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Bill Gates: bisogna inventare qualcosa contro la misinformazione medica

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Bill Gates chiede nuovi strumenti per censurare internet.

 

In un’apparizione in un programma della TV americana NBC, a Bill Gates è stato chiesto della «disinformazione» online e cosa pensava dell’acquisizione di Twitter da parte di Elon Musk in relazione a ciò.

 

«Quando guardi a come gli Stati Uniti e il mondo hanno risposto al COVID-19, che si tratti di mascherine o vaccini o di lockdown… è diventato così politico … È stato così politicizzato» ha detto la conduttrice.

 

«Sì, è un peccato che non abbiamo avuto voci fidate in entrambe le parti che parlavano dei vantaggi di mascherine e vaccini in modo che non fosse una questione politica» ha risposto il Gates.

 

La conduttrice ha quindi chiesto della «misinformazione», parola della neolingua che vuole significare «disinformazione» senza temere di assumersene la responsabilità. La giornalista ha dichiarato che è stata «un segno distintivo» della pandemia.

 

 

«Il presidente Biden ha affermato piuttosto notiramente lo scorso luglio che la disinformazione sui social media sta uccidendo le persone. Lei è d’accordo?».

 

«Assolutamente… è terribile» risponde Gates.

 

La domanda successiva è stata su Elon Musk e il nuovo corso di Twitter promesso dopo l’acquisto della piattaforma da parte del patron di Tesla, che peraltro disprezza apertamente il Gates.

 

«Beh, il regno digitale ha facilitato, sai, idee interessanti ma sbagliate che si sono diffuse molto rapidamente. E dobbiamo innovare in modo che il regno digitale sia più una cosa positiva per far uscire la verità e che le persone capiscano che “ehi, questo è falso”».

 

In un’intervista al Wall Street Journal, Gates aveva risposto a una domanda simile su cosa potrebbe fare Elon Musk con Twitter.

 

«Come si sente riguardo a qualcosa che dice che i vaccini uccidono le persone o che Bill Gates vuole fare il tracking le persone? Non è del tutto chiaro cosa farà».

 

La dichiarazione pare proprio una excusatio non petita in mondovisione. Le dichiarazioni del Gates su sistemi di tracciamento, nonostante le smentite dell’interessato, esistono – per non parlare del famigerato esperimento africano sui Quantum Dots vaccinali finanziato dalla Gates Foundation.

 

«Se Twitter peggiorerà, ne parlerò», ha detto in seguito Gates nella stessa intervista.

 

«Il modo in cui fai in modo che quelle piattaforme diffondano verità e non cose pazze; c’è bisogno di una vera invenzione lì», ha detto Gates.

 

«Non ho la soluzione a questo. Spero che molte persone brillanti ci stiano pensando, ma è un grosso problema in termini di legittimità delle elezioni o innovazioni mediche».

 

Bello il riferimento alle elezioni, mentre la mente corre ad un candidato in chiara demenza senile che prende 10 milioni di voti in più di Barack Obama.

 

Gates chiede un’«invenzione» anche lì, per impedire ai cittadini di dubitare e fare domande, com’è loro diritto.

 

La galla che canta ha fatto l’uovo? Ancora una excusatio non petita?

 

La goffaggine di Gates, lo sappiamo, tante volte è molto rivelatrice…

 

 

 

 

Immagine screenshot da YouTube

 

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Internet

La Nigeria multa Meta/Facebook per 220 milioni di dollari

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La Nigeria ha inflitto al colosso tecnologico statunitense Meta una multa di 220 milioni di dollari per aver violato le leggi locali sulla protezione dei dati e sulla privacy, ha annunciato martedì l’agenzia per la tutela dei consumatori della nazione dell’Africa occidentale.

 

Le indagini hanno scoperto che le policy di Meta negano agli utenti nigeriani il diritto di negare il consenso alla raccolta, all’uso e alla distribuzione di dati personali, ha affermato Adamu Abdullahi, capo della Federal Competition and Consumer Protection Commission (FCCPC). Meta è la società madre di Facebook, Instagram e WhatsApp.

 

Secondo Abdullahi, l’indagine, durata 38 mesi e condotta in collaborazione con la Nigeria Data Protection Commission (NDPC), è iniziata nel 2021, dopo che WhatsApp ha aggiornato la sua politica sulla privacy.

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«Abbiamo scoperto che quando ti registri per la prima volta per unirti a WhatsApp, c’è una colonna che dice che hai accettato che i tuoi dati vengano condivisi per la ricerca. Ciò è opposto ad altri climi in cui hai la possibilità di dire sì o no, quindi è discriminatorio in prima istanza», ha affermato.

 

La FCCPC ha annunciato per la prima volta un’azione contro Meta la scorsa settimana, accusando l’azienda di aver adottato pratiche «abusive e invasive» nei confronti di interessati in Nigeria per un «lungo periodo di tempo».

