Bioetica
Aborto, embrioni in provetta e congelati: cosa succederà dopo la legge Roe W. Wade
Alison Motluk, studiosa di questioni della riproduzione artificiale, ha annotato nella sua newsletter Heyreprotech alcune domande come potranno sorgere se la sentenza Roe v. Wade – il pronunciamento della Corte Suprema USA che diede il via all’aborto libero negli USA (e non solo) – venisse cancellata, come parrebbe dalla bozza trapelata con grande clamore in questi giorni.
La questione che la Motluk si pone non è di poco conto, tuttavia è ignorata da chiunque, soprattutto dal giro cattolico: la fine dell’aborto come diritto limiterà o cancellerà anche la riproduzione artificiale? La proibizione delle «interruzioni di gravidanza» metteranno a rischio anche la produzione di esseri umani in provetta?
Le domande sono raccolte da varie fonti, da articoli come da post su Twitter.
Ne riportiamo qualcuna.
Se il mio stato considera un embrione una persona, ma il mio embrione è conservato in uno Stato che non lo fa, il mio embrione è ancora considerato una «persona»?
Devo spostare tutti i miei embrioni in uno stato che non li ritenga persone? Devo farlo subito?
Potrò lasciare il mio Stato per fare il mio trattamento per la fertilità in uno Stato «non personale»?
Potrò lasciare il mio stato per fare una «riduzione selettiva»? Cosa succede quando torno? Cosa succede all’amico che guida la macchina?
Sarà ancora legale congelare gli embrioni?
Sarà ancora legale scartare gli embrioni? Cosa accadrà se lo faccio?
E cosa accadrà alla persona che effettivamente scarterà l’embrione per me?
Qualcuno sarà disposto a scartare un embrione per me?
Posso scartare il mio embrione in un altro Stato anche se il mio stesso Stato lo considera un omicidio?
È vero che in alcuni stati solo gli embrioni nell’utero sono minacciati e quelli nel congelatore della clinica della fertilità sono al sicuro?
È vero che finché sto cercando di creare un bambino e adempiendo al mio ruolo di madre, la distruzione dell’embrione potrebbe non essere un grosso problema?
Potrò ancora fare i test genetici su un embrione? Potrò ancora trasferire l’embrione «migliore»?
Se gli embrioni aneuploidi sono «non funzionali» [non-viable], saranno esenti da tutto questo?
Il «non vitale» esisterà
È vero che in alcuni stati è illegale abortire dopo una diagnosi di sindrome di Down?
Se la mia fecondazione in vitro porta a trigemini, potrò comunque fare una «riduzione selettiva»?
Se la mia fecondazione in vitro porta a una gravidanza extrauterina, potrò comunque interromperla?
Vorrei essere più chiara: se la mia gravidanza mi ucciderà, potrò ancora abortire?
Se abortisco, diventerò un sospetto? Il mio embrione sarà in grado di denunciarmi? Posso denunciarlo?
Se la mia surrogata ha bisogno di una «riduzione selettiva» e vive in uno stato in cui l’aborto è legale, ma io vivo in uno Stato in cui non lo è, può comunque ottenerlo?
E se la mia surrogata avesse bisogno di una «riduzione selettiva» e vive in uno Stato in cui l’aborto non è legale, ma io vivo in uno in cui lo è… può venire nel mio Stato per questo?
(…)
Alcuni stati cercheranno di criminalizzare la fecondazione in vitro?
I genitori gay sono in pericolo?
(…)
Dove finisce l’informazione e inizia il «favoreggiamento»? Date le leggi sul «favoreggiamento», se i miei genitori mi aiutano a pagare le mie cure e il mio trattamento include una “riduzione selettiva”, potrebbero finire nei guai?
Dovrei trasferire embrioni di qualità davvero scadente insieme al mio unico embrione buono, così non devo buttare via quelli cattivi e rischiare di essere perseguito?
Il trasferimento di un embrione durante il mio periodo non fertile è considerato «scarto»?
Lo stato mi obbligherà a offrire i miei embrioni inutilizzati per «adozione»?
Potrò conservare i miei embrioni inutilizzati congelati per l’eternità?
Se io e mio marito divorziamo e lui vuole usare gli embrioni e io no, la corte si schiererà con lui?
D’ora in poi tutti dovrebbero semplicemente congelare ovuli ed embrioni separatamente?
Dovremmo fertilizzare solo uno o due ovuli alla volta d’ora in poi?
(…)
Bioetica
Mons. Viganò loda Alberto di Monaco, sovrano cattolico che non ha ratificato la legge sull’aborto
L’arcivescovo Carlo Maria Viganò ha lodato il principe Alberto di Monaco che nel principato dove è regnante ha rifiutato di firmare la legge per legalizzare l’aborto.
