Paolo Gulisano

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«Penosa kermesse della religione green e dell’ideologia woke». Mons. Viganò contro i «nuovi peccati» del Sinodo

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L’arcivescovo Carlo Maria Viganò ha commentato su X la cerimonia penitenziale di inizio Sinodo, dove si è chiesto perdono per «nuovi peccati» inventati dal sistema bergogliano.   «Non volendo chiedere perdono per i veri peccati contro Dio e contro il prossimo – che gli adepti della setta bergogliana praticano disinvoltamente – il Sinodo sulla Sinodalità se ne inventa di nuovi contro la Terra, gli immigrati, i poveri, la donna, gli emarginati. Un nuovo decalogo pauperista e politicamente corretto» scrive monsignore.   «Ecco allora che, “a nome dei fedeli” ai quali Bergoglio appioppa colpe che essi non sapevano nemmeno esistessero, scopriamo il peccato di chi ha “girato la testa dall’altra parte di fronte al sacramento del povero (sic), preferendo adornare noi stessi e l’altare di colpevoli preziosità che sottraggono il pane all’affamato”».    

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«Queste parole ricordano le obiezioni di Giuda – il “mercator pessimus” tanto apprezzato da Bergoglio – quando Maria di Magdala ruppe il prezioso vaso di aromi per ungerne i piedi a Nostro Signore: “Perché quest’olio profumato non si è venduto per trecento denari per poi darli ai poveri?” (Gv 12, 5). E noi stessi, con l’Evangelista, potremmo oggi commentare: “Questo egli disse non perché gl’importasse dei poveri, ma perché era ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro” (ibid., 6)» continua il già nunzio apostolico negli USA.   «Il “nuovo corso” sinodale inaugurato ieri con il lancio promozionale in San Pietro – una penosa kermesse all’insegna della religione green e dell’ideologia woke – brucia le tappe verso la religione globalista, mentre i conservatori si apprestano a celebrare i novendiali di Summorum Pontificum tra volute di incenso ecosostenibile» conclude l’arcivescovo.   Come riportato da Renovatio 21, nella cerimonia di apertura i prelati hanno chiesto perdono per il  
  • peccato contro la pace
 
  • peccato contro il creato
 
  • peccato contro i popoli indigeni
 
  • peccato contro i migranti
 
  • peccato di abuso
 
  • peccato contro la donna
 
  • peccato contro la famiglia, la gioventù
 
  • peccato di dottrina usato come pietre da scagliare [implicitamente per ferire]
 
  • peccato contro la povertà
 
  • peccato contro la sinodalità ovvero la mancanza di ascolto, di comunione e di partecipazione di tutti.

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Immagine dal sito di Exsurge Domine
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