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Cani blu scoperti in un impianti chimico abbandonato in Russia

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I cani randagi con la pelliccia blu brillante sono stati avvistati vagare per le strade vicino a un impianto chimico abbandonato nella città russa di Dzerzhinsk, riferisce Newsweek, a circa 230 miglia a est di Mosca.

 

I gruppi di attivisti degli animali sospettano che l’esposizione a sostanze chimiche dannose possa aver portato le pellicce degli animali ad assumere la tonalità blu, come suggerito in un tweet di lunedì l’agenzia di stampa russa RIA Novosti.

 

Non è ancora chiaro quale sia la causa esatta della pelliccia blu

Secondo il giornale russo di lingua inglese Moscow Times , la vicina fabbrica prodotto plexiglass e acido cianidrico. Il cianuro di idrogeno è un composto estremamente velenoso che è il precursore di diversi polimeri.

Il pelo dei cani potrebbe anche essere stato tinto da altre sostanze chimiche tra cui il solfato di rame, un composto inorganico blu brillante utilizzato in una serie di processi industriali

Il pelo dei cani potrebbe anche essere stato tinto da altre sostanze chimiche tra cui il solfato di rame, un composto inorganico blu brillante utilizzato in una serie di processi industriali.

 

In altre parole, non è ancora chiaro quale sia la causa esatta della pelliccia blu, ma è comunque una cattiva notizia per il benessere dei poveri cani.

 

«La tintura sulla loro pelliccia implica che hanno avuto un contatto diretto o addirittura l’ingestione di sostanze potenzialmente tossiche o nocive», ha detto a Newsweek Kelly O’Meara, Vicepresidente per gli animali da compagnia della Humane Society International .

 

I funzionari della città di Dzerzhinsk hanno portato i cani da un veterinario nelle vicinanze per farli testare

«Ciò potrebbe provocare bruciore o prurito doloroso della pelle o emorragie interne e malattie che potrebbero portare alla morte, senza intervento veterinario», ha aggiunto O’Meara.

 

La fabbrica è fallita nel 2015, secondo un rapporto della RIA Novosti della scorsa settimana, permettendo ai cani randagi di frequentare i suoi spazi.

 

Per ora, i funzionari della città di Dzerzhinsk hanno portato i cani da un veterinario nelle vicinanze per farli testare. Le foto pubblicate da Reuters mostrano i cani blu che vengono accuditi in un rifugio a Nizhny Novogrod, una città a un’ora da Dzerzhinsk.

 

Due dei cani hanno già trovato nuovi proprietari.

 

 

 

 

Immagine di RIA Novosti via Twitter

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Delfini con telecamera, l’orrore è servito

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Ulteriori prove filmate della nequizia dei cetacei affiorano in rete. In particolare ci riferiamo ai video dei delfini muniti di GoPro.

 

Renovatio 21 aveva già affrontato il tema dei film ripresi in prima persona (i cosiddetti video POV) da delle bestie, mostrano le avventure di un gatto rissoso – un vero gattaccio – per le strade di una città cinese.

 

Avevamo visto inoltre che Hvaldimiro, beluga recentemente defunto che incrociava in un porto norvegese ma sospettato di essere una spia russa, che in un’occasione aveva rubato una telecamera GoPro ad uno sventurato kayakista.

 

Ora video da YouTube mostrano l’esagitata crudeltà di esemplari di delfinidi a caccia. Si tratta di immagini tremende che sconsigliamo ai deboli di stomaco.

 

La clip non è condivisibile su questo sito ma può essere vista su YouTubo.

 


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Non poteva mancare, negli atti malvagi degli infidi mammiferi acquatici, anche un tentativo di furto della telecamera, per il quale ricordiamo che, se passa il progetto del Re Maori che vuole rendere le balene persone giuridiche, potremo in futuro denunziare queste bestie.

 

 

Inquietante assai anche vedere il video che dimostra come le orche assassine, un’altra specie che come sa il lettore di Renovatio 21 va considerata come sempre più problematica per l’essere umano, cominciano a puntare anche natanti come i paddleboardisti – e non solo quelli.

 

Come riportato da Renovatio 21, le balene bianconere (non basta essere definite assassine, devono anche ricordare la Juventus F.C.) recentemente sono state viste cacciare e divorare in gruppo un delfino in Cile.

 

 

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Ora guardiamo invece un video ripreso da uno squalo martello. Notate come il pesce, al contrario degli spregevoli delfini, nuoti con calma, con grazie, perfettamente inserito in un circuito d’ordine sottomarino che pare completamente assente nella mente cetacea.

