Economia
L’UE verso la «guerra commerciale» con Pechino. Ma l’obbiettivo potrebbe essere Musk

Secondo una dichiarazione pubblicata sul sito web della Commissione, la decisione della Commissione Europea di imporre tariffe sui veicoli elettrici a batteria (BEV) provenienti dalla Cina ha ricevuto «il sostegno necessario» dagli Stati membri dell’UE.
I critici di queste misure hanno tuttavia messo in guardia l’UE dal dichiarare una guerra commerciale con la potenza asiatica.
La decisione segna «un altro passo» verso la conclusione dell’indagine anti-sovvenzioni della Commissione sulle auto elettriche prodotte in Cina, avviata da Bruxelles nell’ottobre 2023, si legge nella nota diffusa venerdì.
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Le nuove imposte variano dal 7,8% per le aziende straniere come Tesla, che producono i loro veicoli nei Paesi asiatici, al 35,3% per le aziende cinesi che, a quanto si dice, non hanno collaborato all’indagine. Le nuove tariffe, che saranno applicate per i prossimi cinque anni, si aggiungono al dazio standard dell’UE del 10% sulle importazioni di automobili.
«Oggi la proposta della Commissione europea di imporre dazi compensativi definitivi sulle importazioni di veicoli elettrici a batteria (BEV) dalla Cina ha ottenuto il sostegno necessario dagli Stati membri dell’UE per l’adozione delle tariffe», ha affermato la Commissione.
Dieci dei 27 stati membri dell’UE, tra cui Francia, Italia e Polonia, hanno sostenuto l’imposizione delle tariffe, ha riferito l’AFP, citando diplomatici dell’UE. Cinque paesi, tra cui Germania e Ungheria, hanno votato contro, mentre 12 si sono astenuti, tra cui Spagna e Svezia.
Bruxelles ha sostenuto che i dazi sono necessari per proteggere le case automobilistiche europee dalla concorrenza sleale, poiché sostiene che le case automobilistiche cinesi beneficiano di sussidi statali.
La Germania, la più grande economia dell’UE e un importante produttore di automobili, ha espresso forti obiezioni ai dazi.
«La Commissione non dovrebbe scatenare una guerra commerciale. Abbiamo bisogno di una soluzione negoziata», ha affermato il ministro delle finanze tedesco Christian Lindner su X.
Die @EU_Commission von Ursula von der Leyen sollte trotz des Votums für mögliche Strafzölle gegen China keinen Handelskrieg auslösen. Wir brauchen eine Verhandlungslösung. Ich setze auch auf @_FriedrichMerz, seiner Parteifreundin zu erläutern, was hier auf dem Spiel steht. CL
— Christian Lindner (@c_lindner) October 4, 2024
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Il primo ministro ungherese Vittorio Orban aveva avvertito prima del voto che l’UE si stava dirigendo verso una «guerra fredda economica» con la Cina.
L’UE ha aggiunto che sta ancora lavorando con Pechino per cercare «una soluzione alternativa». Le nuove tariffe dovrebbero entrare in vigore alla fine di ottobre.
Il governo cinese ha dichiarato ad agosto di aver presentato un reclamo all’Organizzazione Mondiale del Commercio in merito alle tariffe, sostenendo che violano le regole del WTO e compromettono la cooperazione globale sui cambiamenti climatici. Pechino ha anche già avviato indagini sulle importazioni europee di brandy, latticini e prodotti a base di carne di maiale.
La manovra della giunta ursulina segue altri sforzi anticinesi, come il bando di TikTok, fatto disinstallare dagli smartphone dei dipendenti della Commissione Europea.
Tuttavia, non è troppo peregrino il pensiero che la mossa in apparenza contro la Repubblica Popolare possa essere in realtà diretta, indirettamente e con sviluppi a lungo termine, contro Elon Musk, che deriva molta della sua ricchezza e del suo potere di azione da Tesla e che è assai inviso all’oligarchia europea e a tanta politica continentale, come ha dimostrato il discorso di mesi fa del presidente italiano Sergio Mattarella, che pareva attaccare proprio Musk e le sue ambizioni sui social e nello spazio.
