Cancro
Il Dottor Hamer è la vera eredità del principe Savoia
È morto il principe Savoia, e tutti hanno voglia di parlarne.
Suppongo che alla base vi sia, sotto sotto, il solito equivoco ucronico: l’italiano pensa che, in un universo parallelo, il tizio poteva essere il re d’Italia. Si tratta, chiaramente, del medesimo brivido distopico alla base delle reiterate ed abbondanti comparsate TV dell’irsuto figlio Emanuele Filiberto: il pubblico italiano, guardandolo nei varietà e nei programmi qualsiasi, viene portato a sbirciare nel burrone della storia potenziale – e se… ma davvero, vorremmo che fosse re?
Il montaggio esistenziale che stampa e televisioni stanno facendo della vita del principe defunto non è lusinghiero, nemmeno per un minuto: l’eredità che lascia pare essere fatta solo di scandali, anche violenti, processi, accuse che poi finiscono nel niente – e anche questo, per molti giornalisti, è motivo per la polemica.
Ci dicono che la vita di Vittorio Emanuele lascia poco alla storia – anzi, per lo più i giornali hanno ricordato come, in fatto di eredità ci fosse quel contenzioso con lo Stato italiano per riavere i gioielli della Corona, stimati attorno a 300 milioni di euro.
In realtà, qualcosa di profondo, di davvero significativo, al Paese e al mondo l’aristocratico morto potrebbe averlo lasciato. Certo, non lo ha fatto volontariamente: quello di cui stiamo per parlare è un disegno non lineare, metafisico, qualcuno potrebbe perfino definire in termini spirituali. Perché questa è una storia per cui dal male, nasce altro.
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In questi giorni tutti hanno rivangato, e a ragione, la storia di Cavallo, con l’accento sulla o. Perché quella tragedia tenne banco sui giornali e rotocalchi per anni. Tuttavia, nessuno ha osato, se con cenni sbrigativi, parlare di quella che fu una oscura, grande ramificazione di quel mare di dolore: la teoria oncologica del dottor Hamer, una delle uniche alternative al pensiero unico biomedico sul cancro.
Per chi non conoscesse i fatti: il 17 luglio 1978, un gruppo di ragazzi della Roma bene (e non solo) sta facendo vacanza in Sardegna. Tra di essi, «pariolini» che avranno successo come l’attuale presidente del CONI Giovanni Malagò, o Nicky Pende, chirurgo cugino della giornalista Stella, ritenuto un playboy in grado di segnare colpacci come Stefania Sandrelli, all’epoca assai ambita (chiedere a Gino Paoli e a Tenco). Nel gruppo, anche tante ragazze di buona famiglia. Si tratta di una masnada di venti-trentenni ricchi e spensierati, che si mette in testa di fare una traversata e dirigersi a Cavallo, l’isola all’estremo Sud della Corsica.
Alcuni giovani del gruppo, prima di partire, vedono in piazza una bellissima fanciulla che di fatto conoscevano già da Roma: è Birgit Hamer, è in vacanza in Sardegna con la famiglia: il padre è un medico tedesco di nome Ryke Geerd Hamer, che si è trasferito nella capitale italiana in cerca di affari per i suoi brevetti chirurgici (come il «bisturi di Hamer»); la madre di Birgit, Ursula, è anche lei medico; poi ci sono gli altri tre fratelli: Ghunield, Berni e Dirk.
Dirk, 19 anni, è un ragazzo che frequenta la scuola tedesca di Roma e si impegna molto nell’atletica (si allena nei 400 con Pietro Mennea) e nella pittura. Birgit, Miss Germania 1976 che successivamente rappresentò il suo Paese d’origine a Miss Universo a Hong Kong, chiede al padre se può andare a fare quel giro in barca con quel gruppo di giovani belli e immersi nella Dolce Vita.
Il dottor Hamer dice che va bene, però deve portarsi dietro Dirk – e ci mancherebbe.
Sono tre barche, e da quanto si capisce si trattava di una trentina di persone. L’entusiasmo, la joie de vivre, trasuda anche solo a pensare una situazione del genere, estate, agio, gioventù.
L’isola di Cavallo, tuttavia, ha una particolarità: è una sorta di piccolo feudo di Vittorio Emanuele di Savoia, che vi ha una villa dalle strane architetture.