«Il Principe Alberto di Monaco, coerentemente con la Fede che egli professa e con l’autorità sacra che legittima la sua funzione di sovrano del Principato di Monaco, non ratifica la proposta di legge per la depenalizzazione dell’aborto, crimine esecrando» scrive Sua Eccellenza in un post sul social media X. «Nel 1990 fa il Re Baldovino del Belgio abdicò, piuttosto di dare la propria approvazione all’odiosa legge sull’aborto: anch’egli fu un Monarca veramente cattolico».
«Suscita sconcerto il silenzio del Vaticano dinanzi a questa testimonianza di Fede, che dovrebbe essere additata ad esempio: un silenzio che diventa assordante quando tace davanti all’uccisione di milioni di innocenti massacrati nel ventre materno. Un silenzio che è riecheggiato quando Joe Biden finanziava l’industria dell’aborto e lo autorizzava fino al momento del parto» continua monsignore.
«La “chiesa sinodale” presta ascolto al “grido della Terra”, mentre finge di non udire il gemito dei bambini sterminati. Essa è troppo impegnata a propagandare gli “obiettivi sostenibili” dell’Agenda 2030 (tra cui figura anche l’aborto, definito ipocritamente “salute riproduttiva”) per denunciare i sacrifici umani di questa società antiumana e anticristica. Troppo occupata a lucrare sul traffico di clandestini che dovrebbe invece denunciare come strumento di islamizzazione dell’Europa un tempo cristiana» tuona l’arcivescovo già nunzio apostolico negli Stati Uniti d’America.
Il Principe Alberto di Monaco, coerentemente con la Fede che egli professa e con l’autorità sacra che legittima la sua funzione di sovrano del Principato di Monaco, non ratifica la proposta di legge per la depenalizzazione dell’aborto, crimine esecrando. Nel 1990 fa il Re… https://t.co/6mGMkIamVd
— Arcivescovo Carlo Maria Viganò (@CarloMVigano) November 24, 2025
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Come riportato da Renovatio 21, in passato il prelato lombardo ha definito l’aborto come «il sacramento di Satana».
«Morte. Solo morte. Morte prima di nascere. Morte durante la vita. Morte prima di morire naturalmente. Significativamente, chi è favorevole alla morte degli innocenti – bambini, malati, anziani – è contrario alla pena di morte. Si può essere trovati indegni di vivere perché poveri, perché vecchi, perché non voluti da chi ci ha concepito; ma se si massacrano persone o si compiono delitti orrendi, la pena capitale è considerata una barbarie» aveva scritto monsignore in un testo di due anni fa.
«Dovremmo iniziare a comprendere che i teorizzatori di questa immane strage che si perpetua da decenni e ci ripiomba nella barbarie del peggior paganesimo non si considerano parte dello sterminio: nessuno di loro è stato abortito; nessuno di loro è stato lasciato morire senza cure; a nessuno di loro è stata imposta la morte per ordine di un tribunale. Siamo noi, siete voi e i vostri figli, i vostri genitori, i vostri nonni che dovete morire, e che vi dovete sentire in colpa perché siete vivi, perché esistete e producete CO2».
«L’aborto è un atto di culto a Satana. È un sacrificio umano offerto ai demoni, e questo lo affermano orgogliosamente gli stessi adepti della «chiesa di Satana», che negli Stati Americani in cui l’aborto è vietato rivendicano di poter usare i feti abortiti nei loro riti infernali. D’altra parte, in nome della laicità si abbattono le Croci e le statue della Madonna e dei Santi, ma al loro posto iniziano a comparire immagini raccapriccianti di Bafometto» ha detto monsignore.
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«L’aborto è un crimine orrendo perché oltre alla vita terrena priva il bambino della visione beatifica, destinandolo al limbo perché sprovvisto della Grazia battesimale. L’aborto è un crimine orrendo perché cerca di strappare a Dio delle anime che Egli ha voluto, ha creato, ha amato e per le quali ha offerto la propria vita sulla Croce. L’aborto è un crimine orrendo perché fa credere alla madre che sia lecito uccidere la creatura che più di tutte, e a costo della sua stessa vita, ella dovrebbe difendere. E con tale crimine quella madre si rende assassina e se non si pente si condanna alla dannazione eterna, vivendo molto spesso anche nella vita quotidiana il rimorso più lancinante. L’aborto è un crimine orrendo perché si accanisce sull’innocente proprio a causa della sua innocenza, rievocando gli omicidi rituali dei bambini commessi nelle sette di ieri e di oggi. Sappiamo bene che la cabala globalista è legata dal pactum sceleris della pedofilia e di altri crimini orrendi, e che a quel patto sono vincolati esponenti del potere, dell’alta finanza, dello spettacolo e dell’informazione».
«Rifiutiamo l’aborto e avremo milioni di anime che potranno amare ed essere amate, compiere grandi cose, diventare sante, combattere al nostro fianco, meritare il Cielo».
