Geopolitica
La CIA ha nazificato l’Ucraina almeno dal 1953

Nel 2016 la testata pubblica del Venezuela Telesur pubblicò un articolo riguardante la componente nazista nella destabilizzazione in corso in Ucraina, parlandone chiaramente come di un programma dei servizi USA.
«Una recente pubblicazioni di oltre 3.800 documenti secretati da parte della Central Intelligence Agency ha rivelato che gestiva due importanti programmi volti non solo a destabilizzare l’Ucraina ma a “nazificarla” tramite i seguaci del leader nazista ucraino della seconda guerra mondiale Stepan Bandera» scriveva Telesur riferendosi a documenti, rilasciati all’inizio di quell’anno.
Si scoprivano così programmi che nell’arco di quattro anni dovevano fornire finanziamenti e attrezzature a gruppi di resistenza ucraini antisovietici come il Consiglio Supremo di Liberazione ucraino e una miriade di altre sigle.
I documenti fornivano dettagli di un programma chiamato AERODYNAMIC che intendeva destabilizzare l’Ucraina, utilizzando agenti ucraini in esilio in Occidente che erano stati infiltrati nella Repubblica socialista sovietica ucraina.
«Lo scopo del progetto AERODYNAMIC è quello di provvedere allo sfruttamento e all’espansione della resistenza ucraina antisovietica per scopi di guerra fredda e guerra calda», afferma il documento del progetto precedentemente top secret del 13 luglio 1953 .
«Gruppi come il Consiglio supremo di liberazione ucraino (UHVR) e il suo esercito ribelle ucraino (OUN), la rappresentanza estera del Consiglio supremo di liberazione ucraino (ZPUHVR) nell’Europa occidentale e negli Stati Uniti e altre organizzazioni come l’OUN /B sarà utilizzato», continuava il documento.
I documenti della CIA mostrano che nell’ambito del programma AERODYNAMIC la CIA gestiva un progetto di affiliazione chiamato in codice CAPACHO.
Secondo la rivista Signs of the Times, CAPACHO «ha assunto più una patina di un’operazione di guerra psicologica», con la CIA che ha istituito una società di propaganda a Manhattan che «si occupava della stampa e della pubblicazione di letteratura ZPUHVR antisovietica che sarebbe stata contrabbandata in Ucraina».
«I progetti AERODYNAMIC e CAPACHO continuarono a funzionare attraverso l’amministrazione Richard Nixon negli anni ’70. Ma gli Stati Uniti continuano ad attuare progetti destabilizzanti in Ucraina» scrive Telesur.
«L’ex agente statunitense Scott Rickard ha dichiarato a Russia Today nel 2014 che le agenzie di aiuti esteri degli Stati Uniti hanno versato 5 miliardi di dollari nei gruppi che protestavano contro il presidente ucraino eletto democraticamente, Viktor Yanukovich, che è stato estromesso dall’incarico all’inizio di febbraio 2014. Il capo di Stato aveva indicato la sua intenzione di avvicinarsi alla Russia invece che all’UE e all’Occidente».
Per una disanima della pluridecennale storia dell’infiltrazione nazista in ucraina, i suoi protagonisti, i scopi, si veda l’articolo di Renovatio 21 «Storia segreta dell’ucronazismo».
Come riportato da Renovatio 21, secondo alcune voci il presidente Zelens’kyj sarebbe in questo momento attorniato proprio da personaggi provenienti dalle frange neonaziste radicalizzate. Uno dei capi di Pravij Sektor, ad esempio, in un’intervista post elettorale nel 2019 dichiarò che qualora Zelens’kyj non avrebbe fatto quel che doveva, sarebbe stato impiccato.
«Zelensky ha detto nel suo discorso inaugurale che era pronto a perdere ascolti, popolarità, posizione… No, perderà la vita. Sarà appeso a qualche albero del Khreshchatyk, se tradirà l’Ucraina e quelle persone che sono morte durante la Rivoluzione e la Guerra».
Tale situazione può spiegare tantissime cose in questo conflitto, come ad esempio il rifiuto del comico ad arrendersi alle condizioni dei russi – tra le quali c’è, lo ricordiamo, la «denazificazione» del Paese.