I ragazzi ancorano le barche proprio lì davanti, e scendono a terra, per andare al ristorante a riva, dove pare ci siano stati i primi contatti tra il gruppo e il reale esiliato. La torma è chiassona, il principe infastidito: alcuni testimoni dicono di averlo sentito urlare «italiani di merda vi ammazzo tutti», che non si capisce se pronunciata in serata o durante l’epilogo cruento della notte. Tuttavia, frase curiosa, anzi, molto significativa, detta da chi degli italiani vorrebbe essere il re.
Essendoci mare grosso, i giovani sono costretti a passare la notte lì. Alcuni dormono nella dinette (il salottino delle barche) dei cabinati, altri si piazzano sul ponte, altri ancora vanno a riva per dormire sulla spiaggia all’addiaccio. Qualcuno prende il gommone Zodiac sul pontile, che si apprenderà essere di Vittorio Emanuele.
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A notte fonda, quando tutti stanno dormendo, Vittorio Emanuele si sarebbe avvicinato alle barche all’ancora con un fucile che in seguito sarebbe stato definito «arma da guerra». Ne nasce una colluttazione con Pende, e parte un colpo che trapassa la barca e colpisce proprio Dirk, che era nel sonno, recidendogli l’arteria femorale.
Seguì il disastro. Dirk dovette aspettare quattro ore prima di ricevere cure, poi, in ospedale, per salvarlo gli amputeranno una gamba. Morirà dopo mesi di agonia, con Birgit e la famiglia al suo capezzale. I giornali raccontarono del dramma degli Hamer in tutti i modi.
La vicenda è raccontata nei dettagli da una docuserie Netflix piuttosto bella, Il principe. Alla regia c’è una ex giornalista del Fatto quotidiano, Beatrice Borromeo, che adesso si firma Beatrice Borromeo-Casiraghi, ma non è che se si scrivesse anche «principessa» qui ci offenderemmo, anzi; tuttavia capiamo che una principessa che fa un documentario che si chiama Il principe non suona benissimo.
La nobile giornalista-regista omette di mettere in chiaro una cosa: lei la storia la conosce bene, perché Birgit è un’amica intima di sua madre, che è Paola Marzotto, figlia della celeberrima Marta e fotografa sul set di Apocalypse Now. È proprio la signora Marzotto a raccontare, forse ancora con un filo di spremuta d’occhi, uno dei particolari più struggenti: al funerale di Dirk, prima che chiudano la bara, Birgit si sfila un anello che ha al dito e lo butta dentro. È l’incredibile sposalizio, onorato fino alla fine, tra la ragazza e la sete di giustizia per la morte del fratello.
Birgit Hamer combatterà 45 anni, e noi con lei ne vedremo di ogni: armi che scompaiono, confessioni che scompaiono, un processo parigino che una dozzina di anni dopo il fatto, assolverà il principe, e su tutto una cappa opaca, inscalfibile: facile ricordare che il Savoia fosse un iscritto alla P2, e che i suoi contatti volendo arrivavano ovunque.
È lui che vende gli elicotteri Agusta (quelli del marito della contessa Vacca, protagonista di altri misteri da rotocalco anni e anni dopo) allo scià di Persia, allora potentissimo, che di Vittorio Emanuele diverrà testimone alle nozze sposate in una chiesa di Teheran (lo scià non era cattolico: si poteva?) ed Emanuele Filiberto, nella sfilza dei nomi, ad un certo punto ci ha pure un «Reza». Secondo quanto ricostruito dai giornali, alcuni di quegli elicotteri potrebbero essere riemersi poi, armati di tutto punto, in Sud Africa, Paese allora sotto embargo, al quale quindi non si poteva vendere direttamente…
La rete che può attivarsi dietro al Savoia non è piccola: sempre considerando poi la parentela con gran parte dei casati regnanti in Europa, e il favore dei grembiulini, che perdura per la famiglia dai tempi del Risorgimento, che altro non è se non una rivoluzione massonica ed anticristiana fatta in Italia utilizzando la monarchia Savoia come prestanome.
«Politica, aristocrazia e massoneria si mobilitarono per depistare il processo. Fu una farsa. Vittorio Emanuele è stato assolto. Si parlò di una seconda pistola, inesistente invece» dice oggi Birgit.
La storia, per la vulgata dei media, potrebbe chiudersi qui, quindi.
