Arte
Cantanti e attori collassano sul palco

Sabato scorso, il popolare cantante pop haitiano Mikaben è morto dopo aver avuto un collasso durante un concerto a Parigi.
Filmati emersi in rete mostrano il Mikaben (al secolo Michael Benjamin) che crolla mentre cammina verso il retro del palco.
Secondo il Guardian l’artista 41enne «ha subito un sospetto infarto o arresto cardiaco». È stato inoltre riportato che alcuni spettatori sono svenuti quando hanno realizzato che il Mikaben era collassato.
Another major artist collapses and dies on stage in France of a heart attack.
Michael “Mikaben” Benjamin. Haitian recording artist was 41#SuddenAdultDeathSyndrome pic.twitter.com/oNEditBT8l
— Hello Dave (@David83823494) October 16, 2022
In un video girato prima di salire sul palco, Mikaben sembrava fermarsi e riprendere fiato mentre saliva una rampa di scale e sembrava affaticato.
Eccezionale il sito Dagospia, che evidentemente vive ancora in un mondo meno disincatato del nostro (diciamo così): riporta la notizia e condivide un video forse senza capire bene il commento l’utente Twitter Jennifer Arcuri che Dago mette impagina: «sono vecchia abbastanza per ricordare un tempo in cui i cantanti non cascavano morti sul palco a random».
I’m old enough to remember a time when singers didn’t randomly drop dead on stage. ???????? #Mikaben #carimi pic.twitter.com/WMo0RYatZE
— Jennifer Arcuri (@Jennifer_Arcuri) October 16, 2022
Due giorni prima era caduta al suolo in diretta una cantante e attrice colombiana, Mary Perdomo, mentre era impegnata in una performance TV.
???????????????? pic.twitter.com/8EwbZdlJWw
— NiCoLeEliSei (@NiCoLeEliSei1) October 17, 2022
In una dichiarazione rilasciata dalla società di produzione pubblicata tre giorni fa, sia Perdomo che una co-protagonista hanno rassicurato il pubblico che sta bene.
Poche ore fa è stata la volta di Arsenio Puro, prestigiatore noto in Spagna per aver partecipato ad un popolare talent show televisivo. Anche il Puro è morto lavorando, in scena. «Quando è crollato sul palco, alcuni tra il pubblico hanno continuato a ridere. Pensavano che facesse parte dello spettacolo comico. Fino a quando non hanno visto che il 46enne mago non ha reagito. Aveva avuto un infarto nel bel mezzo della sua esibizione nella sala Houdini, dove lavorava da 25 anni» scrive il quotidiano spagnuolo El Mundo.
«È caduto a terra. Era uno spettacolo così divertente che, nei primi momenti, la gente rideva pensando che fosse solo un altro scherzo» scrive El Mundo, che ci tiene a puntualizzare che «conoscenti del defunto raccontano a questo giornale che “è morto per cause naturali” e che “non ha fatto trucchi rischiosi”». Insomma ad ucciderlo non è stato un asso nella manica o un coniglio da cappello, ma la natura stessa.
Non è chiaro a Renovatio 21 se tra questo pattern di morti sul lavoro e l’aumento statistico dei decessi vi sia una correlazione. Tuttavia ricordiamo che varie categorie sono state interessate da fenomeni simili.
Avevano cominciato i calciatori. Ricordate? Già dall’inizio 2021 c’era questa strana trafila, statisticamente calcolata, di sportivi che crollavano in campo…
Athlete collapse compilation ????????????????
Updated December 16, 2021#plandemic #NoCovidPassports #nogreenpass #NoCovidID #NoMandatoryVaccine #NoGreenPassObbligatorio #YoNoMeVacuno pic.twitter.com/RXCf0NZ1DN
— Theodosius 402 (@TheodosiusTG) December 16, 2021
Ora è il turno degli artisti.
Renovatio 21 ha registrato anche casi non dissimili fra guardie reali, raccattapalle e giornalisti. Insomma, questi malori in aumento sono davvero una cosa brutta quanto misteriosa.