Immagine di Mstyslav Chernov via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported (CC BY-SA 3.0)
Geopolitica
«Li prenderemo la prossima volta» Israele non esclude un altro attacco al Qatar

Israele è determinato a uccidere i leader di Hamas ovunque risiedano e continuerà i suoi sforzi finché non saranno tutti morti, ha dichiarato martedì a Fox News l’ambasciatore israeliano negli Stati Uniti Yechiel Leiter.
In precedenza, attacchi aerei israeliani hanno colpito un edificio residenziale a Doha, in Qatar, prendendo di mira alti esponenti dell’ala politica di Hamas. Il gruppo ha affermato che i suoi funzionari sono sopravvissuti, mentre l’attacco è stato criticato dalla Casa Bianca e condannato dal Qatar.
«Se non li abbiamo presi questa volta, li prenderemo la prossima volta», ha detto il Leiter.
L’ambasciatore ha descritto Hamas come «nemico della civiltà occidentale» e ha sostenuto che le azioni di Israele stavano rimodellando il Medio Oriente in modi che gli Stati «moderati» comprendevano e apprezzavano. «In questo momento, potremmo essere oggetto di qualche critica. Se ne faranno una ragione», ha detto riferendosi ai Paesi arabi.
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Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha affermato che, sebbene smantellare Hamas sia un obiettivo legittimo, colpire un alleato degli Stati Uniti mina gli interessi sia americani che israeliani.
Leiter ha osservato che Israele «non ha mai avuto un amico migliore alla Casa Bianca» e che Washington e lo Stato Ebraico sono rimaste unite nel perseguire la distruzione del gruppo militante.
Il Qatar, che ospita funzionari di Hamas nell’ambito del suo ruolo di mediatore, ha dichiarato che tra le sei persone uccise nell’attacco israeliano c’era anche un agente di sicurezza del Qatar.
L’emiro del Qatar, lo sceicco Tamim bin Hamad al-Thani, ha denunciato l’attacco come un «crimine atroce» e un «atto di aggressione», mentre il ministero degli Esteri di Doha ha accusato Israele di «terrorismo di Stato».
Israele ha promesso di dare la caccia ai leader di Hamas, ritenuti responsabili del mortale attacco dell’ottobre 2023, lanciato da Gaza verso il sud di Israele. L’ambasciatore ha giurato che i responsabili «non sopravviveranno», ovunque si trovino.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Geopolitica
Attacco israeliano in Qatar. La condanna di Trump

#Qatar / #Palestine / #Israel 🇶🇦🇵🇸🇮🇱: Israeli Air Forces carried out air strikes to assassinate Senior officials of #HAMAS in the city of #Doha.
Reportedly HAMAS negotiation team was targeted with Air-To-Surface Missiles while discussing the ceasefire in the capital of Qatar. pic.twitter.com/WdWuqY6rXq — War Noir (@war_noir) September 9, 2025
🚨🇮🇱🇶🇦🇵🇸 BREAKING: ISRAEL just AIRSTRIKED Hamas’s negotiation team in DOHA, QATAR pic.twitter.com/cTdA5fT4gP
— Jackson Hinkle 🇺🇸 (@jacksonhinklle) September 9, 2025
BREAKING:
Israeli fighter jets struck Qatar’s capital, Doha. An Israeli airstrike in Doha killed Hamas leader in Gaza, Khalil al-Hayya, and three senior members of the group’s leadership, Al Arabiya reports, citing sources. Al Hadath states those in the targeted building… pic.twitter.com/03rwdUbvZ5 — Visegrád 24 (@visegrad24) September 9, 2025
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NEW: Qatar reserves the right to retaliate for the Israeli attack against Doha, Qatari PM says
“We’ve reached a decisive moment; There should be retaliation from the whole region” pic.twitter.com/dKHnqEHNqN — Ragıp Soylu (@ragipsoylu) September 9, 2025
