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Bergoglio riceve ed elogia il gesuita omosessualista

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Lo scorso giovedì 10 novembre papa Francesco ha ricevuto privatamente il prete gesuita James Martin, personaggio universalmente noto per la sua vicinanza alla causa dell’inclusione degli omosessuali nella Chiesa cattolica.

 

L’incontro sarebbe durato 45 minuti. I due hanno trattato argomenti tra cui «le gioie e le speranze, i dolori e le ansie dei cattolici LGBTQ», ha poi rivelato il Martin su Twitter.

 

 

L’udienza privata data al gesuita pro-LGBT deve aver lasciato il segno su Bergoglio, visto che l’indomani ha citato in senso elogiativo il lavoro di padre Martin.

 

Rivolgendosi ad una assemblea plenaria del Dicastero per le comunicazioni vaticane – con il Martin pure presente come uno dei 12 consultori che consigliano il Dicastero per le Comunicazioni dall’aprile 2017 e recentemente riconfermato per un altro quinquennio – il pontefice ha fatto riferimento ad una «comunicazione dei valori» a cui ha esortato il Dicastero, ponendo espressamente il gesuita omosessualista come esempio di ciò.

 

«Noi non possiamo scendere a una comunicazione priva di valori.  Noi dobbiamo comunicare con i nostri valori», ha affermato l’argentino. «Questo non vuol dire che dobbiamo pregare la novena a un santo tutti i giorni», ha aggiunto oscuramente, per poi parlare un po’ confusamente di «valori cristiani, i valori che sono dietro, i valori che insegnano ad andare avanti. La persona che si gioca per i valori umani».

 

Quindi il papa ha fatto un riferimento diretto non solo alla controversa figura del gesuita filo-gay, ma pure ha citato il titolo di un suo libro del 2021, invitando gli astanti a leggerlo.

 

«Per esempio, vedo qui James Martin. “Ah, sì, questo lavora…”. Sì, ma questo ha scritto un libro che si chiama “Per imparare a pregare” [Insegnaci a pregare]. Leggetelo, perché questo ti insegna a pregare».

 

«Un uomo che ha dei valori, un comunicatore che sa anche come insegnarti la via di comunicazione con Dio. Essere comunicatore è questo. Andare, camminare, rischiare, con i valori, convinto che sto dando la mia vita con i miei valori, i valori cristiani e i valori umani» ha continuato il sedicente vescovo di Roma.

 

Come noto, papa Bergoglio e padre Martin si erano già incontrati privatamente  nel settembre 2019, in quello che secondo quanto riferito era già il loro terzo incontro ma la loro prima conversazione sostanziale. Sia padre Martin che America Magazine  , la rivista dei gesuiti statunitensi di cui padre Martin è un redattore, hanno parlato  l’incontro del 2019 come «un segno pubblico» del «sostegno» del pontefice all’opera di Martin fra i cattolici LGBT, qualunque cosa questa espressione voglia dire.

 

 

Ad agosto, Martin aveva pubblicato una lettera che aveva ricevuto dal Papa che elogiava la conferenza pro-LGBT di Martin tenutasi a giugno. L’evento ha visto la partecipazione di una serie di oratori pro-LGBT che hanno sostenuto posizioni contrarie all’insegnamento della Chiesa cattolica sull’omosessualità.

 

Secondo il Catechismo della Chiesa Cattolica, «gli atti omosessuali sono intrinsecamente disordinati» e «sono contrari alla legge naturale». L’insegnamento aggiunge esplicitamente che «in nessun caso possono essere approvati».

 

Tuttavia Francesco ha elogiato padre Martin per «aver lavorato nella cultura dell’incontro», che, ha detto, «accorcia le distanze e ci arricchisce con le nostre differenze, proprio come fece Gesù».

 

L’incontro e la citazione pubblica del Martin da parte del papa non possono aver e un loro peso specifico e programmatico. Secondo Lifesitenews, «l sacerdote gesuita è descritto come “probabilmente l’attivista più importante” nella Chiesa per le questioni LGBT».

 

«Tra le sue azioni più note, Martin ha promosso  un’immagine tratta da una serie di opere blasfeme e omoerotiche, mostrando Cristo come omosessuale,  promuovendo  unioni civili tra persone dello stesso sesso e ha  descritto  vedere Dio come maschio come “dannoso”» scrive LSN. «Nonostante ciò, il Vaticano  lo ha invitato a parlare all’Incontro mondiale delle famiglie 2018 a Dublino su “Esplorare come le parrocchie possono sostenere quelle famiglie con membri che si identificano come LGBTI+”».

 

Non si tratta di episodi che ci sconvolgono più di tanto, visto che nella diocesi dell’attuale capo della Pontificia Accademia per la vita, monsignor Vincenzo Paglia – quello della liceità dei vaccini con feti abortiti, quello della recente richiesta impaziente della quinta dose, quello membro di Commissione creata da Speranza, quello della legge abortista genocida 194/78 un «pilastro della vita sociale», quello che ha fatto uscire discussioni su contraccezione e bambini prodotti in provetta – è apparso un grande affresco accusato di dipingere Nostro signore e gli Apostoli con tratti omoerotici.

