Geopolitica
Disastro della diga, la Russia ritiene l’Occidente responsabile

L’Ucraina ha distrutto la diga di Kakhovka in un «crimine impensabile» inteso a danneggiare la Crimea per aver scelto la Russia nel 2014, ha detto ieri al Consiglio di sicurezza il rappresentante permanente della Russia presso le Nazioni Unite, Vassilij Nebenzia.
Il diplomatico russo ha citato i resoconti dei media statunitensi (per esempio le dichiarazioni del generale ucraino Andrey Kovalchuk al Washington Post a dicembre 2022) che documentano gli attacchi ucraini alla diga di Kakhovka nel dicembre 2022, utilizzando razzi HIMARS forniti dagli Stati Uniti – una notizia di cui anche Renovatio 21 aveva dato conto 7 mesi fa, quando non mancarono le medesime accuse alla Russia, che avrebbe distrutto anche stavolta un’infrastruttura per sé vitale, da parte di Zelens’kyj.
«Sentendo la sua totale impunità e incoraggiato dagli sponsor occidentali, il regime di Kiev ha deciso questa volta di portare a termine questo complotto terroristico», ha affermato l’ambasciatore Nebenzia, notando che gli ucraini hanno aumentato significativamente lo scarico dell’acqua dalla centrale idroelettrica di Dnepropetrovsk, portando a inondazioni ancora maggiori a valle, «il che indica che questo sabotaggio era stato pianificato in anticipo».
Tale idea è stata rilanciata in rete dal noto imprenditore internet e attivista Kimdotcom, che ha mostrato un grafico dei volumi d’acqua secondo un satellite francese, dove l’aumento repentino costituirebbe, secondo lui, una «pistola fumante».
A satellite service in France measures the water levels of lakes and water reservoirs like the Nova Khakovka Dam. The data suggests that Ukraine artificially raised the water level in the reservoir to the highest level in 8 years just before the dam was destroyed. Smoking gun? pic.twitter.com/kjuHe0iDiW
— Kim Dotcom (@KimDotcom) June 6, 2023
Secondo Nebenzia, l’«atto terroristico» aveva lo scopo di liberare le forze ucraine per la «controffensiva» che attualmente si sta impantanando a Zaporiggia, infliggendo ingenti danni umanitari alla popolazione della regione di Kherson.
L’alluvione non solo ha reso inabitabili una dozzina di città lungo il fiume Dnepr, ma ha anche ridotto il livello dell’acqua nel canale della Crimea settentrionale, che fornisce acqua alla penisola. L’Ucraina aveva chiuso il canale dopo che la Crimea aveva votato per ricongiungersi alla Russia in un referendum del 2014. È stato riaperto solo lo scorso anno, quando le truppe russe hanno preso il controllo dell’area.
Secondo Nebenzia, riportato da RT, Kiev «ha deciso ancora una volta di vendicarsi della Crimea per la sua scelta a favore della Russia e di lasciare senz’acqua la popolazione della Crimea».
Nebenzia ha definito le affermazioni di funzionari ucraini, statunitensi e dell’UE secondo cui la Russia era responsabile della distruzione della diga una «campagna di disinformazione ben coordinata», allo stesso modo delle precedenti accuse secondo cui Mosca era dietro il bombardamento della sua stessa gente alla centrale nucleare di Zaporiggia, ovvero la distruzione dei gasdotti Nord Stream sotto il Mar Baltico.
Secondo il rappresentante di Mosca presso le Nazioni Unite, Kiev ha abbracciato pienamente le tattiche terroristiche, dal bombardamento del ponte di Crimea agli omicidi mirati dei giornalisti Darja Dugina e Vladlen Tatarskij, e l’attentato a Zakhar Prilepin – fatti di estrema gravità nessuno dei governi occidentali ha detto una parola per condannare.
«Il regime di Kiev ha buoni insegnanti, responsabili della distruzione del Nord Stream e del deliberato attacco alla diga di Tabqa in Siria. L’Occidente è abituato a fare il lavoro sporco con le mani degli altri», ha detto il diplomatico russo al Consiglio di sicurezza.