???????? Brazilian Reporter Collapses Live on TV
Rafael Silva, 36, From Tv AlterosaHe Was Quickly Rescued and Taken to The Hospital, Where He Is Now In ICU. On The Way, He Suffered Five Cardiac Arrests.He Took the Booster Shot on December 28th
JustDudeChannel pic.twitter.com/AwTLNghqEt
— Dusty Desert Dweller (@dusty_dweller) January 4, 2022
In ispecie quando, oltre a cantanti ed atleti, colpiscono anche gli autisti di scuolabus.
No, non viviamo più in un mondo sicuro. Forze invisibile stanno usando una violenza mai vista contro l’umanità.
Che fare? Noi mezza idea ce la stiamo facendo.
Immagine screenshot da Twitter
Arte
Partito l’ingresso ai concerti con identificazione facciale

La HYBE, un’azienda sudcoreana di intrattenimento musicale che gestisce grandi star asiatiche, ha annunciato di voler introdurre un sistema di riconoscimento facciale digitale per poter accedere agli eventi live dei propri artisti. Questo nuovo sistema chiamato Face Pass, verrà utilizzato per la prima volta in occasione dei due concerti che i TWS terranno i prossimi 14 e 16 febbraio presso l’Handball Gymnasium dell’Olympic Park di Seul.
«Il Face Pass, che sarà utilizzato in parallelo alle modalità di accesso convenzionali, è basato sulle tecnologie offerte dall’app Toss e dalla piattaforma di ticketing Interpark Triple: registrando i propri dati biometrici prima degli show, sarà possibile accedere alle aree di concerto sfruttando varchi preferenziali, evitando le code per i controlli» leggiamo in un artico comparso su MusicBiz.
«Con una registrazione facciale una tantum, i fan possono entrare nei locali in modo semplice e comodo, migliorando la loro esperienza complessiva. Puntiamo a espandere questo servizio a livello globale per creare un ambiente confortevole in cui i fan di tutto il mondo possano godersi le esibizioni senza problemi», ha spiegato Kim Tae-ho, Chief Operating Officer di HYBE.
Fortunatamente la stampa locale ha sottolineato i dubbi sul versante della privacy, in quanto la gestione di questi dati biometrici è questione molto delicata e dare i propri dati così intimi e personali in mano ad un’azienda privata suscita qualche ragionevole perplessità.
Inoltre, come accaduto qualche mese fa, i siti di queste grandi agenzie, possono essere hackerati e i dati sensibili dei loro clienti possono finire in mano a chiunque, in barba alla riservatezza, come accaduto nel giugno scorso all’importante agenzia americana TicketMaster.
Il riconoscimento facciale e i dati biometrici, non sono cosa di oggi. Le multinazionali che detengono i diritti per i grandi eventi, come abbiamo appena letto, si stanno portando avanti in questo senso, dicendo al pubblico che con questa nuova tecnologia si eviteranno le tanto noiose file ai tornelli, senza poi però spiegare bene che fine fanno i nostri dati.
La cosiddetta pandemia COVID è stata prodromica in questo, tanto che, come riportato da Renovatio 21, già nei primissimi giorni dallo scoppio di questo virus, alcuni esperti di settore hanno detto che «l’identificazione biometrica può aiutare a verificare coloro che hanno già avuto l’infezione e garantire che i soggetti vulnerabili ricevano il vaccino quando verrà lanciato».
Tant’è che abbiamo assistito, dopo la riapertura al pubblico dei concerti e degli spettacoli in genere, l’accesso alle venues era vincolato alla scansione del tanto discusso greenpass. Infatti ai concerti si poteva accedere solo se si era marchiati con un qr code è che dimostrava lo stato di vaccinazione contro il COVID-19. Il «razzismo vaccinale» conquistò il rock, che in teoria era la musica trasgressiva per antonomasia.
