Economia
Blackout in Germania, codice stile green pass
Il land tedesco del Baden-Württemberg ha messo la popolazione in allerta rossa per un’ora il 7 dicembre, chiedendo loro di astenersi dal consumo intenso di elettricità dalle 14 alle 15, attraverso la sua app «StromGedacht».
L’app statale ha un orologio di 24 ore con indicazioni codificate a colori per mostrare l’erogazione di energia elettrica durante il giorno: verde per buono, giallo per sufficiente e rosso per critico. Insomma, un sistema del tutto simile al green pass. E se vogliamo, ancora più simile al modello di biosorveglianza pandemica usato in Cina, dove l’app del telefono cambia colore senza spiegare il motivo: verde puoi andare, giallo fermo, rosso confinamento.
Come riportato da Renovatio 21, del resto la Germania quattro mesi fa aveva annunciato un sistema con codice colore identico a quello della Cina comunista. Ora, come sappiamo accadrà, l’emergenza si sposterà semplicemente dal COVID all’energia e al clima.
Scavando, tuttavia, si può scoprire un quadro non solo biopolitico, ma anche geopolitico ancora più aberrante.
L’ultima tappa «è stata raggiunta nella notte di martedì (6 dicembre), quando i colleghi del centralino principale di TransnetBW hanno ordinato più di 700 MW per misure di ridispacciamento all’estero. Questo per alleviare una situazione di tensione della rete prevista per mercoledì tra le 14:00 e le 15:00. In questa situazione, aveva senso anticipare o ritardare la domanda di elettricità fino al mattino”, afferma un annuncio del fornitore di trasmissioni elettriche TransnetBW.
Che cosa significa, «invio all’estero»? Dove all’estero la Germania sta inviando elettricità in questi giorni?
Una risposta potrebbe essere: in Ucraina, che è collegata alla rete europea dal 2021, e che sta affrontando continui blackout indotti dagli attacchi missilistici di precisione della Federazione Russa. Quindi, riassumendo, la Germania fornisce elettricità all’Ucraina attraverso la Polonia? Chi altri lo sta facendo?
Dopo le sanzioni e la follia del gas, questa sarebbe l’ennesima prova dell’Ucraina come suicidio europeo: il cittadino UE paga e soffre per la guerra del regime di Kiev.
L’inverno è appena iniziato e l’approvvigionamento elettrico sta già raggiungendo fasi critiche. Si prevede che un’esplosione artica si abbatterà sull’Europa questa settimana e gli Stati membri dell’UE hanno già abbastanza problemi a gestire la loro scarsità di energia
Il Baden-Württemberg, il cui capoluogo è Stoccarda, sede di Porsche e Mercedes, è il principale land tedesco per esportazioni, quello con la disoccupazione ufficiale più bassa, il quarto PIL pro capite più alto e con il più alto numero assoluto e relativo di brevetti in ricerca e sviluppo.
Mentre la deindustrializzazione diviene un fatto ammesso pubblicamente, il sostegno alla guerra contro Mosca continua nei modi più masochistici possibili.
Come riportato da Renovatio 21, Deutsche Bank, l’enorme, controversa prima banca del Paese, al pari di Paesi come Polonia e Moldavia, ha cominciato a prevedere il legno come combustibile per l’inverno.
Inflazione impazzita, riscaldamento che verrà a mancare: eppure nessuno di questi temi sta venendo disinnescato dalle azioni del governo Scholz, che pare al contrario interessato, oltre che alla repressione, alla vera e propria deindustrializzazione del Paese.
Cina
La ristorazione smentisce il PIL cinese in crescita: 459 mila chiusure nel primo trimestre 2024
Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Piccoli ristoranti ma anche nuovi ambiziosi brand costretti a gettare la spugna dal calo dei consumi: le cessazioni delle attività sono aumentate del 232% rispetto a dodici mesi fa. Le riaperture dopo la politica Zero Covid si sono scontrate con l’aumento dei prezzi e la minore disponibilità economica delle famiglie.