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In realtà, ci sarebbe ben altro da raccontare sui giornali. Solo che, diciamo così, non si può. Ma si tratta di argomenti sui quali, pensano molte penne, è meglio tacere. Perché quello che può succederti, se tocchi determinate questioni – sulle quali, uno pensa, dovrebbe poter esserci libertà di dibattito – lo abbiamo visto in azione durante il COVID, ed è tremendo.
La tragedia di Dirk segnò la famiglia Hamer profondamente. Birgit farà la sua crociata, ma anche gli altri cinque ne saranno trasformati. Ursula, la madre, morirà di cancro al seno nel 1985. Il padre, il dottor Hamer, il tumore invece lo ebbe subito, appena dopo la morte del figlio. Un carcinoma al testicolo, che gli verrà asportato.
L’esperienza della morte di Dirk e il trauma conseguente del tumore scombineranno non solo la vita di Hamer, ma anche il suo pensiero medico. Davanti all’evidenza – il tumore che insorge a poca distanza dalla perdita del figlio – il medico comincia a sviluppare una teoria tutta sua, secondo cui le malattie, che chiama «conflitti biologici», vengono da traumi drammatici, che se non risolti non possono portare alla guarigione. L’ipotesi dello shock biologico viene da lui chiamata «Sindrome Dirk Hamer».
Hamer in seguito elaborerà quelle che chiama le «cinque leggi biologiche», ed elaborerà controverse idee sulla cura delle malattie (come l’ingestione di batteri, visti non come danno ma come vettori di guarigione), e in particolare sulle origini psicologiche dei tumori.
Il dottore, quindi, comincia a curare pazienti che rifiutano l’oncologia mainstream – ossia il dogma assoluto della chemioterapia. Ne segue una vita spericolata: radiato dall’ordine, denunciato, condannato, incarcerato, arrestato ancora, fuggiasco, latitante, estradato, fuggito ancora. Nel frattempo, visita persone in tutto il continente. I giornali europei dicono che si tratta di una «setta», lui registra il marchio «Nuova Medicina Germanica».
I tribunali lo accusano di esercizio illegale della professione medica. Le autorità impazziscono dietro ai casi di persone curate con il metodo Hamer, con accuse che fioccano contro i dottori suoi seguaci. Perché ci sono dei pazienti che muoiono – i quali magari ci sono anche nei Centri oncologici istituzionali, forse, ma lì, certo, c’è anche la chemio, che mica possiamo mettere in discussione. Anzi: quando il paziente chemioterapico muore, magari dopo essere passato per mesi di sostanze che lo hanno reso calvo e scheletrico, lì magari scatta pure il classico ringraziamento al «professor» nel necrologio nel giornale locale.
Hamer in Norvegia perché, non essendo un Paese UE, l’estradizione è più difficile. Ecco le accuse di antisemitismo: ci sono dichiarazioni sugli ebrei, e pure una lettera al settimo e ultimo rebbe degli Chabad-Lubavitcher, il rabbino Menachem Mendel Schneerson, e sostiene che gli ebrei lavorano per negare a tutti i ritrovamenti della Nuova Medicina Germanica ma poi di nascosto si curano con essa. Ovviamente siamo nello strampalato, nell’incredibile, tuttavia ricordiamo che, proprio i Lubavitcher, ci hanno mostrato che la storia dei tunnel sotto le sinagoghe forse non era una fantasia antisemita…
Non basta: lo accusano di negare l’olocausto, e pure di negare lo sbarco sulla luna, e mettiamoci anche gli attentati dell’11 settembre, che non sarebbero terrorismo islamico. L’accusa di «incitamento all’odio razziale», articolo 130 del Codice Penale Tedesco, arriva. Di fatto, viene demonizzato come nessuno: neanche come Bin Laden, che in realtà si sapeva dove stesse, mentre per Hamer c’è il terrore dei gatekeeper della medicina cancrocentrica di non sapere se sta lavorando in qualche Paese europeo grazie al suo fedele network di medici, pazienti, fiancheggiatori…
Se andate su Wikipedia, troverete una sfilza di nomi di pazienti di Hamer morti, con relativi strascichi giudiziari. La dettagliosa cura messa nella pagina fa impressione, chi ha scritto questa voce deve essersi proprio sforzato.
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Tuttavia, manca qualcosa: ci chiediamo, è possibile che qualcuno sia guarito seguendo i dettami di Hamer? Ad oggi, non lo sappiamo. Abbiamo solo qualche eco aneddotico, tuttavia c’è da chiedersi come mai tutta questa gente decida di curarsi così – c’è per caso qualche storia di guarigione che non conosciamo? Ce lo chiediamo sul serio.
