Politica
50 cents dice che i neri sosterranno Trump

Curtis Jackson, il rapper vincitore del Grammy Award e magnate della musica meglio conosciuto come «50 Cent», ha condiviso le sue opinioni sulle imminenti elezioni presidenziali americane, dicendo che vede uomini di colore sostenere l’ex presidente Donald Trump.
Rispondendo alle domande di CBS News a Capitol Hill mercoledì, il musicista, che ha sostenuto Trump durante la sua campagna elettorale del 2020, ha affermato di non aver deciso per chi avrebbe votato alle prossime elezioni presidenziali, previste per novembre 2024.
L’artista, che possiede anche la società di liquori Sire Spirits, ha visitato Capitol Hill con l’avvocato per i diritti civili Ben Crump per incontrare i legislatori repubblicani e democratici per sostenere una maggiore rappresentanza dei neri nell’industria dei liquori.
Alla domanda sul «significato degli uomini afroamericani» nelle elezioni, 50 Cent ha detto che li vede «identificarsi con Trump». Elaborando il motivo, il rapper ha detto che era perché «hanno ricevuto anche accuse di RICO».
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Vari commentatori di colore hanno espresso in rete tale concetto, arrivando ad apostrofare il Trump come un «fratello», «my nigger» («il mio negro»), espressione derogativa di cui epperò ai neri è consentito tranquillamente l’uso.
What they are doing to Donald Trump is exactly what they did to our nigga George Floyd ‼️ ‼️ pic.twitter.com/bBL9GdOK2Z
— My Nigger Trump (@MyNiggerTrump) June 1, 2024
Donald Trump is my niger pic.twitter.com/EG8YUhR0Xs
— jeff (@jeff4836327701) June 2, 2024
⚠️Andrew Tate has officially announced a donation of $200,000 to support Donald Trump’s campaign.
”Donating 200k to my nigger Trump.” pic.twitter.com/kzs2YRE7hm
— Trump supporter (@Trumpsupport108) May 31, 2024
Trump, much like myself, is a real nigger.
And real niggers dont give a fuck about jail.
— Andrew Tate (@Cobratate) June 2, 2024
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Il Racketeer Influenced and Corrupt Organizations Act, abbreviato in RICO, è una legislazione federale statunitense emanata più di 50 anni fa per contrastare la criminalità organizzata. L’atto prende spesso di mira grandi gruppi e i loro leader che presumibilmente conducono attività criminali organizzate. Come noto, il primo grande utilizzatore del RICO fu il procuratore di Nuova York Rudolph Giuliani, che con tale strumento sgominò la mafia italoamericana della Grande Mela, danneggiando per sempre il sistema delle Cinque Famiglie introdotto da Lucky Luciano agli inizi dello scorso secolo.
Trump, che è stato dichiarato colpevole da una giuria di New York la scorsa settimana per 34 reati di falsificazione di documenti aziendali, deve affrontare anche un’accusa RICO nello stato della Georgia in un caso separato relativo all’interferenza elettorale del 2020. Nelle accuse RICO è finito, curiosamente, anche Rudolph Giuliani.
L’ex presidente ha denunciato le accuse e la condanna come una «truffa» e ha insistito sul fatto che erano motivate politicamente.
La campagna elettorale del presidente degli Stati Uniti Joe Biden sta anche cercando di aumentare il sostegno tra gli elettori neri, che hanno rappresentato un collegio elettorale fondamentale nella sua vittoria nel 2020. La sua campagna ha lanciato a maggio l’iniziativa «Elettori neri per Biden-Harris» per collaborare con le organizzazioni nere e aumentare la sensibilizzazione.
Come riportato da Renovatio 21, l’amministrazione Biden avrebbe fatto slittare la messa al bando delle sigarette al mentolo per non alienarsi l’elettorato afroamericano, che, apprendiamo è fumatore incallito di tali bionde.
Nel frattempo, Trump ha condotto una manifestazione di massa nel Bronx – un quartiere di Nuova York storicamente nero ed ispanico – mostrando come tali minoranze siano passate a sostenerlo in massa.
