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Tecnologia

44 mila tedeschi firmano una petizione per la costruzione di una ferrovia a levitazione magnetica

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Da marzo in Germania si è creato un forte slancio per un sistema maglev, con una petizione firmata finora da 44.000 tedeschi e 2.000 da altri Paesi europei.

 

La petizione online, che mira a raccogliere le firme di 50.000 tedeschi, è stata lanciata da magnetbahn.org, un’iniziativa di cittadini che sono favorevoli alla costruzione di mezzi di trasporto a levitazione magnetica.

 

Questo progetto andrebbe a beneficio della Germania e anche dei suoi vicini in tutta Europa. La stessa situazione del sistema ferroviario tedesco è deplorevole. Tra i suoi problemi c’è che il letto ferroviario e i binari sono in cattive condizioni; vi è l’assenza di una rete ad alta velocità separata dal resto della rete; ci sono frequenti cancellazioni e ritardi di molti treni.

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La petizione sottolinea che ci sono molti vantaggi tecnici di un sistema maglev, come affidabilità e puntualità. Fa l’esempio del primato di successo della tratta commerciale di Shanghai, che in 20 anni di attività ha percorso 28 milioni di chilometri, con una valutazione di puntualità del 99%. I costi di manutenzione del maglev sono inferiori del 70% rispetto al tradizionale InterCity Express (ICE) tedesco ad alta velocità, motivo per cui i binari possono durare fino a 100 anni senza riparazioni importanti e la durata dei componenti del veicolo è massimizzata.

 

La petizione afferma che i costi di costruzione di un chilometro a doppio binario sono poco più della metà di quelli di un binario ICE, e che il maglev è qualificato per essere utilizzato a livello europeo, a lunga percorrenza, nonché per un collegamento per molte città vicine. Un’iniziativa correlata dell’organizzazione giovanile dei Giovani Liberali del Partito Liberaldemocratico (FDP), a Bremerhaven ha ricevuto il sostegno del ministro federale dei trasporti Volker Wissing in occasione del congresso nazionale del 5 maggio.

 

Tuttavia, il ministro delle Finanze pro-austerità Christian Lindner, anche lui del FDP, si oppone al maglev, sostenendo che sarebbe troppo costoso.

 

Un treno a levitazione magnetica, o maglev, è un tipo di treno che si muove senza toccare i binari grazie alla levitazione magnetica.

 

La levitazione e la propulsione magnetica vengono utilizzate come mezzo di locomozione. Poiché il treno non tocca i binari, l’unica forza che si oppone al suo movimento è la resistenza dell’aria, permettendo ai maglev di raggiungere velocità molto elevate (superiori ai 600 km/h) con un consumo energetico contenuto e un livello di rumore accettabile.

 

Nonostante la velocità dei Maglev permetta loro di competere con gli aerei anche su lunghe distanze, i costi elevati per la costruzione delle infrastrutture ne hanno limitato l’uso a tratte brevi e molto trafficate.

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Attualmente, nel mondo esistono solo sei linee maglev operative (tre in Cina, due in Corea del Sud e una in Giappone), tutte brevi e su tratte molto frequentate. La principale di queste si trova a Shanghai (Cina) e collega la città con l’aeroporto, coprendo 33 chilometri in 7 minuti e 20 secondi, con una velocità massima di 501,5 km/h e una velocità media di 250 km/h.

 

A Berlino Ovest, negli anni Ottanta, la società M-Bahn costruì una linea maglev lunga 1,6 km che collegava tre stazioni della U-Bahn. Il test con i passeggeri iniziò nell’agosto del 1989 e il servizio regolare nel giugno del 1991. Tuttavia, a causa dei cambiamenti nel traffico dei passeggeri seguiti alla caduta del muro di Berlino, la linea venne chiusa nel febbraio del 1992, smantellata e sostituita con una linea metropolitana convenzionale.

 

A Monaco di Baviera, è in progetto un sistema a levitazione magnetica che collegherà la stazione principale (un nodo di interconnessione con diverse linee metropolitane e ferroviarie locali) all’aeroporto. Questo progetto mira a ridurre il tempo medio di collegamento dagli attuali 40 minuti a circa 10 minuti. Nell’atrio dell’aeroporto è esposto un modello a grandezza naturale del treno.

 

Tuttavia, il progetto potrebbe subire ritardi a causa di un incidente avvenuto il 22 settembre 2006 durante un collaudo: un treno, che viaggiava a circa 200 km/h, ha investito un carrello per la manutenzione. Il primo vagone, che trasportava una trentina di passeggeri, è stato completamente distrutto e 23 persone, tra occupanti e personale di manutenzione, sono rimaste uccise.

