Geopolitica
Medvedev minaccia di mandare la Gran Bretagna negli abissi del mare: le armi per farlo le ha
In risposta all’ultima serie di sanzioni imposte dal governo britannico in seguito all’imprigionamento di Vladimir Kara-Muza, il politico dell’opposizione con doppia identità russo-britannica, l’ex presidente della Federazione Russa Dmitrij Medvedev ha lanciato una minaccia apocalittica sul suo canale Telegram.
Qui il vicepresidente del consiglio di sicurezza russo ha definito la Gran Bretagna è un’isola «disgustosamente umida», ha descritto la monarchia britannica come un’istituzione «degenerata», ha chiamato i premier londinesi Johnson, May e Sunak «creature bizzarre», per poi proferire una frase che più di geopolitica sa di metapolitica.
«La Gran Bretagna era, è e sarà il nostro eterno nemico», ha scritto Medvedev. Si tratta di qualcosa di non facilmente negabile. Chi segue Renovatio 21 ne ha già avuto qualche spiegazione storica e metastorica, oltre ad aver visto dettagliato l’incredibile insistenza dei britannici per spingere chiunque in un escalation della guerra contro Mosca – ricordiamo come accordi di pace raggiunti nell’aprile 2022 furono fatti saltare dalla visita di Boris Johnson a Kiev.
«In ogni caso, fino a quando la loro isola sfacciata e disgustosamente umida non andrà nell’abisso del mare dall’onda creata dall’ultimo sistema di armi russo».
«Let it be, come cantavano i Beatles». Lascia che sia: così finiva il messaggio di Medvedev.
Si può alzare le spalle, dinanzi a una di quelle che si possono definire come le sparate dell’ex presidente, che si è ritagliato in questo ultimo anno il ruolo di falchissimo, con accenti nucleari espliciti, con distanza siderale dall’immagine di «moderato» che proiettava qualche anno fa.
Tuttavia, come ricordato spesse volte da Renovatio 21, la tecnologia per attuare materialmente una simile minaccia c’è, ed è già a disposizione di Mosca.
Di più: alla TV russa hanno già fatto vedere, ancora mesi fa, video in computer grafica del suo funzionamento, compresa la possibilità diretta di sommergere con uno tsunami radioattivo alto 500 metri la Velikobritannja, cioè la Gran Bretagna.
Parliamo del drone nucleare Poseidon, per i cui sommergibili stanno approntando una base anche in Kamchatka, nell’Estremo Oriente siberiano.
Come riportato da Renovatio 21, a quanto sembra la tecnologia ora sarebbe in mano anche al Nord Corea, che non ha perso tempo. Giappone, Taiwan, isole e costa orientale USA sono avvisati.
Gli strumenti per far inabissare il suo «nemico eterno», la Russia li ha. C’è davvero poco da ridere: perché il potere londinese lo sa, e forse per questo preme e premerà in ogni modo per la guerra atomica contro Mosca.
Geopolitica
La Colombia rompe i rapporti con Israele
Il governo colombiano ha ufficialmente notificato all’ambasciatore israeliano la fine delle relazioni diplomatiche e l’intenzione di ritirare il personale correlato, ma ha deciso che i servizi consolari dovrebbero essere mantenuti sia a Tel Aviv che a Bogotá, secondo il Ministero degli Esteri.
Il presidente Gustavo Petro ha annunciato la decisione di farlo il 1° maggio, con effetto dal 2 maggio, perché l’assalto israeliano a Gaza costituisce un «genocidio».
Bolivia e Belize hanno interrotto le relazioni con Israele all’inizio della guerra, mentre Cile e Honduras hanno richiamato i loro ambasciatori da Israele.
Come riportato da Renovatio 21, il presidente venezuelano Maduro ad inizio hanno aveva dichiarato che Israele ha lo stesso sostegno occidentale di Hitler. Il Nicaragua è andato oltre, attaccando anche i Paesi «alleati» dello Stato ebraico come la Repubblica Federale Tedesca, portando Berlino davanti alla Corte Internazionale per complicità nel genocidio di Gaza.
In Sud America Israele sembra godere del favore parossistico – definito «chiaro ed inflessibile sostegno» – del presidente argentino Milei, uomo consigliato da rabbini che sarebbe in procinto di «convertirsi» al giudaismo, che ha addirittura fatto partecipare l’ambasciatore israeliano ad un gabinetto di crisi del governo di Buenos Aires, destando scandalo nella comunità diplomatica del suo Paese.
