Spirito
Chiediamo preghiere per una fedele FSSPX di Tokyo
Abbiamo ricevuto dalla comunità dei fedeli del priorato di Tokyo della Fraternità San Pio X, con cui siamo in contatto tramite il corrispondente di Renovatio 21 in Giappone, una richiesta di preghiera.
«Lei si chiama Faith Kristy Velasco Clark» ci scrive il nostro corrispondente. «Nelle foto ci sono suo marito Jacob, loro figlia Veronica e Christopher, nato due giorni fa. Kristy e Jacob si sono conosciuti alla Messa della FSSPX a Tokyo. Dopo essersi sposati si sono trasferiti negli Stati Uniti. Le è stato diagnosticato un tumore maligno e inoperabile contestualmente alla nascita del bambino. Le preghiere di chiunque sono ben accette».
Non si chiedono soldi qui: si chiede di pregare per questa madre e per la sua famiglia. Abbiamo prova che gruppi di preghiera si stanno attivando ovunque, anche nel seminario della FSSPX a Ecône. Domandiamo ai nostri lettori, in Italia e nel mondo, di recitare una preghiera per questa drammatica situazione.
Chi volesse invece aiutare economicamente, è stata messa in piedi una pagina Gofundme.
Grazie a tutti. Possiamo, in momenti come questo, dimostrare una vera unità spirituale globale.
Spirito
Diaconato femminile
Roma si trova in imbarazzo per la pressione delle richieste di ordinazione delle donne al diaconato.
L’ordinazione delle donne al diaconato è un tema ricorrente nella Chiesa fin dall’istituzione dei diaconi permanenti in linea con il Concilio (1). Di fronte alle crescenti richieste di ordinazione delle donne al sacerdozio o all’episcopato, Roma ha pubblicato dei documenti2 che risolvono definitivamente la questione per questi due gradi superiori del sacramento dell’Ordine, ma senza affrontare il diaconato.
La Commissione Teologica Internazionale ha affrontato il tema del diaconato in un documento pubblicato nel 2002.
Nel frattempo, Paolo VI aveva riformato gli ordini minori, trasformandoli in «ministeri» conferiti a uomini laici (lettorato e accolito). Papa Francesco, citando le richieste avanzate durante i Sinodi dei Vescovi e il fatto che le funzioni inerenti a questi ministeri derivassero dal «sacerdozio battesimale», ha concesso, nella Lettera Apostolica Spiritus Domini (10 gennaio 2021), la possibilità di conferirli alle donne; non sorprende che i documenti preparatori del Sinodo sulla sinodalità menzionino pressanti richieste per il diaconato. Il documento finale afferma semplicemente che la questione è aperta e che «il discernimento su questa materia deve proseguire» (n. 60).
I vescovi stanno aprendo nuove strade affidando funzioni clericali alle donne (delegati episcopali che svolgono il ruolo di vicari episcopali, nella parte germanofona del Canton Friburgo in Svizzera nel 2020 e nel Brabante Vallone nel 2024), ma papa Francesco ha compiuto un ulteriore passo avanti nominando una suora prefetto del Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica. In tutti questi casi, la persona è accompagnata da un sacerdote (o da un cardinale) per controfirmare gli atti giurisdizionali.
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Come possiamo vedere, la tendenza è quella di affidare alle donne il maggior numero possibile di funzioni normalmente maschili, pur esitando di fronte alle barriere dei poteri clericali e giurisdizionali.
Nel 2016, papa Francesco ha affidato lo studio del diaconato femminile a una prima commissione, e poi a una seconda nel 2020. Quest’ultima ha presentato la sua relazione al papa, datata 7 febbraio 2025, e una sintesi è stata pubblicata dalla Sala Stampa Vaticana il 4 dicembre, insieme alla ripartizione dei voti dei membri.
La risposta è un «no», un’affermazione esitante che, data la divergenza di opinioni, non osa essere definitiva. Il tono delle conclusioni è notevole: «mantenere un approccio cauto», la necessità di «indagini su scala mondiale», di una «saggezza lungimirante» per «esplorare questi orizzonti ecclesiali», un’enfasi sulla «diakonia della verità», sulla «parresia evangelica» – in breve, una cauta circospezione.
L’unico punto di consenso è l’espansione dei ministeri assegnati alle donne e la promozione della «diakonia battesimale». In breve, si cerca di accontentare tutti perché il terreno è irto di difficoltà.
Infatti, il testo rileva che i gruppi che insistono sul diaconato femminile all’interno del Sinodo non sono rappresentativi, sono in conflitto con la tradizione (è chiaro che non vogliono limitarsi al diaconato) e le loro motivazioni non sono convincenti (un senso di diritto, di chiamata, un bisogno di riconoscimento all’interno della Chiesa, etc.).
In breve, un gruppo di attivisti che calpesta gli insegnamenti definitivi della Chiesa e vuole abbattere una dopo l’altra le barriere della Tradizione.
