Economia
Blackout parziale delle ferrovie tedesche, attacco hacker alle ferrovie italiane
La mattina del 23 marzo tutto il traffico merci su rotaia in Germania è stato bloccato a causa di una «sottofornitura» di elettricità, secondo una dichiarazione dell’operatore di rete tedesco DB Netz.
La Deutsche Bahn – l’azienda ferroviaria nazionale – ha dovuto staccare la spina al trasporto merci su rotaia per non interrompere la rete dei pendolari nel bel mezzo dell’ora di punta.
Secondo un articolo su RailFreight.com, la potenza extra è stata ripristinata nel pomeriggio.
Non è stato fornito alcun motivo per la mancanza di energia.
Deutsche Bahn ha un proprio fornitore di energia, DB Energie, che produce e acquista tutto il fabbisogno energetico per la ferrovia.
Tuttavia va detto che DB esplicita nella pubblicità che la sua rete passeggeri ad alta velocità funziona al 100% con energia verde.
Il problema è che DB Energie prevede di essere totalmente verde entro il 2038 eliminando gradualmente tutte le altre fonti, inclusi nucleare, carbone e gas.
La Deutsche Bahn prevede di sostituire quasi il 40% dell’energia che ora proviene da fonti non ecologiche da nuovi parchi eolici nel Mare del Nord, alcuni dei quali devono ancora essere costruiti, e dall’energia idroelettrica norvegese.
La Deutsche Bahn consuma tanta elettricità quanto Berlino, una città di 4 milioni di persone.
Come riportato da Renovatio 21, la Germania, che ha pubblicamente preparato la popolazione all’idea di interruzioni dell’energia lo scorso inverno, a inizio anno (quindi prima dello scoppio dell’escalation ucraina) ha rischiato un blackout del gas.
Come scrive William F. Engdahl, la Germania ecocentrica della Merkel è andata verso un bizzarro harakiri economico ed energetico che mette a rischio l’intera economia della locomotiva d’Europa: non ha nemmeno il vento per far funzionare le pale eoliche, ed è costretta, avendo detto addio al nucleare, a tornare alle centrali a carbone…
Problemi alle ferrovie si sono in realtà avuti anche in Italia. Un attacco hacker ha colpito la rete di Ferrovie dello Stato negli stessi giorni.
Come risultato vi sono stati numerosi disservizi, tra cui l’impossibilità di acquistare biglietti. All’apparenza, sembrerebbero dei malware di hacker criminali comuni. La Procura ha aperto un’indagine.
Pur ritenendosi che l’attacco sia di matrice criminale, tuttavia, come sempre nella guerra cibernetica, è assolutamente impossibile escludere che dietro non possa esservi uno Stato.
Come riportato da Renovatio 21, la ferrovia Bielorussa è stata attaccata lo scorso mese presumibilmente da un gruppo di hacker anti-Lukashenko e anti-Putin.
L’attacco degli hacktivist contro Minsk ha criptato alcuni server, database e workstation del sistema bielorusso dei treni, impedendo quindi anche lì la vendita di biglietti.
Una rivendicazione di una portavoce da Nuova York ha dichiarato che i due Paesi andavano puniti per il movimento di truppe sul confine ucraino.
Cina
La Cina supera il trilione di dollari di surplus commerciale
Per la prima volta, il surplus commerciale della Cina ha superato i mille miliardi di dollari nei primi 11 mesi del 2025. Mentre le esportazioni verso gli Stati Uniti sono diminuite di circa un terzo a causa dei dazi, le esportazioni verso Europa, Australia e Sud-est asiatico sono aumentate.
Gran parte di questa impennata è stata trainata dalla forte crescita dei beni high-tech, che ha superato del 5,4% l’aumento delle esportazioni complessive. Le esportazioni di automobili hanno registrato un boom, sostituendo Giappone e Germania in termini di quota di mercato. Le esportazioni di semiconduttori sono aumentate del 24,7% nello stesso periodo e le esportazioni di cantieristica navale sono aumentate del 26,8%.
Il canale all-news cinese CGTN ha pubblicato un articolo che attacca le narrative occidentali di «sovracapacità» o «dumping» come spiegazioni del boom delle esportazioni cinesi.
«Per i politici e i leader dell’industria occidentali, la questione non è come presentare la Cina come un rivale, ma come riconoscere le realtà strutturali che rappresenta. Comprendendo il surplus come parte del panorama economico globale, si apre l’opportunità di adattare le strategie, esplorare le complementarietà, promuovere la collaborazione e ricercare miglioramenti dell’efficienza che vadano a vantaggio di entrambe le parti».
Vari allarmi sulla tenuta dell’economia cinese erano stati lanciati negli ultimi anni.
Come riportato da Renovatio 21, la Cina, dopo la guerra dei dazi di Trump, è ancora impegnata in un conflitto con gli USA e i satelliti occidentali per i chip.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Economia
Hollywood al capolinea: Netflix vuole comprare Warner Bros
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Economia
L’ex proprietario di Pornhub vuole acquistare le attività del gigante petrolifero russo
Bernd Bergmair, l’ex proprietario di Pornhub, starebbe valutando l’acquisto delle attività internazionali del gigante petrolifero russo sanzionato Lukoil. Lo riporta l’agenzia Reuters, citando fonti riservate.
A ottobre, gli Stati Uniti hanno colpito Lukoil con sanzioni che hanno costretto la compagnia a dismettere le proprie partecipazioni estere, stimate in circa 22 miliardi di dollari. Lukoil aveva inizialmente accettato un’offerta del trader energetico Gunvor per l’intera controllata estera, ma l’operazione è saltata dopo che il Tesoro americano ha accusato Gunvor di legami con il Cremlino.
Secondo Reuters, Bergmair avrebbe già sondato il dipartimento del Tesoro statunitense per una possibile acquisizione. Interpellato tramite un legale, ha né confermato né smentito, limitandosi a dichiarare: «Lukoil International GmbH rappresenterebbe ovviamente un investimento eccellente; chiunque sarebbe fortunato a possedere asset del genere», senza precisare quali porzioni gli interessino o se abbia già contattato l’azienda. Un portavoce del Tesoro ha declinato ogni commento.
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Il finanziere austriaco è l’ex azionista di maggioranza di MindGeek, la casa madre di Pornhub, la cui identità è emersa solo nel 2021 dopo anni di strutture offshore. Il Bergmair ha ceduto la propria partecipazione nel 2023, quando la società è stata rilevata da un fondo canadese di private equity chiamato «Ethic Capital», nella cui compagine spicca un rabbino. Il patrimonio dell’uomo è stimato intorno a 1,4 miliardi di euro, investiti principalmente in immobili, terreni agricoli e altre operazioni private.
Il mese scorso, il Tesoro statunitense ha autorizzato le parti interessate a intavolare negoziati per gli asset esteri di Lukoil; l’approvazione è indispensabile poiché, senza licenza, ogni transazione resterebbe congelata. La finestra concessa scade il 13 dicembre.
Fonti giornalistiche indicano che diversi player, tra cui Exxon Mobil e Chevron, avrebbero manifestato interesse, ma Lukoil preferirebbe cedere il pacchetto in blocco, complicando le trattative per chi punta su singoli asset. L’azienda ha reso noto di essere in contatto con più potenziali acquirenti.
Mosca continua a condannare le sanzioni occidentali come «politiche e illegittime», avvertendo che finiranno per danneggiare chi le ha imposte». Il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov ha definito il caso Lukoil la prova che le «restrizioni commerciali illegali» americane sono «inaccettabili e ledono il commercio globale».
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Immagine di Marco Verch via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0)
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