 

Guardate che classe, guardate che tranquillità, che generosità anche nell’ospitare le piccole remore. La creatura martellocefala fa il suo lavoro di pesce, non si allarga, non disturba l’ordine delle cose, come invece fa il delfino, con i suoi versi osceni, la sua esagitazione, il suo sorriso orrendo.

 

 

Torniamo a chiederlo: usque tandem, fino a quando tollereremo il caos mammifero-acquatico, nei nostri mari?

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Immagine screenshot da YouTube

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Musk rivela: il governo USA preoccupato che i razzi spaziali di SpaceX possano colpire gli squali. Ma Trump odia quelle creature…

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La società Space X ha dovuto fare i conti con una burocrazia ingombrante per convincere le agenzie governative statunitensi che le sue navi non avrebbero fatto del male a squali e balene in caso di ammaraggio in mare, ha rivelato il CEO Elon Musk.   Parlando a un comizio per il candidato repubblicano alla presidenza Donald Trump in Pennsylvania sabato, Musk ha ricordato che l’azienda ha dovuto intraprendere uno studio «per vedere se la Starship avrebbe colpito uno squalo», suscitando le risate della folla.   «Dicono tipo: “È un oceano grande, ci sono un sacco di squali. Non è impossibile, ma è molto improbabile”», ha detto, aggiungendo che era disposto a rispettare i requisiti della National Marine Fisheries, ma a condizione che gli fornissero i dati rilevanti sugli squali per l’analisi.    

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Tuttavia, secondo Musk, l’agenzia ha affermato di non poter fornire i dati. «E hanno detto: “Potremmo dare i dati alla nostra divisione occidentale, ma non ci fidiamo di loro”… Sono forse in uno sketch comico?» si è chiesto ad alta voce l’imprenditore di origine sudafricana, aggiungendo che Space X in seguito è riuscita a mettere le mani sui dati rilevanti, dopotutto, ed è stata in grado di fornire tutte le garanzie necessarie.   Tuttavia, la saga non è finita lì, secondo Musk, poiché il governo federale ha trovato un altro motivo di preoccupazione ambientale. «”Beh, e le balene?” Quando guardi l’immagine del Pacifico, quale percentuale di superficie vedi come ‘balena’? Onestamente, se la nave ha colpito una balena, la balena se l’è cercata, perché le probabilità sono così basse», ha scherzato, aggiungendo che analisi successive hanno scoperto che «anche le balene staranno bene».   «È solo una follia dopo l’altra. Sento davvero il dolore della sovraregolamentazione», si è lamentato Musk, sottolineando che numerose agenzie governative hanno giurisdizioni sovrapposte. «Dobbiamo fermare questa follia. Perché non saremo in grado di fare nulla».   All’inizio di questo mese, Space X è riuscita a catturare il suo razzo propulsore Starship in rapida discesa durante un volo di prova, un’impresa ampiamente considerata un passo importante verso la completa riutilizzabilità del dispositivo. L’ammaraggio rimane, tuttavia, una procedura di atterraggio molto più comune e facilmente eseguibile.   Musk ha sostenuto il candidato repubblicano alla presidenza Donald Trump dopo l’apparente tentativo di assassinio del candidato a luglio, donando decine di milioni di dollari alla sua campagna. Nel frattempo, l’ex presidente ha promesso di istituire una commissione per l’efficienza governativa guidata da Musk per controllare l’intero governo federale, se verrà riportato alla Casa Bianca.   C’è da sottolineare, ad ogni modo, che la questione degli squali potrebbe svanire improvvisamente qualora fosse rieletto presidente Trump, di cui è trapelato l’odio assoluto per i grandi predatori marini.   Come riportato da Renovatio 21, la pornostar Stormy Daniels, accusatrice nel processo che ha portato alla condanna presso il tribunale di Nuova York, sostiene di aver avuto un rapporto con Trump durante mentre in TV passava la Shark Week,– una settimana in cui il palinsesto del famoso canale Discovery è interamente dedicato ai pescecani in onda dal 1988 – e di aver sentito il presidente dire che odia gli squali e che dovrebbero sparire.