????????DEVELOPING: President Trump is finishing strong in the Bronx with record breaking numbers. pic.twitter.com/SmhlBB7Lxt
— Dom Lucre | Breaker of Narratives (@dom_lucre) May 24, 2024
Bronx is Ready for President Trump! pic.twitter.com/YuCCLZlrMq
— Gavin Mario Wax ???????? ???????? (@GavinWax) May 23, 2024
????WOW – EVER WONDER WHAT OVER 30,000 PEOPLE AT A TRUMP RALLY LOOKS LIKE?
OVER 111,000 PEOPLE ARE WATCHING RIGHTFUL PRESIDENT TRUMP’S BRONX RALLY ON RUMBLE ALONE, AS WELL!
Amazing footage from @DanScavino!
It sure would be a shame if this went viral and blew up in AOC’s face! pic.twitter.com/7SfbcZB7Pp
— Bo Loudon (@BoLoudon) May 23, 2024
Black Patriots for Donald Trump are marching and holding a rally in Bronx, New York today
Democrats and the Mainstream media DOES NOT want you to know this
WHAT A SHAME IT WOULD HE IF WE MADE THIS GO VIRAL ON ????
YOU KNOW EXACTLY WHAT TO DO????pic.twitter.com/sHcl7Drcvh
— Marjorie Taylor Greene Press Release (Parody) (@MTGrepp) May 18, 2024
Watching Democrats having meltdown over Trump Rally in the Bronx is glorious!! pic.twitter.com/Shcrwfscif
— I Meme Therefore I Am ???????? (@ImMeme0) May 24, 2024
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La rete è altresì sconvolta dall’endorsement a Trump fatto dalla modella di colore Amber Rose, che intervistata in istrada sull’argomento, ha dichiarato che «stiamo votando Trump perché non siamo più sottoposti al lavaggio del cervello della sinistra».
Model Amber Rose SHOCKS reporter who asks why she’s voting for Trump:
“We are voting for Trump because we are no longer brainwashed.” ????pic.twitter.com/5S3Wk9jJZP
— Benny Johnson (@bennyjohnson) June 8, 2024
La Rose, la cui madre ha origini capoverdiane, dichiara che l’essere stato condannato di fatto aiuta Trump nel processo di rielezione. «La gente vedrà l’ingiustizia, e voterà per lui come non mai».
«Posso dirlo di me: in tutti questi anni sono stata sottoposta al lavaggio del cervello, e non lo sono più» ha detto la curvacea modella ed attrice.
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Immagine di digboston via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
Politica
Trump dice che risolvere Gaza potrebbe non bastare per andare in paradiso

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Politica
Essere euroscettici oggi. Renovatio 21 intervista l’onorevole Antonio Maria Rinaldi

Che fine ha fatto l’euroscetticismo? Renovatio 21 ha intervistato l’economista post-keynesiano Antonio Maria Rinaldi, già fondatore di Alternativa per l’Italia e oggi deputato della Lega a Roma, dopo l’esperienza dal 2019 al 2024 come europarlamentare a Bruxelles.
Partirei dalla sua esperienza al Parlamento europeo. Molti dei suoi interventi sono stati spesso di critica verso l’establishment europeista. Quanta libertà di movimento e di parola ha un parlamentare europeo e quanto incide, di fatto, un voto al parlamento europeo?
Bisogna fare una distinzione. La prima distinzione è il movimento che ha un parlamentare europeo nell’ambito del proprio partito politico, ed è una cosa. Per quanto riguarda invece la sua funzione come parlamentare per poter modificare qualcosa nella struttura europea, è un’altra. Per la prima cosa, per quanto uno può essere indipendente, posso dire quello che mi riguarda.
Come ho detto più volte pubblicamente, io nella Lega ho avuto la massima e assoluta libertà. Non sono mai stato censurato, ma anzi sono sempre stato caldeggiato ad andare avanti e quindi non posso altro che ringraziare, perché a dire la verità, non avendo mai svolto nessuna funzione politica prima della mia elezione a parlamentare europeo, avevo paura che entrando sarei stato condizionato. Invece no. La mia esperienza mi dice anche che altri partiti nei confronti dei propri esponenti sono diversi, ossia che sono estremamente condizionati e devono seguire di più quelle che dice il partito, diciamo così. Io ho avuto la fortuna di non avere questo condizionamento.