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Immagine di Sven Kaden via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.5 Generic

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Ambiente

Dispositivo aspira l’anidride carbonica dall’atmosfera e la trasforma in carburante

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Un nuovo sorprendente esempio di tecnologia climatica proviene da una startup chiamata SpiralWave: una colonna alta e traslucida che si illumina con sfere di plasma dall’aspetto spettrale.   Questo dispositivo è promosso dal sito di innovazione e tecnologia TechCrunch ed è stato presentato all’evento TechCrunch Disrupt 2024. Il funzionamento appare semplice e lineare: mentre il plasma si muove a spirale lungo la colonna, strappa l’anidride carbonica dall’aria. Questo processo converte il gas in metanolo verde, una fonte di carburante che può essere prodotta in modo rinnovabile e che produce il 95 percento in meno di emissioni di carbonio, stando a quanto dicono i suoi sostenitori.   «Qui potete vedere il plasma in impulsi molto rapidi», ha detto a TechCrunch il CEO e co-fondatore Abed Bukhari. «A ogni impulso, scompone la CO2».   Il Bukhari ha dichiarato che l’idea gli è venuta mentre lavorava nella sua precedente startup, dove per costruire la sua attrezzatura era costretto a utilizzare il cosiddetto plasma freddo, una forma di plasma più fredda comunemente utilizzata nelle luci fluorescenti. «Avevo bisogno di costruire qualcosa che potesse risolvere la sfida più grande che abbiamo oggi sulla Terra, ovvero rimuovere un’enorme quantità di CO2», ha poi ribadito il Bukhari.   Con SpiralWave, ha costruito due prototipi: un Nanobeam più piccolo e un Microbeam alto più di sei piedi, che è quello che si vede nel filmato. Il modo in cui funzionano è piuttosto ingegnoso: le onde di plasma sono in realtà il risultato di tre impulsi separati di microonde a frequenze diverse, che rompono legami molecolari specifici, secondo TechCrunch.     «Il primo scompone la CO2 in CO, il secondo scompone l’H2O in H e OH, e il terzo li unisce formando metanolo», dice lo scienziato.  
  Il processo trasforma circa il 75% dell’energia elettrica utilizzata dal dispositivo in metanolo quando si tratta di CO2 e il 90 percento in gas di combustione, ovvero gas espulsi da tubi e ciminiere, un esempio lampante delle emissioni delle centrali elettriche prodotte dalla combustione di combustibili fossili.   Al momento, questi dispositivi possono creare una tonnellata metrica di metanolo dalla CO2 estratta dall’aria ambiente utilizzando circa 10.000 kilowattora di elettricità. Ma con concentrazioni più elevate di gas serra, possono raggiungere quella resa con appena 7.000 kWh.   Non è una quantità di energia irrilevante, tenendo presente che la CO2 viene rimossa nel processo, creando al contempo un combustibile rinnovabile, e che il sistema può essere alimentato da elettricità a sua volta rinnovabile.   Va da sé che bisognerà vedere quanto sarà poi effettivamente efficace nel suo complesso. Ma il suo inventore sogna in grande: l’obiettivo è creare una versione grande, alta quasi cento metri, che potrebbe estrarre circa una gigatonnellata di CO2 all’anno.   «Per combattere il cambiamento climatico, dobbiamo rimuovere 10 gigatonnellate di CO2 all’anno», ha chiosato il Bukhari.

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Non si tratta della prima invenzione riguardo la conversione per la CO2.   Come riportato da Renovatio 21, una startup chiamata Air Company sta producendo vodka a base di emissioni di anidride carbonica. L’azienda utilizza prima l’elettrolisi per separare l’idrogeno e l’ossigeno dall’acqua, che viene poi trasformata in etanolo utilizzando un reattore di conversione del carbonio, che utilizza le emissioni di CO2 catturate. Quindi raffina l’etanolo in un liquore da bere.   La farsa climatica accumula quindi anche questa ulteriore contraddizione. Altro che impronta carbonica e leggi draconiane decrescitiste: con la CO2 (che, ricordiamo, è alla base della chimica organica), a quanto sembra, è possibile avere la botte piena e il serbatoio dell’auto pure!

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Cervello

Società afferma di aver raggiunto la comunicazione tra due persone che sognano

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Una startup di San Francisco avrebbe infranto la barriera dei sogni. REMSpace ha affermato di aver raggiunto «nuove dimensioni di comunicazione» tra due esseri umani addormentati, inviando messaggi mentre entrambi erano in uno stato di sogno lucido.

 

Questi messaggi non venivano inviati tramite l’etere, ma tramite uno speciale dispositivo progettato dall’azienda e attaccato alla testa di ogni partecipante, facilitando così «la prima “chiacchierata” mai scambiata nei sogni».

 

Tuttavia non sono ancora state pubblicate queste ricerche, quindi al momento vi sono solo le dichiarazioni fatte dall’azienda.

 

«Ieri, comunicare nei sogni sembrava fantascienza. Domani sarà così comune che non saremo in grado di immaginare le nostre vite senza questa tecnologia», ha affermato il CEO Michael Raduga, aggiungendo che perseguire la tecnologia del sonno REM «diventerà la prossima grande industria dopo l’intelligenza artificiale».

 

In sintesi, nell’esperimento REMSpace due partecipanti dormivano a casa loro mentre i loro dispositivi, connessi a un server tramite WiFi, raccoglievano dati polisonnografici, tra cui il monitoraggio delle onde cerebrali e della frequenza cardiaca.