«Inoltre, non escludiamo un tentativo di provocazione contro la centrale nucleare di Zaporiggia», ha detto Nebenzia, dato che le Nazioni Unite si sono costantemente rifiutate di condannare gli attacchi ucraini alla struttura, «sebbene sia ovvio a tutti da che parte provengano».
Nelle stesse ore, il Cremlino ha dichiarato che le forze ucraine hanno sabotato la diga idroelettrica di Kakhovka nella regione russa di Kherson nel tentativo di privare la Crimea dell’acqua potabile e distrarre dalla vacillante controffensiva di Kiev. Lo ha affermato ieri il portavoce della presidenza della Federazione Russa Dmitrij Peskov.
La diga è stata parzialmente distrutta martedì mattina presto, facendo riversare torrenti d’acqua a valle e allagando città e villaggi lungo il corso del fiume Dnepr.
«Stiamo parlando di un deliberato sabotaggio da parte ucraina», ha detto Peskov ai giornalisti. «Questo sabotaggio potrebbe potenzialmente portare a conseguenze molto gravi per diverse decine di migliaia di abitanti della regione, conseguenze ambientali e conseguenze di diversa natura, che devono ancora essere accertate».
Peskov ha sottolineato che uno degli obiettivi chiave dell’attacco era privare la Crimea dell’acqua. I 2 milioni di abitanti della Crimea ricevono in gran parte l’acqua dal canale della Crimea settentrionale, alimentato dal bacino sopra la diga di Kakhovka.
«Questo sabotaggio è anche collegato al fatto che, avendo lanciato operazioni offensive su larga scala due giorni fa, le forze armate ucraine non stanno raggiungendo i loro obiettivi», ha continuato Peskov. Il ministero della Difesa russo ha affermato di aver respinto diversi attacchi su larga scala nel settore meridionale del fronte negli ultimi giorni. Queste «azioni offensive stanno soffocando», ha affermato Peskov.
Funzionari ucraini e i loro sostenitori europei hanno accusato la Russia di aver fatto saltare in aria la diga, con il presidente del Consiglio europeo Charles Michel che ha definito l’attacco «un crimine di guerra». Mosca «respinge con forza» l’accusa, ha detto il portavoce del Cremlino.
Mentre le inondazioni ora rendono difficile per le forze ucraine attraversare il Dnepr e attaccare le linee difensive della Russia, la distruzione della diga sembra anche aiutare una serie di obiettivi chiave dell’Ucraina. L’inondazione minaccia principalmente la sponda orientale del fiume, dove le truppe russe si sono ritirate l’anno scorso a causa del timore che l’esercito ucraino facesse saltare la diga.
Con la diga distrutta, il livello del Dnepr è sceso più a monte, anche presso la centrale nucleare di Zaporiggia. Lo scorso anno le truppe ucraine hanno fatto diversi tentativi di attraversare il fiume per riconquistare l’impianto controllato dalle forze russe e l’abbassamento del livello dell’acqua eliminerebbe un grosso ostacolo ai futuri tentativi.
Inoltre, l’impianto dell’era sovietica dipende dall’acqua del Dnepr per raffreddare i suoi reattori e le sue barre di combustibile esaurito.
Va notato come nell’autunno scorso proprio l’inviato russo alle Nazioni Unite, Vassily Nebenzia, aveva avvertito il Consiglio di sicurezza dell’ONU che le forze di Kiev stavano valutando un attacco «sconsiderato» alla diga con mine marine o missili.
«Le autorità di Kiev ei loro sostenitori occidentali si assumeranno la piena responsabilità di tutte le conseguenze di uno scenario così devastante», aveva ammonito Nebenzia.
Geopolitica
«Li prenderemo la prossima volta» Israele non esclude un altro attacco al Qatar

Israele è determinato a uccidere i leader di Hamas ovunque risiedano e continuerà i suoi sforzi finché non saranno tutti morti, ha dichiarato martedì a Fox News l’ambasciatore israeliano negli Stati Uniti Yechiel Leiter.