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Non è escluso tuttavia che gli squali presentino comportamenti anomali relativamente ai missili spaziali ammarati.   Le acque del Texas potrebbero essere vittima del fenomeno degli squali strafatti di cocaina, hanno riportato studi scientifici.   Come riportato da Renovatio 21, ricercatori americani hanno ipotizzato che gli squali del Golfo del Messico potrebbero consumare cocaina gettata nell’oceano dai trafficanti di droga. Gli scienziati hanno condotto un test in cui hanno messo in acqua un finto cigno accanto a un pacco di dimensioni e aspetto simili a un pacco di cocaina che sarebbe stata gettata nell’oceano dai trafficanti di droga. Con sorpresa del ricercatore, gli squali non hanno attaccato i cigni e invece si sono diretti direttamente verso le il pacco di cocaina, cercando di morderle. Uno squalo ha persino afferrato l’intera confezione e ha nuotato via portandosela dietro, probabilmente per farne «uso personale».   Il drammatico episodio riporta alla mente due grandi verità: in primis, l’inutilità di cetacei dinamici come orche e delfini, che invece che essere alleati dell’uomo – come vorrebbe la vulgata buonista e animalista – sono sempre più chiaramente dei nemici che mettono in pericolo imbarcazioni e bagnanti, e nulla fanno per contenere la minaccia degli squali.   In secundis, l’episodio conferma la necessità per gli americani e per l’umanità intera di riportare alla Casa Bianca Donald J. Trump.   A questa conclusione è arrivato, anche se per altre vie, lo stesso Elone Musk.

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Immagine di Terry Gross via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
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Orso aggredisce uomo nei boschi del Trentino. Ancora una volta

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Ennesima aggressione da parte di un orso ai danni di un uomo in Trentino.

 

Il ferale attacco si è verificato nel pomeriggio di sabato 19 ottobre a Rango, nei boschi del Bleggio Superiore. Un uomo di 33 anni, mentre cercava funghi, sarebbe stato attaccato alle spalle.

 

Il fungaiolo, sopravvissuto alla brutale aggressione, ha raccontato di essersi sentito aggredito alle spalle di colpo.

 

Il feroce plantigrado quindi lo ha ferito alla schiena prima di allontanarsi. L’uomo è riuscito a tornare a piedi al paese, dove ha dato l’allarme.

 

I campioni genetici trovati sui suoi vestiti potranno aiutare a identificare l’orso, così da poter applicare le misure di rimozione previste dal Pacobace per gli orsi considerati pericolosi.

 

In merito all’aggressione di sabato, l’assessore provinciale Roberto Failoni ha rilasciato una dichiarazione, sottolineando che il rischio rappresentato dagli orsi liberi di circolare nei boschi della zona.

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«Il pericolo grandi carnivori non è uno scherzo. Servono provvedimenti severi. La vita delle nostre persone, dei turisti, degli operatori non può essere in pericolo come avvenuto ancora oggi» ha detto il failoni.

 

La domanda che i giornali tuttavia non sembrano porsi è: l’orso aggressore era tra quelli programmaticamente importati, non si capisce ancora perché, dalla Slovenia?

 

Altra domanda: l’orso era quindi chippato? Se sì è possibile risalire all’identità dell’orso senza attendere il test DNA che ci hanno detto sarebbe stato fatto a partire dai tagli subiti dal fungaiolo?

 

Ogni anno che passa, la situazione degli orsi in Trentino – e non solo, vista la loro capacità di scollinare in altre regioni – si fa sempre più incomprensibile e grottesca.

 

Perché mai il contribuente dovrebbe vedere le sue tasse spese nell’introduzione di belve feroci che ne minacciano la vita? Perché le autorità pubblica operano per la presenza di grandi predatori assassini che possono trasformare una passeggiata in una tragedia?

 

Fresco nella memoria resta il caso del runner trentino sbranato a morte da un orso neanche un anno e mezzo fa.

 

Come riportato da Renovatio 21, al problema degli orsi, in Italia si sta aggiungendo, in modo sempre più preoccupante, quello dei lupi, con greggi massacrati e zone – comprese quelle marittime! – terrorizzate dalle azioni del feroce canide, la cui nequizia è testimoniata persino nelle favole per bambini, ma, a quanto sembra, sconosciuta a quanti si ostinano a difenderne la presenza nell’Italia degli esseri umani.

 

La risposta che Renovatio 21 si è data è quella che – come testimoniato dall’interesse di certa parte dell’oligarcato nella reintroduzione delle fiere negli spazi aperti – siamo dinanzi ad una declinazione ferale della Necrocultura, un programma di sacrificio umano totemico inflitto alla popolazione che si può ritrovare sbranata sul balcone di casa.

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