Tutto questo per un ministero la cui urgenza non è ancora compresa, a 60 anni dalla sua istituzione: «Va notato che in molte diocesi del mondo il ministero del diaconato non esiste e che in interi continenti questa istituzione sacramentale è quasi del tutto assente». Laddove è in vigore, le attività dei diaconi spesso coincidono con i ruoli dei ministeri laici o dei ministri della liturgia, sollevando interrogativi nel popolo di Dio sul significato specifico della loro ordinazione. In altre parole, «il diaconato sta ancora cercando la sua strada».
Questa è la storia della Chiesa dopo il Concilio: lasciarsi intimidire da una minoranza attivista e imporre a tutti i cattolici i capricci di pochi progressisti eterodossi.
Don Nicolas Cadiet
FSSPX
NOTE
1) Costituzione Lumen Gentium, n. 29; Paolo VI, Lettera Apostolica in forma di motu proprio Sacrum diaconatus ordinem (18 giugno 1967), Lettera Apostolica in forma di motu proprio Ad pascendum (18 agosto 1972).
2) Dichiarazione della Congregazione per la Dottrina della Fede Inter insigniores, 15 ottobre 1976, e Lettera apostolica Ordinatio sacerdotalis, 22 maggio 1994.
Articolo previamente apparso su FSSPX.News
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Immagine di Jebulon via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
Spirito
Mons. Schneider incontra Leone e condivide proposte per il «bene spirituale della Chiesa»
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Spirito
Papa Leone denuncia «l’antisemitismo» in una telefonata con il presidente israeliano dopo il massacro di ebrei in Australia
Papa Leone XIV ha condannato l’antisemitismo nel corso di una telefonata con il presidente israeliano Isaac Herzog, in seguito all’attentato di Sydney.
Il 15 dicembre 2025, Papa Leone ha ricevuto in Vaticano una chiamata dal presidente di Israele, Isaac Herzog, in vista delle prossime festività natalizie e della celebrazione ebraica di Hanukkah. Durante il colloquio, il Pontefice ha affrontato il tema dell’antisemitismo alla luce dell’attacco terroristico avvenuto domenica a Bondi Beach, a Sydney.
«Durante il colloquio, alla luce del recente attentato terroristico a Sydney, il Santo Padre ha ribadito la ferma condanna della Chiesa Cattolica verso ogni forma di antisemitismo, che in tutto il mondo continua a seminare paura nelle comunità ebraiche e nell’intera società», riporta il comunicato emesso dalla Sala Stampa della Santa Sede.
Secondo quanto riferito dal Vaticano, la conversazione telefonica si è svolta in un’atmosfera cordiale. Papa Leone XIV ha incoraggiato la continuazione dei processi di pace in corso in Medio Oriente e ha sottolineato la necessità di intensificare e perseverare negli sforzi umanitari, specialmente considerando la situazione nella Striscia di Gaza, dove, a seguito del conflitto, persistono gravi problemi legati alla fame, al freddo e alle condizioni meteorologiche avverse.
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La telefonata segue le dichiarazioni pubbliche già espresse dal Pontefice immediatamente dopo l’attentato di Sydney. Durante l’udienza di lunedì 15 dicembre, il Papa ha manifestato vicinanza alla comunità ebraica e dolore per le vittime e i feriti, affermando: «Basta con queste forme di violenza antisemita! Dobbiamo eliminare l’odio dai nostri cuori».
Lo stesso giorno, in un telegramma inviato all’arcivescovo di Sydney, Anthony Fisher, il Papa ha definito l’attacco un «atto di violenza insensato» e ha invitato coloro che sono tentati dalla violenza a «convertirsi e cercare la via della pace e della solidarietà».
Rapporti diretti tra Papa Leone XIV e il presidente Isaacco Herzog erano già stati instaurati nei mesi precedenti. Il 4 settembre, Herzog è stato ricevuto in udienza privata dal Papa: un incontro che, secondo le parole dello stesso presidente israeliano al termine della visita, ha costituito «un segnale molto importante» del valore delle relazioni tra la Santa Sede, lo Stato di Israele e il popolo ebraico.
Nel corso dei colloqui con il papa, il Segretario di Stato vaticano e il Segretario per i Rapporti con gli Stati, Herzog ha riferito di aver prioritariamente discusso la necessità di liberare gli ostaggi ancora trattenuti a Gaza dopo gli attacchi del 7 ottobre.
Le discussioni hanno riguardato anche gli aiuti umanitari alla popolazione civile di Gaza, gli sforzi israeliani per favorirne la distribuzione, la lotta comune contro l’antisemitismo, gli sviluppi generali in Medio Oriente e l’esigenza di un dialogo interreligioso più profondo.
Durante l’incontro, il presidente israeliano ha infine evidenziato l’importanza delle comunità cristiane in Israele e nella regione, ha ribadito l’impegno dello Stato ebraico a garantire la libertà di religione e di culto e la protezione delle comunità cristiane in Terra Santa, e ha rivolto un invito ufficiale al Pontefice a visitare Israele.
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Immagine di Catholic Church England and Wales via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 2.0 Generic (CC BY-NC-ND 2.0)
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