Per quanto riguarda l’azione in generale di un parlamentare europeo nell’ambito delle proprie funzioni all’interno dell’emiciclo, a dire la verità sono pochissime. Anzi scarsissime. Viene quasi l’idea che il Parlamento europeo sia un’istituzione fatta apposta per far credere ai cittadini europei di contare qualche cosa, ma quando in effetti contano poco. Perché la sola parola Parlamento rimanda ai parlamenti nazionali. Non è assolutamente così.
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La battaglia dell’euro appare un po’ sopita in questo momento, ma in futuro c’è qualche speranza che questa moneta unica possa cambiare rispetto all’assetto che ha in questo momento?
Sarò lapidario. Non ho la palla di vetro, però una cosa la posso dire senza problemi: fintanto che l’euro creava problemi ai Paesi PIGS, Italia compresa, nessuno ha sentito l’esigenza di cambiare qualcosa. In questo momento in cui l’Italia fortunatamente è in una situazione di forza per una stabilità politica e ha dimostrato più di tutti di riuscire a rimettere in ordine i propri conti, ci troviamo in una situazione in cui i cosiddetti «padroni del vapore», Francia e Germania, si trovano invece per la prima volta in serissimi problemi.
Non credo di essere un falso profeta, ma cambieranno le regole per loro. Regole che loro stessi hanno dettato quando è stata scritta Maastricht. Se non lo faranno molto probabilmente tutta la costituzione europea avrà vita breve, perché non ci sono i presupposti per cui possa andare avanti.
Cosa accade con l’euro digitale?
La questione è stata esaminata quando negli anni passati ho fatto parte della commissione ECON e chiaramente del dibattito. Posso dire una cosa: l’Europa ha un vizio in generale e cioè è regolamenta all’interno senza tener conto di quello che succede nel resto del mondo. O ci si mette d’accordo tutti, altrimenti non ha senso per quanto riguarda la valuta digitale se noi non cerchiamo di fare un qualche cosa di comune accordo con tutti gli altri attori mondiali. Rischiamo di fare un buco nell’acqua, anche perché la globalizzazione dei mercati, volente o nolente, fa sì che noi possiamo regolamentare quello che ci pare, ma poi chiaramente il mondo è fatto in maniera tale per il quale con la globalizzazione ci sfugge tutto subito.
I contratti farmaceutici Pfizer hanno mostrato un serio problema di trasparenza e lei in sede di Parlamento europeo ha vissuto la vicenda ed ha anche visionato parte di quella documentazione.
Stai parlando con colui il quale ha fatto, insieme ad altri colleghi, la famosa interrogazione alla commissione per conoscere i contenuti dei celeberrimi messaggini intercorsi fra la signora Ursula von der Leyen e l’amministratore delegato di Pfizer Albert Bourla. Ci hanno risposto in maniera estremamente evasiva, come era ovvio, però ho visto che ultimamente la procura belga si sta muovendo, quindi chissà.
Abbiamo fatto bene ad andare avanti, anche perché siamo convinti che contratti di quel genere non è che si possano decidere sul telefonino. Con il telefonino possiamo decidere dove andare a mangiare la pizza, ma non contratti di quel genere che hanno avuto un peso specifico importante, perché ce lo ricordiamo tutti quel periodo. Quantomeno avere un minimo di trasparenza e di protocollo. Evidentemente queste persone non hanno mai lavorato nell’economia reale, perché in genere si protocolla tutto con tanto di numero, sia in entrata che in uscita, con delle mail. Perché non lo hanno fatto anche loro, ma lo hanno fatto tramite messaggino di WhatsApp come fanno i liceali? Eh no, mi dispiace, così non si fa.
L’Europa post pandemica ha imposto delle politiche green che al momento sta ampiamente ritrattando. Vi è invece una corsa al riarmo. Dove sta puntando l’obiettivo dell’economia dell’Unione europea?