In precedenza, attacchi aerei israeliani hanno colpito un edificio residenziale a Doha, in Qatar, prendendo di mira alti esponenti dell’ala politica di Hamas. Il gruppo ha affermato che i suoi funzionari sono sopravvissuti, mentre l’attacco è stato criticato dalla Casa Bianca e condannato dal Qatar.
«Se non li abbiamo presi questa volta, li prenderemo la prossima volta», ha detto il Leiter.
L’ambasciatore ha descritto Hamas come «nemico della civiltà occidentale» e ha sostenuto che le azioni di Israele stavano rimodellando il Medio Oriente in modi che gli Stati «moderati» comprendevano e apprezzavano. «In questo momento, potremmo essere oggetto di qualche critica. Se ne faranno una ragione», ha detto riferendosi ai Paesi arabi.
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Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha affermato che, sebbene smantellare Hamas sia un obiettivo legittimo, colpire un alleato degli Stati Uniti mina gli interessi sia americani che israeliani.
Leiter ha osservato che Israele «non ha mai avuto un amico migliore alla Casa Bianca» e che Washington e lo Stato Ebraico sono rimaste unite nel perseguire la distruzione del gruppo militante.
Il Qatar, che ospita funzionari di Hamas nell’ambito del suo ruolo di mediatore, ha dichiarato che tra le sei persone uccise nell’attacco israeliano c’era anche un agente di sicurezza del Qatar.
L’emiro del Qatar, lo sceicco Tamim bin Hamad al-Thani, ha denunciato l’attacco come un «crimine atroce» e un «atto di aggressione», mentre il ministero degli Esteri di Doha ha accusato Israele di «terrorismo di Stato».
Israele ha promesso di dare la caccia ai leader di Hamas, ritenuti responsabili del mortale attacco dell’ottobre 2023, lanciato da Gaza verso il sud di Israele. L’ambasciatore ha giurato che i responsabili «non sopravviveranno», ovunque si trovino.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Geopolitica
Attacco israeliano in Qatar. La condanna di Trump

#Qatar / #Palestine / #Israel 🇶🇦🇵🇸🇮🇱: Israeli Air Forces carried out air strikes to assassinate Senior officials of #HAMAS in the city of #Doha.
Reportedly HAMAS negotiation team was targeted with Air-To-Surface Missiles while discussing the ceasefire in the capital of Qatar. pic.twitter.com/WdWuqY6rXq — War Noir (@war_noir) September 9, 2025
🚨🇮🇱🇶🇦🇵🇸 BREAKING: ISRAEL just AIRSTRIKED Hamas’s negotiation team in DOHA, QATAR pic.twitter.com/cTdA5fT4gP
— Jackson Hinkle 🇺🇸 (@jacksonhinklle) September 9, 2025
BREAKING:
Israeli fighter jets struck Qatar’s capital, Doha. An Israeli airstrike in Doha killed Hamas leader in Gaza, Khalil al-Hayya, and three senior members of the group’s leadership, Al Arabiya reports, citing sources. Al Hadath states those in the targeted building… pic.twitter.com/03rwdUbvZ5 — Visegrád 24 (@visegrad24) September 9, 2025
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NEW: Qatar reserves the right to retaliate for the Israeli attack against Doha, Qatari PM says
“We’ve reached a decisive moment; There should be retaliation from the whole region” pic.twitter.com/dKHnqEHNqN — Ragıp Soylu (@ragipsoylu) September 9, 2025
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Nel suo post Trump ha affermato che il bombardamento israeliano all’interno di «una nazione sovrana e stretto alleato degli Stati Uniti» non ha «favorito gli obiettivi di Israele o dell’America». «Considero il Qatar un forte alleato e amico degli Stati Uniti e mi dispiace molto per il luogo dell’attacco», ha scritto, sottolineando che l’attacco è stato «una decisione presa dal primo ministro Netanyahu, non una decisione presa da me». Trump ha affermato che, non appena informato dell’operazione, ha incaricato l’inviato speciale statunitense Steve Witkoff di avvertire i funzionari del Qatar, ma ha osservato che l’allerta è arrivata «troppo tardi per