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Nel suo post Trump ha affermato che il bombardamento israeliano all’interno di «una nazione sovrana e stretto alleato degli Stati Uniti» non ha «favorito gli obiettivi di Israele o dell’America». «Considero il Qatar un forte alleato e amico degli Stati Uniti e mi dispiace molto per il luogo dell’attacco», ha scritto, sottolineando che l’attacco è stato «una decisione presa dal primo ministro Netanyahu, non una decisione presa da me». Trump ha affermato che, non appena informato dell’operazione, ha incaricato l’inviato speciale statunitense Steve Witkoff di avvertire i funzionari del Qatar, ma ha osservato che l’allerta è arrivata «troppo tardi per fermare l’attacco». Il presidente ha affermato che eliminare Hamas era un «obiettivo degno», ma ha espresso la speranza che «questo sfortunato incidente possa servire come un’opportunità per la PACE». Da allora Trump ha parlato con Netanyahu, che gli ha detto di voler fare la pace, e con i leader del Qatar, che ha ringraziato per il loro sostegno e ha assicurato che «una cosa del genere non accadrà più sul loro territorio». La Casa Bianca ha definito l’attacco un incidente «sfortunato». Trump ha dichiarato di aver incaricato il Segretario di Stato Marco Rubio di finalizzare un accordo di cooperazione per la difesa con il Qatar, designato come «importante alleato non NATO».( @realDonaldTrump – Truth Social Post ) ( Donald J. Trump – Sep 09, 2025, 4:20 PM ET )
This morning, the Trump Administration was notified by the United States Military that Israel was attacking Hamas which, very unfortunately, was located in a section of Doha, the Capital of… pic.twitter.com/axQSlL46gW — Fan Donald J. Trump 🇺🇸 TRUTH POSTS (@TruthTrumpPosts) September 9, 2025
“The president views Qatar as a strong ally and friend of the United States and feels very badly about the location of this attack.”
White House press sec. Karoline Leavitt read a statement after Israel’s strike on Hamas leadership in Doha. https://t.co/X3EkiIHoZ7 pic.twitter.com/OdDyR4QcgF — ABC News (@ABC) September 9, 2025
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Geopolitica
Lavrov: la Russia non ha voglia di vendetta

La Russia non ha intenzione di vendicarsi dei paesi occidentali che hanno interrotto i rapporti e fatto pressioni su Mosca a causa del conflitto in Ucraina, ha affermato il ministro degli Esteri Sergej Lavrov.
Intervenendo lunedì all’Istituto statale di relazioni internazionali di Mosca, Lavrov ha sottolineato che la Russia non intende «vendicarsi o sfogare la propria rabbia» sulle aziende che hanno deciso di sostenere i governi occidentali nel loro tentativo di sostenere Kiev e imporre sanzioni economiche a Mosca, aggiungendo che l’ostilità è generalmente «una cattiva consigliera».
«Quando i nostri ex partner occidentali torneranno in sé… non li respingeremo. Ma… terremo conto che, essendo fuggiti su ordine dei loro leader politici, si sono dimostrati inaffidabili», ha affermato il ministro.
Secondo Lavrov, qualsiasi futuro accesso al mercato dipenderà anche dalla possibilità che le aziende rappresentino un rischio per i settori vitali per l’economia e la sicurezza della Russia.
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Il ministro ha sottolineato che la Russia è aperta alla cooperazione e non ha alcuna intenzione di isolarsi. «Viviamo su un piccolo pianeta. Costruire i muri di Berlino è stato in stile occidentale… Non vogliamo costruire alcun muro», ha affermato, riferendosi al simbolo della Guerra Fredda che ha diviso la capitale tedesca dal 1961 al 1989.
«Vogliamo lavorare onestamente e se i nostri partner sono pronti a fare lo stesso sulla base dell’uguaglianza e del rispetto reciproco, siamo aperti al dialogo con tutti», ha affermato, indicando il vertice in Alaska tra il presidente russo Vladimir Putin e il suo omologo statunitense, Donald Trump, come esempio di impegno costruttivo.
Il portavoce del Cremlino Demetrio Peskov ha dichiarato sabato che le aziende occidentali sarebbero state benvenute se non avessero sostenuto l’esercito ucraino e avessero rispettato gli obblighi nei confronti dello Stato e del personale russo, tra cui il pagamento degli stipendi dovuti.
Questo mese Putin ha anche respinto l’isolazionismo, sottolineando che la Russia vorrebbe evitare di chiudersi in un «guscio nazionale», poiché ciò danneggerebbe la competitività. «Non abbiamo mai respinto o espulso nessuno. Chi vuole rientrare è il benvenuto», ha aggiunto.
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