L’economia green così come è stata concepita e realizzata – e non ho difficoltà a sostenerlo perché l’ho detto in aula diverse volte nel peggiore dei modi possibili – ha affidato solo all’elettrico la transizione, quando invece era possibile, col principio della neutralità, poter usufruire anche di altre tecnologie. C’è sempre un motivo e ricordiamo che la precedente legislatura, l’XI, quella dal 2019 al 2014, la signora Ursula von der Leyen si reggeva con una maggioranza dove naturalmente c’era il PPE, il partito popolare europeo, dove la faceva da padrone la compagine tedesca, e quel governo era supportato anche dai verdi e quindi doveva per forza riflettere certi dogmi per non modificare gli equilibri di casa anche in Europa.
Abbiamo visto le conseguenze. Oggi non ci sono più certe forze al governo della nuova coalizione e vedo che per la von der Leyen è cambiato il vento, perché osserviamo che le aziende tedesche stanno chiudendo, la Volkswagen sta chiudendo degli stabilimenti, come tantissime altre case automobilistiche che stanno riducendo drasticamente il proprio personale, e stanno rivedendo le cose. Vediamo cosa faranno. Vediamo se ammettono di aver fatto degli errori così macroscopici.
Di errori ne hanno fatti tanti e continuano, purtroppo, a farne ancora tanti.
Le posso fare una domanda personale?
Prego.
Lei ha un figlio con una disabilità e ho visto che non ne ha parlato in moltissime sue interviste. Immagino tutte le vostre difficoltà emotive, ma anche di carattere pratico. Ecco, la politica attiva come si pone in concreto dinnanzi a queste problematiche che molte famiglie devono affrontare?
Io facevo parte a Bruxelles anche di un intergruppo sulla disabilità per ovvi motivi. Una volta feci un bell’intervento in aula, molto forte, in cui dissi: «In questo momento vi parlo come padre di un ragazzo disabile, perché l’Europa ha totalmente disatteso le aspettative e le giuste istanze di questo mondo. Adesso invece parlo da membro di questo parlamento e voi non ve ne state assolutamente all’interno occupando. Siete molto sensibili a tantissime cose, ma io credo» – e questa è la frase che ho detto forte – «che la civiltà di un popolo si misuri con l’attenzione che rivolge nei confronti delle persone disabili e qui purtroppo l’Europa non è civile».
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Lei insegna all’università. C’è una vera libertà di insegnamento all’interno degli atenei italiani?
No. L’università dovrebbe essere il tempio del confronto. Chiunque può esprimersi in maniera democratica e civile e non certo in maniera manesca, ma questo vedo che non avviene né in Italia, né nel resto del mondo. D’altronde noi abbiamo delle università in cui è stato negato di poter parlare a un papa. Adesso sto vedendo che si stanno chiudendo i portoni a professori di religione ebraica, il che mi sembra veramente vergognoso. Mi ritornano in mente le evocazioni di quello che è avvenuto prima della guerra. Si vede che la storia non ha insegnato assolutamente nulla.
Chiunque, ripeto chiunque, di qualsiasi colore politico, in maniera democratica e civile dovrebbe potersi esprimersi in qualsiasi università. È alla base del concetto stesso dell’università, altrimenti non è un’università.
Torneremo a un’Europa di Stati veramente sovrani?
Qui c’è una specie di cortocircuito. Noi siamo chiamati i cosiddetti «sovranisti», perché ribadiamo che la sovranità appartiene esclusivamente al popolo. L’unione europea che combatte questi sovranismi di fatto è il primo sovranista, perché vuole evocare a sé questa sovranità per toglierla ai vari Paesi membri che l’hanno ottenuta con il suffragio universale sancito nelle costituzioni.
Cioè, tu mi vuoi togliere la sovranità per prendertela te, però tu da chi sei investito? Io, come paese, sono investito dal popolo, tu no! Solo da burocrati che non si sa chi è che ce li ha messi e a chi rispondono – magari qualche domanda ce la facciamo e qualche risposta la vediamo – e quindi si tratta di un trasferimento di sovranità da un soggetto che è titolato ad averla, che è lo Stato per mezzo del suffragio universale, a un’entità che esercita una sovranità senza averne titolo di validità. Questo è il vero problema.
Prof. Rinaldi, grazie.
Grazie a lei.
Francesco Rondolini
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Politica
Zelens’kyj priva della cittadinanza i suoi oppositori

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