Controllo delle nascite
Al-Sisi parla di politica del figlio unico in Egitto. Proprio come voleva il Memorandum NSSM-200
La politica del figlio unico, abbandonata ufficialmente dalla Cina dopo decenni di disastro che ha portato la Cina sull’orlo dell’implosione demografica, riappare ora in Egitto per bocca della massima carica dello Stato.
Il presidente Abdel Fattah Al-Sisi ha esortato gli egiziani ad avere molti meno figli, sostenendo che l’attuale tasso di natalità creerà una «catastrofe» per il Paese nordafricano.
«Abbiamo bisogno di 400.000 nascite all’anno», ha detto al-Sisi al Congresso globale su popolazione, salute e sviluppo (PHDC), che si è aperto martedì al Cairo. «Non sono d’accordo con la vostra idea che avere figli sia una questione di completa libertà», ha detto il presidente rivolgendosi al ministro della Salute e della Popolazione Khaled Abdel Ghaffar, citato dall’AFP.
«Lasciare la propria libertà a persone che potenzialmente non conoscono la portata della sfida? Alla fine, sarà l’intera società e lo Stato egiziano a pagare il prezzo», ha detto Al-Sisi. «Dobbiamo organizzare questa libertà, altrimenti si creerà una catastrofe».
Al Sisi ha citato l’esempio della Cina, che «è riuscita a controllare la popolazione» imponendo una dura politica del figlio unico negli anni ’70. Pechino ha abbandonato questa politica nel 2015, e ha da allora incoraggiato la crescita della popolazione.
Secondo i materiali della conferenza del PHDC, la crescita della popolazione può «mettere a dura prova le risorse e le infrastrutture, portando a sfide sanitarie e sociali». Una popolazione in rapida crescita «compromette la disponibilità e la qualità dei servizi di base tra cui sanità, istruzione, sicurezza sociale» e contribuisce al «rapido esaurimento delle risorse naturali», affermano i documenti.
L’incontro, iniziato martedì e che durerà fino all’8 settembre, è sponsorizzato da diverse agenzie delle Nazioni Unite, dall’USAID – l’ente americano per i Paesi in via di sviluppo – e da diverse importanti aziende farmaceutiche.
L’Egitto è di gran lunga la nazione araba più popolosa, con circa 113 milioni di residenti. Ha registrato quasi 2,2 milioni di nascite nel 2022. Al-Sisi ha sottolineato le pressioni economiche che la crescita demografica ha esercitato sul Paese, che ha fatto affidamento sull’importazione di cibo dall’estero.
L’affermazione sfacciatamente antinatalista del presidente egiziano può cogliere di sorpresa: il tema del controllo delle nascita, una volta trattato apertamente, era divenuto sempre più difficile da sostenere in pubblico, soprattutto quando vi sono studi sull’implosione demografica e, segno definitivo, la Cina stessa si è rimangiata la legge del figlio unico, che ha sbilanciato la composizione della sua popolazione creando una superpotenza fatta più di vecchi che di giovani, e con più maschi che femmine a causa dell’aborto sesso-selettivo, così da ingenerare tensioni sociali incontrollabili – per questo si dice che Pechino spinga i giovani cinesi a cercarsi delle mogli anche all’estero, in Tailandia, in Russia, in Pakistan…
La Cina, dopo decenni di legge del figlio unico (con conseguente eccidio di centinaia di milioni di bambini tramite aborto), ora sta cercando di salvare il tasso di natalità con contribuiti pubblici alla gravidanza e fecondazione artificiale.
La politica del figlio unico, peraltro, non fu esattamente un’idea cinese.
Non è noto che la politica del figlio unico nacque quando uno scienziato missilistico cinese, Song Jian, fu avvicinato da agenti del Club di Roma (il consesso antinatalista dei potenti mondiali creato da Aurelio Peccei con i Rockefeller ed altri) che gli parlarono di simulazioni al computer che mostravano il crollo della Cina popolare nel caso non fosse stato proibito ai cittadini di fare più di un figlio.
Deng Xiaoping – il macellaio di Tian’anmen, che però per qualche ragione piaceva assai al potere occidentale che lo festeggiava come «riformista» preparando l’ingresso della Cina nel WTO – ascoltò il suo scienziato balistico e da allora iniziò la strage massiva degli innocenti cinesi (anzi, spesso, delle innocenti, in quanto gli aborti possono essere stati, in larga parte, sesso-selettivi) e di fatto l’implosione demografica della Cina.