Vogliamo ricordarci di come alcuni degli indomiti idoli del rock – compresi quelli nostrani – nell’era pandemica schernivano chi non la pensava come loro, chi nutriva qualche ragionevole dubbio sull’efficacia delle mascherine, sul beneficio incondizionato dei lockdown e sulla magia salvifica del «santo siero» anti-COVID. Tutti, in coro monofonico, lodarono il vaccino attraverso i propri canali social e finanche urlandolo ai propri concerti con quel fare spocchioso o di chi stava facendo la cosa giusta e doveva indottrinare i dissidenti.
A tutt’oggi, oramai lontani – si spera – dall’incubo pandemico, questa tecnologia rimane e viene implementata.
Sempre sulle colonne di Renovatio 21, pochi mesi fa scrivemmo che Visa, uno dei due maggiori processori di pagamento al mondo, sembra stia passando all’autenticazione basata su dati biometrici, almeno secondo un brevetto che ha richiesto. Se il brevetto di Visa – progettato, secondo la dichiarazione del colosso, per fornire «modelli biometrici per l’autenticazione che preserva la privacy» – fosse approvato e implementato, il risultato finale sarebbe la sostituzione dei PIN con l’identificazione biometrica.
I grandi filantropi non perdono occasione di cavalcare l’onda di questi cambiamenti e sponsorizzano la ricerca e l’implemento di un sistema globale di identificazione. La Bill and Melinda Gates Foundation ha promesso 1,27 miliardi di dollari per gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, con 200 milioni di dollari destinati direttamente alla creazione di un sistema di identificazione digitale globale invasivo.
Il pacchetto da 200 milioni di dollari sarà utilizzato per creare un’infrastruttura che «comprende strumenti come sistemi di pagamento interoperabili, ID digitale, sistemi di condivisione dei dati e database di stato civile» che afferma per rendere i Paesi «più resilienti a crisi come carenza di cibo, minacce per la salute pubblica e cambiamenti climatici, nonché per aiutare nella pandemia e nella ripresa economica».
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Come già scritto su Renovatio 21, documenti delle Nazioni Unite sostengono non solo l’introduzione dell’ID digitale, ma la sua connessione ai conti bancari dei cittadini. «Gli ID digitali collegati a conti bancari o di denaro mobile possono migliorare l’erogazione della copertura di protezione sociale e servire a raggiungere meglio i beneficiari ammissibili. Le tecnologie digitali possono aiutare a ridurre perdite, errori e costi nella progettazione dei programmi di protezione sociale» scrive il rapporto, parlando di «un futuro digitale aperto, libero, sicuro e incentrato sull’uomo».
Gli Stati Uniti, con l’uscente amministrazione Biden, stava redigendo un ordine esecutivo affinché i governi federali e statali accelerino l’adozione dell’identità digitale e sviluppino un sistema di identità online uniforme, gestito dal governo, per verificare l’identità e l’età e accedere ai siti web e ai servizi pubblici.
Questo sistema di identificazione digitale potrebbe funzionare con l’uso di scansioni biometriche come il riconoscimento facciale per «aiutare a verificare meglio l’identità online».