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Immagine European Union, 2024 via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International
Economia
l dollaro USA tocca il minimo degli ultimi 30 anni nelle riserve estere globali

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Economia
Musk diventa il primo con un patrimonio di 500 miliardi e dichiara di voler vivere e morire su Marte («territorio americano»)

Elon Musk, amministratore delegato di Tesla e SpaceX, è diventato il primo individuo al mondo a raggiungere un patrimonio netto di 500 miliardi di dollari. Lo riporta la rivista Forbes.
La ricchezza dell’uomo di origini sudafricane è cresciuta grazie al recente aumento delle azioni Tesla e alle valutazioni in rialzo delle sue società private.
Mercoledì, le azioni Tesla sono salite di quasi il 4%, incrementando il patrimonio di Musk di 9,3 miliardi di dollari, portandolo a 500,1 miliardi di dollari, come riportato dalla Forbes Billionaires List. La partecipazione del 12% di Musk in Tesla è valutata 191 miliardi di dollari.
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Gli analisti attribuiscono l’aumento della sua ricchezza alla rinnovata concentrazione di Musk sulle sue attività imprenditoriali. Da aprile, quando ha annunciato durante una chiamata sui risultati finanziari che avrebbe lasciato il ruolo di capo del Dipartimento per l’Efficienza Governativa (DOGE) sotto il presidente Donald Trump per dedicarsi maggiormente a Tesla e ad altri progetti, le azioni Tesla sono quasi raddoppiate. La decisione di lasciare l’agenzia è seguita a un disaccordo con il presidente su una legge chiave riguardante tasse e spese.
Robyn Denholm, presidente del consiglio di amministrazione di Tesla, ha dichiarato il mese scorso che Musk è tornato «in prima linea» dopo mesi di distrazioni. Poco dopo, Musk ha acquistato azioni Tesla per quasi 1 miliardo di dollari, dimostrando fiducia nell’espansione dell’azienda nei settori dell’intelligenza artificiale e della robotica.
Oltre a Tesla, SpaceX, l’azienda aerospaziale di Musk, è stata valutata 400 miliardi di dollari in un’offerta pubblica di acquisto ad agosto, rispetto ai 350 miliardi di dicembre. La sua quota del 42% vale 168 miliardi di dollari. Musk detiene inoltre il 53% di xAI Holdings, nata dalla fusione della sua startup di Intelligenza Artificiale con X, valutata attualmente 113 miliardi di dollari, con indiscrezioni che suggeriscono un possibile raggiungimento di 200 miliardi.
Musk ha stabilito più volte record di patrimonio netto: è salito in cima alla classifica di Forbes nel gennaio 2021 con 190 miliardi di dollari, ha raggiunto i 300 miliardi a novembre e ha superato i 400 miliardi a dicembre 2024. Attualmente, supera di 150 miliardi il fondatore di Oracle, Larry Ellison, secondo nella classifica.
Come riportato da Renovatio 21, Ellison, miliardario ebreo sostenitore dell’esercito israeliano, ha di recente acquistato Tiktok, per la gioia pubblica del premier israeliano Beniamino Netanyahu, che in un suo discorso agli influencer sionisti ha parlato anche dell’importanza della propaganda israeliana su X, dicendo che «Elon Musk non è un nemico, è un amico».
Il Bloomberg Billionaires Index, che adotta un diverso metodo di calcolo, stima il patrimonio di Musk a 470 miliardi di dollari, comunque il più alto tra i primi 500 al mondo.
In questi giorni il Musk ha riaffermato il suo ambizioso obiettivo di vivere e morire su Marte, dopo aver integrato il pianeta rosso negli Stati Uniti.
Musk ha spesso descritto la colonizzazione di Marte come parte di una visione più ampia per garantire la sopravvivenza dell’umanità in caso di un «evento di livello estinzione», con SpaceX che lavora attivamente allo sviluppo di veicoli spaziali per realizzare questo scopo.