Ora, per contrastare il crollo del tasso di fertilità, i funzionari cinesi hanno allentato la politica del figlio unico del Paese (prima due, poi tre figli) e offerto incentivi alle famiglie per riprodursi, ma nulla ha funzionato come doveva.
Alcune province cinesi stanno cercando di andare oltre, inclusa una che ora incoraggia le persone ad avere tutti i bambini che vogliono, anche se non sono sposate.
La Repubblica popolare sta inoltre contando sulla riproduzione artificiale: ogni anno in Cina già nascono almeno 200 mila bambini creati in laboratorio. Un singolo ospedale può arrivare a tenere in azoto liquido anche 100 mila embrioni crioconservati. È facile pensare che gli embrioni disponibili possano quindi essere già diversi milioni.
Del collasso della popolazione parla spesse volte, e con estrema decisione e lucidità, Elon Musk, che lo ritiene «potenzialmente il più grande rischio per il futuro della civiltà».
Conosciamo tuttavia come lo spopolamento del pianeta fosse un imperativo interno della politica americana. Il 10 dicembre 1974 il Consiglio di Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti ha promulgato un documento segreto intitolato «Memorandum di uno Studio sulla Sicurezza Nazionale – 200 (NSSM-200)», detto anche Il rapporto Kissinger.
«Dovunque una diminuzione della pressione della popolazione ottenuta attraverso una diminuzione dell’incremento demografico possa consolidare le prospettive di detta stabilità, le politiche demografiche diventano importanti per il reperimento delle risorse e per gli interessi economici degli Stati Uniti» scrive il memorandum.
«Gli aiuti per la diminuzione della popolazione dovrebbero essere innanzi tutto diretti ai Paesi in via di sviluppo più grandi e in più rapida crescita, dove c’è uno speciale interesse politico e strategico degli Stati Uniti. Questi Paesi sono: India, Bangladesh, Pakistan, Nigeria, Messico, Indonesia, Brasile, Filippine, Thailandia, Egitto, Turchia, Etiopia e Colombia» (corsivo nostro).
Quaranta anni fa, quindi, lo Stato Profondo americano parlava di depopolamento dell’Egitto.
Il documento è ancora visibile sul sito dell’USAID, che era, appunto tra gli organizzatori della conferenza del Cairo dove Al-Sisi ha potuto fare la sua sparata antinatalista.
Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Ambiente
Fermare il cambiamento climatico con «l’abbattimento della popolazione tramite pandemia mortale»: parla un professore
Un professore di rischi geofisici e climatici dell’University College di Londra (UCL) ha pubblicato sabato un messaggio controverso sui social media che sembrava fornire sostegno ad una prospettiva di riduzione della popolazione umana tramite tremenda pandemia.
Condividendo sul suo account X un articolo del Guardian in cui si chiedeva quanto sia preparata l’umanità per una potenziale epidemia di influenza aviaria, il cattedratico inglese ha scritto: «Se devo essere brutalmente onesto, l’unico modo realistico in cui vedo le emissioni diminuire alla velocità necessaria, per evitare un catastrofico collasso climatico, è l’abbattimento della popolazione umana da parte di una pandemia con un tasso di mortalità molto elevato».
Interesting thing to say. pic.twitter.com/HN6WiMR161
— RAW EGG NATIONALIST (@Babygravy9) May 13, 2024
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Il professore l’indomani avrebbe cancellato il messaggio, «non perché me ne pento, ma perché così tante persone là fuori l’hanno erroneamente o intenzionalmente presa nel modo sbagliato» ha scritto su un tweet.
RIGHT, I AM DELETING THE INITIAL TWEET NOW. NOT BECAUSE I REGRET IT, BUT BECAUSE SO MANY PEOPLE OUT THERE HAVE MISTAKENLY, OR INTENTIONALLY, TAKEN IT THE WRONG WAY. pic.twitter.com/5S65IIN8Rb
— Bill McGuire (@ProfBillMcGuire) May 12, 2024
Davanti ad una ridda di commenti, l’esperto in seguito ha poi puntualizzato che per «l’abbattimento della popolazione» intendeva in realtà «un crollo improvviso dell’attività economica. Non le persone che muoiono», ha affermato.