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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)
Bioetica
Nuovo libro per bambini insegna ai bambini di 5 anni che l’aborto è un «superpotere»
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Bioetica
«Estrema irrazionalità bioetica al servizio della biopolitica»: vescovo spagnolo denuncia la «tragedia dei 73 milioni di aborti» all’anno
Il presidente della Conferenza episcopale spagnola ha denunciato la «tragedia dei 73 milioni di aborti» praticati ogni anno in tutto il mondo. Lo riporta LifeSite.
Nel suo discorso alla 128ª Assemblea plenaria dei vescovi spagnoli a Madrid, Luis Javier Argüello García, arcivescovo di Valladolid, ha parlato di come l’aborto venga messo a tacere dalla società secolarizzata e i sostenitori della vita vengano emarginati.
«Chiunque dichiari pubblicamente che l’aborto è oggettivamente immorale perché pone fine alla vita di un essere umano diverso dai genitori rischia una dura condanna personale, sociale e politica: “Mettere in discussione questa conquista? Dubitare di questo diritto? Questo è il culmine del pensiero fascista e autoritario e merita di essere immediatamente etichettato come estremismo di destra”», ha affermato monsignor Argüello.
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«Fornire informazioni alle donne incinte è considerato un abuso, e pregare fuori da una clinica per l’aborto è considerato una minaccia». «Perché questo rifiuto di pensare razionalmente e di lasciare che la scienza – DNA, genomica, ultrasuoni, ecc. – parli, informi e ci permetta di riconoscere la verità?» ha chiesto.
L’arcivescovo ha affermato che l’essere umano è «un organismo vivente della specie Homo Sapiens».
«Secondo questa definizione, il fatto che un feto o un embrione sia un essere umano è semplicemente un fatto biologico», ha osservato. «Basta dare un’occhiata a qualsiasi libro di testo di embriologia medica per vedere che gli scienziati confermano all’unanimità che, dal momento della fecondazione, nel corpo della madre si crea un organismo umano vivente e indipendente, con un proprio patrimonio genetico».
«Per questo non c’è bisogno di consultare la Bibbia, anche se essa ci insegna che la sua dignità è sacra e che è dotata di un’anima immortale», ha aggiunto il presule.
«La società occidentale ha completamente soppresso la questione dell’aborto», ha affermato Argüello. «La tragedia di 73 milioni di aborti in tutto il mondo ogni anno, di cui 100.000 in Spagna, è diventata la normalità. Siamo arrivati a un punto di estrema irrazionalità nella bioetica, che è al servizio della biopolitica».
«Nello stesso ospedale, un gruppo di medici può essere determinato a salvare un feto di cinque mesi e mezzo, mentre un altro gruppo nella stanza accanto uccide deliberatamente un bambino della stessa età», ha affermato, sottolineando l’ipocrisia e l’incoerenza della posizione pro-aborto.
«Questo è del tutto legale. Allo stesso modo, la legge può punire la distruzione di un nido d’aquila con una multa di 15.000 euro e fino a due anni di carcere, ma garantisce il diritto di uccidere un bambino con sindrome di Down fino al termine della gravidanza».
«Tuttavia, una prospettiva cattolica non può limitarsi ad affermare la protezione della vita nascente e a lottare contro l’aborto», ha sottolineato l’arcivescovo. «Deve tenere conto della madre, del padre e delle circostanze ambientali, sociali ed economiche che accompagnano la gravidanza, il parto e i primi anni di vita».
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Monsignor Argüello ha sottolineato l’importanza di sostenere le madri in situazioni difficili prima e dopo il parto, un compito che molte organizzazioni e individui pro-life intraprendono regolarmente.
«Vorrei esprimere la mia solidarietà a tutte le donne incinte e incoraggiarle a non esitare a chiedere aiuto quando si trovano ad affrontare lo stress di una gravidanza potenzialmente indesiderata», ha affermato. «La soluzione a una situazione così spesso difficile da sopportare da soli non dovrebbe essere l’interruzione della vita non ancora nata. Ribadisco l’impegno della Chiesa e di tante donne e uomini ragionevoli di buona volontà ad aiutare in questa situazione».
«La presunta soluzione ai problemi che richiedono politiche a favore della famiglia e della vita è un sintomo dell’indebolimento morale della nostra democrazia», ha concluso.
Come riportato da Renovatio 21, monsignor Arguello ha rilanciato lo scorso anno la causa di beatificazione della monarca spagnuola Isabella di Castiglia detta Isabella la Cattolica (1451-1504), tuttavia il Dicastero per le Cause dei Santi ha appena annunciato che, dato il contesto attuale, è «quasi impossibile» portare a termine il processo.
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Immagine di Iglesia en Valladolid via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic
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