Francesco Rondolini
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I Soundgarden assumono una cantante nera obesa che si lancia dal palco, ma nessuno la sorregge

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Nei video in circolazione si sente la Shepherd esclamare «Sapevo di essere troppo pesante per voi figli di puttana…» mentre qualcuno tentava di metterla in piedi dopo il suo imbarazzante precipitare verso la nuda terra. Poi la cantante è tornata barcollante sul palco, stordita. L’errore di calcolo della Shepherda è stato di fisica elementare, nota Zerohedge, «unito al fatto che la maggior parte dei fan dei Soundgarden ha ormai 50 anni e si è rapidamente spostata per evitare un altro costoso viaggio dal chiropratico». «Probabilmente ha lasciato al suolo un dente» scrive amaro un commentatore di YouTube sotto il video che riprende l’intero concerto, che di per sé non è parso troppo memorabile. Quello del tuffo sulla folla che finisce a terra è un evento raro, ma capitato. La sua comicità è stata riprodotta dall’attore bideniano Jack Black nella pellicola School of Rock ()The new sassy overweight Soundgarden singer tried to crowdsurf but the crowd wasn’t into it and let her faceplant pic.twitter.com/vwj1IJ3OfT
— Jack Poso 🇺🇸 (@JackPosobiec) January 3, 2025
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Il triste concerto, con la cantante obesa ferita dalla sua hybris e dalla gravità terrestre, tuttavia appare più rassicurante di altri: qui sappiamo perfettamente che da dove viene il male che colpisce il musicista, mentre in tantissimi altri casi, ampiamente riportati da Renovatio 21, malori improvvisi colpiscono sul palco, talvolta cagionando la morte. Anche lì, a pensarci bene, c’è un grande segno di decadenza del rock, che da musica sedicente «ribelle» è diventata frusto megafono del conformismo e della propaganda politica, biopolitica dello Stato moderno: Renovatio 21 ha spesso ricordato quante band, quanti grandi nomi della musica hanno non solo raccomandato la vaccinazione, ma impedito a non vaccinati di accedere ai concerti. Come nel caso dei Foo Fighters, un ulteriore nome che discende dall’età dell’oro del grunge (il cantante e chitarrista Dave Grohl era batterista dei Nirvana, altro grande capofila della musica promanante da Seattle), il cui percussionista è morto improvvisamente a 50 anni mentre era in tour in Sud America: il loro spettacoli erano rigorosamente proibiti ai non sierati.Soundgarden replaced Chris Cornell with Shaina Shepherd…a singer and community organizer. If only they had another female option that had close ties to the band’s legacy itself and possessed stellar vocals…one can only dream…oh wait.. Toni Cornell. pic.twitter.com/j3G0Ncpf50
— Johnny St.Pete (@JohnMcCloy) January 3, 2025
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Giovane cantante australiana abbandonata dalla sua etichetta discografiche per i testi contro Big Pharma, guerra e corruzione

Una cantante australiana sarebbe stata cacciata dalla sua etichetta a causa di testi che criticavano le grandi aziende farmaceutiche che traggono profitto dalla pandemia globale, dalla corruzione politica, dalle guerre straniere e altro ancora.
La cantante Iyah May afferma che la sua canzone, Karmageddon, che tocca anche il tema della cancel culture (cioè la tendenza ad eliminare totalmente voci sgradite dal discorso pubblico), ha ironicamente portato alla sua stessa cancellazione, con il suo manager che ha rescisso il suo contratto per il suo rifiuto di cambiare il testo.
«Il mio manager ha rescisso il nostro contratto perché non volevo cambiare il testo di questa canzone», ha scritto la May su Instagram il mese scorso.
Meet Iyah May.
She is an Australian based singer who just lost a contract with her management company because she refused to change these lyrics.
It’s amazing! 🙏🏼 pic.twitter.com/wnTLKCalY4
— Ryan Fournier (@RyanAFournier) December 30, 2024
«Vorrei che questa storia non fosse vera, ma lo è. Ero titubante nel condividere questa informazione, ma più condivido questa canzone, più mi rendo conto di non essere l’unica a provare questa sensazione», ha spiegato la May in un altro post.
«Il mio manager non era d’accordo con il testo della mia canzone e si è rifiutato di lavorare con me e supportarmi finché non avessi cambiato il testo», ha dichiarato May in un successivo aggiornamento di Instagram, aggiungendo, «quindi ho detto “ciao”».
Il testo della canzone Karmageddon recita:
Virus artificiale guarda milioni di persone morire / Il più grande profitto delle loro vite
Ecco l’inflazione, questo è il tuo premio / Questo è Karmageddon
Accendi le notizie e mangia le loro bugie / Kim o Kanye scelgono una parte
Cultura della cancellazione, che atmosfera / Questo è Karmageddon
Le aziende giurano di non mentire mai / I politici corrotti a vita
Più che una guerra, è un genocidio / Questo è Karmageddon
Secondo la May, nonostante la separazione dall’etichetta, la sua canzone ha iniziato a riscuotere successo, anche grazie al cosiddetto effetto Streisand (cioè l’aumento di popolarità successivo ad un tentativo di censura) che apparentemente ha contribuito a rafforzarla.
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Immagine screenshot da YouTube
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