 

L’autorità per la concorrenza ha affermato che il colosso tecnologico statunitense ha proposto ad aprile un «pacchetto di misure correttive» che non ha affrontato le preoccupazioni.

 

In un ordine datato 18 luglio, la commissione ha ordinato a Meta di ripristinare immediatamente i diritti degli utenti nigeriani di «controllare l’uso, l’elaborazione, la condivisione o il trasferimento dei loro dati». Inoltre, deve «cessare il vincolo e il trasferimento di dati dal suo mercato WhatsApp al suo mercato Facebook e ai servizi di altre terze parti senza il consenso espresso richiesto e liberamente ottenuto dagli interessati».

 

Il governo ha concesso a Meta 60 giorni di tempo per pagare la sanzione di 220 milioni di dollari per violazione delle leggi sulla privacy, oltre a rimborsare altri 35.000 dollari per i costi delle indagini.

 

Meta non ha ancora risposto pubblicamente alle accuse.

 

A dicembre dell’anno scorso, la nazione più popolosa dell’Africa, con oltre 200 milioni di persone e circa 164 milioni di abbonamenti a Internet, contava oltre 51 milioni di utenti WhatsApp, secondo il Ministero delle Comunicazioni.

 

La Nigeria non è il primo paese a ritenere Meta responsabile per violazioni di dati. La Turchia ha recentemente multato l’azienda di 1,2 miliardi di lire (circa 37 milioni di dollari) dopo un’indagine sulla condivisione di dati sulle sue piattaforme Facebook, Instagram, Threads e WhatsApp.

 

All’inizio di questo mese, l’Unione Europea ha accusato Meta di non aver rispettato le normative antitrust.

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Come riportato da Renovatio 21, a marzo il candidato presidente USA Donald J. Trump ha definito Facebook «nemico del popolo».

 

Meta sta recentemente affrontando problemi per la questione delle attività pedofile sulle piattaforme, rivelate da articoli del Wall Street Journal, con udienze presso il Senato USA dove è stato testimoniato anche la questione del traffico di esseri umani. A gennaio il Nuovo Messico ha fatto causa a Meta e Zuckerberg per aver facilitato il traffico sessuale minorile.

 

Mesi fa Amnesty International ha accusato Facebook di diffondere l’odio in Etiopia. Questioni erano sorte anche con le elezioni in Cambogia. Secondo Human Rights Watch sarebbe ora attiva una censura sui contenuti pro-palestinesi. Nel 2022 Facebook aveva chiuso l’account della delegazione russa per il controllo delle armi all’OSCE di Vienna.

 

Il portavoce della società è stato inserito nella lista dei ricercati della Federazione Russa.

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Internet

Una piattaforma di una grande società cambogiana utilizzata per truffe in criptovalute

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Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.   Lo denuncia un rapporto degli esperti di Elliptic, società britannica di analisi blockchain. Nel mirino un marketplace chiamato HuiOne Guarantee che vede coinvolto anche Hun To, cugino dell’attuale primo ministro Hun Manet. Dallo scambio di denaro alla Pig Butchering scam, affari illeciti per 11 miliardi di dollari con implicazioni di gruppi cinesi.   Esperti di criptovalute hanno scoperto che un marketplace online chiamato «HuiOne Guarantee» è utilizzato da una vasta rete di criminali informatici nel Sud-Est asiatico, soprattutto in Cambogia, che sfruttano varie tipologie di truffe online, fra cui la «Pig Butchering scam» per alimentare il malaffare.   Secondo quanto emerge da un rapporto di Elliptic (società britannica di analisi blockchain con sedi da Londra a Singapore) i promotori della piattaforma offrirebbero «servizi di tecnologia, dati e riciclaggio di denaro» che sono stati utilizzati per transazioni illecite «per un totale di almeno 11 miliardi di dollari».

