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Spirito

Atto di Consacrazione del genere umano al Sacro Cuore di Cristo Re

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La preghiera di consacrazione del genere umano al Sacro Cuore fu promulgata da Papa Leone XIII come complemento all’enciclica Annum Sacrum del 25 maggio 1899, nella quale prescriveva che tale consacrazione fosse fatta in tutte le chiese dell’universo cattolico. in occasione del triduo solenne celebrato nella festa del Sacro Cuore di Gesù, i successivi 9, 10 e 11 giugno. San Pio X decretò che questa consacrazione fosse rinnovata ogni anno dinanzi al Santissimo Sacramento esposto, in occasione della Festa del Sacro Cuore.

 

 

O Gesù dolcissimo, o Redentore del genere umano, riguardate a noi umilmente prostesi dinanzi al vostro altare. Noi siamo vostri, e vostri vogliamo essere; e per poter vivere a Voi più strettamente congiunti, ecco che ognuno di noi oggi spontaneamente si consacra al Vostro Sacratissimo Cuore. Molti purtroppo non vi conobbero mai; molti, disprezzando i vostri comandamenti, Vi ripudiarono

 

O benignissimo Gesù, abbiate misericordia e degli uni e degli altri; e tutti quanti attirate al vostro Cuore santissimo.

 

O Signore, siate il re non solo dei fedeli che non si allontanarono mai da Voi, ma anche di quei figli prodighi che vi abbandonarono; fate che questi quanto prima ritornino alla casa paterna per non morire di miseria e di fame.

 

Siate il re di coloro che vivono nell’inganno dell’errore o per discordia da Voi separati: richiamateli al porto della verità e all’unità della fede affinché in breve si faccia un solo ovile sotto un solo pastore.

 

Siate il re finalmente di tutti quelli che sono avvolti nelle superstizioni del gentilesimo, e non ricusate di trarli dalle tenebre al lume e al regno di Dio.

 

Largite, o Signore, incolumità e libertà sicura alla vostra Chiesa, largite a tutti i popoli la tranquillità dell’ordine; fate che da un capo all’altro della terra risuoni quest’unica voce: Sia lode a quel cuore divino, da cui venne la nostra salute, a lui si canti gloria e onore nei secoli. Cosi sia.

 

Leone XIII

 

Articolo previamente apparso su FSSPX.news.

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Immagine devozionale del Sacro Cuore adorato dalla Beata Maria del Divino Cuore (Maria Droste zu Vischering) e da Santa Margherita Maria Alacoque.

Immagine di Corrado Mezzana via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported; immagine tagliata

 

 

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Pensiero

Mons. Viganò: Bergoglio e Davos hanno la stessa agenda

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Renovatio 21 pubblica il testo dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò comparso su X. Il prelato lombardo ha parlato varie volte della cupola del WEF e del suo ruolo nell’ora presente. Sui rapporti evidenti tra Davos, dove pure si sono celebrati rituali amazzonici non così diversi da quelli promossi dal gesuita, e il papato bergogliano Renovatio 21 ha pubblicato più articoli.   Il Forum di Davos ha un piano di dissoluzione sociale ben preciso, di matrice esplicitamente anticristica, e quindi antiumana e anticattolica.   Per questo, insieme alla distruzione dell’economia, dell’agricoltura e dell’allevamento, il WEF persegue con accanita ostinazione anche la distruzione della famiglia e della Religione, considerate un ostacolo ai propri obiettivi.   L’ideologia woke, LGBTQ+ e gender sono lo strumento principale per indottrinare le future generazioni a un mondo senza maschi e senza femmine, senza padre né madre, senza Fede e senza Morale. I giovani non devono avere alcun ideale, alcuno scopo, se non il perseguimento delle più aberranti perversioni e l’appagamento di piaceri degradanti che il Sistema fornisce loro.    

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Ogni deviazione in materia di Fede e di Morale promossa da Jorge Mario Bergoglio corrisponde all’attuazione di un preciso programma dettato dall’agenda woke.   Questa è la prova che sul Soglio di Pietro non siede un Papa ma un emissario dell’élite globalista, che ha come missione la distruzione della Chiesa Cattolica, esattamente come quasi tutti i leader occidentali devono distruggere le Nazioni che governano. Tutti sono legati tra loro dall’appartenenza al World Economic Forum.   Sarah Kate Ellis è CEO del GLAAD, una potente lobby eversiva LGBTQ+ che interferisce nei governi e nelle istituzioni per imporre l’accettazione sociale del vizio e della perversione. Non a caso è ospite del Forum di Davos, al quale prendono parte governi e società globaliste, compresa la chiesa bergogliana.  