Secondo gli ultimi dati dell’Ufficio nazionale di statistica, in Cina nel primo trimestre di quest’anno sono state cancellate o soppresse 459mila imprese di ristorazione, con un aumento di circa il 232% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Di questi ristoranti 180mila hanno chiuso nel solo mese di marzo, quando l’anno scorso furono 140mila nell’intero primo trimestre.
Si tratta di un indicatore «dal basso» che mostra un panorama decisamente diverso rispetto all’ottimismo «ufficiale» sull’economia cinese, che appena pochi giorni fa sbandierava per lo stesso arco di tempo una crescita del Prodotto interno lordo del 5,3%, addirittura superiore agli obiettivi fissati per il 2024.
Al dato sulla chiusura delle imprese della ristorazione ha dedicato un approfondimento Radio Free Asia, che ha raccolto alcune voci di operatori locali secondo cui il mercato dei consumi in Cina non si è affatto ripreso dopo la fine della politica Zero COVID. «Alti costi di affitto, alti costi di manodopera, aumento dei prezzi e diminuzione dei consumi dei clienti», ha riassunto il quadro della situazione un ristoratore di Wuhan. «Ci sono ancora alcune attività di catering che vanno molto bene, ma gli affari dei ristoranti più grandi no». All’inizio di quest’anno anche brand considerati in ascesa nella pasticceria cinese come ad esempio Hutou sono stati costretti a gettare la spugna.
La signora Yao, residente a Jingdezhen, nella provincia di Jiangxi, ha raccontato all’emittente che molti dei suoi amici che gestivano ristoranti hanno chiuso e faticano ad arrivare alla fine del mese: «I residenti non hanno più soldi, è difficile portare avanti qualsiasi attività».
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Economia
Amazon abbandona il sistema senza casse nei negozi: si è scoperto che la sua IA era alimentata da 1.000 lavoratori umani
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Economia
FMI e Banca Mondiale si incontrano a Washington «all’ombra della guerra»
I capi delle due più grandi istituzioni finanziarie mondialiste, il Fondo Monetario Internazionale (FMI) e la Banca Mondiale si starebbero incontrando a Washington in queste ore per discutere il rischio sistemico che comporta la guerra in corso. Lo riporta il giornalista britannico Martin Wolf, che serve come principale commentatore economico del Financial Times.
L’articolo si intitola oscuramente «L’ombra della guerra si allunga sull’economia globale».
L’editorialista britannico afferma che «i politici stanno camminando sulle uova» per una serie di ragioni, incluso il fatto che «un quinto della fornitura mondiale di petrolio è passata attraverso lo Stretto di Hormuz, in fondo al Golfo, nel 2018. Questo è il punto di strozzatura della fornitura di energia globale».
«Una guerra tra Iran e Israele, che includa forse gli Stati Uniti, potrebbe essere devastante» avverte l’Economist. «I politici responsabili dell’economia mondiale riuniti a Washington questa settimana per le riunioni primaverili del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale sono spettatori: possono solo sperare che i saggi consigli prevalgano in Medio Oriente».
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«Se il disastro fosse davvero evitato, come potrebbe essere l’economia mondiale?» si chiede la pubblicazione britannica.
Come riportato da Renovatio 21, lo scorso dicembre il FMI pubblicò un rapporto i cui dati suggerivano come il dollaro stesse perdendo il suo dominio sull’economia mondiale.
Durante le usuali incontri primaverili tra FMI e Banca Mondiale dell’anno passato si era discusso, invece, delle valute digitali di Stato – le famigerate CBDC.
Il progetto di una CBDC globale, una valuta digitale sintetica globale controllata dalle banche centrali, ha lunga storia. Nel 2019, prima di pandemia, dedollarizzazione, superinflazione e crash bancari che stiamo vedendo, l’allora governatore della Banca d’Inghilterra Mark Carney ne aveva parlato all’annuale incontro dei banchieri centrali di Jackson Hole, nel Wyoming nel 2019.
Come riportato da Renovatio 21, l’euro digitale sembra in piattaforma di lancio, e la presidente della Banca Centrale Europea Christine Lagarde sembra aver ammesso che sarà usato per la sorveglianza dei cittadini.
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Immagine di World Bank Photo Collection via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 2.0 Generic
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