fermare l’attacco». Il presidente ha affermato che eliminare Hamas era un «obiettivo degno», ma ha espresso la speranza che «questo sfortunato incidente possa servire come un’opportunità per la PACE». Da allora Trump ha parlato con Netanyahu, che gli ha detto di voler fare la pace, e con i leader del Qatar, che ha ringraziato per il loro sostegno e ha assicurato che «una cosa del genere non accadrà più sul loro territorio». La Casa Bianca ha definito l’attacco un incidente «sfortunato». Trump ha dichiarato di aver incaricato il Segretario di Stato Marco Rubio di finalizzare un accordo di cooperazione per la difesa con il Qatar, designato come «importante alleato non NATO».( @realDonaldTrump – Truth Social Post ) ( Donald J. Trump – Sep 09, 2025, 4:20 PM ET )
This morning, the Trump Administration was notified by the United States Military that Israel was attacking Hamas which, very unfortunately, was located in a section of Doha, the Capital of… pic.twitter.com/axQSlL46gW — Fan Donald J. Trump 🇺🇸 TRUTH POSTS (@TruthTrumpPosts) September 9, 2025
“The president views Qatar as a strong ally and friend of the United States and feels very badly about the location of this attack.”
White House press sec. Karoline Leavitt read a statement after Israel’s strike on Hamas leadership in Doha. https://t.co/X3EkiIHoZ7 pic.twitter.com/OdDyR4QcgF — ABC News (@ABC) September 9, 2025
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Geopolitica
Lavrov: la Russia non ha voglia di vendetta

La Russia non ha intenzione di vendicarsi dei paesi occidentali che hanno interrotto i rapporti e fatto pressioni su Mosca a causa del conflitto in Ucraina, ha affermato il ministro degli Esteri Sergej Lavrov.
Intervenendo lunedì all’Istituto statale di relazioni internazionali di Mosca, Lavrov ha sottolineato che la Russia non intende «vendicarsi o sfogare la propria rabbia» sulle aziende che hanno deciso di sostenere i governi occidentali nel loro tentativo di sostenere Kiev e imporre sanzioni economiche a Mosca, aggiungendo che l’ostilità è generalmente «una cattiva consigliera».
«Quando i nostri ex partner occidentali torneranno in sé… non li respingeremo. Ma… terremo conto che, essendo fuggiti su ordine dei loro leader politici, si sono dimostrati inaffidabili», ha affermato il ministro.
Secondo Lavrov, qualsiasi futuro accesso al mercato dipenderà anche dalla possibilità che le aziende rappresentino un rischio per i settori vitali per l’economia e la sicurezza della Russia.
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Il ministro ha sottolineato che la Russia è aperta alla cooperazione e non ha alcuna intenzione di isolarsi. «Viviamo su un piccolo pianeta. Costruire i muri di Berlino è stato in stile occidentale… Non vogliamo costruire alcun muro», ha affermato, riferendosi al simbolo della Guerra Fredda che ha diviso la capitale tedesca dal 1961 al 1989.
«Vogliamo lavorare onestamente e se i nostri partner sono pronti a fare lo stesso sulla base dell’uguaglianza e del rispetto reciproco, siamo aperti al dialogo con tutti», ha affermato, indicando il vertice in Alaska tra il presidente russo Vladimir Putin e il suo omologo statunitense, Donald Trump, come esempio di impegno costruttivo.
Il portavoce del Cremlino Demetrio Peskov ha dichiarato sabato che le aziende occidentali sarebbero state benvenute se non avessero sostenuto l’esercito ucraino e avessero rispettato gli obblighi nei confronti dello Stato e del personale russo, tra cui il pagamento degli stipendi dovuti.
Questo mese Putin ha anche respinto l’isolazionismo, sottolineando che la Russia vorrebbe evitare di chiudersi in un «guscio nazionale», poiché ciò danneggerebbe la competitività. «Non abbiamo mai respinto o espulso nessuno. Chi vuole rientrare è il benvenuto», ha aggiunto.
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