Come riportato da Renovatio 21, il mese scorso il Milei ha definito il presidente colombiano Petro «assassino terrorista», provocando così l’espulsione di tutti i diplomatici argentini da Bogotá.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Geopolitica
La giunta militare birmana vieta agli uomini di andare a lavorare all’estero
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Geopolitica
Borrell lamenta che alcuni Stati UE ancora considereno la Russia «un buon amico»
Il capo della politica estera dell’UE, Josep Borrell, ha ammesso che non tutti gli Stati membri vedono la Russia come «la minaccia più esistenziale» per l’Europa, sostenendo che le controversie tra i membri impediscono al blocco di assumere una posizione unitaria su Mosca e frenano gli aiuti militari all’Ucraina.
Parlando venerdì all’Università di Oxford, nel Regno Unito, Borrell ha affermato di vedere «più confronto e meno cooperazione» negli affari mondiali, e ha sollevato esempi di dissenso tra i membri dell’UE quando si tratta del presidente russo Vladimir Putin e del conflitto in Ucraina.
«Oggi Putin rappresenta una minaccia esistenziale per tutti noi. Se Putin avrà successo in Ucraina, non si fermerà qui», ha dichiarato il Borrell, aggiungendo che una vittoria russa minerebbe la sicurezza dell’Europa. Tuttavia «non tutti nell’Unione europea condividono questa valutazione», ha sottolineato.
«Alcuni membri del Consiglio europeo dicono: “Ebbene, no, la Russia non è una minaccia esistenziale. Almeno non per me. Considero la Russia un buon amico”», ha detto al pubblico oxoniano l’alto funzionario della diplomazia UE, senza nominare contee specifiche. «In un’unione governata all’unanimità, le nostre politiche nei confronti della Russia sono sempre minacciate da un unico veto: ne basta uno».
L’UE ha imposto molteplici serie di sanzioni alla Russia da quando Mosca ha lanciato la sua operazione militare in Ucraina nel febbraio 2022.
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Tuttavia, i primi ministri ungherese Viktor Orban e slovacco Robert Fico si sono rifiutati di inviare armi all’Ucraina e hanno sottolineato che il conflitto dovrebbe essere risolto attraverso i negoziati.
L’Ungheria ha bloccato per diversi mesi il pacchetto di aiuti da 50 miliardi di euro dell’Ue all’Ucraina, finché Orban non ha revocato il suo veto nel febbraio 2024.
All’inizio di questa settimana, il presidente francese Emmanuel Macron ha rifiutato ancora una volta di escludere l’invio di truppe NATO in Ucraina, sostenendo che è in gioco «la sopravvivenza del continente». Le sue osservazioni sono state pesantemente criticate dal ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto, che ha affermato che l’invio di forze NATO in Ucraina potrebbe innescare una guerra globale a tutto campo.
Mosca, nel frattempo, ha accusato Macron di aver causato una pericolosa «escalation verbale» che potrebbe portare il conflitto fuori controllo.
Il catalano Borrell, nominato come cosiddetto mister PESC (come viene chiamato l’Alto rappresentante della Politica Estera e di Sicurezza Comune) dalla Commissione Von der Leyen, a novembre si era vantato pubblicamente della «donazione» di 27 miliardi di euro che l’UE avrebbe fatto a Kiev. L’irriguardosa e poco diplomatica osservazione di Borrell arrivava dopo che il capo della Chiesa cattolica aveva dichiarato in un’intervista all’emittente svizzera RSI lo scorso fine settimana che sarebbe una dimostrazione di coraggio da parte di Kiev se alzasse «bandiera bianca» e avviasse negoziati di pace con la Russia.
Due mesi fa il Borrell aveva attaccato il papa per la sua posizione su negoziati in Ucraina, dichiarando che il romano pontefice era entrato in un giardino dove nessuno lo aveva invitato».
Come riportato da Renovatio 21, bizzarre uscite del Borrello si sono accumulate anche durante la crisi ucraina, con sparate guerrafondaie e insulti alla Federazione Russa – in particolare la storia per cui la Russia sarebbe «una stazione di benzina con armi atomiche», una frusta offesa al Paese orientale che rimbomba nei circoli diplomatici dall’Ottocento, molto prima delle armi nucleari, passando perfino per la penna di Leone Tolstoj.
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Immagine di psoe extremadura via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
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