 

Poi, tramite auricolari, una parola segreta è stata trasmessa alla prima persona che è entrata in un sogno lucido, uno stato in cui il sognatore diventa consapevole di stare sognando. Poi ha ripetuto la parola nel suo sogno — tramite espressioni facciali, a quanto pare — che è stata «catturata» dal server e lì memorizzata. Quando l’altra partecipante è entrata in un sogno lucido minuti dopo, presumibilmente ha «ricevuto» il messaggio memorizzato dopo che le era stato inviato.

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«Il nostro server ha rilevato la sua risposta e ha confermato che era corretta. E quando la persona successiva si è ritrovata in un sogno lucido, le abbiamo inviato la sua risposta, e lei l’ha ripetuta anche lei», ha detto il Raduga ad ABC 7 News.

 

La parola, che rimane segreta, non proviene da un lessico ordinario. Invece, deriva da «Remmyo», un linguaggio dei sogni che l’azienda sostiene possa essere rilevato con un dispositivo che cerca distinti modelli EMG realizzati eseguendo determinati movimenti facciali.

 

«Quando parli in questa lingua nei tuoi sogni, possiamo sentirti e possiamo mettere in contatto due sognatori», ha detto il delegato dell’azienda sempre ad ABC 7.
Pare che questo esperimento sia in fase di revisione paritaria per affermarne quantomeno una veridicità scientifica.

 

«Il documento sulla comunicazione nei sogni lucidi è già stato scritto e inviato per la revisione a una rivista scientifica», ha annunciato l’azienda su sui propri canali social. «Prevediamo che verrà pubblicato entro i prossimi 2-6 mesi».

 

Come riportato da Renovatio 21, i sogni sono già considerati territorio di caccia per il marketing, con aziende che provano ad influenzare la psiche del consumatore durante il sonno. Nel 2021 un trio di ricercatori di Harvard, del MIT e dell’Università di Montreal ha pubblicato un saggio sull’hacking dei sogni su Aeon avvertendo che, secondo un recente sondaggio, il 77% dei marketer prevede di utilizzare tale tecnologia pubblicitaria nei prossimi anni.

 

Due anni fa era merso che una donna statunitense sostiene di aver preso parte a un esperimento organizzato dalla birra Coors che avrebbe infiltrato con successo i suoi sogni con la sua pubblicità.

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Cina

La Cina scopre un processo che rivoluziona la produzione dell’acciaio

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Dopo oltre un decennio di intensa ricerca in Cina, gli scienziati hanno sviluppato una nuova tecnologia rivoluzionaria per la produzione del ferro che potrebbe apportare cambiamenti di vasta portata nell’industria siderurgica globale. Lo riporta il giornale di Hong Kong South China Morning Post.   l professor Zhang Wenhai, accademico della Chinese Academy of Engineering, in un articolo pubblicato sulla rivista peer-reviewed Nonferrous Metals a novembre, ha riferito che lui e il suo team hanno sviluppato un metodo per iniettare polvere di minerale di ferro finemente macinata in una fornace estremamente calda, innescando una «reazione chimica esplosiva».   Il risultato è una serie di goccioline di ferro liquido rosso vivo e incandescente che piovono e si raccolgono sul fondo della fornace, formando un flusso di ferro ad alta purezza che può essere utilizzato direttamente per la fusione o la «produzione di acciaio in un unico passaggio».

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Noto come flash ironmaking, il metodo «può completare il processo di fabbricazione del ferro in soli tre-sei secondi, rispetto alle cinque-sei ore richieste dagli altiforni tradizionali», riporta lo studio. Ciò equivale a un aumento di 3.600 volte della velocità di fabbricazione dell’acciaio. Il nuovo metodo funziona anche eccezionalmente bene per i minerali a bassa o media resa che sono abbondanti in Cina.   Gli attuali metodi di produzione del ferro dipendono fortemente dai minerali ad alta resa e la Cina spende una grande quantità di denaro per importare tali minerali da Australia, Brasile e Africa. La Cina non avrà nemmeno bisogno di importare il suo elevato volume di carbone per la fabbricazione dell’acciaio, scrive EIRN.   Nell’attuale produzione tradizionale di acciaio, partendo da zero, il carbone viene utilizzato principalmente per produrre «coke», una forma di carbonio quasi puro, che funge sia da fonte di calore per fondere il minerale di ferro sia da agente riducente per rimuovere l’ossigeno dal minerale, lasciando dietro di sé ferro puro. Quel coke può essere omesso da questo processo.   Il team del Zhang ha sviluppato una lancia a vortice che può iniettare 450 tonnellate di particelle di ferro all’ora. Un reattore dotato di tre di queste lance può, in modo ottimale, produrre 7,11 milioni di tonnellate di ferro all’anno. Il documento nota che la lancia «è già entrata in produzione commerciale». Quando i cinesi generano un documento di ricerca, di solito hanno svolto molto lavoro nell’area.   Il concetto originale per questo processo di fabbricazione del ferro è nato negli Stati Uniti, ma, come nel caso di così tante aree di ricerca, gli Stati Uniti non lo hanno sufficientemente seguito, mentre il team di Zhang ha sviluppato una tecnologia di fusione rapida.

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Immagine di Goodwin Steel Casting via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic
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