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Per gli esperti di Elliptic, che hanno denunciato il nuovo scandalo legato alle criptovalute, l’area virtuale in cui avvengono gli scambi è parte integrante di HuiOne Group, un conglomerato cambogiano i cui dirigenti hanno intrecciato stretti legami con la famiglia Hun, dal padre Sen per decenni primo ministro, al figlio Manet che gli è succeduto al potere.   In particolare Hun To, cugino dell’attuale premier, è direttore di una delle unità della HuiOne Group collegata alle frodi crittografiche. Ed è proprio questo legame, a detta degli esperti, che renderebbe più complicate le inchieste e rischia di lasciare in molti casi impuniti i criminali. Inoltre, vi sarebbe un’altra attività di HuiOne, la HuiOne International Payments, attivamente coinvolta nel riciclaggio di proventi da truffe a livello globale.   Le truffe online hanno portato al furto di decine di miliardi di dollari ai danni di milioni di vittime in tutto il mondo. La tipologia più diffusa è quella nota con il nome di «Pig Butchering scam» in base all’approccio adottato dai truffatori, che «mettono all’ingrasso» le vittime in programmi di investimento falsi per poi sottrarre quanto hanno accumulato.   E ancora, altre truffe riguardano lo schema Ponzi, l’impersonificazione di membri della famiglia e l’estorsione o minaccia sessuale.   Secondo un rapporto di US Institute of Peace molte di queste truffe sono perpetrate da gruppi transnazionali originari della Cina e operanti in «movimenti organizzati» nei Paesi del Sud-Est asiatico. Fra questi, il fenomeno ha assunto particolare vigore in Myanmar, Laos, Filippine e Cambogia dove i gruppi hanno potuto sfruttare conflitti regionali, corruzione e crescita selvaggia di «Zone economiche speciali».   Come spiegato nel sito web di HuiOne, il ramo dei servizi finanziari avrebbe 500mila utenti registrati. Tra i suoi clienti figurano anche colossi del settore come Alipay, Huawei, PayGo Wallet, UnionPay e Yes Seatel.   In alcuni casi persone inconsapevoli originarie dell’Asia e Africa vengono allettate con posti di lavoro ben remunerati nella regione, per poi essere intrappolate in «scam compounds» gestite da malviventi cinesi che utilizzano anche collari elettrici per «intrappolare» i lavoratori migranti. Una pratica, come evidenzia l’istituto americano, che si sta diffondendo rapidamente in tutta l’Asia.

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HuiOne Guarantee, fondata nel 2021, comprende una rete di migliaia di canali di app di messaggistica istantanea su Telegram gestiti da diverse realtà. Sebbene sostenga di fungere da mercato per immobili e automobili, secondo la denuncia di Elliptic la maggior parte dei beni e dei servizi offerti sarebbero destinati agli operatori di truffe informatiche.   «La più grande categoria di commercianti che operano su HuiOne Guarantee è quella che offre la possibilità di spostare e scambiare denaro» spiega la società. In molti casi offrono «esplicitamente servizi di riciclaggio di valuta, tra cui l’accettazione di pagamenti da parte di vittime in tutto il mondo, il trasferimento oltre confine e la conversione in altri beni, tra cui contanti, stablecoin e applicazioni di pagamento cinesi».   Secondo i dati condivisi da SlowMist a inizio gennaio, i commercianti associati a HuiOne Guarantee avrebbero effettuato ulteriori transazioni di criptovaluta con un portafoglio che ha ricevuto più di 4,6 milioni di dollari da un altro portafoglio collegato all’esercito dell’Alleanza del Myanmar.   «Il valore delle criptovalute ricevute da HuiOne Guarantee e dai suoi commercianti, e il tipo di beni e servizi offerti, suggeriscono che si tratta di un fattore chiave per gli operatori di truffe informatiche nel sud-est asiatico» conclude Elliptic.   Invitiamo i lettori di Renovatio 21 a sostenere con una donazione AsiaNews e le sue campagne. Renovatio 21 offre questo articolo per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

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Guerra cibernetica

Sistemi informatici crollati in tutto il mondo: cosa sta succedendo

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Paesi in tutto il mondo sono stati colpiti da una potente interruzione dell’informatica, che ha paralizzato i sistemi di controllo del traffico aereo, le banche e le emittenti.

 

Si dice che gli utenti di Windows 10 abbiano subito il peso della crisi, con resoconti dei media ed esperti che attribuiscono i fallimenti a un recente aggiornamento di CrowdStrike, un antivirus basato su web/cloud che ha causato il crash dei computer di tutto il pianeta.

 

Finora sono stati segnalati problemi in Australia, Nuova Zelanda, India e Giappone; il sito di monitoraggio Down Detector ha segnalato interruzioni anche presso Microsoft Store e Amazon, nonché presso le compagnie aeree Delta e Ryanair, tra le altre. L’interruzione ha interessato diversi organi di informazione, tra cui Sky News con sede nel Regno Unito, che ha interrotto le trasmissioni, e ABC, SBS, Channel 7, Channel 9 e News Corp Australia con sede in Australia.

 

Gli utenti dei social media stanno condividendo le foto della cosiddetta «schermata blu della morte» che ha bloccato i loro PC sul software Windows, dicendo che i loro sistemi non si caricavano correttamente.

 

 


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Oltre 1.000 voli sono stati cancellati in tutto il mondo a causa del crollo di Microsoft in corso, ha riferito la BBC, citando la società di analisi dell’aviazione Cirium, aggiungendo che il numero è destinato ad aumentare. Il rapporto arriva mentre gli utenti dei social network e gli organi di informazione condividono foto e clip di persone bloccate nelle sale d’attesa degli aeroporti.