«Sto parlando di una riduzione dell’attività economica, NON di una riduzione della popolazione», ha affermato ancora.
It’s about suddenly falling economic avctivity. Not people dying.
— Bill McGuire (@ProfBillMcGuire) May 12, 2024
«Ditemi come le emissioni possono diminuire del 50% necessario entro 66 mesi, se non a causa di un grave shock socio-economico come una grave pandemia, una guerra nucleare o una catastrofe geofisica globale. Sto parlando di una ridotta attività economica, NON di una riduzione della popolazione» ha continuato.
No I don’t. You tell me how emissions can fall by the 50 percent needed within 66 months, if not due a major socio-economic shock such as a major pandemic, nuclear war or global geophysical catastrophe.
I am talking about reduced economic activity NOT reduced population. https://t.co/kEGFnKp5p1
— Bill McGuire (@ProfBillMcGuire) May 12, 2024
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Il climatologo, specializzato in vulcanologia, è stato membro del gruppo di lavoro sui rischi naturali del governo britannico, istituito nel 2005 in seguito allo tsunami nell’Oceano Indiano del 2004, e nel 2010 membro del gruppo consultivo scientifico per le emergenze (SAGE), che si occupava del problema delle ceneri islandesi emesse dal vulcano islandese Eyjafjallajökull. Più tardi il SAGE sarebbe divenuto noto al mondo per l’implementazione delle restrizioni pandemiche COVID, che colpirono la Gran Bretagna con una brutalità perfino maggiore a quella degli altri Paesi.
Come riportato da Renovatio 21, idee estreme per la «soluzione» del cosiddetto cambiamento climatico sono in circolazione da tempo, pubblicate tranquillamente anche da grandi giornali.
Due anni fa il principale scienziato fautore della cosiddetta geoingegneria solare, l’harvardiano David Keith, ha rivendicato la tecnologia di controllo del clima planetario in un lungo editoriale sul New York Times, che esprimeva concetti allucinanti, come l’accettazione della morte di quantità massive di esseri umani a causa delle ricadute delle sostanze chimiche spruzzate con gli aerei per deflettere la luce solare (cioè oscurare il sole: altro progetto finanziato da Bill Gates, e non solo da lui), un male minore rispetto all’apocalisse climatica prospettata dall’esperto.
Il pensiero della riduzione della popolazione, come noto, non è sconosciuto alle élite dominanti, con il guru del World Economic Forum Yuval Harari a dichiarare platealmente che il pianeta non ha più bisogno di una vasta maggioranza degli esseri umani che vi vivono. Di qui, un’agenda indicibile che, mentre siamo distratti da stupidaggini, sterilizza e ammazza in varie parti del mondo.
Come riportato da Renovatio 21, una pandemia «peggiori di quelle del COVID», che ora cominciano a chiamare «Malattia X», è discussa apertis verbis da miliardari come Bill Gates e Warren Buffett, oltre che dagli immancabili Rockefeller, attivi «filantrocapitalisticamente» nei decenni scorsi in programmi di contrasto a quella che chiamano «sovrappopolazione», un mito fasullo (è vero il contrario: l’implosione demografica è imminente) ammannito al pubblico per giustificare lo spopolamento di un pianeta che gli oligarchi, che non abbisognano più di mano d’opera umana, vogliono solo per sé e per i loro robot.
Ecco dove pandemia e cambiamento climatico si toccano: nel cuore della Necrocultura, nella pratica di una nuova religione di morte che serve a svuotare la Terra con uno sterminio infinito, un grande sacrificio umano di cui non vediamo i confini.
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Controllo delle nascite
Oligarcato e Necrocultura: il capo di BlackRock elogia la depopolazione e la sostituzione degli umani con le macchine
Larrry Fink talks about declining population growth in xenophobic countries being augmented by AI and Robots. The only major economies that fit that bill are China & Japan.