Quanti sono stati i pazienti di Hamer? Lui diceva che aveva visto più di 30 mila casi. Non abbiamo idea quale percentuale di questi sia morta atrocemente e quale possa potenzialmente essere invece guarita.
Nessun giornalista, neanche se ha dietro di sé la frenesia di inchiesta giudiziaria de Il Fatto, conoscenze famigliari e pure l’intero casato principesco monegasco, vuole toccare questo argomento: il dottor Hamer va liquidato come una nota a piè pagina della questione di Vittorio Emanuele a Cavallo. Egli è definito come «chiacchierato», o per alcuni direttamente «ciarlatano», o peggio.
È esattamente quello che accadde, dal 1997, al dottor Andrew Wakefield, che osò dire, in uno studio firmato con altri 12 scienziati, che forse era il caso di approfondire riguardo a possibili correlazioni tra il vaccino MPR e l’autismo. Vi sfido a trovare un articolo di giornale – destra, sinistra, quel che volete – che non apponga al suo nome l’aggettivo «screditato», «radiato», etc.
I nostri lettori sanno che i vaccini non si possono toccare. Per la chemio, pare di aver capito anche con la vicenda Di Bella, pure.
Di mezzo c’è un tema enorme, scritto a chiare lettere nella Costituzione (sì, lei) quella della libertà di cura, espressione che dopo il biennio pandemico può far sorridere. Si tratta però della vita di tante persone, che in barba ai diktat biomedici, decidono di curarsi secondo le proprie convinzioni. Di loro, lo sappiamo, non vorrà parlare nessuno, delle loro vite non ci sarà traccia nelle cronache.
Tuttavia, noi crediamo che una Nazione non sia è fatta di beghe fra ricchi, gossip e rotocalchi: una Nazione, ente che deriverebbe dal termine nascere, è fatta della carne e della sofferenza dei suoi membri. Di questo, valutando ora la triste storia dei Savoia, avevamo voglia di scrivere.
C’è tutta una storia da compilare, quindi, una storia che riguarda tanti italiani, tedeschi, francesi, austriaci, spagnoli, norvegesi – una storia che si è originata dalla fucilata del re mancato in quella notte d’estate del 1978.
Il dottor Hamer e l’oceano di persone sofferenti che gli hanno chiesto aiuto costituiscono la vera eredità del principe Savoia.
È un disegno intrigante, tragico, pazzesco, mistico, fatale. Qualsiasi cosa dobbiamo, per legge, pensarne.
Roberto Dal Bosco
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Cancro
Finestra di Overton mRNA e turbocancro: il pubblico è pronto per la verità sui vaccini COVID?
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Ampliare la «finestra di Overton»
Kory ha suggerito che la volontà dei media come RealClear Health di pubblicare articoli critici nei confronti delle politiche e dei vaccini contro il COVID-19 suggerisce un ampliamento della «Finestra di Overton», un concetto che «si riferisce specificamente al tipo di politiche che i politici possono “legittimamente” sostenere nel tempo senza rischiare il sostegno elettorale». Scrivendo per il Brownstone Institute il 17 aprile, Jeffrey Tucker ha affermato che il concetto di Overton Window – dal nome del ricercatore Joseph Overton, che ha lavorato presso il Mackinac Center for Public Policy – «nasce dalla cultura dei think tank, che privilegia l’efficacia e i parametri di misurazione come un mezzo di finanziamento istituzionale». Secondo Tucker, Overton «ha scoperto che era inutile nel suo lavoro sostenere posizioni che non poteva reclutare politici per dire dall’aula legislativa o durante la campagna elettorale». Invece, Overton ha riscontrato maggiore successo quando «ha elaborato idee politiche che si adattavano ai media prevalenti e alla cultura politica». Altri studiosi successivamente svilupparono ulteriormente il concetto di Overton. Oggi, la finestra di Overton comprende cinque fasi attraverso le quali le idee attraversano prima di diventare politiche, passando da «impensabile» a «radicale» ad «accettabile» a «sensato» a “popolare». Secondo il Mackinac Center, ha scritto Kory, la gamma di idee accettabili all’interno della finestra di Overton può cambiare nel tempo, poiché «può sia spostarsi che espandersi, aumentando o riducendo il numero di idee che i politici possono sostenere senza rischiare eccessivamente il loro sostegno elettorale». Parlando con The Defender, Kory