 

Microsoft ha affermato che la causa principale dell’interruzione globale è stata risolta, ma ha riconosciuto che l’impatto residuo continua a interessare alcune delle sue app e dei suoi servizi, riporta Reuters. Microsoft 365, che include una gamma di prodotti popolari come Word, Excel e PowerPoint, ha affermato che «continua ad adottare misure di mitigazione» per affrontare l’interruzione.

 

Il CEO di CrowdStrike George Kurtz ha detto alla NBC che la sua azienda è «profondamente dispiaciuta per l’impatto che abbiamo causato ai clienti, ai viaggiatori, a chiunque sia stato colpito» dall’interruzione. Ha confermato che il crash è stato causato da un bug software in un aggiornamento che è entrato in conflitto con i sistemi Microsoft.

 

«L’abbiamo identificato molto rapidamente… I sistemi tornano online quando vengono riavviati», ha affermato, aggiungendo che CrowdStrike sta lavorando con i suoi clienti per aiutarli a tornare alle normali operazioni.

 

Allo stesso tempo, non è stato in grado di dire esattamente quanto tempo ci vorrà per raggiungere questo obiettivo.

 

Le azioni di Crowdstrike, nel frattempo, sono crollate.

 

Il CEO di Tesla e Space X, Elon Musk, ha definito l’interruzione di Microsoft il «più grande fallimento informatico di sempre». Ha anche riso di un meme che paragonava Microsoft ai servizi segreti dopo il tentato assassinio di Donald Trump, concludendo che nessuno dei due era sicuro.

 

 

Il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca ha dichiarato alla CNN che l’amministrazione Biden è a conoscenza dell’interruzione e sta «esaminando il problema e le conseguenze» dell’incidente.

 

Il governo del Regno Unito ha tenuto una riunione di emergenza in seguito al grande crash globale, ha affermato una portavoce di Downing Street, aggiungendo che le autorità del Regno Unito stavano «lavorando a stretto contatto con i rispettivi settori e industrie su questo problema». Secondo quanto riportato, il neoeletto premier britannico Keir Starmer non ha presieduto la riunione, ma è stato tenuto informato, spiegando che ha avuto un incontro con il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj, evidentemente più importante.

 

I media britannici tuttavia riferiscono che i pazienti hanno riscontrato problemi con la prenotazione degli appuntamenti sul sito web del National Health Service (NHS). Il Wilmslow Health Center ha scritto su X che «tutti gli studi medici nel Regno Unito che utilizzano il sistema informatico GP commissionato dal NHS EMIS sono attualmente senza accesso ai loro sistemi IT», aggiungendo che prevede che l’interruzione «durerà per molte ore».

 

Diverse importanti compagnie aeree cinesi hanno dichiarato al canale TV pechinese CGTN che le loro attività non sono state influenzate dall’interruzione mondiale poiché utilizzano sistemi informatici diversi.

 

I media segnalano lunghe file e ritardi, nonché scene di «lieve caos» in numerosi aeroporti in Europa, Australia, India e Stati Uniti. Gli utenti dei social media hanno condiviso foto di carte d’imbarco compilate a mano.

 

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L’aeroporto internazionale di Dubai afferma di essere tornato alle normali operazioni dopo che alcune delle sue procedure di check-in sono state influenzate dall’interruzione globale. Ha osservato che «le compagnie aeree sono passate prontamente a un sistema alternativo, consentendo alle normali operazioni di check-in di riprendere rapidamente». L’aeroporto londinese di Heathrow ha affermato che i suoi voli rimangono operativi nonostante l’interruzione che ha interessato alcuni dei suoi sistemi. Ha aggiunto che sta «implementando piani di emergenza per ridurre al minimo qualsiasi impatto sui viaggi».

 


Ryanair ha consigliato a tutti i passeggeri di arrivare in aeroporto almeno tre ore prima dell’orario di partenza previsto, confermando tuttavia che si sono verificate delle interruzioni nei sistemi informatici.

 


Circa il 30% dei punti vendita McDonald’s in Giappone sono stati costretti a sospendere le attività a causa dell’interruzione, ha riferito l’agenzia Kyodo News, citando la filiale locale del gigante del fast food. Non è ancora chiaro quando i servizi potranno essere ripresi a pieno regime, ha aggiunto.

 

I sistemi IT del Cremlino non sono stati influenzati dall’interruzione di Microsoft, ha affermato il portavoce Dmitrij Peskov. Anche le autorità aeree e ferroviarie in Russia hanno confermato che le loro operazioni continuano senza ostacoli. Il ministero russo per lo sviluppo digitale ha affermato che l’interruzione di Microsoft è un’ulteriore prova che il Paese deve continuare a svincolarsi dai software stranieri, soprattutto quando si tratta di infrastrutture critiche.

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