We at Phinance Technologies don’t agree with his premise on declining demographics and he doesn’t address… pic.twitter.com/NFfLsjirr6 — Edward Dowd (@DowdEdward) May 3, 2024
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Controllo delle nascite
OMS e riduzione della popolazione, cadono le maschere
Da oltre mezzo secolo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) pianifica la riduzione della popolazione attraverso l’aborto e la contraccezione. È quanto emerge dal recente studio pubblicato dal Centro Europeo di Giustizia e Diritto (ECLJ) che ha il merito di mettere in luce la grande menzogna delle politiche sulla salute riproduttiva portate avanti su scala planetaria.
«Indossiamo costantemente la maschera e, abbandonando la natura, abbiamo paura di mostrarci col nostro volto». Louis-Marie Bonneau e Gregor Puppinck sembrano aver imparato la lezione di Boileau, perché queste sono infatti le maschere che i due ricercatori gettano nel loro studio pubblicato dalla ECJL nel febbraio 2024.
Gli autori si sono proposti di analizzare il Programma di salute Riproduttiva Umana (HRP) sviluppato dall’OMS negli anni ’70 e perfezionato nel corso degli anni. Un programma che fa riferimento al lavoro di Paul Ehrlich pubblicato nel 1968 con il titolo The Population Bomb (La bomba demografica). L’ecologia catastrofista propugnante la decrescita era appena nata e le streghe che si chinavano sulla sua culla promettevano che avrebbe avuto davanti a sé un futuro radioso.
Fino ad ora, la documentazione riguardante l’HRP proveniva da ex dirigenti che hanno partecipato al programma e hanno adottato un approccio olistico. Mancava uno studio indipendente in grado di descrivere più in dettaglio come l’OMS ha strutturato la ricerca sulla salute riproduttiva.
Il grande merito dei ricercatori dell’ECLJ è quello di comprendere come l’HRP si inserisca nella strategia delle Nazioni Unite per il controllo demografico globale: «Con l’obiettivo di migliorare la salute e la prosperità riducendo la popolazione, l’HRP ha svolto un ruolo di primo piano sia nello sviluppo di metodi della contraccezione e dell’aborto e nell’ambito della loro accettabilità».
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Un altro interesse dell’indagine appena pubblicata è quello di evidenziare il ruolo svolto da attori privati che hanno sempre più o meno preferito restare nell’ombra: uno studio sui finanziamenti dell’HRP rivela gli investimenti colossali di fondazioni tra le più influenti nel mondo.
Nel 2019, ad esempio, Warren Buffett ha promesso quasi 100 milioni di dollari all’HRP. Anche la Fondazione Bill & Melinda Gates fornisce finanziamenti al programma su base continuativa, per un importo compreso tra 3 e 4 milioni di dollari all’anno nel periodo 2019-2022.
E gli autori citano, tra le altre, la generosità dimostrata anche dalle fondazioni Ford, Rockefeller, Hewlett e MacArthur, sempre presenti quando si tratta di portare avanti la cultura della morte. Perché l’errore sarebbe credere che l’HRP miri soprattutto al bene dell’umanità.
L’obiettivo dichiarato dell’HRP negli anni ’70 era quello di evitare l’esplosione della «bomba demografica» che, secondo l’OMS, avrebbe portato ad una carestia globale duratura.
Nel 2021, questo scenario mai avvenuto è superato, dal momento che la FAO – l’organismo delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura – ha stimato che il 17% della produzione alimentare globale è stata sprecata e ha constatato l’invecchiamento complessivo della popolazione. Tuttavia, l’agenda dell’HRP su aborto e contraccezione rimane invariata.
E i due ricercatori dell’ECLJ si chiedono: «l’obiettivo dell’ONU è davvero la prosperità dell’umanità o piuttosto l’emergere di una nuova natura umana? In ogni caso, è essenziale sensibilizzare l’opinione pubblica sull’HRP e sul suo lavoro, per togliere la maschera delle sue buone intenzioni e ridurre la sua influenza e quella dei suoi donatori».
Un inganno che si riscontra nei metodi dell’OMS, che presta poca attenzione alla libertà individuale quando si tratta di imporre la pianificazione familiare a intere popolazioni del continente africano, ma innalza il livello dei diritti umani dell’uomo – come La Libertà guida il popolo di Delacroix – quando si tratta di difendere le cause dell’aborto e della comunità LGBT.
Dopotutto, non siamo più a una sola bugia…
Articolo previamente apparso su FSSPX.news.
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