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Sentire la Ellis elogiare Bergoglio dovrebbe far gelare il sangue nelle vene di ogni Cattolico, ad iniziare dai Vescovi. È come se un’associazione di piromani si complimentasse con il capo dei pompieri per come impedisce di spegnere gli incendi. E invece i Vescovi continuano a fingere di non vedere e di non capire – chi per pavidità, chi per ricatto, chi per interesse – che Bergoglio è un usurpatore del Soglio Pontificio, considerandolo solo un po’ troppo progressista.   In questa loro folle viltà, in questo loro tradimento essi si rendono complici dei peggiori nemici della Chiesa di Cristo.   Per porre fine alla tirannide del WEF, l’Amministrazione Trump – inaugurata sotto i migliori auspici – dovrà colpire in modo incisivo ed efficace tutte le sue ramificazioni nelle istituzioni pubbliche, compresa la chiesa bergogliana.

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Immagine di World Economic Forum via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-ShareAlike 2.0 Generic
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Spirito

Vaticano, rimpasto in Curia

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Dopo il concistoro ordinario pubblico che ha visto la creazione di ventuno cardinali, il sovrano pontefice ha appena assegnato ai diversi dicasteri che compongono la Curia romana i nuovi porporati ancora in età di ricoprire l’incarico. Una Curia diventata negli anni sempre più «bergogliana».

 

La Curia Romana riunisce tutti i dicasteri e gli organismi che aiutano il Papa nell’esercizio del suo ufficio. Ogni cardinale, essendo per sua natura collaboratore del romano pontefice, è, fin dalla sua creazione, nominato all’interno di un dicastero, equivalente ad un ministero.

 

Sono esentati da questo ufficio curiale i cardinali che abbiano compiuto gli ottant’anni di età, limite fissato dal diritto canonico. La nuova lista la dice lunga sul rimpasto portato avanti da Papa Francesco all’interno di una Curia verso la quale non ha mai nascosto una certa diffidenza fin dalla sua elezione nel marzo 2013.

 

Dalla riforma del 2022, il Dicastero per l’Evangelizzazione è diventato il primo organismo della Curia, a scapito del Dicastero per la Dottrina della Fede (DDF). Vi si sono aggiunti due nuovi cardinali: Vicente Bokalic Iglic, arcivescovo di Santiago del Estero, è stato vescovo ausiliare del futuro papa a Buenos Aires, e Domenico Battaglia, arcivescovo di Napoli, «sacerdote delle strade», sostiene il percorso sinodale tedesco.

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Diversi nuovi cardinali sono stati nominati nel DDF: Pablo Virgilio Siongco David, vescovo di Caloocan; Jaime Spengler, arcivescovo di Porto Alegre; Ignace Bessi Dogbo, arcivescovo di Abidjan; Roberto Repole, arcivescovo di Torino. I quattro nuovi membri hanno tutti partecipato alle due sessioni dell’ultimo sinodo dedicato alla sinodalità, di cui condividono gli orientamenti principali.

 

Così, il cardinale Spengler sostiene l’ordinazione degli uomini sposati nelle regioni prive di sacerdoti, ed è promotore di un rito «amazzonico» introdotto in via sperimentale dalla fine del 2024. Lo stesso alto prelato è nominato anche al Dicastero per il culto divino e la disciplina dei sacramenti: un bel simbolo.

 

Il Dicastero per le Chiese Orientali (DEO) riceve il cardinale George Jacob Koovakad, attualmente responsabile dei viaggi apostolici presso la Segreteria di Stato. È di rito siro-malabarese, una Chiesa che attraversa una grave crisi liturgica in India e che, finora, non era rappresentata tra i membri del DEO.

 

Il vaticanista dell’ACI Stampa, Andrea Gagliarducci, ritiene che questa sorprendente promozione dell’«agente di viaggio del papa» sarebbe un modo per Francesco di avere le mani più libere e di dipendere meno dalla Segreteria di Stato nei suoi viaggi all’estero.

 

Il cardinale Dominique Joseph Mathieu, arcivescovo di Teheran – Isfahan dei Latini, è nominato al Dicastero per le Cause dei Santi, e il cardinale Rolandas Makrickas, arciprete, sarà coadiutore della Basilica Papale di Santa Maria Maggiore al Dicastero per i Vescovi, dove si candidano per l’episcopato vengono scelti nelle diocesi che non dipendono dal Dicastero per l’evangelizzazione.

 

Mons. Makrickas ha spesso dimostrato la sua lealtà all’attuale papa, in particolare come capo dell’amministrazione della prima sezione della Segreteria di Stato, incarico che ha ricoperto tra il 2019 e il 2021, quando il suo servizio era stato inquinato dallo scandalo dell’acquisto fraudolento di un edificio londinese.

 

Al Dicastero per il Clero è assegnato il cardinale Baldassare Reina, vicario generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma. È lui l’uomo di fiducia incaricato dal papa di attuare la riforma volta a rendere il vicariato di Roma più dipendente dal pontefice argentino.

 

Il Dicastero per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica vede l’arrivo del cardinale Luis Gerardo Cabrera Herrera, arcivescovo di Guayaquil.