ha applicato il concetto alle narrazioni sul COVID-19. «Stiamo assistendo all’accettazione di sollevare domande e discutere l’insolito aumento dei tassi di morte e disabilità tra le popolazioni che includono alcune delle persone più sane e produttive», ha detto Kory, citando l’editoriale dell’agosto 2023 che ha co-scritto per USA Today. Kory ha affermato che l’editoriale di USA Today, che ha presentato i dati delle compagnie assicurative che mostrano un drammatico aumento delle morti in eccesso nell’autunno del 2021 – morti che non possono essere completamente attribuite alle infezioni da COVID-19 – ha rappresentato «la prima volta [che] qualcuno del nostro La nostra “parte” è entrata nei media mainstream per sollevare questo tipo di domande». «Accettare di avere una conversazione come questa su USA Today sarebbe sembrato impossibile nel 2022», ha detto Kory. La successiva pubblicazione del suo ultimo editoriale, su RealClear Health, «mostra quanta strada abbiamo fatto», ha affermato. «Se tieni gli occhi sulla finestra… potresti riuscire ad espanderla un po’ qua e là e quindi raggiungere i tuoi obiettivi alla fine», ha scritto Tucker.Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Ampliamento incrementale delle narrazioni sul COVID accettate dai media mainstream
L’editoriale di RealClear Health, «Mentre i tumori salgono tra i giovani, la risposta pandemica deve essere sondata», ha messo apertamente in discussione le recenti affermazioni del governo statunitense secondo cui il rischio di convulsioni ed embolie polmonari causate dai vaccini COVID-19 valeva il beneficio per i bambini e gli adulti: «Ci mettiamo in dubbio, con più di un milione di segnalazioni di potenziali danni da vaccino e 18.000 decessi dovuti al sistema di allerta precoce del governo, a lungo affidabile e probabilmente sottostimato. Questi, il governo si prende la briga di respingerli». «Mentre le prove aumentano e cresce il movimento di persone danneggiate, l’amministrazione Biden deve riconoscere questo crescente problema di salute pubblica. Deve cessare di soffocare il dibattito che ha limitato ciò che i giornali stampano e ciò che il pubblico sa sulle conseguenze dei vaccini». Più avanti nell’editoriale, Kory ha esaminato i dati dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) che secondo lui sono «la punta di un iceberg emergente» di «cancro favorito dai vaccini». Kory ha osservato che le fonti tradizionali stanno ora riconoscendo un aumento insolito dei casi di «turbocancro» – «un fenomeno che i “fact-checker” dei vaccini hanno respinto». «Anche la Cancer Society ha affermato pubblicamente che, al di là di molti di essi, questi tumori sono diversi. I tumori del colon-retto sono più grandi, più aggressivi e più difficili da trattare», ha scritto Kory. Ha fatto riferimento a studi che dimostrano che le vaccinazioni ripetute possono «minare i meccanismi dell’immunità – anticorpi disabilitanti che combattono il cancro e persino il COVID – e forse facilitare la crescita del cancro». Kory ha anche fatto riferimento alle recenti scoperte secondo cui i vaccini Pfizer e Moderna mRNA COVID-19 contengono frammenti di DNA estranei . «Le conseguenze dei vaccini anti-COVID dovrebbero essere esaminate attentamente«, tra cui «decessi segnalati, miocardite sottodiagnosticata nei giovani maschi e molti casi clinici e studi pubblicati».Sostieni Renovatio 21
«È l’ora della verità»
Notando che le reazioni ai suoi cinque editoriali «sono state per lo più positive», Kory ha detto che «ci hanno permesso di esporre milioni di persone, per lo più al di fuori del nostro movimento, all’idea che rimangono molte domande senza risposta sulla sicurezza dei vaccini e le potenziali cause del forte aumento delle malattie croniche e dei decessi». Ha aggiunto che «la narrativa dell’establishment è la più forte e quella più spesso ascoltata. Questo è il motivo per cui dobbiamo cercare di sconfinare il più possibile nel mainstream in modo da invitare coloro che seguono senza dubbio l’establishment a iniziare a porsi delle domande». Kory ha anche sottolineato l’importanza di evitare l’iperbole. «Se affrontiamo le nostre conversazioni con coloro che potrebbero non essere d’accordo con una serie di ragioni per cui