 

 

C’è da capire che, non solo riguardo la spinta omosessualista del Martin, questo è il momento dei gesuiti, dai quali peraltro ricordiamo proviene il Bergoglio.

 

Alcuni si sono spinti persino a dare un titolo alla prossima enciclica che, a dir loro, Bergoglio pubblicherà per dare l’imprimatur cattolico alla contraccezione e forse, se leggiamo bene i segni, alla produzione di esseri umanoidi in laboratorio.

 

«È lecito domandarsi se papa Francesco ci consegnerà una nuova enciclica o esortazione apostolica sulla bioe­tica, che potrebbe magari intitolare Gaudium vitae» ha scritto La Civiltà Cattolica, storica rivista dei gesuiti, lo scorso 2 luglio. I sedicenti seguaci di Sant’Ignazio ne sanno qualcosa? La gallina che canta ha fatto l’uovo – o meglio, l’ovulo?

 

Non lo sappiamo, ma ci è chiarissima la direzione delle cose.

 

Del resto Francesco lo ha detto: per lui la moralità «è sempre in via di sviluppo», mutevole come il vento e come i gesuiti.

 

Se credete che il Vaticano occupato si fermerà all’accettazione degli omosessuali, non avete capito bene cosa vi aspetta.

 

 

 

 

Immagine da Twitter

 

 

 

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L’autrice di un rapporto sanitario sulla medicina transgender riceve la protezione della polizia

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Renovatio 21 traduce questo articolo di Bioedge.

 

L’autrice della recente analisi dei servizi di identità di genere per bambini e giovani in Gran Bretagna ha dichiarato al Times (di Londra) di aver bisogno della protezione della polizia dopo la pubblicazione del rapporto.

 

La professoressa Hilary Cass ha affermato di aver subito abusi online e che le era stato detto di non utilizzare i trasporti pubblici.

 

Ironicamente, il suo rapporto affermava che i bambini erano stati delusi da un discorso pubblico «tossico» sul genere.

 

La professoressa Cass ha dichiarato al Times: «sono stata davvero frustrata dalle critiche, perché si tratta di pura disinformazione. È completamente impreciso».

 

«Al momento stanno arrivando alcune email piuttosto orribili, dalla maggior parte delle quali il mio team mi sta proteggendo, quindi non riesco a vederle», ha detto.

 

«Ciò che mi sgomenta è quanto infantile possa diventare il dibattito. Se non sono d’accordo con qualcuno allora mi chiamano transfobica o TERF [femminista radicale trans-esclusiva]».

 

Ha anche detto che molti membri del personale delle cliniche di genere non hanno collaborato. Secondo il Times: «sei cliniche avevano ostacolato la sua revisione rifiutandosi di collaborare con la ricerca sull’impatto a lungo termine della prescrizione di bloccanti della pubertà e di ormoni sessuali. Ha descritto la loro incapacità di condividere i dati come “coordinata” e “motivata ideologicamente”».

 

NHS England ha annunciato che verrà effettuata una seconda revisione nelle cliniche di genere per adulti.

 

La professoressa Cass ha detto al Times che non avrebbe preso parte alla relazione sugli adulti dopo gli abusi subiti nelle ultime settimane. Ha detto: «L’avete sentito proprio qui: non farò la revisione della clinica sul genere per adulti».

 

Michael Cook

 

Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

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Accontentato il canadese che aveva chiesto al governo di pagare l’operazione per avere sia un pene che la vagina

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Renovatio 21 traduce questo articolo di Bioedge.   Un uomo dell’Ontario ha ottenuto il diritto a un intervento chirurgico di affermazione di genere negli Stati Uniti finanziato dal governo che gli darà sia una vagina che un pene.   Un collegio di tre giudici della Divisional Court dell’Ontario ha stabilito all’unanimità che rifiutarsi di coprire la procedura violerebbe i suoi diritti costituzionalmente riconosciuti dalla Carta.   Al centro del caso c’è K.S., un 33enne nato maschio, ma che ora si identifica come un «dominante femminile» non binario. Usa un nome femminile. Secondo lui, l’intervento più appropriato per sostenere la sua identità di genere è una «vaginoplastica con conservazione del pene», una procedura offerta presso il Crane Center for Transgender Surgery di Austin, in Texas. Non è disponibile in Canada.   Secondo un articolo del National Post, K.S. ha sostenuto che «costringerlo a farsi rimuovere il pene invaliderebbe la sua identità e sarebbe simile a un atto illegale di terapia di conversione».   Secondo il National Post:   «Solo perché la vaginoplastica è elencata come un servizio assicurato non significa che nessun tipo di vaginoplastica sia qualificabile, ha sostenuto l’OHIP in tribunale».   «La corte non è stata d’accordo. La vaginoplastica e la penectomia sono elencati come servizi distinti e separati nell’elenco degli interventi chirurgici dell’Ontario ammissibili al finanziamento, ha affermato la corte. “Il fatto che la maggior parte delle persone che si sottopongono ad un intervento di vaginoplastica lo facciano con modalità che comportano anche una penectomia” non cambia la disposizione. Se la provincia avesse voluto assicurare un solo tipo di vaginoplastica (vaginoplastica con asportazione del pene), avrebbe dovuto redigere l’elenco in modo diverso, ha affermato la Corte».   È interessante notare che la corte si è basata sugli standard WPATH, che recentemente sono stati attaccati per mancanza di rigore scientifico. Gli standard WPATH «si riferiscono espressamente alla vaginoplastica senza penectomia come opzione chirurgica per alcune persone non binarie», ha scritto il giudice Breese Davies nella sentenza della corte.   La Corte ha affermato chiaramente che la «vaginoplastica con conservazione del pene» è una questione di diritti umani. «Il diritto alla sicurezza della persona tutelato dalla Carta tutela la dignità e l’autonomia dell’individuo», si legge nella sentenza. Richiedere a un transgender maschio nato o a una persona non binaria «di rimuovere il proprio pene per ricevere finanziamenti statali per una vaginoplastica sarebbe incoerente con i valori di uguaglianza e sicurezza della persona».   Michael Cook   Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