«Ho un unico passaporto, ora e per sempre: quello americano. Vivrò e morirò qui. O su Marte (parte dell’America)», ha scritto Musk mercoledì in un post su X.
All’inizio di quest’anno, l’imprenditore ha dichiarato che la prima missione Starship su Marte potrebbe essere lanciata già a fine 2026.
Oltre al sistema di lancio Starship, progettato per missioni con equipaggio verso la Luna e Marte, Musk guida diverse iniziative spaziali attraverso SpaceX, che sviluppa e lancia razzi, veicoli spaziali e sistemi satellitari.
I razzi riutilizzabili Falcon 9 e Falcon Heavy di SpaceX sono impiegati per missioni commerciali e governative, inclusi contratti con la NASA. La navicella Crew Dragon trasporta regolarmente astronauti alla Stazione Spaziale Internazionale. Tramite Starlink, SpaceX gestisce una rete in espansione di migliaia di satelliti in orbita terrestre bassa per fornire connettività internet globale.
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La NASA ha propri obiettivi a lungo termine per Marte, concentrandosi attualmente sul programma Artemis, che mira a riportare l’uomo sulla Luna prima di puntare al pianeta rosso. Una missione con equipaggio su Marte è prevista provvisoriamente per la fine degli anni 2030 o l’inizio degli anni 2040, in base ai progressi tecnologici e ai finanziamenti.
A marzo, il Wall Street Journal ha riferito, citando fonti, che Musk intende riorientare le priorità della NASA verso missioni umane su Marte entro la fine del mandato del presidente Donald Trump, proponendo di riallocare risorse e nominare alleati all’interno dell’agenzia per accelerare i progressi.
Il fondatore di SpaceX ha anche rivelato che un futuro volo Starship su Marte porterà con sé Optimus, il robot umanoide di Tesla, suggerendo che questa missione potrebbe spianare la strada a sbarchi umani, possibili, secondo lui, già nel 2029.
«Quest’anno, speriamo di riuscire a produrre circa 5.000 robot Optimus », aveva detto Musk agli investitori Tesla lo scorso aprile. «Tecnicamente puntiamo ad avere abbastanza componenti per produrne 10.000, forse 12.000, ma dato che si tratta di un prodotto completamente nuovo, con un design completamente nuovo, direi che ci riusciremo se riusciremo a raggiungere la metà dei 10.000 pezzi».
«Ma anche 5.000 robot, sono le dimensioni di una legione romana, per vostra informazione, il che è un pensiero un po’ spaventoso» ha continuato significativamente Elon. «Come un’intera legione di robot, direi “wow”. Ma penso che costruiremo letteralmente una legione, almeno una legione di robot quest’anno, e poi probabilmente 10 legioni l’anno prossimo. Penso che sia un’unità piuttosto interessante, sapete? Unità di legione. Quindi probabilmente 50.000 circa l’anno prossimo».
Come segnalato da Renovatio 21, il riferimento al concetto di legione e alla storia di Roma (passione nota dell’uomo più ricco del mondo) fa venire in mente altre considerazioni espresse dal Musk negli anni scorsi, peraltro proprio riguardo al presidente russo Vladimiro Putin.
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Quando tre anni fa ancora il suo networth era di circa 240 miliardi (ora è quasi il doppio) fu intervistato per un documentario della testata germanica Welt, dove corresse il giornalista che lo descriveva come l’uomo più ricco della Terra. «Io penso che Putin sia significativamente più ricco di me», alluse Elon. «Sì lo penso davvero. Io non posso andare ad invadere altri Paesi. Credo ci sia una vecchia citazione… forse da Crasso… non sei davvero ricco sino a che non puoi permetterti una legione».
Elon Musk, che si è forse riconciliato con Trump al Charlie Kirk Memorial dopo lo strappo di mesi fa a seguito del varo del Big Beautiful Bill, gode della sempre più aperta stima dello stesso Putin.
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Economia
Gli Stati Uniti «pronti a sostituire» tutto il gas e il petrolio russo nell’UE

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