hanno torto, non andremo lontano», ha detto. «Jeffrey Tucker ha ragione quando dice che dobbiamo comunicare in modo veritiero e onesto, senza malizia o intenzione di manipolare l’altra parte». Tuttavia, l’ampliamento della gamma di narrazioni accettabili potrebbe «fare qualcosa per limitare la capacità dei nostri leader di lanciare un esperimento sanitario globale pericoloso e in definitiva distruttivo la prossima volta che si verificherà un’emergenza sanitaria pubblica», ha scritto Kory su Substack. «Ci sono molte sfide da affrontare. Stiamo ancora lottando contro i venti contrari delle agenzie federali catturate che proteggono gli interessi delle aziende farmaceutiche rispetto alla salute pubblica. Non vedremo un vero cambiamento finché ciò non accadrà», ha detto Kory a The Defender. Tucker ha suggerito di «dimenticare» il modello della Finestra di Overton. Invece, ha scritto: «È il momento della verità, che guadagna fiducia. Solo questo spalancherà la finestra e alla fine la demolirà per sempre». «Non sto respingendo la vecchia virtù della prudenza e del discernimento», ha detto Tucker a The Defender. «Dobbiamo essere saggi e non stupidi. C’è molto che possiamo fare pur essendo audaci». Michael Nevradakis Ph.D. © 30 aprile 2024, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD. Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Cancro
115.000 morti in eccesso in Giappone in seguito al terzo vaccino COVID: studio
Un nuovo studio sui danni derivanti dal vaccino COVID è stato pubblicato l’8 aprile sulla rivista americana di scienze mediche peer-reviewed Cureus. Si tratta dello studio più ampio fino ad oggi sugli effetti avversi del vaccino COVID. «I risultati sono scioccanti, per usare un eufemismo», scrive Epoch Times che offre un approfondimento della ricerca già discussa la settimana passata.
Nello studio, intitolato «Aumento della mortalità per cancro adattata all’età dopo la terza dose di vaccino con nanoparticelle mRNA-lipidiche durante la pandemia di COVID-19 in Giappone», cinque scienziati giapponesi hanno utilizzato un intero set di dati sui 123 milioni di abitanti del paese (il Giappone ha il tasso di vaccinazione più alto tasso nel mondo) per studiare l’eccesso di mortalità per cancro in coincidenza con la vaccinazione di massa contro il COVID.
Gli autori della ricerca forniscono anche una valida spiegazione del motivo per cui queste morti si sono verificate dopo l’iniezione mRNA.
Lo studio mostra che ci sono stati 1.568.961 decessi totali in Giappone nel 2022. Sulla base di previsioni statistiche che utilizzano informazioni pre-pandemiche erano attesi circa 1.453.162 decessi, il che significa che ci sono stati 115.799 decessi in eccesso nel 2022.
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Il «numero di decessi in eccesso adeguato all’età» di 115.799 nel 2022 si è verificato dopo che due terzi della popolazione giapponese avevano ricevuto la terza dose di vaccino COVID.
Sulla base dei dati del Ministero della Salute giapponese, l’estensore dell’articolo di Epoch Times Joe Wang, ex ricercatore, ha calcolato che nel 2022 sono stati segnalati 39.060 decessi per COVID. Pertanto, la maggior parte delle morti in eccesso in Giappone nel 2022 non sono state causate dall’infezione da COVID, ma piuttosto sono fortemente associate alla vaccinazione.
Lo studio mostra che nel 2020, dopo che il Covid-19 ha iniziato a diffondersi in Giappone ma prima che la vaccinazione fosse disponibile, il numero di decessi aggiustato per età è stato di 28.000 in meno rispetto a quanto previsto. E nel 2021, mentre il virus continuava e la vaccinazione contro il COVID-19 era limitata (è iniziata a febbraio), ci sono stati 25.000 decessi in più rispetto a quanto previsto.
Sulla base del numero di decessi in eccesso nel 2022, gli scienziati giapponesi hanno concluso: «Aumenti statisticamente significativi dei tassi di mortalità aggiustati per età di tutti i tumori e di alcuni tipi specifici di cancro, vale a dire cancro ovarico, leucemia, prostata, cancro del labbro/orale/faringeo, cancro al pancreas e al seno sono stati osservati nel 2022 dopo che due terzi della popolazione giapponese avevano ricevuto la terza o la successiva dose di vaccino SARS-CoV-2 mRNA-LNP».