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Atlete delle scuole medie si rifiutano di competere contro transessuali

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Un filmato che sta circolando in rete sembra mostrare un gruppo di cinque ragazze delle scuole medie che protestano per essere state costrette a competere contro un avversario maschio biologico transessuale fatto competere con loro.

 

Secondo quanto riportato dai media americani, in una sentenza all’inizio di questa settimana una corte d’appello federale si era pronunciata a favore della competizione dei maschi transgender nelle gare femminili dopo che era stato citato in giudizio lo Stato del West Virginia per la sua legge che vieta agli atleti trans di competere negli sport femminili nelle scuole pubbliche e nelle università.

 

Dopo la sentenza, l’adolescente è apparsa a una gara di lancio del peso per competere contro femmine biologiche.

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Per protesta, molte ragazze sono entrate nel settore del lancio del peso, si sono alzate brevemente e se ne sono andate senza lanciare un colpo.

 

Il video è stato condiviso dalla campionessa di nuoto, ora attivista per gli sport femminili, Riley Gaines.

 

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«Cinque atlete delle scuole medie del West Virginia si rifiutano di lanciare il lancio del peso contro un uomo» scrive la Gaines. «Ciò avviene appena 2 giorni dopo che la Corte d’Appello del Quarto Circuito ha bloccato la legge WV che dice che devi competere nella categoria che corrisponde al tuo sesso».

 

«È un giorno triste in cui le ragazze di 13-14 anni devono essere le adulte nella stanza, ma non potrei essere più ispirata e orgogliosa di queste ragazze. Quando è troppo è troppo. La marea sta cambiando!» chiosa la bionda nuotatrice.

 

Il sito OutKick riferisce che una delle ragazze che hanno preso parte alla manifestazione ha rivelato che l’atleta transgender ha vinto l’evento di lancio del peso.

 

Come riportato da Renovatio 21, l’anno scorso una squadra di basket femminile si ritira dal torneo per protesta contro un giocatore transgender che domina abitualmente le partite. Due mesi fa è emerso che una squadra di basket femminile di una scuola superiore del Massachusetts è stata costretta a rinunciare alla partita dopo che un giocatore transgender della squadra avversaria ha ferito tre giocatrici.

 

Secondo il sito web SheWon.org, gli uomini con confusione di genere hanno vinto centinaia titoli negli sport femminili.

 

La pagine web mostra centinaia di nomi di atlete superate in gara da transessuali in ben 29 discipline sportive: ci sono ciclismoatleticasollevamento pesinuoto, canottaggio, corsa campestre, golf, sci alpino, sci nordico, skateboard, surf, biliardo, perfino il poker.

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Come riportato da Renovatio 21, il transessualismo sta divenendo un problema in quantità impressionanti di discipline praticate dalle donne: abbiamo visto casi per il nuoto, la maratona, il ciclismo, la BMX, l’hockey, il sollevamento pesi, il basket

 

Problemi si sono avuti anche in sport di combattimento come la boxe, dopo un caso avvenuto ad un torneo nello Stato della Georgia, la Federazione statunitense di jiu-jitsu ha emanato una proibizione di competizione per i transessuali maschi negli eventi femminili.

 

In una lettera di protesta contro la follia transgender, l’ex campionessa di ciclocross Hannah Arensman aveva annunciato l’anno scorso che si è ritirata causa della presenza di transessuali nelle competizioni.

 

«Negli ultimi anni, ho dovuto gareggiare direttamente con ciclisti uomini negli eventi femminili», si legge in una lettera resa pubblica dalla Arensman. «Poiché questo è diventato sempre più una realtà, è diventato sempre più scoraggiante allenarsi duramente come me solo per dover perdere contro un uomo con l’ingiusto vantaggio di un corpo androgenizzato che intrinsecamente gli dà un evidente vantaggio su di me, non importa quanto mi alleno duramente».

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