 

Il Dicastero per i Laici e la Famiglia accoglie il cardinale Fabio Baggio, sottosegretario del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale (DSDHI): ardente promotore del cammino sinodale, dell’accoglienza dei migranti e dell’ecologia all’interno della Curia Romana, potrebbe diventare prefetto di il DSDHI.

 

Arcivescovo di Belgrado, in un Paese a maggioranza ortodossa, il cardinale Ladislav Nemet è nominato al Dicastero per la promozione dell’unità dei cristiani: un incarico che va letto nel senso di un riavvicinamento all’Ortodossia, in particolare al Patriarcato di Mosca a cui appartiene Belgrado molto vicino. È vicepresidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa e per la linea progressista del Sinodo.

 

Il cardinale Jean-Paul Vesco, arcivescovo di Algeri, è entrato a far parte del Dicastero per il dialogo interreligioso, probabilmente a causa della maggioranza musulmana all’interno della quale esercita il suo ministero episcopale. L’alto prelato è noto per la sua difesa della promozione della donna nella Chiesa, di cui lamenta il modello «patriarcale» e «anacronistico».

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Ecco, infine, le nomine degli altri cardinali: Mykola Bychok, vescovo dei Santi Pietro e Paolo di Melbourne degli Ucraini, al Dicastero per la Cultura e l’Istruzione; Carlos Gustavo Castillo Mattasoglio, arcivescovo di Lima, al DSDHI; Frank Leo, arcivescovo di Toronto , presso il Dicastero per i testi legislativi; Tarcisio Isao Kikuchi, arcivescovo di Tokyo, presso il Dicastero per la Comunicazione; e Fernando Natalio Chomal i Garib, arcivescovo di Santiago del Cile, alla Pontificia Commissione per l’America Latina.

 

Non c’è bisogno di essere esperti dei misteri del Vaticano per vedere che l’inquilino di Sainte-Marthe ha notevolmente aumentato il suo controllo sui vari organi della Curia che, di concistoro in concistoro, appare sempre più riorganizzata. Con un obiettivo: infondere nel lungo periodo la governance e lo spirito di riforma che governa il destino della Chiesa dal 2013.

 

Articolo previamente apparso su FSSPX.News

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Immagine di Ank Kumar via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International

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Gender

«Vescova» episcopaliana predica contro Trump ad una funzione in sua presenza

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Una «vescova» della diocesi episcopaliana di Washington ha attaccato duramente Donald Trump durante un sermone tenuto in sua presenza.   Gli episcopaliani sono una sorta di versione americana degli anglicani, dove pure le vescove (o vescovesse) sono state grottescamente introdotte da anni.   La vescova Mariann Edgar Budde, durante una funzione alla Cattedrale di Canterbury della capitale americana, ha criticato severamente dal pulpito Donald Trump, che era presente con la famiglia e con il vicepresidente JD Vance, per le sue posizioni su LGBT, sui bambini trans, e sugli immigrati. Si tratta delle grandi priorità della sinistra globale, divenuta letteralmente per gli anglicanoidi, e più o meno anche per i cattolici fedeli a Bergoglio.   «Ci sono bambini gay, lesbiche e transgender in famiglie democratiche, repubblicane e indipendenti, alcuni dei quali temono per la propria vita» ha predicato la Budde, sostenendo che «la grande maggioranza degli immigrati non sono criminali», ma «buoni vicini» e «fedeli membri» di comunità religiose.  

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Mercoledì il presidente Donald Trump ha criticato duramente la reverenda vescova, dopo che ha pronunciato un sermone politicizzato di sinistra durante la funzione di preghiera inaugurale di martedì mattina presso la cattedrale nazionale di Washington.   «Il cosiddetto vescovo che ha parlato al National Prayer Service martedì mattina era un radicale di sinistra che odiava Trump in modo duro. Ha portato la sua chiesa nel mondo della politica in modo molto scortese. Era cattivo nei toni, e non convincente o intelligente», ha scritto Trump su Truth Social.   «Non ha menzionato il gran numero di migranti illegali che sono entrati nel nostro Paese e hanno ucciso persone. Molti sono stati trasferiti da prigioni e istituti psichiatrici. È un’ondata di criminalità gigantesca quella che sta avvenendo negli USA. A parte le sue dichiarazioni inappropriate, il servizio è stato molto noioso e poco stimolante. Non è molto brava nel suo lavoro! Lei e la sua chiesa devono delle scuse al pubblico!»   Mercoledì la Budde è apparsa anche al programma The View, – seguitissimo programma per casalinghe noto per l’odio assoluto contro Donald Trump (da quando è in politica: prima era accolto con gioia come ospite che faceva salire gli ascolti – dove ha affermato che è stato Trump a politicizzare il suo discorso.   Perché Trump (che sulla carta è segnato come un protestante nondenominational, cioè senza affiliazione precisa) e Vance (che è convertito cattolico, e accanto aveva la moglie Usha, induista) debbano sottoporsi al ridicolo rito di una vescovessa, prima ancora che sentire le sue omelie, rimane un mistero.

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