«Questi aumenti particolarmente marcati dei tassi di mortalità di questi tumori sensibili all’ERα possono essere attribuibili a diversi meccanismi della vaccinazione mRNA-LNP piuttosto che all’infezione da COVID-19 stessa o alla riduzione delle cure contro il cancro a causa del blocco», hanno scritto gli autori.
«In parole povere, questo studio ha rivelato che il vaccino COVID tramite mRNA è probabilmente la causa dei decessi aggiuntivi avvenuti in Giappone» conclude lo Wang Su ET.
Lo studio ha presentato i numeri relativi ai decessi per tutte le cause, ma ha anche esaminato i dettagli dei decessi causati dal cancro. Ha scoperto che dei 20 tipi di cancro, sei di loro – ovarico, leucemia, prostata, labbro/orale/faringeo, pancreas e seno – hanno avuto un eccesso di mortalità statisticamente significativo nel 2021 e sono aumentati ulteriormente nel 2022.
Il significativo aumento della mortalità per i sei specifici tipi di cancro non può essere attribuito a una carenza di servizi sanitari durante la pandemia. La riduzione dello screening e dell’assistenza sanitaria per il cancro dovuta ai lockdown dovrebbe aumentare i decessi per tutti i tumori. Tuttavia, un tale aumento non è stato osservato in altri tipi di cancro in Giappone nel 2022.
I tipi di tumore citati sono tutti conosciuti come tumori sensibili al recettore degli estrogeni alfa (ERα). Gli scienziati hanno spiegato perché questi tumori non solo si sono verificati dopo la vaccinazione, ma hanno anche ucciso le persone in un breve periodo di tempo dopo aver ricevuto l’iniezione.
Gli ER (recettori degli estrogeni) sono un gruppo di proteine presenti all’interno delle cellule. Sono recettori che possono essere attivati dagli ormoni sessuali estrogeni. ERα è una delle due classi di ER, un importante regolatore del sistema riproduttivo del corpo.
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Una ricerca pubblicata sulla rivista peer-reviewed Science Advances nel novembre 2022 ha esaminato 9.000 proteine umane per vedere quale proteina si lega meglio con la proteina spike (S) di SARS-CoV-2 e ha scoperto che la proteina S si lega specificamente a ERα. Il legame «sovraregola l’attività trascrizionale ERα».
«In altre parole, la proteina S del SARS-CoV-2 (da infezione o vaccinazione), quando introdotta nel corpo umano, si lega a ERα e funziona come coregolatore del recettore nucleare, interferendo con la normale funzione della cellula e portando al malfunzionamento del sistema cellule e organi» scrive lo Wang. «Ciò potrebbe spiegare perché la morte causata dai sei tipi di tumori sensibili all’ERα è aumentata nel 2022 in Giappone dopo che due terzi della popolazione hanno ricevuto la terza dose del vaccino mRNA».
«Il vaccino trasporta il gene S della SARS-CoV-2, dirottando le cellule ospiti per produrre proteine S» continua la spiegazione di Epoch Times. «Le proteine S si producono all’interno della cellula, quindi si legano all’ERα, interrompendo la normale funzione della cellula e portando allo sviluppo del cancro».
«È stato dimostrato che il vaccino mRNA non solo ha il potenziale per provocare il cancro, ma può anche indebolire la capacità del sistema immunitario di riconoscere e reprimere i tumori cancerosi» scrive il giornale americano, per poi riferire di una ricerca dell’ottobre 2023. «In uno studio pubblicato lo scorso ottobre, Konstantin Fohse e colleghi hanno riferito che la vaccinazione con BNT162b2 modulava le risposte immunitarie innate, con conseguente indebolimento dell’immunosorveglianza del cancro».
«Lo studio giapponese è stato scritto prima dell’ottobre 2023 utilizzando informazioni del 2022 e precedenti. Poiché la vaccinazione contro il COVID continua in molti paesi, è spaventoso pensare quante persone potrebbero morire o sviluppare il cancro se la tendenza del 2022 dovesse continuare».
Come riportato da Renovatio 21, il fenomeno dei cosiddetti «turbocancri» sta creando vaste domande nei medici che osano ancora porsene, mentre è ignorato completamente dai rapporto istituzionali come quelli dell’OMS sull’aumento dell’incidenza dei tumori anche nei giovani.
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Cancro
Vaccino mRNA, «aumenti significativi» delle morti per cancro dopo la terza dose: studio giapponese
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